Cito Wikipedia: “Quale professore a contratto nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Roma Tor Vergata ha insegnato Diritto Privato. Attualmente è professore a contratto di Diritto dei Consumatori all'Università LUISS Guido Carli". In ultimo, sottosegretario del governo Monti, il famoso esecutivo “dei tecnici”.
La domanda sorge oggi spontanea: questi “tecnici” da chi e come sono stati assoldati, visto che di sottosegretari che si comportano come terze colonne in questo governo ce ne sono in abbondanza?
La storia è sempre la stessa: Clini che dichiara che il nucleare è un argomento di cui si può discutere, Fornero che si accanisce su un dettaglio come l’articolo 18, i “bamboccioni sfigati” del sottosegretario Martone figlio del boiardo di stato Martone, il sottosegretario Malinconico che si fa pagare le vacanze dalla famigerata “cricca”, sempre la Fornero che si dimentica degli esodati, il ministro degli interni Cancellieri che fa malmenare i giornalisti, ed infine lo spread a 430 che farebbe ipotizzare una gestione della spesa pubblica perlomeno poco efficace: e chi più ne ha ne metta…
In una nazione civile una sequela di fatti simile avrebbe portato ad esprimere forti giudizi negativi sull’operato del governo, che in effetti ha un personaggio senza dubbio di buon peso internazionale ma apparentemente poco in grado di scegliersi dei collaboratori validi, che sono stati pescati all’interno del marasma dei funzionari o boiardi pubblici che (sinceramente) in generale vede oggettivamente poche eccellenze e molte mediocrità.
Certo la scelta di Catricalà [di presentare un DDL di riforma del CSM, che peraltro rimetterebbe i provvedimenti disciplinari sui magistrati nelle mani di una maggioranza di giudigi non togati - NdR] appare davvero fuori dagli schemi: benché la smentita della Presidenza del Consiglio sia stata netta, il testo del decreto legge, anticipato da Repubblica, esiste ed è stato posto all'attenzione del governo dallo stesso sottosegretario. Monti "aveva già da tempo ritenuto tale iniziativa inopportuna, non percorribile e politicamente sconsigliabile", mentre la Severino l'aveva considerata "impossibile", una simile riforma deve transitare attraverso una legge ordinaria e non costituzionale".
Cui prodest? La gravità della proposta è davanti agli occhi di tutti: il sottosegretario Catricalà ha trasmesso quel testo agli organi istituzionali preposti alla formulazione di un parere giuridico, ed ha firmato la lettera di accompagnamento, inviata il 2 maggio alla Corte dei Conti, e il 14 maggio al Consiglio di Stato. Ovviamente Catricalà avrà ottimi motivi per decidere, all’interno di un governo dove è sottosegretario, di procedere in maniera chiaramente irrituale e senza farsi autorizzare dal ministro da cui dipende: un ministro che aveva già chiaramente espresso parere negativo sul disegno di legge, e che si trovava in perfetto accordo con il presidente del consiglio che ha etichettato questo disegno in maniera estremamente negativa.
Appare chiaro a tutti che un sottosegretario non può assumersi una responsabilità così grande, senza informare i suoi "superiori", su un tema nevralgico per la vita democratica, come la giustizia e i rapporti tra politica e magistratura, e non può prendere decisioni sottobanco, meno che mai se contrarie alla volontà del suo Presidente del Consiglio.
Delle due l’una: o Catricalà (noto per aver occupato, peraltro senza alcun risultato tangibile, la poltrona di garante per la privacy, utilizzata come arma contundente dalla destra per anni) ha deciso di testa sua - e quindi le sue azioni sono irrituali e gravemente scorrette - oppure dietro la spinta di qualcuno a cui non può dire di no.
In entrambi i casi la ferma risposta del presidente del consiglio è scarsamente efficace: personalmente riterrei che di un sottosegretario simile sarebbe utile fare a meno.
Immediatamente.
E, professor Monti, se permette un ultimo suggerimento: la prossima volta, dovesse capitare, decida di mettere all’interno del suo governo personalità al di sopra di ogni sospetto. Magari decida di non servirsi di chi dello Stato si è abbondantemente servito, spesso in maniera perlomeno sospetta. Farebbe un grande favore all’autorevolezza derll'Italia, del suo governo e dell’intera Europa. E siccome il Suo governo ci rappresenta, gentilmente, lo faccia anche per noi Italiani, che siamo i suoi sponsor: in senso economico, naturalmente.”
Axel
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