ATTENZIONE! Questo è un blog dedicato alla politica pornografica, o alla pornografia politica! Aprire con cautela!
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Scritto il 17 maggio 2012 alle 11:57 | Permalink | Commenti (20)
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Matteo Renzi, il sindaco "ex più amato dagli italiani", si faccia e ci faccia una grazia: anzichè replicare sui suoi strumenti di lavoro preferiti (comizietti sui fontanelli, Facebook e Twitter), lasci i videogioche sui social networks ai suoi bimbi, e vada a riferire non ai suoi fans facendo "tweet tweet", ma si rechi alla Procura della Repubblica, e spieghi. Oppure presenti formale querela a carico di Lusi per diffamazione.
Twitter e Facebook sono il trionfo dell'aria fritta. TafanusScritto il 17 maggio 2012 alle 11:43 nella Renzi | Permalink | Commenti (3)
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Scritto il 17 maggio 2012 alle 08:00 | Permalink | Commenti (4)
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Come anticipato, abbiamo concluso l'analisi del voto per tutti i comuni capoluogo e per i grandi comuni sopra 15.000 abitanti. Il dettaglio lo trovata su foglio excel al seguente link:
Chiarimento: I dati sono disposti per ordine alfabetico delle regioni. Si è votato in circa 950 comuni, ma abbiamo limitato l'analisi ai 159 ciomuni superiori a 15.000 (comuni capoluoco inclusi), che rappresentano comunque circa due terzi dell'elettorato che ha votato: oltre 4 milioni di voti, su circa 6 milioni. D'altra parte spingere l'analisi a quasi 1000 comuni sarebbe stato non solo impossibile, ma anche inutile, visto che la maggior parte delle elezioni nei piccoli comuni sono articolate su liste civiche di impossibile declinazione politica.
Seconda precisazione: in questi giorni si sono sprecati confronti impropri, fra amministrative 2012, ed elezioni europee o precedenti politiche. Tutta roba senza senso, perchè innanzitutto alle elezioni per il sindaco si vota molto per le persone, cosa che non accade per le politiche e per le europee; in secondo luogo perchè è cambiata la composizione dei partiti e delle alleanze: dal PD è uscito un pezzetto di ex margheriti portati via verso i magnifici destini dell'API di Rutelli; dal PdL è uscito il pezzetto di AN confluito nel FLI di Fini. Inoltre, sono cambiate le alleanze: la Lega dice di essere all'opposizione del PdL, IdV fa di fatto l'opposizione a sinistra e a destra, come Sel, come Grillo. Ancora: l'inquinamento delle liste civiche e/o delle liste civetta non consente neanche la valutazione in assoluto delle "quote dei due partiti maggiori (PD e PdL), che entrambi prendono ufficialmente meno dei voti - in percentuale - che venivano loro attribuiti dagli ultimi sondaggi (circa il 29% per il PD, il 23% per il PdL).
Ultima precisazione: sul "fenomeno Grillo" molti arrapati commentatori tendono a prendere come base della misura del grande successo solo la percentuali prese nei posti dove Grillo si è presentato. Indagine politicamente insensata, perchè in proiezione di elezioni nazionali, TUTTO si rapporta al parco di aventi diritto al voto. Se un partito si presenta solo in una zona ridotta per ragioni oggettive (Union Valdotaine, Sued Tiroler Volkspartei), la cosa ha un senso. Se invece un partito prova ad espandersi dappertutto, e invece riesce a formare le liste solo in aree circoscritte del Paese (Lega, Grillo), allora quando si parla di questi partiti non si può dire che la Lega è un partito del 30% perchè ha il 30% nelle valli bergamasche. E(ra) un partito del 10% come media fra le regioni dove aveva il 30%, e le regioni dove non riusciva a radicarsi.
Esattamente come Grillo o i grillisti non possono fare, alla Mentana, la media fra quattro città dove Grillo è ben radicato, e poi estrapolare il risultato sul territorio nazionale, e dire che Grillo ha più del 14%. Un esempio? In Sicilia Grillo si è speso moltissimo, ma è riuscito a varare le liste solo a Palermo e Sciacca. A Palermo si ferma (nonostante il comizio di chiusura di Grillo) ad un miserrimo 4,3%. A Sciacca si ferma al 4,1%. In 21 grandi centri su 23 non riesce a presentare le liste. In tutta la Sicilia, su 848.000 voti espressi, Grillo ne prende 16.260, pari a meno del 2%. E la "teoria Mentana"?
Fra i piccolii comuni, ho aperto un piccolo campione molto casuale di venti comuni (il 2,5%). Ne ho trovato UNO con lista Grillo, che ha preso 283 voti. Se volessimo estrapolare questo risultato ai circa 800 piccoli comuni, forse troveremmo 40 comuni minori con liste grillo, e forse troveremmo altri 11.000/12.000 voti per la sua lista.
Più avanti, a questo post - che per ora prende in considerazione i risultati nazionali (Capoluoghi più grandi comuni over 15.000) - discenderemo per li rami, analizzando i dati per le grandi aggregazioni regionali (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud), e quindi le aggregazioni dei dati per regione. Ci sarà molto da imparare... Chi può dire di aver vinto, chi non può negare di aver perso, chi dovrebbe abbassare i toni circa presumibili Grandi Vittorie che i numeri non supportano.
P.S.: Con buona pace del cazzarino fiorentino, che calcola gli insuccessi del SUO PD per portare un attacco a Bersani, dicendo che il PD ha preso 91.000 voti in meno, vorrei ricordare che ha preso 91.000 voti in meno, su un parco votanti che si è ristretto di oltre 600.000 voti. Ha vinto o ha perso? Inoltre: Cosa confronta, esattamente, Renzi? Un PD con dentro pezzi di Margherita? Andiamo... i "trecartari" usano metodi persino più eleganti, per imbrogliare i "clienti"... Renzi si adegui almeno all'etica dei trecartari.Non chiediamo niente di più.
Dunque, questa è la situazione in 159 comuni superiori a 15.000 abitanti (inclusi i comuni capoluogo):
Hanno votato 4.053.700 elettori, che rappresentano circa i due terzi dei voti che includono i piccoli comuni inferiori a 15.000 abitanti. Diamo i voti presi dai pariti nei voti di lista (valori assoluti e percentuali), ripetendo l'avvertenza che i valori per il PD e il PdL sono sporcati in maniera indecifrabile dalle liste civiche collaterali e/o dalle liste-civetta. Fenomeno che non riguarda assolutamente Grillo, e riguarda marginalmente la Lega (Verona e qualche altra città minore del Nord).
Totale PD PdL Lega Grillo
4.053.700 662.855 483.874 100.624 211.446
100,0% 16,4% 11.9% 2,5% 5,2%
Secondi gli ultimi sondaggi, il PD avrebbe dovuto prendere circa il 32% di voti più del PdL (29% versus 22%). Di fatto, prende il 38% in più. Al netto degli errori sistematici dovuti al fatto che si è votato in alcune aree e non in altre, sembra certo che oggi il PD sia di gran lunga il maggior partito italiano, molto più consolidato di quanto non dicano i sondaggi. O, se preferite, il PdL è crollato molto di più di quanto non prevedessero i sondaggi stessi.
La Lega Nord è virtualmente sparita. Valeva circa il 40% dell'alleato PdL, adesso vale, a conti fatti, circa il 20% del PdL. Si è dimezzata persino rispetto ad un PdL in caduta libera.
Il Mov. 5 Stelle vale, nel contesto grandi comuni, circa il 5,2%. Ma da un'analisi a campione del voto nei piccoli comuni, si deduce che in questi Grillo è praticamente non pervenuto. Per cui aumentando generosamente i voti grillini a 222.000 su circa 6 milioni di abitanti, il risultato, includendo i comuni piccoli (che votano, alle politiche), vale a spanne il 3,7%. E questo è quanto.
Grillo "Terzo Partito Italiano"? Balle. Prima del Mov. 5 Stelle ci sono il PdL, l'UDC, il PD, l'IdV, SEL. Grillo sesto partito, non terzo. Grillo a distanza siderale dalla soglia dell'8% al Senato, e più basso anche della soglia del 4% alla Camera. Con questi numeri, se si dovesse votare, farebbero la fine di SEL, della Fed. di Sinistra, e de "La Destra" alle ultime politiche: "Zero Tituli".
Ad oggi, Grillo porta a casa il sindaco di Sarego, uno sperduto paesello di 6.500 abitanti, assurto per questo a grande fama. Entra nei ballottaggi (da posizione perdente) in un capoluogo (Parma), e in tre comuni (Garbagnate, Comacchio, Budrio). Infine, se i consiglieri si assegnassero col proporzionale, porterebbero a casa un massimo teorico di 102 consiglieri su 3388 (il 3%). La realtà sarà molto più dura, perchè i consiglieri vengono assegnati con criterio maggioritario prevalentemente alla coalizione vincente.
Fine del "Grande ed Epocale Successo, sul quale ci stiamo sorbendo da giorni preoccupate analisi dei politologi della mutua, alla Mentana ed alla Floris. Ma allora in Francia, con circa il 20% nazionale ai nazifascisti della Le Pen, si dovrebbero suicidare, facendo esplodere in contemporanea una decina delle loro obsolete centrali nucleari?
Seguirà, forse domani, l'analisi per macro-aree. Tafanus
Scritto il 16 maggio 2012 alle 22:38 nella Politica | Permalink | Commenti (12)
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La crisi che si abbatte con crescente ferocia sulla vita dei cittadini europei ha avuto negli ultimi mesi un solo effetto positivo. È il ritorno sul tavolo dell´Unione del grande assente di questi anni, la Politica. La Politica con la maiuscola, quella che da quando esistono le democrazie si fonda sulla distinzione fra una destra e una sinistra. Il voto in Francia e in Germania, nel più popoloso e decisivo degli stati federali tedeschi, la Renania settentrionale-Westfalia, ha riportato al centro del dibattito pubblico, dopo anni di ambiguità, pensiero unico e fumose «terze vie» di fuga, un'alternativa secca e concreta fra l´Europa vista da destra o da sinistra.
Il Grillo del "si, ma anche"
Insomma fra un´Europa ancorata alla visione liberista dominante nell´ultimo decennio, sia pure transitata dalle promesse e dai sogni di arricchimento collettivo allo spettro di un´austerità permanente, e un´idea di Unione più equa e solidale, impegnata a rilanciare la grande invenzione democratica del Welfare nella nuova realtà del mercato globale.
Questo confronto di grandi visioni alternative fra destra e sinistra, che pareva archiviato in politica, è tornato a dividere gli elettori francesi, chiamati a scegliere fra i programmi di Hollande e Sarkozy, e promette di essere il leit motiv della prossima campagna per il cancellierato in Germania fra Angela Merkel e Hannelore Kraft. Ma non in tutta Europa la crisi ha avuto questo effetto. Nelle ultime elezioni in Grecia il confronto politico storico fra destra e sinistra si è spostato su un piano del tutto diverso. E disastroso. Il confronto in Grecia non è politico, fra una sinistra e una destra portatrici di visioni alternative, ma post o piuttosto pre politico, fra un governo «tecnico» nel quale si confondono una destra e una sinistra percepite come uguali dall´opinione pubblica, e un´opposizione altrettanto indistinta, dove un comune linguaggio populista accomuna le estreme radicali. Un quadro politico devastante che a molti e purtroppo ragionevoli pessimisti ricorda la Repubblica di Weimar.
L´Italia è oggi, come quasi sempre nella nostra storia, a un bivio, al confine fra le due Europe. La crisi economica e la parentesi del governo tecnico può rivelarsi un´occasione straordinaria per la politica italiana di riformarsi e di tornare a offrire l´anno prossimo agli elettori un´alternativa chiara fra riformismo e liberismo, sinistra e destra. Oppure può diventare il definitivo pretesto per scivolare nel caos weimariano della Grecia, l´annichilimento della politica e la ricomposizione del conflitto sociale fra un indistinto rigorismo «tecnico» e un altrettanto indistinto populismo «né di destra né di sinistra».
La nostra scelta è decisiva per il futuro di tutti. Nel treno dell´Unione, più importante di qualsiasi Tav, l´Italia è il vagone che collega la locomotiva franco-tedesca al resto dell´Europa. Staccare il vagone italiano significa porre fine al viaggio. Ora, i piccoli segnali che arrivano in questi giorni, in queste ore, dalla provincia elettorale impegnata nel ballottaggio delle amministrative, sono inquietanti.
A Parma, eletta dal movimento di Grillo a Stalingrado del movimento, i grillini si starebbero organizzando a ricevere sottobanco l´appoggio del moribondo partito di Berlusconi. In linea con una campagna elettorale condotta da Grillo sul filo di un assoluto cinismo. Il proprietario del marchio 5 stelle è stato capace in queste settimane di passare dall´elogio incondizionato del governo Monti al dileggio del medesimo come «servo delle banche» e «frutto di un golpe», dall´apologia degli evasori fiscali alla difesa d´ufficio di Bossi e «family» («vittime di un complotto della magistratura»), dal corteggiamento degli xenofobi («la cittadinanza ai figli d´immigrati non ha senso») a quello della mafia. Perché tutti votano, anche evasori fiscali, leghisti delusi, xenofobi e i mafiosi. E il voto, come la pecunia, non olet. Per contro, alle truppe del berlusconismo in rotta non par vero di salire su un altro carro populista, piuttosto che rimboccarsi le maniche e costruire la vera destra liberale assente in Italia dal Risorgimento.
Sia chiaro che l´eventuale e rovinosa deriva greca dell´Italia non potrebbe essere responsabilità esclusiva dei demagoghi. Almeno al cinquanta per cento sarebbe da condividere con una sinistra che non ha trovato il coraggio di rinnovarsi, nei programmi e negli uomini, come hanno saputo fare i socialisti francesi e i socialdemocratici tedeschi dopo anni di sconfitte. Hanno, abbiamo tutti un anno di tempo. Una seconda chance, come dimostra la Grecia di oggi, non è prevista.
Curzio Maltese - La Repubblica -16.05.2012.
Scritto il 16 maggio 2012 alle 10:36 nella Politica | Permalink | Commenti (14)
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Scritto il 16 maggio 2012 alle 08:00 | Permalink | Commenti (0)
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Negli "ambienti solitamente ben informati" se ne sussurra sempre più spesso, e sempre più ad alta voce: Berlusconi sarebbe sempre più tentato di appoggiare, ai ballottaggio di Parma, la lista del grillino. Per vincere? NO! Per far perdere il centro-sinistra. E poi?
Premetto che io sarei molto contento se a Parma vincesse il grillino Federico Pizzarotti. Leggo sulla pagina de "Il Post" dedicata a Federico Pizzarotti quanto segue:
[...] Pizzarotti ha cominciato a fare politica nel 2009, col Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Nel 2010 è stato candidato al Consiglio regionale in Emilia Romagna, senza essere eletto. Sul suo sito dichiara che nel 2011 “con il gruppo MDF Parma (Movimento per la Descrescita Felice) abbiamo dato vita ad un orto sinergico [...]
...e sso cazzi! quanti, in Italia, sanno cosa sia un Orto Sinergico, specie se questo ha preso vita da un non meglio precisato "Movimento per la Decrescita Felice"? Scommettiamo che Pizzarotti - che sia o non sia eletto Sindaco di Parma - dopo il ballottaggio lascerà il ben remunerato Posto in Banca per dedicarsi alla decrescita felice e all'orto sinergico?
Ma passando dal serio (?) al faceto: ripeto e confermo che dopo il ballottaggio io sarò comunque felice:
-a) se l'idiozia alla parmigiana di Berlusconi passerà, avremo finalmente chiaro il quadro delle prossimità ideologiche fra grillini, e schieramenti di diverso colore. E finalmente vedremo all'opera un grillino doc, di grande successo, e il suo Movimento per la Decrescita Felice;
-b) se non passerà (come credo e temo) sarà invece certificata, una volta per tutte, l'idiozia algebrica del nano più alto d'Italia.
Perchè i numeri del primo turno a Parma (città dove il M5S ha avuto un successo epocale) sono impietosi, e solo un malato di mente potrebbe seriamente pensare di ribaltare la situazione. Vediamoli, allora, questi numeri:
Dunque, il grillino dell'orto sinergico potrebbe contare sui suoi voti (19,5%), su parte dei voti berlusconiani del primo turno (su parte, perchè non tutti gli italoforzuti sono così idioti da partecipare felicemente all'operazione di taglio dell'uccello per far dispetto alla moglie); diciamo un altro 4%/4,5%. Siamo, a star larghi, al 24%. La Lega - main competitor dell'orto sinergico in cazzarismo & razzismo - certamente non voterà per il suo avversario naturale.
A questo punto, al candidato di centro sinistra potrebbero bastare i voti che ha già preso al 1° turno. Ma volete che non raccatti qualcosina fra comunisti, centristi e liste civiche di incerta collocazione?
I partiti di centro.sinistra contare sul 39,20% preso al primo turno, molto probabilmente sul pacchetto del 5% preso al primo turno da Roberta Roberti, e qualcosina (un terzo) dei voti centristi. Siamo, a star stretti, al 49%.
No, non credo che avremo la gioia di vedere all'opera un sindaco grillino. Per questa volta, i parmigiani dovranno rinunciare alla decrescita felice, e persino all'orto sinergico. E il Nano più Alto d'Italia dovrà rinunciare a tagliarsi l'uccello, che potrà quindi tranquillamente continuare ad impiegare nelle Cene Eleganti.
E noi dovremo, ahimé, limitarci ad osservare i Grillini di Governo solo osservando, al microscopio, l'operato - che sarà senz'altro rivoluzionario - del sindaco grillino di Sarego (Vicenza). Sarà per la prossima volta. Tafanus.
Scritto il 15 maggio 2012 alle 09:54 nella Politica, Razzismo | Permalink | Commenti (24)
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Ecco i grillini impegnati in una operazione ecologica
Domenica 13 maggio,ingresso del centro commerciale "Galleria Porta di Roma" stand del movimento 5 stelle proprio sulla pista ciclabile... Forse é così che pensano di attuare e rispettare il loro programma :
• Sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana
http://www.infomotori.com/infoflash/2012/05/11/programma-trasporti-di-beppe-grillo-e-del-moviment/
(Segnalato da JeSuis Stephanie)
Scritto il 15 maggio 2012 alle 00:37 | Permalink | Commenti (3)
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Nulla di nuovo sotto il cielo dei populisti italiani. Intervistato dall'agenzia di stampa americana Bloomberg, Beppe Grillo, fondatore e leader del "Movimento Cinque Stelle" ha detto che uscire dal sistema della moneta unica non deve essere più un tabù. "L'euro - ha spiegato - è un cappio al collo che si restringe di giorno in giorno". Meglio tornare alla lira, agli anni ruggenti della svalutazione competitiva (del 40-50 per cento, ha suggerito), grazie alla quale abbiamo accumulato la polvere sotto i tappeti, sperando che nessuno sarebbe andato mai ad alzarli, e abbiamo anche ingrossato le tasche di molti imprenditori pigri e non proprio competitivi.
Ma prima di Grillo, ben prima, la pensata l'aveva avuta la Lega Nord, in un'altra stagione rispetto a quella degli investimenti off shore di Francesco Belsito. Bobo Maroni, allora ministro del Welfare, propose un ritorno alla liretta nazionale con tanto di referendum popolare. Un "uno due" magistrale (da vero professionista dello spettacolo, verrebbe da dire) per parlare alla pancia del paese, e soprattutto a quella del nord rancoroso.
Fantaeconomia, parole a vuoto. Demagogia. E la Grande Crisi non era nemmeno alle porte. Andò ancora oltre il collega leghista di Maroni, Roberto Calderoli. Una vera sfida tra i due cavalli di razza del Carroccio: torniamo alla Lira ("con la elle maiuscola", disse, non si sa perché, Calderoli) e agganciamola - nientepopodimeno - al dollaro americano. Poi l'annuncio del dentista bergamasco sedotto dalla politica: "Pagliarini e Giorgetti partiranno per gli Stati Uniti per studiare il dossier". Roba seria. Eravamo nel 2005. Nel 2012 urgono nuovi autori per i testi di economia di Beppe Grillo. Troppo facile copiare la Lega.
(da "Poteri Forti" - di Roberto Mania)
Scritto il 14 maggio 2012 alle 17:43 nella Economia, Politica | Permalink | Commenti (16)
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Sarita Errani e Robertina Vinci irrompono nella top-ten della classifica mondiale WTA di doppio, e diventano la coppia n° 1 al mondo nella classifica "race" (quella speciale classifica che considera i risultati non di 12 mesi a rotazione, ma dal 1° gennaio, e che serve a definire le quattro coppie che si disputeranno al Master di Doha di fine anno il "Championship 2012"
(Per leggere l'articolo intero sul sito WTA, cliccate sulla foto).
Scritto il 14 maggio 2012 alle 12:38 nella Sport, Tennis | Permalink | Commenti (1)
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Scritto il 14 maggio 2012 alle 08:00 | Permalink | Commenti (1)
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Mi è stato segnalato questo articolo di Bruno Bartolozzi, che nel pieno del rinnovato entusiasmo verso il cazzaro di Genova (specie da parte di chi legge poco, e capisce meno, e da parte dei conduttori di fuffa televisiva), dovrebbe servire da profilattico. Dovrebbe servire da stimolo a riflettere. Dubito che accadrà, perchè ogni volta che ho provato a descrivere fatti che dovrebbero far rifllettere, sono andato a sbattere contro un muro di gomma.
Mi sono formato la ragionata convinzione che se uno vuol credere che il TIR che gli sta piombando addosso non è una vergine dal candido manto, ma un TIR, non mi sarà grato per avergli salvato la vita. Mi odierà fino alla morte, per aver ucciso il suo sogno, svegliandolo. Ma
ecco i nudi fatti. Libero poi chiunque di trovare tutte le interpretazioni che preferisce. Tafanus
Nazisti e sciacalli a cinque stelle
(di Bruno Bartolazzi)
Giovanni Favia, leader emiliano del movimento cinque stelle di Beppe Grillo, è stato ripreso mentre, a sua volta riprendeva le crudissime scene del suicidio di Maurizio Cevenini, leader del Pd bolognese, dal palazzo della Regione. Maurizio Cevenini ha deciso di togliersi la vita nella tarda sera di martedì 8 maggio gettandosi dal suo ufficio. Il corpo è stato ritrovato solamente mercoledì mattina, con gli effetti di un volo di sette piani. Dagli uffici dei vari consiglieri regionali, fra cui quello di Giovanni Favia, si può osservare il punto in cui Cevenini si è schiantato ed è morto. Giovanni Favia è stato "beccato" mentre, armato di telecamera, inquadrava dall'alto, dove nessun giornalista e fotografo avrebbe potuto, nè avrebbe osato andare, il punto dell'impatto e ciò che intorno rimaneva del corpo di Cevenini, mentre, in basso, la polizia scientifica concludeva i rilevamenti. Si è giustificato così: "Deformazione professionale, sapete io facevo il video-maker".
La nausea e il disgusto sono le prime reazioni. Ma facendo sbollire la rabbia si deve cominciare a ragionare. Partendo da una affermazione di Grillo, resa proprio contemporaneamente alla bravata del suo adepto. Il guru ha sentenziato: "Senza di me ci sarebbe il nazismo". Ma in cosa potrebbe incarnarsi - mi sforzo di ipotizzare - il nazismo del terzo millennio?
Il nazismo è l'espressione politica di una cultura o di una visione del mondo secondo la quale da una parte esiste la ragione dei puri e dall'altra ciò che per questa concezione è rifiuto, Abfall. La lotta non ammette prigionieri. Il puro spazzerà via il debole e l'impuro; e così la società, finalmente mondata, potrà assurgere al suo esito definitivo. Al debole, all'impuro, non è concessa chanche di redenzione, non avrà forse nemmeno l'opportunità di scegliersi la fine. E tutto è catalogato secondo questa sfida apocalittica. Se il debole è una persona che non ha i requisiti di purezza sarà un Untermensch (sotto uomo); semmai producesse arte sarà Entartete Kunst (arte degenerata). Nel 1937 ne fecero addirittura una mostra per indicare, semmai fossero sorti dubbi o sbandamenti estetici, a cosa si faceva riferimento.
Provo ora a immaginare la trasfigurazione della cultura che ha formato il nazismo, il fascismo, i violenti populismi. E provo a immaginare che caratteristiche dovrebbe avere un movimento che incarni oggi quelle caratteristiche. Dovrebbe innanzitutto usare un linguaggio violento, dove uccidere, scomparire, annullare, cancellare, annichilire, spazzare via, siano i verbi che si riferiscono ai propri avversari. E questi avversari devono essere individuabili subito, attraverso caricature che ne propongano la maschera e non il volto. Tutti questi nemici devono essere accumunati da un destino, quello di rappresentare il lezzo, il marciume, quel rifiuto che rende tutto indistinto. A loro la scelta: abbandonare e annichilirsi o venire travolti.
Giovanni Favia, il Videomaker a 5 Stelle
Perciò chi fa politica secondo l'aura che ha creato certi populismi, fascismi e nazismi deve proporre oppositori tutti uguali che differiscano fra loro per dettagli inessenziali che, semmai, ne accentuino il carattere ridicolo e repellente. E così non ci sono avversari, ma solo nemici. E non c'è un nemico migliore e uno peggiore: tutti sono uguali, tanto che non vale la pena dialogare con uno di loro su un argomento, con un altro di un altro, differenziando e sostanzializzando un rapporto che, nella società, è, al contrario, ben articolato. Il mondo della stirpe dei puri è diviso in due, separato da un sol colpo di spada: immondizia da una parte, brillare di stelle dall'altra. Impossibile in questo cascame vedere l'uomo, il volto, l'anima, la debolezza, la genialità, la timidezza, il coraggio, l'esitazione: sono tutti uguali i nemici, questi escrementi (il termine merda nelle sue apprezzabili sfumature è un elemento di tenace continuità tra il vecchio e il nuovo nazismo) sono concime funzionale al sistema. Ma la logica li destina ad un solo esito: essere spazzati via dalla stirpe dei puri.
C'è poi un altra parola, nella storia dello scorso secolo, che è stata contagiata da questo manicheismo messianico. Un lessico che si ritrova in certi dottrine di tipo positivistico-marxiste che hanno dato luogo ad autoritarismi stalinisti. E' un termine che, ad esempio, Grillo formalmente usa poco, ma di cui sono imbevute le sue analisi. Il termine è"Oggettivamente". Per certi stalinismi i nemici vengono individuati "oggettivamente" dalle determinazioni della storia. E quindi si procede alla loro eliminazione. E così oggi: il sistema dei partiti rende ciascuno dei protagonisti della vita politica un morto vivente, uno zombie, una salma, "oggettivamente". Cioè ciascun nemico può anche avere nel suo intimo convinzioni originali o animare battaglie nobili, può condurre forme di resistenza individuali, può avere una sua ricchezza, una soggettività creatrice, ma tutto questo al dispensatore di oggettività non importa. Tutti gli avversari sono macinati in un processo di accorpamento che ne fa smarrire l'identità, la personalità, la differenza. Insomma ciascuna soggettività scioglie la propria identità nel manicheismo che contrappone i portatori di luce e la stirpe degli eroi alle salme e agli zombies, in una indistinta oggettività.
E dove si trova un abuso dell'avverbio oggettivamente, oltre che in certi linguaggi stalinisti, anche se in modo più raffinato e quasi con venature pedagogiche? Nel linguaggio delle Brigate Rosse: padri di famiglia, operai, aguzzini di stato, professori miti e baroni, giornalisti spie e servi, cronisti dall'indipendenza cristallina, facevano tutti parte "oggettivamente" della schiera dei nemici di classe ai quali destinare una pallottola. Non c'era differenza, nessuna possibilità di mediazione. O di qua o di là. Rispetto zero per le debolezze o per i bisogni che non provengano dalla schiera degli eletti.
E così per Grillo la questione degli immigrati è noiosa. A noi interessa far fuori la politica - sostiene - interessa uccidere i partiti, solo così risolveremo i nostri problemi. E non ci vengano a parlare di dare la cittadinanza a ragazzini nati in Italia che con il paese d'origine dei genitori non hanno più in comune nemmeno la lingua: questo è un falso bisogno. Anzi un trucco, un complotto per sviare il popolo dal vero obiettivo: la catarsi, che si realizzerà attraverso la soppressione politica dell'avversario. E come si permettono - incalza il profeta - i nostri nemici di mettere in mezzo gli immigrati? Per farsi salvare il culo da questi ascari che con le loro insulse tematiche sviino dalla lotta vera. Piccoloborghesi!! Urlerebbero gli stalinisti d'un tempo che indicavano nei deviazionismi quelle scelte politiche che accoglievano, come si direbbe oggi, altre sensibilità.
L'altro aspetto di continuità tra vecchi e nuovi populismi violenti - oltre l' annichilire i bisogni di altre espressioni sociali che intralciano, come l'immigrato che non conta, non è dei nostri e ci fa perdere tempo - è quello del complotto. I grandi poteri tramano: tutto quello che vediamo è una forma di dominio che è stata concepita per tarpare le ali alla stirpe dei puri. Si è passati così dai complotti pluto-massonico-giudaici dei fascismi e dei nazismi, ai complotti dei giornalisti (servi per definizione), dei mezzi d'informazione (tutti uniti nel deformare la realtà a vantaggio del potere costituito, anche qui nessuna differenza) e dei partiti (piccoli, grandi, partecipati, padronali, di massa, d'elite, è lo stesso) o delle istituzioni che sono sempre marce, a prescindere dalle norme che le hanno edificate e dagli uomini che le compongono. E così si racconta in diretta, spacciandola per vera-unica democrazia, quello che si scorge nel palazzo infetto, grazie alla abilità di isnerire nelle istituzioni degenerate dei manipoli di puri. E allora streaming delle inutili assemblee politiche regionali, provinciali, comunali, dei detestabili rendiconti in commissione. E tutto quello che lì accade è uguale, è percepito (e raccontato) alla stessa maniera. Non c'è luce in questo Ade tenebroso, tutto va vomitato dalla bocca e consegnato nella sua maleodorante aggregazione al ludibrio del popolo che giudicherà (il popolo beninteo è formato dalla stirpe dei puri eroi o dagli illuminati che rinfrangono la luce dei puri, delle stelle).
E tutto fluisce senza pietà, senza umanità senza differenze. Questi angeli sterminatori (e con loro gli apostoli della narrazione delle malefatte della casta, come gli ormai noti giornalisti filo-grillini del grande gruppo editoriale) descrivono uomini e fatti identici: tutti rubano, tutti se ne approfittano, tutti dominano attraverso un potere e una funzione che è usata impropriamente, tutto sempre uguale, tutto sempre prevedibile. Ogni storia ha un inizio, una fine, maschere uguali, ma dai nomi differenti.
E così nella narrazione cibernetica realtà e racconto si mescolano e perdono l'una sostanza e l'altro valore simbolico. Il regno del male da combattere (con tutti coloro che vi partecipano) viene raccontato con foto, immagini, registrazioni audio, incessantemente. E così le salme, gli zombies, i nemici entrano in questo condotto di scarico dove l'antidoto al male che essi rappresentano è il flusso stesso in cui sono evacuati e cioè il modo di raccontare. Essi ad un certo punto emergono insieme al modo in cui sono raccontati, sospinti verso i collettori che mescolano i fatti e gli individui con la loro gelatinosa rappresentazione fornita dalla grande capacità della stirpe dei puri che prima di tutto deve essere stirpe di affabulatori e narratori. Alla fine, però, non si sa più quale sia la realtà e quale sia la narrazione, dove c'è accadimento e dove rappresentazione, quali sono i dati e quale è l'orazione, in che punto le notizie sono mescolate alle iperboli. Perciò tutto e tutti vanno filmati, ripresi e al tempo offesi in ogni aspetto. Anche se ridotti all'impronta sull'asfalto di un corpo martoriato dopo un volo di sette piani, anche se sono stati miti e attenti padri di famiglia anche se, nel gettarsi nel vuoto, al culmine di una devastazione interiore, si sono tolti gli occhiali per restare "nascosti" nel volo verso il buio.
PS Aggiungo: Favia ha dichiarato di non aver filmato il corpo di Cevenini che era già stato portato via. Una precisazione del tutto irrilevante sia in ordine all'analisi svolta (modalità politiche per riferirsi agli avversari e lo sviluppo della propria azione) che rispetto alla puntualità della lettera del testo dove non si è mai parlato di un corpo filmato, visto che il gesto di riprendere la scena è stato violento e esecrabile, a prescindere da quello che veniva documentato. In questo contesto il nazista e lo sciacallo a cinque stelle rappresenta chi incarna lo spirito che ha creato i presupposti del movimento hitleriano i suoi valori di base, le modalità culturali che lo hanno generato (e hanno generato anche dell'altro) si coniugano con uno sciacallismo doc. Dove il doc è rappresentato dalle canoniche stelle: quattro o cinque, appunto
PPS Favia ha ammesso l'errore, frutto di un istinto documentaristico, ma attacca tutti quelli che lo hanno criticato dando loro degli sciacalli e dice che non perdonerà nessuno. Sostiene che in queste ore ha sofferto molto e si spende in elogi e lodi sperticate per Maurizio Cevenini. Bisogna capirlo, è un uomo andato in confusione. Speriamo che la prossima volta prima di compulsare indifferentemente una seduta di un consiglio regionale o un suicidio, abbia il discernimento di distinguere. Anche se l'attacco e l'annuncio di non voler perdonare i critici dimostra che tanto lontano non è poi andato neanche questa volta dal suo modo abituale di intendere la politica, il contraddittorio e gli avversari. La forza della rete, stavolta, lo ha costretto a queste contorsioni. Spero sia una lezione che non dimenticherà. Se continua a fare così significa che non si arrende, chissà se gli conviene.
Bruno Bartolazzi
Giuseppe Favia, Videomaker a 5 Stelle, saprà comprenderci e perdonarci. Noi modesti bloggers a una - massimo due stelle, Maurizio Cevenini preferiamo ricordarlo così: un sorriso, e uno sguardo vivo, perso dietro a chissà quali sogni, quali speranze... Lasciamo ai Videomakers a 5 Stelle il compito (e il gusto) di riprendere una macchia di materia organica, contornata da una traccia di gesso bianco.
Per noi modesti ed insignificanti esseri ad una stella, Maurizio è vivo, negli affetti che ha lasciato su questa terra. Altri camminano, parlano, più spesso sbraitano, ma sono morti, e non lo sanno ancora. Il Guru non li ha informati. Noi stiamo coi vivi-morti, e non coi morti-vivi.
Scritto il 13 maggio 2012 alle 22:29 nella Politica, Razzismo | Permalink | Commenti (11)
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Qualche giorno fa, su Facebook, una entusiasta lettrice mi segnalava un articolo di Pietro Orsatti sul suo blog, che avrebbe dovuto essere di supporto ed incoraggiamentro alla mia linea, notoriamente antigrillina.
Senonchè questo signore, in un attacco di egocentrismo auto-esaltatorio, iniziava il suo post con queste parole:
"...Va bene scrivo. Si ho capito, se devo scrivere scrivo. Lo so che m’è toccato a me due anni fa aprire solo soletto la questione su Beppe e i suoi soci..."
Col mio ben noto caratteraccio, non ho saputo trattenermi dal ricordargli (documentando, comme d'abitude) che altri avevano scritto su Grillo, ben prima di lui. Esattamente dall'autunno 2007, quando si profilava all'orizzonte il primo, mitico, raffinatissimo Vaffanculo Day. Quello che segue è lo screen-shot del mio commento. Che, come accade in molti blog che non apprezzo moltissimo, prima ti fanno perdere tempo a scrivere un commento, poi - solo POI - ti avvertono che il commento sarà pubblicato dopo il collaudo del gestore. Tutto documentato:
Come si può facilmente constatare, il mio commento del 10 maggio è l'unico ancora "in moderazione". Non lo sono commenti postati l'11 e il 12... Con tanti saluti a coloro che "moderano" solo coloro che non si spellano le mani a fare clappete clappete.
Oggi ho postato un secondo commento (che ovviamente era - e resterà - in moderazione). Eccolo:
Ovviamente anche questo commento, che richiama il primo, rimarrà "in moderazione", finchè morte non sopraggiunga... E dire che io i commenti di Pietro Orsatti sulla mia pagina FB, che fino a qualche tempo fa erano frequenti, e tutti abbastanza livorosi nei miei confronti, non li ho mai "moderati"... Evidentemente "signori si nasce, ed io lo nacqui..." Altri, meno.
Fatta questa doverosa premessa pro domo mea, vorrei comunicare al Sig. Pietro Orsatti (lo faccio sul mio blog, perchè sul suo finirei "in moderazione") che un altro celeberrimo personaggio, (celebre quasi quanto me e Pietro Orsatti) si è occupato di Grillo. Esattamente Eugenio Scalfari, con un articolo del 12 Settembre 2007. Lo faccio affinchè Pietro Orsatti non si senta più né tanto solo, né tanto pioniere. E perchè gli smemorati di Collegno e dintorni ricordino che non è la prima volta che il grilletto salta fuori, spinto da una potente molla fabbricata presso la Casaleggio & C... Altro che Politica e Antipolitica! Qui si parla di affari, signori! Tafanus
Stralcio da un articolo di Eugenio Scalfari del 12 Settembre 2007
Ho voluto aspettare qualche giorno prima di scrivere su Beppe Grillo e sul "grillismo". Ho letto le cronache, i commenti, le domande e le risposte. Ed ho riflettuto e ricordato. Infatti il fenomeno della piazza Maggiore di Bologna non è affatto una novità. In Italia c'è una lunga tradizione di "tribuni" e capi-popolo, un germe che ha messo radici da secoli e che rimane una latenza costante nell'"humus" anarcoide e individualista della nostra gente.
Quel filone - per fortuna - è mescolato con molti altri elementi: la nostra è una gente laboriosa, paziente, capace di adattamenti impensabili, generosa. Ad una cosa non si è mai adattata: a pensare e a comportarsi come partecipe d'una comunità, d'una struttura sociale con leggi e regole da rispettare anche quando sembrano danneggiare il proprio particolare interesse.
L'anarco-individualismo è un virus che corre sotto traccia ma spesso emerge ed esplode in superficie. I suoi avversari sono inevitabilmente sempre gli stessi: il potere costituito e il potere immaginato, quelli che fanno le leggi e quelli che le propongono e le attuano. L'anarco-sindacalismo è per definizione il nemico dell'autorità. Può rappresentare una necessaria valvola di sfogo quando provoca l'insorgenza contro regimi autoritari e dittatoriali (ma avviene di rado); ma diventa anacronistico in regimi di diffusa democrazia dove esistono forme di opposizione e di denuncia più efficaci e molto più civili di quella di radunarsi o marciare dietro cartelli con su scritto "Vaffanculo".
Non sono affatto d'accordo su quanti dicono che il "Vaffa-day" è solo un dettaglio folcloristico dovuto alla dimensione comica del primo attore. La forma - specie nella vita pubblica - è sostanza e chi inneggia al "Vaffanculo" partecipa consapevolmente a quelle invasioni barbariche che connotano gran parte della nostra mediocre e inselvaggita attualità.
È vero che la classe dirigente nella sua interezza ha reso plausibili anche le critiche più radicali. Soprattutto quella di non aver fornito alla società un esempio e un punto di riferimento capace di orientare il pubblico verso la ricerca del bene comune e della felicità propria e altrui.
Ho letto il commento di Fausto Bertinotti al raduno dei "grillisti" e ai tavoli per la raccolta della firme sotto la proposta di legge sponsorizzata da Grillo. Bertinotti ha sempre privilegiato la società rispetto alle istituzioni, la piazza rispetto al governo. Ma tenendo fisso il criterio dell'insostituibilità dei partiti, che lui vede come laboratori ideologici specializzati nella cultura dell'ossimoro. Che però volesse cavalcare il "grillismo" - sia pure con tutti i distinguo - questa è un'assoluta novità. Bertinotti esalta "l'esistente" affermando che è inutile polemizzare con esso. Fossero vivi i fratelli Rosselli ed Ernesto Rossi, avrebbero di che rispondergli su questo delicatissimo argomento.
All'entusiasmo "grillista" di Di Pietro non c'è invece da far caso. L'ex sostituto procuratore di Milano confonde - e non è la prima volta - Mani pulite con il giustizialismo di piazza e non si accorge che così facendo fa un pessimo servizio alla lotta che il Tribunale di Milano impegnò nel '92 contro la pubblica corruttela e contro i corruttori, i concussori, i corrotti che erano diventati da singoli casi giudiziari reati di massa pervadendo e deformando l'intero sistema degli appalti e insidiando le basi stesse della democrazia.
Ma Di Pietro, si sa, non va per il sottile. Non c'è andato neppure nella scelta dei candidati del suo partito, come purtroppo si è visto. Cerca sgabelli sui quali salire. Ma Grillo - questo è certo - non è sgabello se non di se stesso, come mezzo secolo fa capitò a Guglielmo Giannini: quando il suo "Uomo qualunque" mandò in Parlamento trenta deputati furono in molti a tentar di mettervi le mani sopra, la Dc, i liberali, i monarchici. Non ci riuscirono e ben presto tutto si ruppe in tanti pezzetti.
Movimenti d'opinione di natura antipolitica, come quello di cui stiamo discutendo, e rompono dal seno della società e poi declinano rapidamente. La politica non è un'invenzione di qualche mente corrotta o malata, ma una categoria della vita associata. Il governo della "polis", cioè della città, cioè dello Stato. L'antipolitica pretende di abbattere la divisione tra governo e governati instaurando il governo assembleare. L'"agorà". La piazza. L'equivalente del blog di Internet. Infatti la vera novità del "grillismo" è l'uso della Rete per scopi di appuntamento politico (o antipolitico).
Ma nella Rete si vede più che mai il carattere personalizzato dell'"agorà"; di ogni "agorà". Da quella di Cola di Rienzo a quella di Masaniello, da quella di Savonarola a quella di Camillo Desmoulins. Il blog ha infatti un'intestazione ed è l'intestatario che indica la via, che formula gli slogan, che produce gli spot. E' lui insomma il padrone di casa che guida e domina l'assemblea.
In realtà il governo assembleare è sempre stato una tappa, l'anticamera delle dittature. La storia ne fornisce una serie infinita di conferme senza eccezione alcuna. Proprio per questo quando vedo prender corpo un movimento del tipo del "grillismo" mi viene la pelle d'oca; ci vedo dietro l'ombra del "law & order" nei suoi aspetti più ripugnanti; ci vedo dietro la dittatura.
Non inganni lo slogan "né di destra né di sinistra". Si tratta infatti di uno slogan della peggiore destra, quella populista, demagogica, qualunquista che cerca un capo in grado di de-responsabilizzarla.
Il più vivo desiderio delle masse, cioè dell'individuo ridotto a folla e a massa, è di essere de-responsabilizzato. Vuole questo. Vuole pensare e prendersi cura della propria felicità delegando ad altri il compito di pensare e decidere per tutti. Delega in bianco, semmai con una scadenza. Ma le scadenze, si sa, sono scritte con inchiostri molto leggeri che si cancellano in breve tempo. Il potere, una volta conquistato, ha mille modi per perpetuarsi.
L'antipolitica è sempre servita a questo: piazza pulita per il futuro dittatore. Che non sarà certo uno come Grillo. Il dittatore quelli come Grillo li premiano e poi li mettono in galera. E' sempre andata così.
Spero che molti abbiano letto il discorso pronunciato da David Grossman all'apertura del Festival della letteratura a Berlino, che Repubblica ha pubblicato nel numero di mercoledì 5 settembre. E' un testo di grande significato e di grande stile e mi permetto di raccomandarne la lettura ed anche la rilettura perché merita d'esser meditato e possibilmente trasformato in propria sostanza.
Mi spiace rimescolare l'alta prosa di Grossman a questioni tanto più mediocri e volgari come il raduno dei sostenitori di "Vaffa". Ma quel pensiero e il testo che lo contiene toccano tra le tante altre cose anche il tema della riduzione dell'individuo a massa, lo schiacciamento dell'individuo, il suo divenire succube di slogan inventati per imporli a lui che inconsapevolmente li adotta e se ne compiace.
Quel tema è l'aspetto drammatico della civiltà di massa, della società di massa e dei "mass media" che ne diffondono l'immagine sovrapponendola all'immagine individuale. Un aspetto al quale è difficilissimo sottrarsi perché ci invade e ci pervade quasi in ogni istante della nostra esistenza. La modernità porta con sé questo virus micidiale: la riduzione dell'individuo a massa, materiale malleabile e plasmabile, materia per mani forti e dure. La massa riporta gli adulti all'infanzia e alla sua plasmabilità. Alla sua manipolazione. Questo - in mezzo a molte virtù innovative - è il delitto della modernità, il virus dal quale bisogna guardarsi e contro il quale bisogna mobilitare tutti gli anticorpi di cui disponiamo.
Ma ascoltiamo Grossman
"Ci fa comodo, quando si parla di responsabilità personale, far parte d'una massa indistinta, priva di volto, d'identità e all'apparenza libera da oneri e colpe. Probabilmente è questa la grande domanda che l'uomo moderno deve porsi: in quale situazione, in quale momento io divento massa?"
"Ci sono definizioni diverse per il processo con il quale un individuo si confonde nella massa o accetta di consegnarle parti di sé. Io ho l'impressione che ci trasformiamo in massa nel momento in cui rinunciamo a pensare, a elaborare le cose secondo un nostro lessico e accettiamo automaticamente e senza critiche espressioni terminologiche e un linguaggio dettatoci da altri".
"I valori e gli orizzonti del nostro mondo e il linguaggio che lo domina sono dettati in gran parte da ciò che noi chiamiamo "mass media". Ma siamo davvero consapevoli del significato di questa espressione? Ci rendiamo conto che gran parte di essi trasformano i loro utenti in massa? E lo fanno con prepotenza e cinismo, utilizzando un linguaggio povero e volgare, trasformando problemi politici e morali complessi con semplicismo e falsa virtù, creando intorno a noi un'atmosfera di prostituzione spirituale ed emotiva che ci irretisce rendendo "kitsch" tutto ciò che tocchiamo: le guerre, la morte, l'amore, l'intimità. In molti modi, palesi o nascosti, liberano l'individuo da ciò di cui lui è ansioso di liberarsi: la responsabilità verso gli altri per le conseguenze delle sue azioni ed omissioni. E' questo il messaggio dei "mass media": un ricambio rapido, tanto che talvolta sembra che non siano le informazioni ad essere significative ma il ritmo con cui si susseguono, la cadenza nevrotica, avida, commerciale, seduttrice che creano. Secondo lo spirito del tempo il messaggio è lo "zapping""
Mi perdonerete, cari lettori, la citazione forse è troppo lunga, ma questo brano del discorso di Grossman è così attuale al nostro tema che credo ne sia l'indispensabile compimento [...]
Mi resta ancora da esaminare i tre quesiti proposti ai tavoli delle firme da Beppe Grillo. Molti che hanno firmato distinguono infatti la firma di quei quesiti dall'adesione al "grillismo".
La distinzione è assolutamente legittima: si può firmare anche valutando il movimento dei "Vaffa" per ciò che è. Ma esaminiamoli nella sostanza quei tre quesiti.
Il primo stabilisce che tutti i cittadini che concorrono a cariche elettive debbano essere scelti attraverso elezioni primarie preliminari. Questo principio mi sembra meritevole di essere accolto. Il Partito democratico, tanto per dire, ha deciso di farlo proprio. Tutto sta a come saranno organizzate queste primarie. Grillo per esempio ha definito una "mascalzonata" l'esclusione di Pannella e di Di Pietro dalle candidature per la leadership del Pd, ignorando che entrambi fanno parte di altri partiti e anzi li guidano e non hanno accettato di abbandonarli all'atto della candidatura. Come se un nostro condomino, invocando questa qualifica, pretendesse di decidere assieme a noi e ai nostri figli questioni strettamente familiari. Dov'è la logica?
Il secondo quesito vieta ai membri del Parlamento di farne parte per più di due legislature. Questo divieto è una pura sciocchezza. Ci obbligherebbe a rinunciare ad esperienze talvolta preziose. Forse anche a molti vizi acquisiti durante l'esercizio del mandato. Ma quei vizi non possono essere presupposti e affidati all'automatismo di una norma. Spetta agli elettori discernere tra vizi e virtù e decidere del loro voto. Per di più una norma automatica del genere sarebbe incostituzionale perché priverebbe l'elettore di una sua essenziale facoltà che è quella di poter votare per chi gli pare. Che cosa sarebbe successo per esempio se nei primi anni Cinquanta fosse stato impedito agli elettori democristiani di votare una terza volta per De Gasperi, a quelli comunisti per Togliatti, ai socialisti per Nenni e ai repubblicani per Pacciardi o La Malfa?
Il terzo quesito - impedire ai condannati fin dal primo grado di giurisdizione di far parte del Parlamento - sembra a prima vista ineccepibile. Per tutti i reati? E fin dal primo grado di giurisdizione? La presunzione d'innocenza è un principio sancito dalla nostra Costituzione; per modificarlo ci vuole una legge costituzionale, non basta una legge ordinaria. I reati d'opinione andrebbero sanzionati come gli altri? Quando Gramsci, Pertini, Saragat, Pajetta, furono arrestati io credo che gli elettori di quei partiti li avrebbero votati e mandati in Parlamento se un Parlamento elettivo fosse ancora esistito e se quei partiti non fossero stati sciolti d'imperio. Personalmente ho fatto un'esperienza in qualche modo consimile: entrai alla Camera dei deputati nel 1968 sull'onda dello scandalo Sifar-De Lorenzo nonostante o proprio perché ero stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma. Lo ricordo perché è un piccolissimo esempio di una proposta aberrante.
Questioni complesse - ha scritto il Grossman sopracitato - quando sono semplificate sopprimono la responsabilità personale dell'individuo e ottundono le sue capacità critiche. Ma è proprio a quelle capacità che è affidato il nostro futuro. (Eugenio Scalfari -12 settembre 2007)
Ecco, caro Orsatti: questo post glielo dovevo. Da oggi potrà finalmente sentirsi meno solo, e meno pioniere. Non è - come scrive sul suo post? "... toccato a lei (e solo a lei) due anni fa aprire solo soletto la questione su Beppe e i suoi soci..."
Vede, Orsatti... c'è chi di Grillo scrive dal 2007 (il sottoscritto in quantità industriali, Scalfari con qualità certamente superiori alle mie, ma non escludo che lo faccia con qualità persino superiori alle sue). Trovo quindi - mi passi il termine irriverente verso un grande giornalista come lei - abbastanza esilarante vederla fare la ruota come un pavone per avere scritto, solo soletto, di grillismo, a partire da ben due anni fa... Si rilassi, e prima di scrivere queste patenti sciocchezze, cerchi dei riscontri nella realtà. E' facile, oggi, coi potenti motori di ricerca esistenti in rete.
Cordialmente, Tafanus
Scritto il 13 maggio 2012 alle 12:00 | Permalink | Commenti (34)
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Sara Errani e Roberta Vinci a Madrid (Getty Images)
Se Dio vuole, oggi finisce il calcio, e potremo parlare di sport c.d. "minori. Intanto ieri Sarita Errani e Robertina Vinci hanno compiuto un'impresa storica, vincendo il loro quarto torneo WTA di doppio in poco più di quattro mesi a Madrid, contro le fortissime Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina, ed installandosi, da domani, al primo posto nella classifica mondiale "race", che porta al Master di Doha di fine anno. Le loro vittorie sono anche un buon auspicio per le Olimpiadi di Londra.
In questa stagione le due "sorelle d'Italia" hanno già vinto i tornei di Monterrey, Acapulco, Barcellona e Madrid, oltre ad essere arrivate in finale agli Australian Open, a Indian Wells e a Miami.
Intanto oggi iniziano gli Internazionali di Roma, con tutte le migliori del mondo in campo. Speriamo bene. Francesca Schiavone non è in gran forma, Flavia Pennetta rientra in campo dopo oltre un mese di stop (ed è la seconda volta in quattro mesi) per un infortunio. La Vinci e la Errani sono in gran forma anche in singolo.Forse ci saranno sorprese.
Il torneo sarà trasnesso in chiaro, integralmente, da Supertennis (in digitale terrestre, in HD se avete Sky HD, sul canale 224, oppure in streaming, ma solo venerd', sabato e domenica; trovate il link sulla colonna laterale del Tafanus).
Da domani invece saranno trasmessi gli incontri principali su Eurosport, e anche sul player eurosport via internet.
Buona Domenica a tutti. Tafanus
Scritto il 13 maggio 2012 alle 01:29 nella Sport, Tennis | Permalink | Commenti (4)
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Con questo quarto e ultimo gruppo di regioni (Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto) si conclude l'analisi del voto nei comuni non capoluogo over 15.000 abitanti. In questa tabella sono riportati 35 comuni.
In questa tabella sono analizzati 35 comuni di 4 regioni, per un totale di 633.450 abitanti
La situazione pre-amministrative vedeva 17 comuni amministrati dal centro-destra, e 11 comuni amministrati dal centro-sinistra. Dopo i ballottaggi, presumibilmente avremo 5 comuni amministrati dal centro-destra (più che dimezzati), e 16 comuni amministrati dal centro-sinistra. Tanto per certificare il Grande Fallimento di Bersani, che il mitico Renzino da Arcore vorrebbe defenestrare.
Il "boomista" Mov. 5 Stelle in 24 comuni su 35 non è riuscito a presentare neanche le liste. Andrà al ballottaggio in UN SOLO COMUNE, Mira, dove partità 26 punti dietro al centro-sinistra. Per certificare altrimenti il successo clamoroso del "moVimento", dobbiamo aggiungere che in queste quattro regioni ha preso il 3,5% dei voti, e prenderà - forse - il 2,1% dei consiglieri (16 su 762). Insomma, un successo epocale. Inutile dire che la quasi totalità di questi voti li prende in Veneto, a spese di PdL e Lega. Tanto per capire da dove arrivino i voti grillini "'de sinistra". Se non bastasse, è di oggi la notizia che a Parma il PdL pensa di appoggiare, al ballottaggio, i grillini. PdL, partito di Lotta e di Sgoverno.
Altre notizie che fanno riflettere: il PdL certifica il suo crollo prendendo più del 20% solo in 4 comuni su 35, e scendendo addirittura sotto il 10% in 21 comuni su 35. Un disastro epocale. Berlusconi vuole andare al voto in autunno? Si accomodi. Firmerà il suo certificato di morte.
Nei prossimi giorni produrremo i dati aggregati per regione, includendo i comuni-capoluogo e i comuni over 15.000, mentre non riteniamo utile estendere l'analisi ai piccoli comuni, nei quali il fiorire li liste civiche dai nomi strampalati, e di alleanze a geometria variabile, rendono indecifrabile il voto, con alcune non marginali eccezioni; anche nei piccoli comuni,
-a) il PdL è in disfacimento;
-b) idem la Lega;
-c) Il "moVimento 5 Stars" è praticamente "non pervenuto";
-d) il PD ha tenuto benissimo;
-e) il Grande Centro si è molto ristretto, e Casini ne ha certtificato la morte, in attesa di decidere quale sia il carro del vincitore, sul quale saltare.
Niente di nuovo sotto il sole. Ecco l'indice e i links alle analisi svolte
Comuni capoluogo di provincia
Comuni non capoluogo >15.000/1
Comuni non capoluogo >15.000/2
Comuni non capoluogo >15.000/3
Comuni non capoluogo >15.000/4
Scritto il 12 maggio 2012 alle 20:27 nella Politica | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 12 maggio 2012 alle 12:00 nella Sport | Permalink | Commenti (3)
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Scritto il 12 maggio 2012 alle 08:00 | Permalink | Commenti (4)
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...adoremus...
Renzino in adorazione del Card. Betori, Grillo del Card. Bertone
Senza tregua. Non fai in tempo ad occuparti di un cretino, che un altro (ri)spunta all'orizzonte, a lunghe falcate... Non ha ancora finito di smarronarci i coglioni Grillo, con le sue boutade alla Calderoli, e i suoi accenti tonici alla Renzo Bossi, che ecco rispuntare il FiòRenzino, che credevamo - stupidamente - si fosse placato, dopo i clamorosi (in)successi delle Leopolde, e delle "UltimeFermate Arcore"
Niente da fare. Sentendosi superato nel cazzarismo e nella risonanza mediatica da Grillo, ecco che Renzi (ri)tira fuori per l'ennesima volta "La Stupidata". E tanto per rafforzare il concetto, condisce la stupidata primaria con un corollario di stupidate di contorno. Prendiamo lo stupidario renzino (che speravamo si stesse occupando solo di inaigurare fontanelli) da Lettera 43, ma un sito vale l'altro... Enucleiamo i punti salienti (anche se "salienti", riferito alle c.d. idee di Renzi, mi sembra aggettivo piuttosto pleonastico...):
Pd, Renzi sfida Bersani: «Il segretario indìca le primarie».
-a) «Non vorrei che Bersani pensasse di fondare la propria legittimazione sulle primarie del 2009. Se si vota a marzo del 2013, si facciano le primarie a ottobre o a novembre, senza inventarsi alibi» ha detto Renzi al Corriere della Sera.
-b) "Alle amministrative persi 91.000 voti" - A giustificare questa sfida del sindaco di Firenze il risultato delle primarie: «Se i dirigenti pensano di avere vinto queste elezioni vuol dire che vivono nell'iperuranio».
Certo, il bilancio delle amministrative è stato lusinghiero, rispetto al totale sfascio di altri partiti, come PdL e Terzo Polo. Anche la Lega non sta navigando in acque sicure, con il voto del popolo che sembra si stia spostando inesorabilmente verso un altro movimento popolare, quello dei grillini del 5 Stelle. Ma Renzi ha smorzato i toni: «Sono molto felice che il Pd prenda qualche sindaco in più del passato, però è anche vero che lascia sul terreno 91 mila voti. È una cifra bestiale».
-c) "Bersani deve avere il coraggio per le primarie". Al momento e con questa legge elettorale, in caso di voto nazionale anticipato a ottobre, Bersani incasserbbe il premio di maggioranza e andrebbe diritto a Palazzo Chigi. Anche senza allearsi col terzo polo e i grillini[...] Ma Renzi ha cercato di ridimensionare il ruolo del segretario nel partito:
"Se ottiene un voto più degli altri" ha affermato «ha il diritto di essere lui il candidato e tutti noi gli daremo una mano con correttezza». Il fatto, per il sindaco di Firenze, è che questo esito non è poi così scontato: "L'idea di andare a ricercare la sua legittimazione su primarie di tre anni fa, cioé di un'era geologica fa, perché in politica è cambiato tutto, sarebbe assurdo. Bersani deve avere il coraggio di indire le primarie. E così è arrivata la sfida: «Mettendosi in gioco lui, se lo ritiene, ma è ovvio che parteciperanno anche altri. Ognuno con il proprio programma».
Ora, col consenso di Renzi (ma anche senza il suo consenso), mi tocca fargli notare che raramente ho sentito una simile accozzaflia di sciocchezze, o visto una simile collezione di "frutti dell'ignoranza". Neanche un borsista del PD potrebbe mettere insieme questo sciocchezzaio... figuriamoci uno che a 19 anni ha creato un'impresa che fatturava 3 milioni, ed aveva 6 sedi, 15 dipendenti fissi (2,5 per sede) e oltre 2000 collaboratori esterni...
...Caro Renzi le scrivo, così mi diverto un po'...
Caro Renzino, da dove cominciamo? Per semplificare il suo compito, cominciamo dall'inizio, facendo riferimento agli stessi capoversi dello sciocchezzaio:
-a) Renzino, non tema. Bersani fonda la sua legittimazione sullo Statuto del Partito Democratico che lei avrebbe il dovere - avendolo approvato - almeno di conoscere. E questo statuto recita (le riporto in calce l'art. 20, così lei e quelli colti come lei possono rinfrescarsi la memoria) che la legittimazione per la premiership in caso di coalizioni per le elzioni politiche, derivamo dalla carica di Segretario di Partito, non da primarie di partito. Quindi quando e se ci dovessero essere delle primarie fra partiti aderenti ad una coalizione di Centro-Sinistra, Bersani sarà il candidato del PD a queste primarie.
Per cambiare questa realtà statutaria, non bastano, Renzino, le minchiate carsiche che ogni tanto fa riemergere. Serve altro, ed esattamente quanto previsto dallo Statuto che lei, avendolo votato, suppongo abbia prima letto. Oppure lo ha votato a sua insaputa? In particolare, lo statuto non nomina il Segretario a vita. Il segretario può essere rimosso. A termini dell'art. 7, comma 4 dello Statuto, che le riporto in calce, così - qualora lo avesse dimenticato, o mai letto - potrà farsi una certa cultura... Prenda l'iniziativa. Raccolga i voti della maggioranza dell'Assemblea. Sfiduci Bersani. Si faccia eleggere al suo posto, et voilà... a termini di Statuto, sarà lei il nuovo eletto alla carica di candidato premier, o alla carica di rappresentante del PD alle primarie di coalizione. Tutto il resto è noia. O, se preferisce, sparate da ignorante, buone per giornali e siti che non sono neanche in grado di verificare l'enormità delle minchiate che dice.
-b) "Alle amministrative persi 91.000 voti" - Vede, ex-ggiovane ex.imprenditore, fare i conti sui valori assoluti alle elezioni è una scemata colossale, ed ho spiegato mille volte perchè. Perchè se pucataso l'affluenza alle urne di dimezzasse, ma la quota di un partito crescesse del 50%, lei sarebbe qui a spiegarci che quel partito non è passato dal 30 al 45% dei voti espressi, ma che in termini assoluti sarebbe passato da 30 a 25 voti??? E qualche "misurata sciocchezza" in meno, no??? Sindachino, si faccia un regalo... Continui ad inaugurare fontanelli, e lasci perdere l'aritmetica (per quanto elementare)... Non è il suo campo!
Ma allora le fornisco un dato maggiormente alla sua portata: il PD passerà nei capoluoghi di provincia, da 9 a 20/21 sindaci, e da circa un terco ad oltre la metà nei centri "over 15.000". Adesso si concentri, e ci rispieghi meglio il motivo per cui Bersani dovrebbe dimettersi da segretario, magari per far posto a qualche giovane cazzaro boy-scout.
-c) Bersani ha già ottenuto un voto più degli altri... sa... in quelle inutili cerimonie che si chiamano "Congressi", alquanto più probanti di quelleinutile - e ridicole - pagliacciate che passano sotto il nome di "Leopolda", con la regia del fininvestiano Renzo Gori...
Ed ora ci faccia la grazia: si ripassi lo Statuto del PD (non tutto, non le chiedo tanto... solo i punti che riguardano le materie che stiamo trattando). Se non ha gli strumenti culturali per cercarlo sul sito del SUO partito, lo trova linkato e scaricabile dalla colonna laterale del Tafanus. Poi, magari, si concentri sui fontanelli. E magari ci parli di come cazzo ha fatto in 12 mesi a passare da sindaco delle città-capoluogo più amato dagli italiani, al 57° posto, se ricordo bene... Tafanus
Ad usum renzini
Statuto del Partito Democratico
Articolo 20. (Primarie di coalizione)
1. Qualora il Partito Democratico stipuli accordi pre‐elettorali di coalizione con altre forze politiche in ambito regionale e locale, i candidati comuni alla carica di Presidente di Regione, Presidente di Provincia o Sindaco vengono selezionati mediante elezioni primarie aperte a tutte le
cittadine ed i cittadini italiani che alla data delle medesime elezioni abbiano compiuto sedici anni nonché, con i medesimi requisiti di età, le cittadine e i cittadini dell’Unione europea residenti, le cittadine e i cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno, i quali al momento del voto dichiarino di essere elettori della coalizione che ha indetto le primarie, e devolvano il contributo previsto dal Regolamento.
2. Il Regolamento per lo svolgimento delle primarie di coalizione stabilisce le modalità per la presentazione delle candidature e la convocazione della consultazione, disciplina la competizione per la fase che va dalla presentazione delle candidature alle elezioni, fissa modalità rigorose di registrazione dei votanti e di svolgimento delle operazioni di voto.
3. Qualora, al fine di raggiungere l’accordo di coalizione, si intenda apportare modifiche ai principi espressi nel comma 1 del presente articolo o utilizzare un diverso metodo per la scelta dei candidati comuni, la deroga deve essere approvata con il voto favorevole dei tre quinti dei componenti l’Assemblea del livello territoriale corrispondente.
4. Nel caso di primarie di coalizione, gli iscritti al Partito Democratico possono avanzare la loro candidatura qualora essa sia stata sottoscritta da almeno il trentacinque per cento dei componenti dell’Assemblea del livello territoriale corrispondente, ovvero, da almeno il venti per cento
degli iscritti nel relativo ambito territoriale.
5. Qualora il Partito Democratico aderisca a primarie di coalizione per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri è ammessa, tra gli iscritti del Partito Democratico, la sola candidatura del Segretario nazionale.
6. Non si svolgono le elezioni primarie di coalizione nel caso in cui, nei tempi prescritti dal Regolamento, sia stata avanzata una sola candidatura alla carica oggetto di selezione.
Art. 4, Comma 7
7. L’Assemblea nazionale può, su mozione motivata, approvata con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, sfiduciare il Segretario. Se l’Assemblea sfiducia il Segretario, si procede a nuove elezioni per l’Assemblea e il Segretario.
Scritto il 11 maggio 2012 alle 19:57 nella Politica, Renzi | Permalink | Commenti (18)
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Ri-posto l'allucinante racconto dell'amico Alessandro Gilioli. Giornalista serio, se mai ve ne è stato uno. E' molto istruttivo, e vi chiedo di leggere con attenzione. Grazie. Tafanus
L’intervista mai fatta a Beppe Grillo - di Alessandro Gilioli
Una storia un po’ lunga, ma se avete voglia di leggerla fino in fondo vi dirà parecchio su Beppe Grillo.
Il giorno 2 gennaio [2008], come molti, ho letto e visto in Internet il “discorso di Capodanno” di Grillo. Nel quale, come si ricorderà, è stato lanciato il V-day contro i giornali per il 25 aprile prossimo venturo. Tra le altre cose, nel suo discorso Grillo prevedeva con certezza che tutti media “mainstream” avrebbero volutamente ignorato il suo V-day sui giornali, visto che la cosa riguardava direttamente gli interessi delle testate e dei loro proprietari.
Il fenomeno Grillo mi interessa, da tempo vado scrivendo diverse cose sulle storture del sistema editoriale in Italia (a partire dall’Ordine e dalla legge sulle provvidenze) e credo anche che i giornali debbano interessarsi delle fasce della società che Grillo più o meno rappresenta. Quindi il giorno stesso telefono a Grillo sul suo cellulare per proporgli un’intervista sul tema del V-day contro la stampa, la “vera casta” come dice lui.
Grillo mi risponde quasi subito, con gentilezza, ma nicchia un po’ sull’intervista: «Io sono un monologhista», mi dice testualmente. «Invece dell’intervista le scrivo un pezzo io e voi lo pubblicate su L’espresso».
Io gli rispondo che un pezzo no, non ci interessa, che per quelli c’è già il suo seguitissimo blog e noi invece vorremmo un confronto, anche aspro magari, sul tema che ha lanciato, il V-Day contro i giornali. Gli prometto che però, ovviamente, tutte le sue risposte saranno riportate senza variazioni e senza alcuna censura, che ha la più assoluta libertà di dire quello che gli pare, che sono dispostissimo a mandargli i suoi virgolettati per approvazione a intervista scritta.
«Mah», dice lui, «non so, io non do il mio meglio in queste cose».
Insisto, gli faccio presente che un confronto civile è il modo migliore per far crescere e circolare le idee, gli propongo di andarlo a trovare dove si trova e alla fine sembro parzialmente convincerlo: «D’accordo, facciamolo», dice, «ma non di persona. Mi mandi le sue domande via mail e io le rispondo subito dopo le feste».
Il giorno dopo mi metto al mio pc e una dopo l’altra snocciolo le domande. Sono tutte molto semplici, anche se non a zerbino. Gli chiedo ad esempio se non ritiene che i giornali e la Rete possano convivere, visto che la tivù non ha ucciso la radio. Se non crede che grazie alla loro buona salute economica molti giornali possano fare anche ottime inchieste, e gliene elenco alcune di questo e di altri giornali. Gli faccio l’esempio di Mastella, su cui diversi giornali hanno fatto inchieste ampiamente riprese dallo stesso Grillo nel suo blog.
Gli chiedo dunque se non pensa che sia sbagliato mettere sullo stesso piano i quotidiani di partito inesistenti che prendono soldi direttamente dallo Stato e i giornali veri – magari perfino utili al dibattito sociale e al controllo sulla politica – che hanno solo detrazioni postali e contributi per la carta.
Gli chiedo se è consapevole che con l’abolizione totale e indistinta delle provvidenze probabilmente morirebbero voci come il Manifesto o come l’Internazionale, su cui lui stesso scrive una pagina ogni settimana, e gli chiedo se questo secondo lui sarebbe un passo in avanti per la nostra società.
Gli chiedo perché nel discorso di Capodanno ha esaltato come “ultimi giornalisti liberi” Biagi e Montanelli contrapponendoli a tutti gli altri, visto che anche Biagi e Montanelli scrivevano sui grandi giornali secondo lui servi e di “casta”.
Gli chiedo se in questo suo condannare senza eccezioni i giornali e i giornalisti ce n’è qualcuno che salverebbe, che secondo lui non fa parte della casta.
Gli chiedo se considera parte della casta anche quelle migliaia di giornalisti sottopagati e precari che ormai lavorano in gran parte delle redazioni.
Gli chiedo come può dire che tutti i giornalisti sono casta, visto che la grandissima parte di loro ha come unico privilegio il biglietto gratis ai musei, e per il resto si paga come tutti gli altri comuni mortali la casa, il cinema, il treno, l’autobus, il biglietto allo stadio e così via.
Già che ci sono, gli chiedo perché non risponde mai agli altri blog, visto che predica i blog come mezzo di comunicazione dell’avvenire.
Gli mando il tutto con una bella mail. Passa la Befana, passano altri due giorni ma da Grillo nessuna risposta. Gli mando un sms per ricordargli il nostro accordo, lui non risponde. Gli mando un’altra mail copiaincollando la precedente, nel caso la prima si fosse persa. Niente.
Questa mattina, 9 gennaio, gli telefono:
«Pronto buongiorno sono Gilioli de L’espresso, la disturbo?»
«Certo, lei mi disturba sempre».
«Mi dispiace. Volevo sapere se ha visto le domande che le ho mandato…».
«Certo che le ho viste e non intendo minimamente risponderle».
«Come mai?»
«Perchè sono domande offensive e indegne».
«Mi scusi, ma non mi pare, sono solo domande. Servono a un confronto. Se lei mi dà le sue risposte per iscritto, io le trascrivo tali quali, le dò la mia parola».
«No, non se ne parla neanche, lei non ha capito niente. Buongiorno».
«Buongiorno».
Da questa ridicola esperienza, deduco due o tre cose di cui credo di avere ormai la certezza.
Primo: Grillo ha una paura fottuta del confronto. Sa che il suo linguaggio apocalittico e assertivo non ha niente a che vedere con lo scambio di idee e con il dibattere. E’ chiuso nel suo monologhismo. Sa di non avere argomentazioni razionali forti per difendere le sue affermazioni a tutto tondo, sa che il confronto lo obbligherebbe a qualche sfumatura e sa che probabilmente le sfumature lo annienterebbero, visto che il suo successo è figlio della sua assertività.
Secondo: Grillo ha una strategia di comunicazione basata sul vittimismo da censura. Io gli avevo promesso tre o quattro pagine di intervista su “L’espresso”, lui ha preferito non apparire per poter dire che la grande stampa lo ignora e lo censura. Bene, visto che da qui al 25 aprile andrà strillando al mondo che i giornali non parlano del suo V-Day perché ne hanno paura, si sappia che questo giornale voleva concedergli ampio spazio ma che lui lo avrebbe accettato solo per monologare, per ospitare la sua invettiva, e non per un’intervista. Nemmeno il più tracotante politico della Casta, a fronte di una richiesta di intervista, risponde “O scrivo io da solo e senza domande o niente”.
Terzo: Grillo con ogni probabilità usa così tanto Internet – e detesta così tanto i giornali – proprio perché il blog gli consente questo non-confrontarsi, questo non-dibattere. Perfino Berlusconi – dopo i primi tempi in cui mandava le videocassette registrate ad Arcore – ha imparato a rispondere alle domande dei giornalisti. Grillo no. Grillo si trincera dietro Internet per non ricevere domande, per non confrontarsi. Per esaltare, come direbbe lui, le sue caratteristiche di “monologhista”.
Attenzione, ragazzi, perché se questo è il futuro della politica in Rete fa veramente schifo [...]
(Alessandro Gilioli - l'Espresso)
Scritto il 11 maggio 2012 alle 11:58 nella Media , Politica | Permalink | Commenti (49)
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Ieri si è sviluppata, sui commenti, una certa discussione su Grillo che rifiuta di andare o di permettere ai suoi vassalli di andare in TV. Il nostro pollo conosce i suoi limiti. A domanda, non risponde. C'est plus facile. I suoi vassalli, d'altronde, pur rivendicando in continuazione la loro indipendenza (il moVimento è nostro, mica del Grillo che ha depositato il marchio), a un cenno delle chele del grillo ritornano nel buchino che è stato loro assegnato.
Ieri ho provato a spiegare - a qualcuno che faceva l'elogio della furbizia - che la furbizia in politica dovrebbe generare disgusto, non ammirazione, e che di "monologhisti" l'Europa ne aveva già sperimentati (ho fatto anche i nomi), e che non era finita troppo bene.
Oggi, con autorevolezza di molto superiore alla mia - ma quasi con le stesse parole - mi viene in soccorso il box di Sebastiano Messina su Repubblica:
Scritto il 11 maggio 2012 alle 11:06 nella Media , Politica | Permalink | Commenti (11)
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Finalmente ho coronato il mio sogno! Anch'io, da qualche minuto, sono un Laureato della prestigiosa "Kristal Universiteti" di Tirana! Il Trota ci ha messo un anno? Io dieci minuti! Anche voi potete avere la vostra laurea in pochi minuti. Più velocemente che alla "Scuopla Radio Elettra TV per Corrispondenza". Piè economicamente che alla CEPU. Ecco il mio Diploma, e, a seguire, le istruzioni per laurearvi anche voi.
Per lauree-espresso è sufficiente collegarvi alla segreteria della prestigiosa Università:
Rektori Universitetit Krystal - Tirane
Scritto il 10 maggio 2012 alle 23:46 | Permalink | Commenti (7)
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In questo post prendiamo in esame altre tre regioni (Marche, Piemonte e Puglia) per un totale di 35 comuni non capoluoghi di provincia, e 542.200 votanti.
Di questi comuni, il centro-destra ne amministrava 13, e forse arriverà ad amministrarne 8. Il centro sinistra ne amministrava già 18, e alla fine dei ballottaggi ne amministrerà 23. Quatro comuni sono insituazioni confuse di liste civiche.
Il Cazzaro di Arcore, passando dai già disastrosi sondaggi ai voti di pietra, ci presenta non un Cavaliere Rampante, ma un Visconte Dimezzato, al 12,5%.
E veniamo al "boom" di Beppe Grillo:
In 21 comuni su 35, il Mov. 5 Stelle non è riuscito neanche a formare le liste. Su 542.200 voti espressi, Grillo ne prende 21.556, pari al 4% (con tanti saluti ai fantasmagorici sondaggi di SWG e di Pagnoncelli). Da notare che in tutta la Puglia, dove sono andati al voto ben 21 grandi comuni, Grillo riesce a presentare liste solo in due comuni. Su 350.200 votanti in questi comuni, Grillo prende 939 voti, pari allo 0,26%. La Puglia dovrà ancora attendere il Messia. Sarà per il prossimo giro.
Grillo, a stima, prenderà, nel complesso delle tre regioni, circa 20 consiglieri comunali. Un successone (il 3,2% dei consiglieri da assegnare). Continua
Scritto il 10 maggio 2012 alle 18:34 nella Politica | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 10 maggio 2012 alle 18:00 | Permalink | Commenti (46)
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I sosia
Ci vuole niente a passare dalle buone intenzioni al surreale. La richiesta di curriculum per vagliare «assessori a 5 stelle», avanzata dal candidato sindaco grillino di Parma, è di quelle che non avrebbero sfigurato nella commedia all’italiana. Ma prima ancora bisogna soppesare questa storia degli «assessori a 5 stelle». Non solo partendo dal fatto che, come sosteneva il carosello di una marca di salumi (e un mirabile cantautore in una delle sue più belle canzoni), «le stelle sono tante, milioni di milioni» – tenuto conto dell’abbondanza, Parma potrebbe ritrovarsi con più assessori di quanti guerrieri di terracotta (circa ottomila) ebbe l’antico imperatore cinese. Non è questo, non è il rivangare in lode la società civile e il rimestare in letame quella politica: i ladri! i corrotti! i figli di mignotta! – di là; la gente! gli onesti! i poveri figli di mamma! – di qua! Sobrietà, soldi pochi, integrità – braccino corto sempre. Ottime intenzioni. Bene.
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Grillo è uno. Tutti gli altri son nessuno
Ormai nei talk show si parla solo dei grillini, che poi non vogliono essere chiamati così, ma allora devono fornirsi di un altro nome, perché francamente movimentocinquestellisti richiede uno sforzo esagerato. Non per dare ragione al presidente Napolitano, ma almeno dalla nostra postazione televisiva, il «boom» dei grillini non lo abbiamo sentito neanche noi. Abbiamo però conosciuto tre nuovi personaggi, giovani e simpatici, ma abbastanza deludenti dal punto di vista politico.
Il primo dei tre è già sindaco di Sarego, paese noto per essere sede del parlamento padano, inesistente come la padania tutta. Si chiama Roberto Castiglion e ha l’aria gentile di quello che una volta si sarebbe detto un ragazzo dell’Azione Cattolica. A precisa domanda di Andrea Vianello, conduttore di Agorà, non ha voluto dire per chi ha votato nelle elezioni precedenti, ma siccome lo aveva già dichiarato in una intervista, abbiamo saputo che in passato ha votato un po’ per tutti, tranne che per la Lega. È già qualcosa.
Altro grillino, altra storia: Paolo Putti, laureato in fisica, molto votato a Genova. Purtroppo, nell’entusiasmo delle prime ore di esposizione televisiva è incappato in un fantozziano «se andessimo» che non possiamo proprio perdonargli. Meglio un vaffanculo alla Grillo.
Terzo grillino conosciuto in tv: Federico Pizzarotti di Parma, ancora in corsa nel ballottaggio. Anche lui, come gli altri, fa un gran parlare di «stare tra la gente» e ascoltare tutti, ma secondo noi della vecchia scuola, la politica deve anche saper dire la sua, perché se no rischia di fare la fine della Lega: si parte dal territorio e poi si comprano le lauree in Albania. In conclusione, ha ragione Beppe Grillo, che di spettacolo se ne intende: i grillini in tv farebbero meglio a non andarci, se non vogliono sembrare uguali agli altri. Magari anche un po’ peggio.
(Maria Novella Oppo - Fronte del Vodeo - l'Unità)
Scritto il 10 maggio 2012 alle 10:32 nella Razzismo, Satira | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 10 maggio 2012 alle 08:00 | Permalink | Commenti (4)
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Posizione secondo blogbabel: 48°
Argomenti principali: Politica
Accessi (da contatore): 670 visite/giorno
Interattività: 151 commenti nell'ultima settimana
Scritto il 10 maggio 2012 alle 00:04 | Permalink | Commenti (0)
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In questo post prendiamo in esame altre tre regioni (Lazio, Liguria, Lombardia) per un totale di 34 comuni non capoluoghi di provincia, e 527.100 votanti.
Di questi comuni, 22 erano amministrati dal centro-destra, 3 da liste civiche, 9 dal centro sinistra. La situazione che avremo dopo i ballottaggi sarà la seguente: il centro-destra passerà da 22 a 8 comuni, l'IdV da 0 a 1 comune, la Lega da 0 a 2 comuni, le liste civiche a 3 a 2 comuni, il centro-sinistra da 8 a 20. Anche in questo gruppo di regioni, non si può certo dire che TUTTI i partiti abbiano perso allo stesso modo. Alcuni sono stati "più uguali degli altri".
In quest'area - che è sempre stata una roccaforte del PdL, il partito di famigghia del Berluska raccatta un misero 14,9% ponderato (quasi la metà di quanto non attribuissero al PdL i sondaggisti, e nonostante da questa paginata siano escluse le regioni rosse). Spicca, su tutti, Cesano Maderno, col suo 5,4%
E veniamo al "boom" di Beppe Grillo:
# in più di metà dei comuni npn è neanche in grado di presentare una lista;
# raccatta in totale il 4,7% dei voti espressi
# va al ballottaggio nella sola Garbagnate, dove parte 33 punti dietro il rottamato centro-sinistra;
# in queste località porterà a casa "zero tituli", e ben 17 consiglieri, sui 608 da eleggere:il 2,8% del totale.
Però anche stasera, vomitando, sentiremo dibattiti a reti unificate sul "boooom" di Grillo. E se qualche giornalista cominciasse anche a pensare e a fare qualche "assolo", anzichè unirsi al coro? Tafanus.
Scritto il 09 maggio 2012 alle 18:11 nella Politica | Permalink | Commenti (1)
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Bologna sconvolta dal suicidio di Cevenini
«Notizia sconvolgente, non riesco a crederci». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani commenta la notizia della morte di Maurizio Cevenini.
«Siamo sconvolti e profondamente rattristati per la tragica morte di Maurizio Cevenini. Il nostro pensiero va alla sua famiglia a cui esprimiamo cordoglio e vicinanza. Ma un pensiero va anche a Bologna, la sua amata città che perde un ottimo amministratore, un uomo onesto e sensibile, un esempio di correttezza e passione civile che rimarrà sempre vivo». Così Davide Zoggia, responsabile enti locali Pd, commenta la scomparsa dell'esponente politico bolognese. (Flash da l'Unità)
Forse ragioni di salute alla base del gesto - Bologna - (Adnkronos/Ign) - Il corpo senza vita è stato ritrovato intorno alle 8 nella sede di viale Aldo Moro. Non è ancora chiara la dinamica della morte, anche se il ritrovamento su un terrazzo del palazzo, potrebbe far pensare a un gesto estremo. Da anni volto del Pd, si era candidato alle ultime elezioni di Palazzo D'Accursio, ma poco dopo si era ritirato per problemi di salute. Bersani: ''Notizia sconvolgente''. Dolore e incredulità sul web, già centinaia di messaggi su Facebook
Scritto il 09 maggio 2012 alle 12:42 nella Politica | Permalink | Commenti (4)
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Scritto il 09 maggio 2012 alle 12:00 | Permalink | Commenti (16)
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Scritto il 09 maggio 2012 alle 00:29 | Permalink | Commenti (5)
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Dopo aver analizzarto i comuni.capoliogo, iniziamo l'analisi dei comuni non capoluogo sopra i 15.000 abitanti (che farò a rate, perchè sono tanti. Iniziamo da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna
Votanti: 541.900 - 28 comuni over 15.000 abitanti
Il Centro sinistra governava in 13 comuni, il Centro-Destra in 12, il Centro in tre.
La nuova geografia dice: Centro-Sinistra 16, Centro-Destra 7, Centro 5
Il Mov. 5 Stelle prende, nel totale delle 5 regioni, il 2,1% dei voti, l'1,3% dei consiglieri, e partecipa al ballottaggio in un solo comune (Budrio), staccato di 20 punti dal Centro-Sinistra (quindi, presumibilmente, non prenderà un solo sindaco). Ripeto la domanda: dov'è la clamorosa vittoria?
L'analisi continuerà nelle altre regioni domani.
Scritto il 08 maggio 2012 alle 22:47 nella Politica | Permalink | Commenti (9)
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Ora che finalmente si può iniziare ad esaminare dati e non proiezioni, possiamo tentare di separare i fatti dalle pugnette? Per dire: ieri, dopo i primi exit-poll sulle quattro città monitorate, il sondaggista di fiducia di Mentana si è esibito in una bellissima figura di merda, contestando le previsioni di suoi competitors, che davano a Genova Marco Doria fra il 45 e il 50%, parlando con prosopopea di un 33/34%. I dati finali dicono: Marco Doria 48,3%. Un po' di modestia (e di considerazione per i FATTI) ogni tanto non guasterebbero.
Non ho il tempo di dare già i risultati complessivi, ma devo limitarmi - per ora - ai dati delle 26 città capoluogo di provincia, per iniziare a smontare alcune ipotesi fantasmagoriche, e cercare di riportare le opinioni in direzione dei fatti. Quella che segue è la tabella dei risultati (definitivi dappertutto, tranne che a Catanzaro, dove ci sono contestazioni in tre seggi). Vediamo quali sono i FATTI:
CHI VINCE E CHI PERDE:
# Il centro.sinistra si riconferma a L'Aquila, a Piacenza, a Genova, a La Spezia, a Taranto, a Pistoia (in sei città su nove)
# Il centro-destra si riconferma a Catanzaro, a Gorizia, a Isernia, a Lecce, a Trani, a Verona (sei città su 17)
# L'inarrestabile Grillo non ne conquista NESSUNA;
# Il centro-destra strappa al centro-destra Frosinone;
# Il bieco e perdente centro-sinistra strappa al centro-destra Parma, Rieti, Como, Monza, Alessandria, Asti, Brindisi, Palermo, Lucca, Belluno
Ne vogliamo parlare?
Vediamo tutti i luoghi comuni che sono stati sparati nell'etere in questi giorni: da Grillo, dai grillini, da Mentana, da Gad Lerner, da Diamanti, da Peter Gomez, e da tutta la compagnia di giro:
LA GRANDE VITTORIA DI GRILLO: Vediamo: nelle 26 città capoluogo Grillo entra al ballottaggio nella sola Parma (neanche nella sua Genova) con venti punti di distacco dal candidato del Centro-Sinistra. Sconfitta assicurata. A giochi fatti, non avrà portato a casa neanche un sindaco. Inoltre, facendo una stima dei consiglieri comunali che porterà a casa nelle 26 città, su 866 consiglieri da assegnare, ne porterà a casa (stima generosa) 40. Cioè il 4,6%. Combinato disposto dei posti dove ha preso tanto, dove ha preso poco o niente (in sette città si è fermato sotto il 5%, che era l'ipotesi più pessimistica fra tutti i sondaggisti), e delle quattro città-capoluogo dove non è riuscito a mettere insieme neanche la lista.
Mentre scrivo, l'unica cosa certa è che Grillo ha preso UN sindaco a Sarego, nota località di 6.500 abitanti in provincia di Vicenza, famosa per essere l'ultima sede del Parlamento Patano. Eppure si è votato in un migliaio di comuni. Per ora, questo rivoluzionatore della politica a 5 Stelle ha preso, se non erro, un sindaco a Sarego, un ballottaggio perdente a Parma, e altri due/tre ballottaggi perdenti nei comuni >15.000 abitanti.
Qualcuno farebbe lo sforzo di farmi capire dov'è che dovrei arraparmi?
Per quanto riguarda i voti presi, faremo l'analisi non appena ci saranno i voti di lista del Mov. 5 Stars rapportati ai 6.300.000 votanti. Vedremo se ha pisciato fuori dal vaso la SWG coi suoi sondaggi online, o quelli che fanno sondaggi più seri.
GRILLO HA MASSACRATO I GRANDI PARTITI: Non è esattamente così, e non è vero che TUTTI tranne Grillo hanno perso. Per esempio, a me risulta (ma a qualche grillino forse la cosa sfugge) che il PD governava in 9 dei 26 comuni capoluogo in cui si è votato. Dopo i ballottaggi, passerà da 9/15 a 21/5. In verità vi dico che ho qualche problema a chiamarla sconfitta. Ma se sconfitta è, spero che ne arrivino tante, tantissime, nel prossimo futuro.
GRILLO E' DI SINISTRA: tesi suggestiva. Però accade che io, da sinistra, abbia sempre sentito e visto combattere battaglie contro l'evasione fiscale, contro la mafia (senza se e senza ma), contro il razzismo, contro l'omofobia. Adesso mi ritrovo a sentir dire che è di sinistra un apologeta dell'evasione fiscale (peraltro largamente praticata in proprio); uno che si schiera leghisticamente contro lo jus soli; uno che gli omosessuali li chiama - a seconda del momento - froci o busoni; infine, uno che dice che la mafia non "strangòla" i cittadini. Forse non li strangòla, ma li stràngola?
IL CROLLO DEL PDL E DELLA LEGA: verissimo. Sono implosi su se stessi, esattamente cogli stessi tempi e le stesse modalità del craxismo. Vent'anni per costruire qualcosa, pochi mesi per distruggere la costruzione. Ma cosa c'entra Grillo con tutto questo? Se Grillo c'entrasse, sarebbe diventato il leader di un partito del 20%, raccogliendo le spoglie di PdL e Lega. Invece, tranne le già citate eccezioni sulle quali si costruiscono interi talk-show, rimane tristemente dove i sondaggisti (quelli seri) dicevano che sarebbe rimasto: al 5/6%. Hanno preso qualche voto da Lega e PdL, ma il grosso di questi partiti si è smarrito verso l'astensione, e addirittura verso i partiti di centro-sinistra. A Grillo hanno lasciato qualche briciolina. Sarego e tre ballottaggi.
La SORPESA: IL "GRANDE CENTRO" NON E' MAI STATO GRANDE: Niente da fare. Il Grande Centro di Casini rassomiglia tanto a quello delle parodie di Marcorè. Casini si sbatte, di dimena, urla che gli scoppiano le vene del collo, e alla fine, se gli togliete i voti che prende storicamente nella Sicilia di Totò Vasa Vasa Cuffaro, gli restano delle percentuali da prefisso telefonico, con le quali pretenderebbe di fare l'ago della bilancia, e di rendersi appetibile a dritta e a manca, grazie alla politica dei due forni. Ora Bersani cerchi di capirlo, e di lasciarlo andare per la sua strada, con tutto il suo carico di patetici cascami della prima e della seconda repubblica. Cosa mai dovremmo farcene dei Casini, dei Rutelli, dei Fini, dei Pionati e dei Cesa?
Quando ci saranno i risultati completi e definitivi sui voti di lista, Bersani li analizzi, e capirà che un PD che liscia il pelo a Casini perde consensi. E capirà pure che oggi il PD non ha bisogno di alleanze incestuose. Niente casini, niente Cesa, niente Binetti. Cerchi piuttosto di recuperare dalla sinistra "radicale" al PD quel patrimonio di teste che il prode uolter ha fatto fuggire, e che rimpiango: dai Fabio Mussi ai Gavino Angius, per dire... Persone che rimpiango, e che farebbero molto bene al PD. Tafanus
Scritto il 08 maggio 2012 alle 17:24 nella Politica | Permalink | Commenti (46)
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Scritto il 08 maggio 2012 alle 00:11 | Permalink | Commenti (15)
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...stiamo lavorando per voi...
Fra poco inizieranno gli scrutini, che spero si trasformino in una débacle per Lega e Berlusconismo. Nei limiti delle nostre possibilità, aggiorneremo i dati in progress. Il nostro foglio excel può essere scaricato cliccando sull'icona in alto,e può essere "salvato con nome" sul vostro PC, diventando così modificabile a vostro poiacimento. Tafanus
Scritto il 07 maggio 2012 alle 14:33 | Permalink | Commenti (49)
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Doveva esserci il vento di tempesta dell'antipolitica, che avrebbe indiscriminatamente colpito, alla cieca, destra e sinistra. Non è stato così, tranne che in Grecia. La bufera è arrivata, ma sta devastando in primis i tifosi ciechi e biechi del "rigore" ( e SOLO del rigore), e coloro che pensavano di poter continuare a vita a massacrare sempre e solo i ceti più deboli, salvaguardando quel 10% di fortunati, bancarottieri, evasori, réntiers che si spartiscono da soli metà della torta. Non è stato così. e da domani anche la Merkel sarà costretta a cambiare passo, se non vorrà essere travolta. Per ora dallo Schleswig-Holstein ha avuto solo uno stuzzichino. Ma adesso anche in Germania cominciano ad arrivare le migliaia di disoccupati, ad iniziare da Lufthansa e Ford.
La Cancelliera di Ferro diventerà d'alluminio, o sarà travolta, lander dopo lander.
GERMANIA - Nell’ambito delle elezioni in Germania, Angela Merkel è riuscita a mantenere il primato nello Schleswig-Holstein con il 30,6% e il partito social-democratico non è riuscito a superare il 29,5%. Ma la coalizione di Centro-Destra che fa capo all’attuale Cancelliera tedesca ha comunque perso il controllo del Land. Lo Stato del Schleswig-Holstein è un piccolo Stato rurale, che si trova nella parte più settentrionale della Germania e viene considerato un banco di prova per il Governo Merkel.
INGHILTERRA - I laburisti ottengono la maggioranza e conquistano il controllo delle più importanti città del Regno Unito. Soltanto Londra rimane ai conservatori, ma Johnson stacca il rivale Livingstone solo di qualche punto. La vittoria dei Labour è stata una landslide victory, una vittoria netta e consistente. Il partito di Ed Milliband stacca i Tories vincendo in 52 consigli comunali, acquistandone 30 rispetto al 2008 e conquistando il controllo di città importanti come Cardiff, Southampton, Plymouth, Norwich e Birmingham. Sono 700 complessivamente i seggi conquistati, il 16 per cento del consenso è strappato ai conservatori, ora solo al 31 per cento.
FRANCIA - Una folla enorme. Bandiere rosse al vento, ma pure svariati tricolori, quelli che piacciono tanto anche a Nicolas Sarkozy. Urla. Pianti. E’ quanto sta succedendo stasera nella piazza della Bastiglia, a Parigi. Già da diverse ore, li’, dove 31 anni fa, il 10 maggio 1981, il popolo della gauche aveva festeggiato l’elezione di François Mitterrand, oggi, sotto un cielo denso di nubi, minaccioso, ma che non ha spaventato nessuno, hanno iniziato a radunarsi, fin dalle prime ore del pomeriggio, in forma spontanea, i sostenitori di François Hollande. E in particolare i più giovani, che via twitter e network sociali avevano già capito che era fatta. Che ce l’aveva fatta. E’ la Parigi più popolare, in arrivo dalle periferie, che si è riversata nelle strade. Si’, Hollande è il nuovo Presidente. «Sarko, sei finito», si legge in numerosi manifesti, branditi davanti alle telecamere. Secondo gli ultimi exit poll Hollande ha ottenuto il 51,9% dei voti, contro il 48,1% a Sarkozy. Sono dati ormai quasi certi. E con un divario notevole. Anche se non cosi’ amplio come si attendeva alla vigilia del voto.
P.S.: Per la cronaca, l'ultima volta che la sinistra aveva potuto festeggiare una vittoria alle presidenziale, correva l'anno 1988. Sono trascorsi 24 anni: quasi un quarto di secolo.
GRECIA - Pesante sconfitta elettorale alle elezioni politiche anticipate in Grecia per i due partiti, Pasok di Evangelos Venizelos e Nea Dimokratia di Antonis Samaras, che hanno sostenuto il Governo tecnico di Lucas Papademos negli ultimi mesi. I due partiti di centrosinistra e centrodestra, che hanno appoggiato il doloroso e drammatico piano di austerity per evitare il default della Grecia, sono stati fortemente penalizzati. Lo stesso discorso vale anche per quei partiti che anche per un breve periodo hanno appoggiato il Governo Papademos. Il popolo greco ha invece premiato i partiti estremisti (Syriza di estrema sinistra e Alba D’Oro di estrema destra) e una buona parte (il 40%) ha preferito non recarsi proprio alle urne. Nel pomeriggio di ieri ci sono state minacce da parte del movimento neonazista Alba D’Oro, che a sorpresa è riuscito ad approdare in Parlamento. Un vero e proprio terremoto politico che rischia di compromettere il futuro del Paese nell’Eurozona, oltre al rischio di un nuovo voto anticipato (AP)
Questo il quadro. Come da copione, oggi la Spectre della finanza speculativa ha provato a spaventare il mondo. I mercati hanno aperto in profondo rosso, quasi ad avvalorare l'equazione "sinistre al governo = catastrofe economica". La finanza speculativa ha fatto esattamente quello che ci si aspettava che facesse. La svolta a sinistra generalizzata in Europa era largamente prevista. Nei giorni scorsi le operazioni a termine al ribasso non si sono contate. Stamattina i mercati hanno provato ad approfondire il ribasso dei titoli azionari e sui titoli di stato, ma a quattro ore dall'apertura dei mercati siamo già in fase di ricoperture, cogli indici che guadagnano in molti casi tutto quanto perso in mattinata, e in altri casi virano addirittura in positivo.
L'ALLARME ROSSO "APERTURE"
Tutto come da copione. Lo spread tenta di sfondare di nuovo quota 400, ma passano poche ore, e arretra fino a diventare, seppur simbolicamente, più basso rispetto alle chiusure di venerdì scorso:
Tutto come da copione, dicevamo. Ricordo benissimo, nel '94, di come i mercati - sempre così lungimiranti - abbiano festeggiato con un'apertura in forte rialzo l'incredibile vittoria del farabutto. Sembrava fosse arrivato al potere il Nuovo Profeta delle Magnifiche Sorti e Progressive del paese. In poche settimane, era tutto finito. Ciò che ha lasciato il berlusconismo al Paese (e contribuito ampiamente a lasciare all'Europa) è un cumulo di macerie la cui sola rimozione sarà più lunga, costosa e difficile della rimozione delle macerie dell'Aquila, della rimozione della "Costa Concordia", e del decommissioning di un'ottanntina di centrali nucleari in Giappone e Germania.
Il vero risultato elettorale - pessimo ma prevedibile - arriva dalla Grecia. I partiti istituzionali - il Pasok e Nuova Democrazia, che insieme avevano, storicamente, il 60% dei voti, dimezzano, e insieme oggi valgono un terzo del parlamento che emergerà. Salgono per la prima volta al potere partiti nazisti e razzisti, ma anche partiti sognatori di estrema sinistra. Ne emerge un quadro di assoluta ingovernabilità, ma la Spectre sa benissimo quale sia il peso della Grecia nell'economia globalizzata, specie dopo la Cura Merkel: prossimo allo zero.
Grecia, Schleswig-Holstein, Inghilterra, Francia, questo pomeriggio in Italia. Avanzano populismi non spendibili. il Front National in Francia, i nazisti e l'estrema sinistra in Grecia, i Piraten in Germania. In Italia avanzerà il Grillismo, ma pochi saranno in grado di accorgersi che l'eventuale avanzata di qualche consigliere comunale grillino a Roccacannuccia sarà non spendibile, e che comunque avverrà a spese di altri populismi (la Lega, ma anche il dipietrismo). La torta del populismo non crescerà. Troppi cani sullo stesso osso. Parafrasando i "Tre TRE": "L'acqua è poca, e 'a papera nun galleggia".
Un'ultima considerazione, prima di tuffarci nell'avventura dello spoglio odierno in Italia: la temuta caduta verticale della partecipazione al voto - che avrebbe dovuto certificare la morte della politica, e la vittoria dell'antipolitica, non c'è stata in Francia, e in Italia c'è stato un calo, e non il dimezzamento o quasi previsto dai mitici "sondaggisti CAWI".
Il significato di questo calo lo capiremo dolo gli scrutini. Perchè se fosse equamente distribuito fra i partiti, sarebbe un segnale di vittoria dell'antipolitica e del qualunquismo. Ma se fosse disegualmente distribuito, con la punizione preferenziale di alcuni partiti, allora dovremmo trovare altre - e più intelligenti - chiavi di lettura. Tafanus.
Scritto il 07 maggio 2012 alle 13:48 nella Economia, Politica | Permalink | Commenti (7)
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Scritto il 07 maggio 2012 alle 00:22 nella Sport | Permalink | Commenti (0)
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...eppure dovevavo vincere tutto-ma-proprio-tutto: scudetto, Champions League, Coppa Italia, Coppa del Nonno, e persino il Trofeo Topolino... Ora a Galliani rimane solo quella foto del goal fantasma sul telefonino...
Senza quel goal fantasma Galliani avrebbe vinto anche la Coppa Davis, la Fed Cup e la Coppa ai Frutti di Bosco. Invece, come direbbe Mou...
Zero Tituli
Scritto il 06 maggio 2012 alle 23:53 nella Satira, Sport | Permalink | Commenti (6)
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ELEZIONI - Primi exit poll dal Belgio" - La Francia sceglie Hollande"
Si decide oggi la partita tra Hollande e Sarkozy. Secondo i sondaggi il candidato socialista al 53%. Secondo il corrispondente di "Le Soir", Sarkozy avrebbe annullato le celebrazioni post elezioni organizzate dall'Ump a Place de la Concorde in caso di vittoria
(Continua su www.repubblica.it)
Scritto il 06 maggio 2012 alle 19:05 | Permalink | Commenti (10)
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Abbiamo completato il foglio di lavoro Excel (scaricabile) con tutte le liste, i raggruppamenti, i candidati delle città capoluogo di provincia. Adesso (a rate, perchè mi sta venendo la nausea), caricheremo anche i dati salienti per tutti i comuni superiori ai 15.000 abitanti.
Scaricate il file cliccando sull'icona in basso
Scritto il 06 maggio 2012 alle 12:56 nella Politica | Permalink | Commenti (1)
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...che ci crediate o no, questa è Milano, Patania, 5 Maggio 2012...
Scritto il 06 maggio 2012 alle 08:00 | Permalink | Commenti (1)
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Per la prima volta in 42 anni il paese non avrà più energia elettrica generata dall'atomo. Centinaia di giapponesi sono in marcia per la chiusura definitiva delle centrali
TOKYO - Da questa sera, per la prima volta in 42 anni, il Giappone non avrà più, almeno nell'immediato futuro, energia elettrica generata dall'atomo. La decisione segue la crisi dopo l'incidente alla centrale di Fukushima. La Hokkaido Electric Power, utility dell'isola a nord di Hokkaido, disattiverà l'unità n.3 della struttura di Tomari, l'ultima attiva sulle 54 disseminata nell'arcipelago, con la procedura che partirà dalle 17:00 locali, saranno le 10:00 in Italia, e si concluderà col blocco totale previsto alle 23:00. (Fonte: Repubblica-Ambiente)
Oggi centinaia di giapponesi sono in marcia per chiedere la fine definitiva dell'utilizzo del nucleare. La folla si è radunata in un parco di Tokyo dicendosi non preoccupata per gli allarmi del governo per possibili mancanze di energia nei prossimi mesi.
Lo stop dei reattori, obbligatorio ogni 13 mesi in Giappone per poter effettuare i controlli ordinari, si è da oltre un anno intrecciato alla crisi di Fukushima. Dopo il devastante sisma e tsunami dell'11 marzo 2011, la peggiore emergenza dopo Cernobyl, ha rilanciato forti dubbi sulla sicurezza degli impianti che, al contrario, era in precedenza considerata una certezza.
La perdita di radiazioni e le evacuazioni di massa hanno moltiplicato le paure nell'opinione pubblica sulle centrali al punto che, al netto dei reattori danneggiati, come la centrale di Fukushima Dai-ichi), tutte le unità fermate per le verifiche di routine non sono più ripartite in scia alle forti resistenze registrate tra le comunità locali.
Il processo amministrativo di riavvio, dopo il via libera dell'authority sulla sicurezza nucleare, prevede che ci sia il consenso espresso dagli enti locali (comuni e prefetture) che ospitano gli impianti. Finora, da questi ultimi non è maturata alcuna approvazione neanche in quelle zone a forte vocazione come la prefettura di Fukui, il 'cuore atomico' del Giappone con 14 reattori su una superficie simile a quella della città di Roma, che ne fanno l'area più nuclearizzata al mondo.
...ed ora qualcuno avverta Chicco Testa, il Ministro Clini e il nostro amico Luca Bertagnolio di Futuro Nucleare... Qualcuno se ne ricorda ancora? L'amico della Cisco improvvisatosi esperto e (nientemeno...) conferenziere pro-nucleare, dopo le idiozie sparate dai vari Scajola, Berlusconi, Chicco Testa sulle "centrali sicure di terza generazione e mezza"... Poveri tutti... e povero Bertagnolio, che ha aggiornato per l'ulitma volta il suo fantastico sito sulle "magnifiche sorti e progressive" del nucleare nel mondo in ottobre dell'anno scorso...
Scritto il 05 maggio 2012 alle 21:00 nella Nucleare | Permalink | Commenti (12)
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(AGI) - Tirana, 4 maggio. - Dure polemiche in Albania dopo la diffusione della notizia della laurea presa a Tirana da Renzo Bossi, figlio del leader della Lega Umberto Bossi.
L'Alleanza Rosso Nera, il nuovo partito di ispirazione nazionalista nato sull'onda della polemica contro il censimento, ha manifestato stamane davanti al Ministero dell'Istruzione per chiedere le dimissioni del ministro Myqerem Tafaj, accusandolo di avere contribuito al degrado del sistema universitario segnato da corruzione diffusa e di cui lo scandalo del diploma a Renzo Bossi è l'ultima "vergognosa vicenda". Sulla questione è intervenuto anche il leader socialista Edi Rama, che ieri era in Italia per incontrare gli studenti universitari albanesi che studiano a Firenze.
Per Rama con la riforma del 2005, che ha liberalizzato il sistema universitario, si sono aperte molte universita' "alcune buone, altre fabbriche di diplomi a pagamento". Ieri i siti dei principali media albanesi, che avevano riportato la notizia, sono stati subissati dai lettori che ironizzavano sui leghisti e il loro razzismo antialbanese, e sugli esami in lingua albanese che Renzo Bossi avrebbe sostenuto. Intanto l'Università Kristal, proprietà dell'omonimo gruppo imprenditoriale, con una nota ha confermato l'iscrizione di Renzo Bossi e di Pierangelo Moscagiuro all'università (detto Pier Mosca: oltre che laureato era anche cantante, capo-gorilla di Rosi Mauro, autore del celeberrimo standard Kooly Noody - NdR)
La toppa peggiore del buso - Ma nel tentativo di respingere il sospetto che Bossi possa avere completato il corso di studi in poco più di un anno invece dei tre previsti dalla legge, ha indicato nell'anno accademico 2007-2008 l'immatricolazione, aumentando ulteriormente i sospetti sul proprio operato visto che il figlio di Bossi si e' diplomato solo nel 2009 e quindi in ogni caso non poteva - contrariamente a quello che asserisce l'Università - avere i documenti in regola.
(Cedits: Fonte: AGI - Ringrazio JeSuisStephanie per la segnalazione)
Scritto il 05 maggio 2012 alle 16:00 | Permalink | Commenti (3)
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L'affarista accusato di mafia. Ruby. Il Trota. La Minetti. Così il tesoriere della Lega gestiva fondi e potere
(di Lirio Abbate - l'Espresso)
Signor Belsito, ci dica la verità: ma chi è il suo "puparo"? Perché lei ci appare come un "pupo" in mano a qualcuno". La domanda del pm di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, arriva come una doccia fredda addosso all'ex segretario amministrativo della Lega Nord, Francesco Belsito, accusato di aver riciclato denaro della 'ndrangheta attraverso le casse del cerchio magico. La domanda è così diretta che spiazza l'uomo che si definiva "il tesoriere più pazzo del mondo": fino a quel momento ha parlato senza sosta cercando di spiegare le sue operazioni finanziarie disinvolte, con i rimborsi elettorali del partito investiti in cascate di diamanti, fiduciarie africane, banche levantine e lingotti d'oro. Ma in tutto l'interrogatorio non replica alla domanda più inquietante: nemmeno uno parola per smentire l'esistenza di un "puparo" ipotizzata dalla procura. Quando si discute di soldi, sciorina cifre e luoghi. Appena il discorso passa alle frequentazione con uomini d'affari indagati per mafia, allora comincia a ingarbugliare le frasi ed evitare risposte dirette alle contestazioni dei pm. Che hanno visto altri colletti bianchi comportarsi così, esuberanti nel racconto e pronti al silenzio quando avevano qualcosa di inconfessabile da nascondere.
Francesco Belsito ha 41 anni ed è nato a Genova. Le sue origini sono calabresi come quelle di gran parte dei suoi amici e soci. I liguri coinvolti con la 'ndrangheta li ha conosciuti fin da giovane quando ha iniziato a frequentare l'avvocato Alfredo Biondi, un principe del foro che ha difeso molti mafiosi e appartenenti ai clan calabresi, ma anche uno dei fondatori di Forza Italia e ministro della Giustizia nel primo governo Berlusconi, ancora animato da un plotone di veterani del vecchio partito liberale. Ma Belsito deve il suo esordio a un ex democristiano della Lanterna, Ermanno Pebla, che introduce quell'autista massiccio e intraprendente in una cerchia di amici molto particolari. Il più importante è "l'ammiraglio" Romolo Girardelli, un imprenditore di origine calabrese che secondo i pm avrebbe ripulito grosse somme della potente famiglia De Stefano di Reggio Calabria, investendo in immobili e attività commerciali in Costa Azzurra.
Gli inquirenti hanno sempre considerato Girardelli - indagato per collusioni mafiose ma mai condannato - un uomo di denari: lo snodo tra le famiglie calabresi e l'imprenditoria del Nord. Ma ora le intercettazioni svelano come "l'ammiraglio" avesse solcato anche gli oceani della politica, in modo molto trasversale.
Belsito diventa fra i più fidati collaboratori di Biondi, ma secondo la ricostruzione degli inquirenti in realtà è nelle mani di Pebla e Girardelli. Nel 2000 entra in società con l'ex democristiano e costituiscono la Cost Service, che affida contratti a imprese edili del clan mafioso Rinzivillo di Gela per costruire immobili a Genova. La società fallisce, ma i contatti fra Belsito e gli uomini di Cosa nostra sono impressi nelle intercettazioni realizzate dalla Dia Caltanissetta nel giugno 2001: un peccato originale che mostra la disinvoltura dell'uomo che avrebbe provocato il disastro della Lega.
L'arruolamento nelle fila padane è opera del solito "ammiraglio", che nel 2002 spinge Belsito a lasciare il giro ligure di Forza Italia. Gli inquirenti hanno accertato che è Girardelli ad avere già all'epoca buoni contatti con il movimento di Bossi: il suo referente è il tesoriere nazionale Maurizio Balocchi, anche lui ligure. La testimonianza di alcune impiegate della Lega ha permesso di ricostruire i primi passi dei calabresi nel quartiere generale di via Bellerio. Balocchi apre le porte a Girardelli, il quale ricambiava affidandolo alle cure di Belsito, che in pochi anni passa dal ruolo di autista factotum a posizioni sempre più pesanti. Nel 2007, quando Balocchi si ammala, cede gradualmente le chiavi della cassa del partito dove i problemi fisici del Senatur avevano creato un comitato di potere fuori da ogni controllo: il cerchio magico.
Belsito riesce a conquistare la fiducia della famiglia. Nel 2009 la morte di Balocchi lo impone come protagonista con l'incarico ufficiale di amministratore e una poltrona nel governo: sottosegretario per la semplificazione normativa con il ministro Calderoli. Il cerchio magico si rivolge a lui per qualunque spesa: usa i fondi del partito per acquistare l'auto di Renzo "Trota" Bossi, per le multe di suo fratello, per i lavori di ristrutturazione della casa di Gemonio e per il dentista del capo, per i conti del sindacato padano di Rosy Mauro e per gli studi del poliziotto capo scorta della vice presidente del Senato, fino all'affitto della casa di Roma di Calderoli.
Ma Belsito è molto più abile nelle partite doppie, sa muoversi meglio negli affari torbidi che nei rigori della contabilità e mostra un'antica passione per le indagini molto private. A gennaio 2011 la polizia trova il suo biglietto da visita nella "cameretta" di Ruby Rubacuori, la minorenne che trascorreva le notti nella villa di Berlusconi e si vantava di potere ottenere qualunque somma dal Cavaliere. Mentre alla fine del 2010 il Trota utilizzava il telefonino intestato a Belsito per inviare sms a Nicole Minetti: "Sono geloso del rapporto con il mio capo". E la reginetta del bunga bunga rispondeva: "Anch'io sono gelosa...!". E poi via altri messaggi e saluti.
Giochetti in una politica diventata sempre più becera, dove i confini tra potere e ricatto si sono spesso confusi. Ma gli inquirenti calabresi sospettano che Belsito abbia condotto partite molto più pericolose, muovendo denaro in un triangolo tra cosche, massoneria ed estremisti di destra. Le indagini puntano ad accertare se di queste transazioni era a conoscenza anche il vertice della Lega. Per questo motivo gli investigatori stanno riascoltando due anni di intercettazioni, mentre emergono dati importanti dalla documentazione copiata nel server dello studio professionale di Milano: l'ufficio di via Durini, a cento passi dal Duomo, in cui Belsito aveva a disposizione una stanza. Uno dei soci dello studio è Pasquale Guaglianone, una gioventù di piombo nei Nar e oggi professionista legato a molte società calabresi e al governatore regionale Scopelliti. Guaglianone però è anche esponente di spicco di An a Milano, in ottimi rapporti con i leader lombardi Ignazio La Russa e suo fratello Romano [...]
Ma Belsito non è tipo che presta attenzione agli aspetti formali: le lauree che vantava sono quantomeno discutibili, anche i conti del partito sono costruiti sulla base di chiacchiere. Nadia Degrada, segretaria del movimento, spiega: "Il bilancio del 2010 (della Lega ndr) è stato redatto sulla base di indicazioni verbali di Belsito per alcune fatture prive di giustificativo. Nonostante le mie richieste, Belsito non mi ha mai fornito la documentazione di appoggio che confermava la veridicità di tutte le voci. Prima, durante la gestione Balocchi, gli investimenti finanziari ammontavano a circa cinque, sei milioni di euro. Ricordo che si trattava di operazioni legate a strumenti denominati Gpm e Gpf effettuate tramite il Banco di Napoli".
Dal 2009 con i pieni poteri nelle mani di Belsito il sistema sarebbe cambiato. La procura di Milano sta analizzando tutta la documentazione ufficiale delle spese del partito per capire quanto siano estesi i falsi. E dove siano finiti i proventi delle operazioni parallele. Prende sempre più peso l'ipotesi di fondi neri all'estero: un tesoretto elvetico della Lega. È Mafrici a raccontare ai pm che Belsito aveva portato in Svizzera i soldi del partito. "Sarà stato a novembre 2011 che Belsito mi disse che aveva bisogno di un consulente, se non sbaglio precisandomi che aveva già in corso una serie di gestioni in Svizzera, al fine di incrementare il rendimento di fondi riferibili alla Lega".
I guai per Belsito arrivano quando scopre che Roberto Maroni vuole farlo fuori. Forse l'allora ministro dell'Interno è venuto a sapere dei suoi collegamenti poco trasparenti in Calabria. Ed è a questo punto che Belsito, aiutato da un appartenente alle forze dell'ordine e da un investigatore privato pagato con i soldi dalla Lega, inizia a prelevare dati personali da banche dati riservate, a raccogliere notizie e informazioni per realizzare dossier su Maroni e alcuni suoi collaboratori. Un modo per tentare di screditarlo agli occhi di Bossi e del cerchio magico. Le perquisizioni disposte dai pm di Reggio, Napoli e Milano arrivano prima che l'arma finale venga sganciata.
Ma il tesoriere più pazzo del mondo aveva preparato anche un piano B. Negli ultimi giorni prima del crollo intensifica i contatti con gli ex di An. E proprio grazie ai nuovi amici del Pdl, fra cui Guaglianone, puntava a una poltrona nel cda dell'Ente Fiera di Milano. Che interesse potevano avere a legarsi all'uomo che custodiva i conti segreti di casa Bossi? L'esplosione dell'inchiesta ha travolto i piani del tesoriere ma lascia tanti interrogativi su soldi, ricatti e giochi di potere che i pm di tre procure vogliono chiarire. Possibile che Belsito e la sua brigata di finanzieri improbabili come i loro soprannomi - l'ammiraglio, lo sciampato, nosferatu - abbiano fatto tutto da soli? O dietro c'è un misterioso puparo?
Scritto il 05 maggio 2012 alle 12:00 | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 05 maggio 2012 alle 08:01 | Permalink | Commenti (4)
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Non ci mette neanche un minuto, il Rag. Grillo, a tirar fuori la sua perla sullo stato che strangòla i cittadini. Poichè un grilletto mi ha scritto insultandomi, e dicendomi che dico balle, e che diffamo il suo guru, sono andato alla ricerca dello strangòlatore... Lo trovate dopo il 50° secondo:
Rag. Grillo, e se smettesse di sfrantùmarci i coglioni?
Scritto il 04 maggio 2012 alle 20:00 | Permalink | Commenti (10)
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E' inutile... cuando un popolo nasce con l'amore per la qultura, non ci sono ostacoli che tengano (pardon... che tenghino)...
Dopo la laurea di Renzo Bossi, al secolo "Il Trota", presa alla "Universitati Kristal" di Tirana (29 esami in un anno sostenuti in lingua albanese - anche perchè con l'italiano avrebbe avuto seri problemi), salta fuori il "tributarista" Belsito, sedicente diplomato "ragiunatt" in un Istituto Tecnico di Frattamaggiore (Patania Nazione).
Peccato che l'Istituto indicato ai magistrati da Belsito, all'epoca dei fatti fosse già fallito e chiuso da un pezzo. Però ora rimedierà. Si iscriverà alla Universiteti Kristal, e in un paio di mesi prenderà la laurea in Economia e Commercio. In seguito, con calma, potrà prendere lezioni private di "accenti tonici" (anzi, che dico... di accenti tonìci), dal suo collega Rag. Beppe Strangòla.
Scritto il 04 maggio 2012 alle 16:00 | Permalink | Commenti (0)
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Il viaggio fra le liste per le elezioni amministrative produce uno strano senso di straniamento. Impagabile la fantasia nell'immaginare liste civiche che non raccoglieranno neanche il voto della moglie del proponente... Ecco un viaggio in assenza di gravità (fatto solo fra le liste civiche delle città capaluogo... non ho ancora avuto lo stomaco di affrontare le liste civiche dei comuni più piccoli...):
BRINDISI: Avanti Veloce.
CATANZARO: Primavera a Catanzaro; Percatanzaro; La Città di Tutti.
COMO: Amo la mia città; Adesso Como, Impegno per Como, Patto per Como, Per Como, Il Faro per Como, Forza Cambia Como.
GEVOVA: Orlando Portento; Fratelli e Fratellastri.
LA SPEZIA: Via la Casta; Aria Pulita e Salute; Civica Donne (diretta da un uomo, Loriano Isolabella); Spezia torna a volare; Scienza e Conoscenza.
LECCE: Loredana per Lecce;
MONZA: Città Persone, Monza C'è; Una Monza... per tutti; Cambiamonza, Primavera Monza, Aprire al Cambiamento, Lombardo Veneta.
PARMA: Civiltà Parmigiana; Siamo Voi.
PIACENZA: Sveglia.
TARANTO: Mamme per Taranto (candidato il sig, Angelo Bonelli... un ermafrodito?)
TRANI: Tranifutura; Tranimò.
VERONA: Forti per Verona; Piazzapulita; Giovani Punto; Verona è Vita; Identità Scaligera; Veneto Stato.
Le più esilaranti? A mio avviso la Lista Civica "Donne" e la lista civica "Mamme" con candidati sindaci uomini...
L'UDC e la politica dei due forni - Pierferdi è di bocca buona. Ricordate la retorica del bipolarismo? O di quà o di la? Ollallà... l'UDC è uno e trino: lo troviamo con l'estrema destra, con l'estrema sinistra, e persino con l'estremo centro. Pierferdi si sistema coi quacquaraqua o cogli ollallà seguendo il filo della poltrona sicura. Così lo troviamo schierato persino con SEL a Montesilvano, coi post-fascisti di FLI a Catanzaro, di nuovo coi comunisti a La Spezia, a Taranto, a Brindisi, a Trani (dove a sinistra troviamo anche i post-fascisti di FLI). Ma per completare l'analisi su doppiofornismo di Casini dobbiamo completare l'analisi includendo i grandi comuni (over 15.000 abitanti). Sono un centinaio, e Casini dimostra qui tutto il suo ecumenismo: in un terzo di questi comuni è con l'estremo centro, in un terzo con l'estrema destra, in un terzo con l'estrema sinistra.
...Franza o Spagna, purchè se magna....
Scritto il 04 maggio 2012 alle 12:00 | Permalink | Commenti (14)
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Scritto il 04 maggio 2012 alle 08:00 | Permalink | Commenti (2)
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Abbiamo completato il foglio di lavoro excel per poter seguire in tenpo reale spogli, tendenze, vittorie e sconfitte. Abbiamo incluso tutte le liste di tutti i capoluoghi di provincia. Nella seconda edizione (e comunque prima della chiusura delle urne) inseriremo anche tutti i comuni superiori a 15.000 abitanti, ew le formule protette che possano fornire in tempo reale l'andamento di questo importante test elettorale.
Chi volesse avere una propria copia modificabile, deve aprire il nostro file, cliccando sull'immagine del foglio excel, e "salvarne con nome" una copia sul proprio PC. Tafanus
Scritto il 03 maggio 2012 alle 23:31 nella Politica | Permalink | Commenti (2)
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Scritto il 03 maggio 2012 alle 19:36 | Permalink | Commenti (13)
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