Ricevo da Charly Brown, a beneficio di Axel e di chiunque sia interessato, queste brevi anticipazioni sul suo lavoro, che potrà essere letto per intero in Agosto, dopo la pubblicazione:
Mi ero proposto di occuparmi per un paio di mesi di altri argomenti, come giardinaggio, politica, cucina, magari di concedere un po’ di attenzione a Wilma. Invece, grazie alle gentili richieste di Axel, non ho avuto la forza di esimermi:
Abstract - Starting from the several important experimental results on field of light propagations, obtained from 1865 till today, by indicating and describing a different natural source of waves, introducing new considerations in the area of Theoretical Physics, and suggesting a possible experiment to confirm the present hypothesis, this writing leads synthetically to the conclusion that electromagnetic waves are not, as normally understood, to be considered as classical waves and so, not connectable to the Doppler-shift. Consequently, from this angle, they offer a sustainable alternative interpretation of the red-shift of light coming from the most far celestial bodies from us.
Conclusions - All the data, calculations and suggestions included in the present writing can concretely and correctly lead to the conclusion that theoretical physics has probably started from misunderstood dynamics of electromagnetic waves. When we could accept and prove that electromagnetic waves can be originated by kinetic thrust produced on material particles with mass, and propagate through the space by inertial force, we can start to reconsider the origins of the universe grounded on its expansion.
Cosa significa tutto questo? - Partiamo dall’inizio: da un’approfondita analisi sulle onde elettromagnetiche risulta inequivocabilmente che queste hanno poco o niente in comune con le onde classiche. Un paio di esempi: le onde classiche necessitano di una base materiale attraverso cui propagarsi, quelle elettromagnetiche si propagano anche attraverso lo spazio vuoto. Le onde classiche presentano due tipi diversi di “shift” (variazioni di frequenza in osservazione) a seconda che sia la fonte a muoversi verso o da un osservatore o viceversa; quelle elettromagnetiche invece presentano la stessa shift in entrambi i casi sopra esposti. Le onde elettromagnetiche consistono in emissioni di onde e di particelle, quelle classiche sono solo vibrazioni della materia, lungo la materia stessa. Su questi dati si fondano le premesse assiomatiche che stanno alla base dell’ipotesi.
In secondo luogo si formula una teoria di emissione, su quella che potrebbe essere la natura e la dinamiche delle onde magnetiche, ovviamente ben diversa da quelle classiche.
Procedendo con i calcoli si arriva a concludere che le onde elettromagnetiche, anche conformemente con i risultati sperimentali ottenuti negli ultimi 150 anni, dall’angolazione postulata, non avrebbero nulla da spartire con l’effetto Doppler.
Che influenza ha questo dato sul piano dell’astrofisica? Sulla base del Doppler risulterebbe che più un corpo celeste è lontano da noi, tanto più velocemente si allontana.
La teoria alternativa sarebbe invece che, partendo dalle premesse dinamiche delle onde elettromagnetiche, si conclude concretamente che non sarebbero i corpi celesti lontani da noi ad allontanarsi, ma i flussi luminosi a scendere di velocità, cosi da far registrare in osservazione una frequenza diversa da quella originariamente emessa (red-shift): tanto più intensa, quanto da più lontano questa luce ci arriva. Concludendo che l’universo non è in espansione, e che il Big-bang non è mai esistito.
Cosa c’entra tutto questo con Einstein e la teoria della Relativita? Ecco come c’entra: è comune convinzione che l’assioma su cui si fonda la Relatività sia quella intesa come “niente può andare più veloce della luce” Sbaglio madornale. L’assioma di Einstein è quello della “costanza” della velocità della luce. Il che significa che la velocità della luce rimane invariata rispetto ai punti di osservazione. Per smontare l’assioma non è necessario dimostrare che qualcosa vada più veloce della luce. Basta dimostrare che la velocità di questa possa diminuire anche di diverse decine di migliaia di Km/s, per fare saponette di tutta la Relatività, e conseguenze connesse.
Charly Brown
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