L'assessore al Bilancio Fantoni lascia: «Divergenze insanabili con Renzi» - Dura lettera: «Firenze non è strumento per ambizioni personali». Il sindaco: «Contrasti, ma conti sani. Io sovraesposto? Per risolvere i problemi della città» (di Claudio Bozza - Corriere Fiorentino)
Terremoto politico nella giunta di Palazzo Vecchio. L'assessore al bilancio Claudio Fantoni ha rassegnato le proprie dimissioni con una lettera durissima inviata al sindaco Matteo Renzi. Pochi giri di parole, per evidenziare «divergenze insanabili» con il primo cittadino.
«Nel motivare questa mia decisione irrevocabile non sono ricorso al richiamo delle rituali ragioni personali. Le mie dimissioni sono dovute esclusivamente a motivi di carattere politico amministrativo, e intervengono in assenza di qualsiasi paracadute».
L'assessore dimissionario tornerà dunque al suo vecchio lavoro al Maggio Musicale Fiorentino, dove probabilmente nei prossimi mesi percepirà la cassa integrazione. Pesanti le accuse rivolte a Renzi, a cui vengono contestate «divergenze in ordine alle azioni da mettere in atto in merito alla gestione economica e finanziaria del Comune, quindi alla sicurezza dei conti». E poi: «Ho sempre creduto che chi svolge un ruolo politico e amministrativo lo debba fare in una logica di servizio alla cosa pubblica».
Per poi arrivare all'affondo: «Ho sempre pensato che chi è chiamato a governare Firenze sia a servizio della città e non che la città, Firenze, sia a servizio e uno strumento utile al perseguimento di ambizioni personali».
La risposta di Renzi: «Le dimissioni di Fantoni meritano il rispetto e la stima di chi in questi anni ne ha apprezzato l'impegno e la dedizione. Ho espresso a Claudio il disaccordo di metodo e di merito sulle sue valutazioni, ma questo non mi impedisce di fargli un grande in bocca al lupo per il suo futuro. I conti del comune di Firenze sono in ordine e nessuno allarmismo è giustificato dalle cifre. Certo - prosegue il sindaco - esiste una divergenza sulle conseguenze di una possibile violazione del patto di stabilità. Ho detto e ripeto che sono disponibile a pagare anche in termini personali, con la riduzione della mia indennità, pur di assicurare alle aziende il giusto riconoscimento per ciò che hanno fatto. E certo non interrompiamo i lavori in corso in omaggio ad un principio ragionieristico e contabile che cozza con la realtà e la congiuntura del Paese. Ma i cittadini di Firenze hanno la fortuna di vivere in una città dove il bilancio è sano e le tasse si abbassano e non si alzano come è avvenuto sulla addizionale Irpef per mia scelta» [...]
Dunque, adesso lo sappiamo: se Renzino andava a cena ad Arcore, era ogni 5 minuti in TV, inaugurava fontanelli a tutta birra (anzi, a tutta acqua), e metteva - nientemeno - il wi-fi gratuito lungo la linea tranviaria 7 (per un massimo di un'ora al giorno, una goduria) lo faceva per la città, non per se stesso in proiezione nazionale. Non ci ha fatto l'elenco di quali vantaggi abbiano portato a Firenze le sue comparsate multiple, ma abbiamo una certa idea - da addetti ai lavori - di quanti vantaggi abbiano portato a Renzino, in chiave di propaganda nazionale.
Ovviamente anche la lotta quotidiana che conduce a Bersani, invocando "le primarie, le primarie!", ma senza dire quali, quando e perchè, è funzionale al bene di Firenze.
...ah Renzì... ma vedi d'annattene affanculo... Tafanus
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