1915 1939 2011
La prima volta è stato nel 1915, ad opera di tale Theobald von Bethmann Hollweg, macchietta pluridecorata, con più roba appesa addosso del Card. Bagnasco. Finì con circa 14 milioni di morti, milioni di feriti, mezzo mondo in rovina, e l'offerta speciale della Repubblica di Weimar.
La seconda volta è stato nel 1939, ad opera di un ex aiuto-panettiere ed imbianchino, assecondato da un idiota nostrano. Una bella avventura, conclusa con 55 milioni di morti, e tutto il mondo ex-civile ridotto a un cumulo di macerie, e a ricettacolo di odio.
Ora ci prova, dal 2011, con le armi dell'economia, tale Angela Merkel, una che di economia non si è mai occupata, visti i suoi studi di chimica e fisica. D'altra parte, nel mondo moderno l'incompetenza specifica è diventata un must. Una guerra mondiale più subdola delle precedenti, poichè combattuta con armi più silenziose: quelle della rapina economica..
Pensavo di essere fra i pochi (e quasi me ne vergognavo) a sentir nascere in me, lentamente ma inesorabilmente, sentimenti antitedeschi, di chiara matrice razzista. Poi oggi mi è capitato di leggere un elzeviro di Massimo Gramellini, ed ho capito di non essere il solo ad avvertire la nascita di questo spiacevole sentimento...
Forza Grecia (di Massimo Gramellini)
Continuo a sentire persone insospettabili che stasera faranno il tifo per la Grecia contro la Germania. Il calcio c'entra poco. Anche la solidarietà per i cugini mediterranei. In Italia - e non solo dalle parti del Cavalier Grillo, ultima metamorfosi di Berlusconi - sta montando un pregiudizio antitedesco: alla Germania egoista viene attribuita la crisi mortale in cui si sta avvitando l'Europa.
I più arrabbiati sono gli anziani, o diversamente giovani, ai quali le recenti vicende evocano antichi fantasmi. Se parlate con qualcuno di loro, vi dirà che gli eredi di chi trascinò l'Europa in un conflitto che la indebolì per sempre dovrebbero sentire una responsabilità speciale, affatto esaurita.
Nel dopoguerra gli americani finanziarono la rinascita di Paesi lontani, in cui oltretutto erano morti i loro figli. Come possono i tedeschi non avvertire il dovere morale di promuovere un piano Marshall per salvare l'Europa? Pensano davvero di riuscire a rimanere un'isola di benessere nel cuore di un continente in miseria?
Così ragionano i sopravvissuti della seconda guerra mondiale, arrivando a suggerire atti estremi come il boicottaggio dei prodotti tedeschi. Ma anche chi è arrivato in seguito prova un certo disagio nel confrontarsi con gli stereotipi del bavarese medio, che raffigura noi popoli mediterranei come una massa di scansafatiche abbronzati e pieni di debiti, perciò meritevoli di un ridimensionamento che ci costringa a illividire nella tristezza. In realtà il bavarese medio la pensava così già ai tempi di Kohl. Ma Kohl se ne infischiava, perché a differenza di Merkel era uno statista. (Massimo Gramellini)
...ecco... vedendo che una persona che ho sempre stimato, come Massimo Gramellini, pensa della Merkel - seppur con parole più educate - quello che penso io, e che ho già scritto in un post del 5 giugno, mi sento sinceramente sollevato. Confesso che l'altro giorno, quando ho sentito dire da alcuni analisti finanziari che era iniziata, seppur con una certa cautela, una retromarcia di capitali da titoli tedeschi ormai a rendimenti vicini allo zero, verso titoli dei piigs countries, ho sentito una certa euforia...
Davvero un trattamento meno brutale nei confronti della Grecia (che conta, vogliamo ricordarlo, l'8% dell'economia tedesca) avrebbe ridotto in miseria ogni Herr Mueller bavarese?
Finalmente anche i tedeschi non possono più indebitarsi a tasso zero? Finalmente alcune società di rating si accorgono che diverse banche tedesche potrebbero avere serissimi problemi se la crisi degli altri paesi europei dovesse approfondirsi?
Si, finalmente è così. Ma dobbiamo aiutare i tedeschi - che secondo la vulgata generalizzata non sono propriamente prontissimi di riflessi - a capire più in fretta. E per farlo, non c'è che un modo: far sentire sulla pelle di Herr Mueller non solo il viscerale, epidermico, montante disprezzo della comunità internazionale, ma anche il morso di un paio di milioni di disoccupati in più. Solo così, solo allora, forse capiranno davvero cosa significhi depressione. Quindi, alla Merkel si deve parlare nella sola lingua che conosce. Quella del Dio Danaro.
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