Sara Errani ha perso la finale? Vorrei riprendere le parole di uno che di tennis se ne intende: Matts Wilander: "...questo torneo ha avuto due vincitrici: Maria Sharapova, che ha giocato una partita impeccabile, limitando al massino i doppi falli, e i black-out che spesso la colpiscono. L'altra vincitrice è Sara Errani, che è stata sconfitta da una Sharapova oggi ingiocabile, e con un punteggio molto bugiardo..."
Concordo totalmente. Sharapova batte Errani 6/3 6/2, rimarrà scritto nei documenti ufficiali. Ciò che non sarà scritto, è che il secondo set è durato 53', che non è una durata normale per un set da 6/2. E' una durata media di 7' per game, contro i 4/5 minmuti di media. E nel corso degli otto games giocati, si sono giocati ben 70 games, cioè quasi 9 punti a game. Il che significa che in quasi tutti i games si è andati ai vantaggi. Per dire, nell'ultimo game si sono giocati ben 13 punti, nel quinto game se ne dono giocati addirittura 16. Una vera battaglia.
Ciò che sembrava un segno di debolezza (le lacrime della Errani dopo la sconfitta) io le ho lette come un segno di grandissima forza. Significano una sola cosa: che Sara ha acquisito la ferma convinzione di poter barrere chiunque. E se non c'è questa convinzione, può venire fuori la brava giocatrice, ma non la campionessa.
Sara può piangere, ma solo di gioia. In un anno è passata dal n°45/50 al n° 10 in singolare, per non parlare di ciò che sono riuscite a combinare in doppio lei e "Cichi" Vinci. Coppia n° due nel ranking, coppia n° Uno nella "Race", un Grande Slam vinto, altri 5 tornei vinti dall'inizio dell'anno, altre tre finali importanti (fra cui un altro slam). Hanno vinto TUTTI i tornei su terra rossa che hanno disputato. Ciliegina sulla torta: è dalla vittoria di Pietrangeli e Sirola che in un torneo del grande slam non vinceva una coppia "all-italians"
Quindi Sara bene ha fatto ad asciugare in fretta le lacrime, e a ritrovare il sorriso che ha conquistato i francesi, che le hanno tributato una standing ovation. Confesso che sentire la folla francese del centrale che gridava "Sara! Sara"", mi ha dato i brividi... Dalla settimana prossima si ricomincia, e col n° 10 sulla maglietta molte cose saranno più facili. Per dirne una: a Wimbledon, prima degli ottavi di finale, è escluso che possa scontrarsi con una fra le prime 16 al mondo
Chi è Sara Errani (la "ragazza con la valigia")
Romagnola (ma nata a Bologna il 29 aprile del 1987), 164 centimetri di muscoli e grinta, in campo, dicono gli esperti, usa il cervello per spiazzare avversarie fisicamente ben più piazzate e imporre il suo gioco. È destrorsa, ama la terra rossa e preferisce il diritto.
Negli Usa da Nick Bollettieri - Dietro la campionessa c’è la storia di una ragazza di 25 anni che ha iniziato a giocare a 5 anni, a 11 indossava la sua prima maglia azzurra (agli “Open Super 12” di Auray, in Francia) e 12 anni è stata “spedita” dai suoi genitori negli Usa - forse controvoglia - per imparare a giocare sul serio.
C'era anche la Sharapova - Da Bollettieri c'era un'altra ragazzina come lei: Maria Sharapova. Allora erano alte uguali (oggi sono 24 i centimetri di differenza). Maria aveva l'apparecchio per i denti, era già sotto contratto e non parlava con nessuno. Sara ricorda che in un torneo di ragazzini Maria la batté senza pietà: 6-0, 6-1. La Sharapova dice di non ricordarselo quel match tra ragazzine.
"Piangeva tutte le sere" - Suo padre Giorgio racconta che è stato lui a mandarcela, o meglio, a farcela rimanere. “Eravamo in Florida per l’Orange Bowl, le chiesi se voleva rimanere, mi disse di sì”, ha confidato ai giornalisti qualche giorno fa. Sara si allenava al circolo di Nick Bollettieri, l'Università del tennis. Al mattino andava a scuola, dopo pranzo partivano gli allenamenti fino a sera. Dice che piangeva tutte le sere, ma ha tenuto duro e ci è rimasta per un anno.
Snobbata in Italia - Finito lo “stage” Sara torna in Italia, ora ha 14 anni ma non ci resta per molto, gli allenatori italiani non fanno per lei (il padre dice che l’hanno “snobbata” per anni). “Così a sedici anni sono emigrata in Spagna, a Barcellona, prima da Dorochenko, e quindi da Pablo Lozano e David Andres, e ho trovato il lavoro, fisico e tattico, di cui avevo bisogno”. Lozano è ancora oggi il suo allenatore. La scuola di Valencia, la scuola dei campioni spagnola, è ancora il luogo dove si ancora si allena
(Fonte: Il Salvagente)
P.S.: E ieri non pochi giornalisti stranieri l'hanno paragonata ad Arantcha Sanchez. Un giornalista spagnolo è arrivato a dire che ha la stessa tecnica, la stessa rapidità di spostamento, la stessa grinta, ma due cose in quantità maggiore: la testa (intesa come capacità di "leggere" tatticamente un incontro), e il gico a rete.
Auguri, Sara! Adesso si ricomincia. Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus