LA TOPPA E IL BUSO - E’ possiible metetre una toppa all’Italia dilaniata dalla corruuzione, dalla spartizione, dalla falsità governativa? Io credo di no! Ormai penso che anche il mio amico Carlo sia convinto che il Pd è irreformabile. Dopo la spartizione delle Authority di garanzia e appena Bersani ha accennato, solo accennato alle coppie di fatto, ecco la tromba di Fioroni che minaccia di presentarsi come candidato segretario alle prossime future primarie «aperte». Chi ha paura di Virginia Fioroni? Mi tremano le vene e i polsi nel veder eun gigante di clericalfascismo minacciare la sua candidatura a segretario di un partito che è diventato l’unico supporto del govebnro Monti che vive, respira e governa per nome e per conto di Berlusconi. Intanto Grillo raggiunge il 20% e fra qualche settimana supererà agevolmnete il Pd, ormai infognato in una giostra di sventura dove ognuno per sé e Dio per nessuno.
Il buco è così grande che manca addirittura la stoffa e non è più possibile metterci una pezza. L’unica pezza adeguata sarebbe la crisi dell’intero sistema capitalistico che sta morendo da sé come Sansone, portandosi dietro i Filistei che ancora credonbo nel «mercato» che è uan invenzione di chi vuole fare i propri comodi a spese degli altri. Il mercato invocato dai «moderati» dello stampo di Casini, Fini, Berlusconi, Maroni, cioè dagli estremisti becere e consunti che quando parlano fanno vedere la giugulare gonfia e dilatata mentre riescono contemporaneamente a urlare contro la Cgil, la sola rimasta a difendere gli interessi generali degli operai rimasti, e a rassegnarsi ai sacrifi «degli altri».
IL SERVO CHE SI CREDETTE STATISTA - Abbiamo assistito ad una scena esilarante: il cosiddetto presidente del Senato, il contiguo mafioso dei mafiosi palermitani che si appella al suo capo e padrone perché faccia chiarezza nel confuso Pdl. Lo Schifani sembrava un bambinio felice di essere riuscito a fare la pipì senza chiedere permesso! Ah, quando la soddisfazione è liberatoria. Peccato che quella sortita a scioppia ritardato fosse un tentativo maldestro di porre le basi per una sua eventuale candidatura futura a non-si-sa-che-cosa, forse a capo dello Stato? Mah! A volte i mafiosi sanno essere confusi peggio dei «moderati» che li appoggiano. Spesso per i servi fare la controfigura è più ardua che essere se stessi e non si rendono conto che diventano più ridicoli di quanto lo siano veranmente. Peccato che i giornali lo abbiano preso sul serio e gli ghanno dato spazio eccessivo, alimentando la sua protervia e il suo servilismo.
LA BAGNACAUDA CON I NUMERI DELLA SORA PIEMONTESA - La sora Fornero insiste e persiste che gli esodati sono e devono essere 65 mila, non uno di più, non uno di meno. Se ne mancasse uno, lo si fotocopia, se avanza, lo si taglia con le forbici. Ipsa dixit 65 mila e non si discuta più. Si vede che a forza di credersi cattolica, ha preso sul serio anche la storia dei dogmi e magari pensa di essere infallibile come lo pensa quel buontempone di Tarcisio Burlone che a forza di infallibilità sta collezionando un rosario di porcherie e di corruttele. L’Inps dice che gli esodati sono almeno 390 mila, cioè 6volte la cifra forneriana, ma la sora piemontesa non si scompone e chiama il direttore dell’Ips e lo striglia ben bene: i numeri non sono opinioni e se la maestrina dice un numero, nesusno può contestarlo.
Ora ci aspettiamo che Monti faccia attestato di fiducia a questa «moderata» che riesce a limitare anche la forza del numero, a comandare i numeri, superando lo stesso Pitagora che con i numeri pensava e spiegava il mondo. Povera Fornerotta! Ha sbagliato tutto nella vita perché si trova sempre fuori luogo e fuori tempo. Anche quando piange, sbaglia tempi e ritmi. Non ne azzecca una, ma forse perché non capisce quello che le dicono. Le hanno detto che sarebbe stata la ministra del lacvoro e lei capisce che doveva licenziare tutti, così se tutti sono licenziati, può metetrsdi a fare le parole crociate, non essendoci più lavoro. Le hanno detto che c’erano gli esodati e ha chiesto un vocabolario, dove non c’era nemmeno la parola e non ha capito di cosa si trattasse. Poi finalmente hanno chiamato uno della redazione del Fatto Quotidiano che per primo ha usato il termin e allora «la moderata» ha capito che l’aveva fatta grossa: aveva sbagliato i calcoli della riforma delle pensioni (degli altri, va da sé, perché la pensione sua, di lei, non si tocca). Allora per metterci la pezza, ha preso uno scampolo di numero a caso: bim, bum bam i numeri metto in pila e oplà son 65 mila. Giuliva e con tenta va in giro a dire di averere risolto il problema. Nessuno resterà da solo, fa eco Monti. Ora son c…i amari: i calcoli sono sbagliati, il pallottoliere s’è rotto e spunta un esercito di 390 mila, forse di più, certamente non di meno. Forse era meglio la Grecia. Dateme una Grecia, Kalispera, sora Fornera!
IL VATICANO: SILENZIO E AVANTI CORROTTI! - Ricevendo gli alunni evirati dell’Accademia ecclesiastica, la fornace dove si preparano i diplomatici vaticani (11-6-2012), il papa ha elogiato la fedeltà al papa, cioè a se stesso. Questi futuri disadattati, in avanzato stato di decompisione psicologica ed affettiva, erano tutti intabarrati nelle veste lunga d’ordinanza, colletto bianco rigido da almeno cm 8 (mi auguro che sia a norma europea), con guinzaglio incorporato per facilitare le manovre di movimento. Giovani, travestiti, integerrimi omo-omo, ossequiosi, genuflessosi, pronti a spantegarsi per terra perché nel loro orizzonte non c’è altro che la carriera. Poi accade anche che qualche volta, in qualche sprazzo di sobrietà, lo stesos appa si scalgia contro il carrierismo del clero e parte incontrollato bnell’elogio del servizio, dell’umiltà, dell’ovile e del lupo che non entra dalla porta, ma dal recinto.
Mentre il papa parla sia quando elogia il servizio, sia quando elogia la fedeltà dei diplomatici robot non si rende conto che è lui a creare i mostri del carrierismo e del disattamento. E’ lui che mantiene l’Accademia ecclesiastica, dove la legge della bugie diplomatica ha preso il posto del vangelo e del suo criterio che è semplice e lineare: «si,si; no, no». Questo ambiente genera solo mostri come il mostriciattolo di Bertone, l’untuoso di Piacenza e le lotte intestine per gestire la pecunia, il vero e solo Dio in cui credono gli ecclesiastici in carriera. Gesù ci ha amndati come agnelòli in mezzo ai lupi, il Vaticano alleva i lupi per divorare gli agnelli, facendo piazza pultia della verità e della onesta.
Gesù ci ha ordinato di andare nel mondo senza bisaccia, senza borsa del denaro senza doppia tunica, ma indossando solo il bastone e i snadali; il Vaticano ha messo su lo IOR, refugium diabolicum per la mafia e il malaffare di ogni ordine e grado, luogo di sacrilegio benedetto dal papa stesso, struemnto del malaffare e della corruzione, corcevia di ogni sozzura disonesta alla faccia dell’etica che tanto a curoe sta nelle parole degli effeminati vestiti da cardinali. Per fortuna che Crissto è sordo, cieco e muto perché il giorno in cui si dovesse rendere conto di cosa avviene «là dove si puote ciò che si vuole», quel giorno sarà lui stesso a sganciare una bomba all’acqua benedetta in perpendicolare sul cupolone, aprendo una voragine che inghiotta il Vaticano e tutti i vaticananti e i vaticanisti. Deus ‘lo vult!
Paolo Farinella, prete.
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