Ora che il grande Wimbledon della ventenne Camila Giorgi è terminato, vorrei scrivere su questa ragazzina - come promesso - alcune note destinate agli appassionati di questo sport. Note umane, e note tecniche. E cominciamo dalle prime. Per capire l'aspetto umano e competitivo di questa ragazzina, leggiamo, dal sito di Eurosport, cosa ha dichiarato in conferenz:a stampa.
E' decisamente arrabbiata Camila Giorgi, la grande sorpresa di questo Wimbledon. E' partita dalle qualificazioni, e prima di arrendersi alla polacca Agnieszka Radwanska ha vinto sei match senza perdere neppure un set.
Alla stampa straniera, che le rivolge le prime domande in inglese dice secca: "Ho giocato un tennis orribile". Poi si rasserena un po' quando è il turno della stampa italiana: "E' vero che la mia avversaria è la numero tre del mondo, però io ho giocato male, non ero al massimo. Ho fatto molti errori sia al servizio che nelle voleé, succede".
Ha gli occhi lucidi e ammette: "Dopo il match ho pianto". Non cerca scuse parlando delle condizioni di gioco molto difficili: vento, pioggia e freddo anche in questa settima giornata del torneo: "Erano le stesse dei giorni precedenti".
Resta però un grande torneo: prima italiana a raggiungere gli ottavi a Wimbledon partendo dalle qualificazioni e ingresso nelle top 100: da lunedì salirà intorno alla novantesima posizioni dalla 145ma occupata prima del torneo. "Sono stati giorni fantastici, il mio obiettivo è salire nel ranking e sono sulla strada giusta". Ora l'attende il rientro a casa a Miami, qualche giorno di riposo, poi si ricomincia da San Diego con la stagione sul cemento americano. In attesa degli US Open di fine agosto: e questa volta non dovrà passare per le qualificazioni.
Questo quanto scrive Eurosport. Ma lasciatemi aggiungere qualcosa di mio.
E' una che non cerca alibi. Ho perso? Si, ho perso, ma niente scuse. Ho giocato un tennis orribile. C'era la pioggia, c'erano le interruzioni? Anche nei giorni scorsi. E poi c'erano per me come per le altre. Ma si può piangere per aver perso agli ottavi di finale di Wimbledon a vent'anni, contro la numero 3 al mondo? Si, Camila può, perchè dopo aver battuto la Glatch (finalista di Fed Cup contro l'Italia) al terzo turno delle qualificazioni, la Pennetta (n°17 ed ex top-ten), la Tatishvili (n° 70), la Petrova per la seconda volta nell'anno (n° 20, ma ex n° 3), sa di avere lo strumentario per crescere, e molto.
Parliamo di un altro aspetto straordinario del suo carattere: non le ho mai visto mostrare il pugnetto all'avversaria, mai sbattere la racchetta per terra, mai guardare storto un giudice di linea, mai chiedere il controllo elettronico su un punto dubbio.
E veniamo all'aspetto tecnico. E' una ragazza atleticamente molto attrezzata, resistente, velocissima di gambe e di braccio. Gioca bene tutti i fondamentali, ma ha un limite psicologico, dovuto al mix fra la giovane età e la potenza dei suoi colpi. Cerca di giocare solo vincenti. Non conosce colpi interlocutori. Le avversarie non vuole batterle con pazienza. Vorrebbere spaccarle a pallate da tutte le posizioni. Ora che entrerà di diritto nei maggiori tornei, dovrà necessariamente capire che non tutte possono essere prese a pallate sempre e comunque, e che a volte qualche colpo interlocutorio, di preparazione, non è un disonore.
Camila non conosce mezze misure neanche nel servizio, ma sono certo che entrando stabilmente nel circuito maggiore, troverà maggior equilibrio anche in questo. Ha una bassa percentuale di prime (intorno al 50%), e credo che ciò derivi dal fatto che fa con la seconda di servizio (che gioca sia piatta che in kick), una percentuale di punti addirittura superiore, seppur di poco, a quella relativa alle prime di servizio. Il giorno in cui imparerà a moderare leggermente la prima, migliorando le percentuali, sarà davvero difficilissimo strapparle il servizio, mentre per lei già adesso è abbastanza frequente strappare il servizio alle avversarie. Perchè o queste giocano un fior di servizio vincente, o si vedono tornare indietro dei missili a dieci centimetri dalla riga di fondo o dalle laterali.
Insomma, se riusciremo a non caricarla di aspettative troppo pressanti, sono certo che fra un anno sarà pronta una nuova "sorella d'Italia". Chiudo con una nota di colore: qualche anno fa, quando era poco più che una bambina, un tizio che di tennis se ne intende (tale Adriano Panatta) vedendola giocare, aveva esclamato: "... è la prima volta che vedo giocare una bambina coma Agassi!...". L'altro giorno, a un giornalista che in conferenza stava le ha ricordato l'episodio, per chiedere cosa pensasse di questo accostamento, la ineffabile ragazzina ha risposto: "...si, però io so giocare anche le volées!..."
Da non credere! Tafanus
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