Della Croce Rossa non si parla mai male. Per principio. Per definizione. Non si poteva sparare sulla Croce Rossa, neanche quando a dirigerla era un personaggio come Maurizio Scelli. Non piacciono, al Prof. Monti, le critiche di Squinzi. Fanno salire lo spread.
E mentre oggi lo spread viaggia veloce oltre quota 480, e la salita era iniziata esattamente 48 ore dopo il "Proclama della Vittoria" del Prof. Monti per la riunione del 29 Luglio, e ben prima delle critiche di Squinzi, la colpa della risalita dello spread non è di Monti, delle mancate politiche per l'equità e per la crescita, di un anno di politiche sempre e solo recessive, della mancata lotta alla corruzione ed all'evasione, di tagli solo e sempre sui redditi dei poveracci (i pensionati prima, gli impiegati dello stato adesso).
La colpa non è del mancato coraggio di azioni incisive sui grandi patrimoni e contro la criminalità economica. No, la colpa è di Squinzi, che ha definito la riforma del lavoro una "boiata" (siamo d'accordo con Squinzi), e la spending-review semplice "macelleria sociale" (siamo d'accordo con Squinzi). Berlusconi non avrebbe saputo fare meglio, in termini di scaricabarile.
Ed ora Monti "non esclude" di volersi candidare a premier nel 2013. Sostenuto da quale coalizione? Probabilmente dal Grande Centro di Pierferdi e dei quattro gatti di FLI, con l'apporto del "Partito dei Carini" di Luca Cordero Viendalmare, Granduca di Montezemolo. Intanto l'Italia nuota a vigorose bracciate verso il Mar Egeo, e oggi il Professore è di nuovo all'Ecofin, a tentare di fare la metà di ciò che diceva di aver già fatto (ovviamente im maniera invidiabile) già il 29 Luglio.
Ma leggiamo l'articolo di oggi su Repubblica, che da conto dell'osceno scaricabarile:
E' scontro sulle critiche di Giorgio Squinzi al decreto sulla spending review
Parlando alla Conferenza Economica di Aix-en-Provence, Mario Monti ha speso poche, ma dure parole contro il presidente di Confindustria per il giudizio espresso sulle scelte del governo in tema di revisione della spesa: "Dichiarazioni di questo tipo - ha detto il premier - come è avvenuto nei mesi scorsi, fanno aumentare lo spread e i tassi a carico non solo del debito, ma anche delle imprese; quindi invito a non fare danno alle imprese" (...evidentemente al Professor3e coi comuni cittadini non frega un cazzo. Basta non danneggiare le imprese. NdR)
Per Monti le critiche di Squinzi rappresentano l'ultimo di una lunga serie di attacchi alla politica economica del Governo. "A fine marzo la Marcegaglia aveva detto alla stampa internazionale che la riforma del lavoro è pessima, il 19 giugno Squinzi ha detto che la riforma del lavoro è, cito, "una vera boiata". Ieri il medesimo presidente Squinzi si è associato ai commenti di un leader sindacale nel sottolineare i rischi di macelleria sociale e ha poi dato un voto al governo. E sempre Squinzi ha dichiarato che gli sembra pericoloso che l'Italia si avvii a realizzare il pareggio di bilancio nei tempi che il precedente governo aveva già fissato". (Monti non ci faccia il roiassuntino di cosa hanno detto Tizio e Caio. Siamo informati. Ci dica, piuttosto, se nel merito dicono delle stronzate, o fanno osservazioni con qualche non trascurabile contenuto di sostanza. NdR)
La strana sintonia mostrata dal vertice confindustriale con la Cgil di Susanna Camusso ha dunque lasciato il segno nei rapporti fra il capo del governo e Viale dell'Astronomia. Monti ritiene che la quota "giusta" di differenziale fra i Btp e i bund decennali sia intorno ai 200 punti e sottolinea che invece il livello attuale "è più alto. Credo che ci siano fattori di non ancora piena credibilità nel mercato e nei meccanismi a disposizione dell'Eurozona, mentre per quanto riguarda l'Italia c'è anche l'incertezza su quello che succederà nella politica italiana dopo le elezioni del 2013".
"Spero che l'Italia riesca a dimostrare presto con le riforme politico-istituzionali che il ritorno a un normale processo elettorale sarà pienamente compatibile con la continuità delle politiche che l'Europa sta apprezzando" (sic!). Tra l'altro, dice il premier, "l'aumento degli spread dopo il vertice Ue è dovuto anche a dichiarazioni, che considero inappropriate, di autorità di Paesi del Nord che hanno avuto l'effetto di ridurre la credibilità delle decisioni prese dal Consiglio Ue". Il riferimento è a Finlandia e Olanda che avevano criticato la decisione favorevole allo scudo anti spread (il Professore tralascia di dire che la Merkel, dopo le dichiarazioni dei finlandesi e degli olandesi, non si è dissociata, ma ha detto che "certo, delle decisioni dei singoli stati dobbiamo tener conto". Tanto per certificare, ancora una volta, da che parte penda. NdR)
In questo contesto, dunque, secondo Mario Monti, certe critiche da parte di figure istituzionali come Squinzi hanno effetti molto negativi sui mercati e sulle valutazioni delle organizzazioni internazionali. "Quindi - precisa - suggerirei di fare più attenzione, non tanto per rispetto al governo, che evidentemente non lo merita sulle basi di ciò che viene detto, ma per le imprese".
Nella polemica a distanza, chi si schiera decisamente dalla parte di Monti è Luca di Montezemolo (...ma va??? NdR): "Dichiarazioni come quelle di Squinzi - dice il manager, ex presidente degli imprenditori - , sia nel merito che nel linguaggio, non si addicono a un presidente di Confindustria, fanno male e sono certo che non esprimano la linea di una Confindustria civile e responsabile, che anche quando esercita un diritto di critica costruttiva non dimentica mai di mettere al primo posto l'interesse e soprattutto la credibilità internazionale del proprio Paese" (traduzione: l'interesse della classe c.d. imprenditoriale. NdR)
"Chi ha l'onore di rappresentare gli imprenditori italiani - ha aggiunto Montezemolo - ha l'obbligo di contribuire a sostenere l'immagine e la credibilità del Paese. Soprattutto in momenti di crisi così difficile occorre grande senso di responsabilità, coesione, spirito civile e massimo sostegno al Presidente del consiglio, che con grande impegno e capacità, sta faticosamente ricostruendo la credibiltà internazionale del nostro Paese".
...e noi, testardamente, aspettiamo che dopo aver così brillantemente ricostruito con grande impegno e capacità la credibilità internazionale del nostro paese, il Professore metta mano al problemino della crescita (finora affrontato solo con politiche recessive pro-cicliche), al problemino dell'equità (ad iniziare dall'equità fiscale), e a quello della moralizzazione del paese.
Perchè la riforma della giustizia non può esaurirsi nella chiusura di 28 procure, ma deve spingersi - guarda un po' - fino alla lotta seria contro i falsificatori di bilanci, i grandi evasori, la corruzione, la concussione. Ce la farà a dare questi dispiaceri a quelli che sembra ormai chiaro che siano i suoi gruppi sociali di riferimento? Tafanus
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