Di tanto in tanto, vado a dare un’occhiata a quel che succede a Parma, (ancora niente) dove è entrato in funzione da quasi due mesi il laboratorio della nuova iperdemocrazia e lavora il Bosone di Grillo, la giunta a cinque stelle che cambierà l’universo.
La rivoluzione, ci è stato detto, parte dal Comune di Parma (...veramente il Grullo, con la consueta modestia, da specialista dell'understatement, ci aveva anche spiegato che a Sarego era iniziata la Terza Repubblica... NdR)
Dunque dobbiamo vedere. Bene. A parte la zoppia della Giunta che ancora non è completa e ci vuole molta pazienza e comprensione per i bambini che assumono la gestione dell’asilo devastato dagli adulti, poi leggo il tronfio e trombonesco comunicato di Marco Bosi, capo gruppo dei Grillini in Consiglio e allibisco. I bambini si sono messi a parlare come i vecchi. Scrive:
“Se perciò qualcosa del Consiglio, in quanto tale, presenta difficoltà, non è a causa della sola minoranza o della sola maggioranza. In democrazia, infatti, è il potere esecutivo (in questo caso la Giunta) ad essere espressione della maggioranza, ma il potere legislativo, o deliberativo, è espressione della maggioranza e della minoranza insieme. In estrema sintesi se si sbaglia, si sbaglia tutti. Qualora si dovesse criticare il Consiglio, in un contesto di formalità e burocrazia, trovo più corretto farlo nella sua globalità: giudicare la sola maggioranza è sintomo di mal conoscenza della democrazia stessa”.
Un desolante esempio del peggior buro-politichese, con un robusto tocco di scaricabarile molto all’italiana, “se si sbaglia si sbaglia tutti”. The horror, the horror. Se Casaleggio, il maestrino di comunicazione pubblicitaria e l’allenatore di Grillo lo leggesse, dovrebbe cacciarlo dalla costellazione. La fortuna del suo cliente, Grillo, è infatti costruita tutta sul linguaggio, verbale come gestuale, il punto dal quale partono sempre le rivoluzioni e muovono le operazioni di seduzione politica. Non c’è cambiamento nella storia che non muova dal cambiamento del linguaggio. Se, davanti ai primi, inevitabili intoppi procedurali, neppure sostanziali, i Grandi Innovatori sfoderano questa “lingua di legno” da Pravda 1950, da fumoso editoriale cerchiobottista del Corsera o da “comunicato all’Ansa”, la rivoluzione è finita prima ancora di cominciare.
Dal semplice “vaffanculo tutti” al marmoreo “contesto di formalità e burocrazia” c’è tutta la distanza che separa la facilità della protesta dalla durezza della responsabilità. Inutile lamentarsi e piagnucolare contro i media tanto cattivi che vogliono rubare la merendina: quando si vuole la biciclettina, poi si deve pedalare.
(dal blog di Guglielmo Zucconi)
“In quest’epoca di precisione e nitidezza digitali e di dissolvenza delle condizioni e delle relazioni sociali, la domanda che ci si fa è la stessa per tutti: dove accidenti sono finito nella vicenda sociale?”
(Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”)
(Credits: ringrazio Nonna Mana per pa preziosa segnalazione)
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