La vestale del Bunga Bunga, dicono i rumours, compra case tra Los Angeles e la Romagna. Con la buonuscita del Cavaliere
(di E. Arosio - l'Espresso)
Baci da Los Angeles. Baci iperbolici, schioccati da labbra modello Zodiac gonfiate dall'allegro chirurgo. Mentre gli strapagati consiglieri della Regione Lombardia si riunivano in stanche riunioni di mezza estate, la collega Nicole Minetti bazzicava la metropoli californiana in compagnia del padre Antonio. Fresca tappa della calda estate della vestale del culto di Bunga Bunga, sotto processo a Milano per sfruttamento della prostituzione nella villa dell'ex premier Silvio Berlusconi, e che l'ha detto e ripetuto: «Non mi dimetto, non mi dimetto adesso, non mi dimetto su ordine di nessuno». Intendendo il segretario del Pdl Angelino Alfano, il coordinatore lombardo Mario Mantovani, figure politicamente influenti come Daniela Santanchè, e una fetta crescente di opinione pubblica irritata dalla disinvoltura di questa 27enne senza freni.
Perché a Los Angeles? Perché col padre? Ufficialmente, per qualche giorno di vacanza e per un casting. Televisivo o cinematografico. Difficile orientarsi, quando un giorno le attribuiscono la voglia di girare un film porno (ma lei smentisce), un altro lascia correre la voce di un interessamento a lei, interprete di se stessa, da parte di Oliver Stone per un film sul declino di Berlusconi. L'indiscrezione, invece, che "l'Espresso" ha raccolto nei corridoi di viale Monza, sede lombarda di un partito dilaniato da cordate rivali, ha a che fare con il do ut des, il negoziato informale in corso tra l'ambiziosissima soubrettina romagnola (9 mila euro netti al mese da consigliere regionale; imposta nel listino del presidente Formigoni creato con l'aiuto di firme fasulle).
Nicole Minetti pensa ai bisogni dei lombardi
Per lasciare lo scranno in Regione entro ottobre, prima che scatti il diritto al vitalizio, come da lei dichiarato a "Vanity Fair" (perché non le possano «rinfacciare in eterno il privilegio»), chiede garanzie a Berlusconi in persona, bypassando la struttura del partito, cosa che incattivisce il sempre misurato segretario Alfano. Secondo le indiscrezioni si parla di diversi milioni di euro, tra i cinque e i dieci, frazionati in un anno, una parte in immobili a Los Angeles e una parte sulla Riviera romagnola, attraverso papà Minetti. Un regalone d'addio e di silenzio. Una coda alla lunga fila di versamenti del Cavaliere, tramite il ragionier Spinelli, dal famoso conto del Montepaschi alle olgettine, prima per le loro voglie di shopping poi per le loro spese legali.
Illazioni interessate? O un esito verosimile? Certo è che le manovre immobiliari lasciano meno tracce dei trasferimenti bancari; che il padre Antonio da tempo fa da amministratore alla figlia; che lo stesso padre, da manager della Expansion Consulting, società di eventi, congressi e promozioni di Rimini, ma registrata a San Marino, s'intende di artifizi contabili e fiscali; e che proprio a Los Angeles Minetti senior ha avuto un importante cliente, il gruppo Herbalife International, estetica e salute. Se poi si aggiunge che gli piace il mattone, e s'interessa a Milano Marittima, località gettonata da bulli e pupe, calciatori e tv, il tutto non suona così peregrino.
Da un lato, in questo inizio agosto, c'è lei, l'esibizionista Nicole. Che stupì tutti nel gennaio 2011, quando arrivò in consiglio regionale, incurante delle notizie sulle serate Bunga Bunga e il suo ruolo nell'harem delle olgettine, con labbra e seno vistosamente implementati dalla chimica. Per un po' si sottomise alle forme istituzionali, con mises poco vistose e scarpe basse. Ma quest'estate è riesplosa con foto paparazzate tra Versilia e Costa Smeralda in cui sfoggia bikini avventurosi e seni bronzei da dea della fertilità. E poco prima, in via Montenapoleone, a Milano, aveva esibito una maglietta-sberleffo, con la scritta «Senza t-shirt sono ancora meglio».
Sull'ultimo numero di "Chi", poi, il rotocalco della Real Casa di Berlusconia, risplende in copertina in posa sessualmente aggressiva, e all'interno in un primo piano sconcertante, in cui una bella ragazza di 27 anni appare quasi deformata da un taglio d'occhi cambogiano e quelle iperlabbra da fumetto porno. Il tutto non giova alla sua popolarità (il cittadino medio si chiede: e questo carnevale con le tasse mie?), ma tiene sulla corda il Cavaliere inguaiato dal caso Ruby, ormai squalificato nei Paesi dell'area anglosassone e protestante, dove su sesso e politica c'è meno tolleranza che alle nostre latitudini catto-ipocrite. E anche se Nicole parla un ottimo inglese, frutto della madre Georgina, la yellow press britannica la tratta come una maîtresse di lusso [...]
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