Esattamente un anno fa di questi tempi (11 Agosto 2011), scrivevo un articolo non tecnico sul mondo del tennis, prendendo spunto dal fatto che la educatissima Roberta Vinci aveva battuto - senza esibire alcun pugnetto - la Primadonna del Pugnetto, Ana Ivanovic, ex numero uno al mondo, e tuttora numero uno al mondo nella specialità "Pugnetto", declinato in tutte le varianti: con e senza contestuale mossetta della gambetta, esibito per un bel punto vincente, ma anche per un punto vinto fortunosamente per una stecca, un net, e addirittura per un doppio fallo dell'avversaria.
L'anno scorso di questi tempi le avevo dedicato una "lecture" di buona educazione tennistica, sull'onda della vittoria di Roberta Vinci. Vittoria netta, ma non clamorosa: 7/6 6/2.
Oggi il destino ha rimesso di fronte, sempre a Montreal, la Signora del Pugnetto Ana Ivanovic, e la Signora e Basta Roberta Vinci. Oggi niente pugnetti. La Signora Roberta Vinci ha impartito alla Signora del Pugnetto una lezione che non dimenticherà mai: un secco 6/0 6/0 in 44 minuti (quel punteggio che in gergo si chiama "bicicletta"). Parziale del primo set: 22 punti a 12 per la Vinci. Un parziale umiliante, ma nel secondo set è andata ancora peggio: 25 a 8.
La Signora del Pugnetto non ha avuto nessuna occasione di esibire la sua maleducazione. La Vinci non ha esibito alcun pugnetto (eppure avrebbe avuto ben 47 occasioni per farlo). La "bella Ana" è uscita dal campo con lo sguardo basso, il pugnetto fra le gambe, e le lacrime agli occhi. Confesso che non mi ha fatto nessuna pietà. Ed è invece con sommo piacere che ripropongo pari pari, in calce, il post scritto un anno fa:
Troppi pugnetti fanno male alla salute
C'è una cosa, nel tennis, che detesto più di tutte (e in questo mi associo al gentiluomo Gianni Clerici): il pugnetto. Il maledetto pugnetto mostrato come un'arma all'avversaria che ha appena subito un punto, magari per una maligna deviazione della rete, o per una palla steccata ed uscita imprendibile dalla racchetta...
Ci sono giocatrici che si sono date la regola di non fare quasi mai il pugnetto, altre alle quali magari scappa dopo aver fatto un punto stupendo, in un momento clou del match, ed altre che ne hanno fatto un tic, stupido ed inutilmente offensivo, se fatto sempre e comunque. Sessanta punti? Sessanta pugnetti. Ormai il pugnetto è talmente connaturato a queste persone che lo fanno anche se ricevono un punto in regalo con un doppio fallo dell'avversario.
Non si possono fare regole generali, ma questo vizietto predomina fra le ragazzotte del tipo "mamma perchè m'hai fatto così bella"... Mi vengono in mente Daniela Hantuchova, Maria Sharapova, e poi lei, la reginetta del pugnetto: Ana Ivanovic. Ana non è una qualsiasi: è una che nel 2008 è stata finalista agli Australia Open, e vincitrice del Roland Garros. E' stata anche per alcuni mesi n° 1 al mondo, e viene da una ricca famiglia borgese serba: mamma avvocatessa, padre businessman. Dal 2005 è stabilmente fra le prime 50 al mondo, e in carriera ha guadagnato, solo in premi, 8.3 milioni di dollari. Ma ha questo vizietto: il pugnetto, mostrato ad ogni singolo punto, che sia bello o brutto, fatto per merito suo o per un doppio fallo dell'avversario. Talmente pugnetto-dipendente, che a volte lo sfodera ancor prima che la sua palla atterri sul campo, e spesso lei è ancora col pugnetto sfoderato mentre la palla atterra fuori dalle righe.
Ecco, questa è una delle ragioni che mi rende particolarmente felice di questo nuovo exploit di Robertima Vinci, alla quale raramente ho visto sfuggire un pugnetto. Piuttosto un sorriso. Questa vittoria la porta nei quarti di uno dei più importanti tornei dell'anno, dove si giocherà un posto in semifinale contro Samantha Stosur, grande giocatrice, grandissima donna, e persona perbene. Ma per oggi mi accontento di godermi la vittoria della Signora Sorriso sulla Signora Pugnetto. Per la cronaca, Robertina ha vinto in due seti: il primo lottato fino al tie-break, vinto con un netto 7/3; il secondo vinto in un baleno 6/2. Non credo che oggi la bella Ana abbia pugnettato moltissimo... Tafanus
P.S.: In questo momento un'altra dea del Pugnetto, Maria Sharapova (n° 5, altra ex n° 1), si è arresa alla modesta kazaka Galina Voskoboeva (n° 135)
Post Scriptum: Come ho precisato, questo post era stato scritto un anno fa. E' quindi doveroso precisare che fra le Signore del Pugnetto è emersa, nel frattempo, Petra Kvitova, che spesso accompagna il pugnetto non con la mossetta della gambetta, ma con un urletto che le viene fuori secco, rauco, tronco, e più simile a un latrato che a qualsiasi timbro noto di voce umanoide. Complimenti, e aspettiamo con ansia la prossima.
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