Non vorrei essere frainteso. Sono anch'io su facebook, che uso più come strumento di promozione del blog che non come strumento di cazzeggio; ho sempre detestato con tutte le mie forze l'arroganza di questo network, che cambia ogni 5 minuti interfacce e criteri di gestione, secondo i capricci e le idee (non sottoposte a verifica) di alcuni ragazzotti americani. Per dirne una: come indirizzo email facebook non ho potuto inserire NESSUNO dei miei indirizzi, validissimi, legati al dominio "tafanus.it" (indirizzi terminanti per @tafanus.it) perchè facebook, senza neanche prendersi la briga di verificarlo, dice che è un "indirizzo inesistente". Tanto inesistente, che è quello sul quale ricevo più posta (e più spamming).
Sul mio primo account facebook, d'un tratto mi sono scoperto bannato, senza riuscire a conoscerne la ragione. Su quello attuale, dalla mattina alla sera mi sono ritrovato a passare da 4750 "amici" a 5250, senza sapere perchè, e senza poter accettare richieste di contatti alle quali avrei detto si. Ho dovuto fare un lunghissimo lavoro di ripulitura. Ogni giorno, nonostante nelle impostazioni abbia detto che non voglio essere invitato a nulla (né eventi, né applicazioni), continuo a ricevere rotture di palle di tutti i generi. Infine, dalla mattina alla sera sono stato costretto, a discrezione del giovane miliardario di facebook, a ritrovarmi con la homepage cambiata in una grafica che detesto, esteticamente e funzionalmente.
E mentre il giovane Zuckerberg perde contatti, e oltre 400 milioni in un giorno (godo) scopro che anzichè chiedersi il perchè della diminuzione di "amici", cerca di rimediare altri soldi ingaggiando una banda di giovani e talentuosi hackers-smanettatori, ai quali affidare il compito di inventare altre intrusive applicazioni e rotture di coglioni per gli utenti. Spero che perda altre centinaia di milioni, e che questo lo porti finalmente a chiedersi "perché" la gente scappi da facebook. Prima o poi, se continua così, lo farò anch'io. Tafanus
Quello riportato in calce è un articolo Stefania Arcuri per IlSole24Ore-Reuters
La storia di Facebook a Wall Street assomiglia sempre più a un incubo senza fine. Il titolo è franato giovedì al minimo storico, arrivando a cedere nell'intraday più del 6,7% a 19,69 dollari per azione[...] Nella prima ora di scambi sono passati di mano oltre 62 milioni di titoli, più del doppio rispetto al volume giornaliero degli ultimi 30 giorni. Al termine della seduta i volumi di scambio si sono attestati a 156,5 milioni. Il titolo ha ceduto il 6,27% a 19,87 dollari per azione.
Dalla quotazione flop dello scorso 17 maggio, per Facebook non ne è andata dritta una: il prezzo di collocamento (38 dollari per azione) è subito sembrato troppo ambizioso, nei mesi successivi il titolo è calato progressivamente (ora vale attorno ai 20 dollari), la capitalizzazione di mercato si è più che dimezzata (dai 104 miliardi subito dopo l'Ipo agli attuali 42,6 miliardi) e la società ha chiuso in rosso il secondo trimestre, sulla scia di un rallentamento della crescita del fatturato e di un aumento dei costi.
Sui titoli Facebook la spada di Damocle del lockup - Il papà di Facebook (Zuckerberg) perde 423 milioni in un giorno ed esce dalla top dei più ricchi del pianeta - Facebook lancia gare tra hacker per sviluppare applicazioni software
Con la scadenza del lock-up gli investitori della prima ora, in particolare i sottoscrittori dell'Ipo, se lo desiderano possono vendere le azioni in loro possesso (il periodo di "blocco" impedisce appunto la cessione di titoli in mano a determinati azionisti). Significa quindi che, oltre ai 420 milioni di azioni di Facebook attualmente sul mercato, molti altri saranno disponibili per gli scambi, cosa non necessariamente positiva, soprattutto alla luce della scarsa domanda che ha sostanzialmente già dimezzato il valore del titolo.
Periodi di lock-up sono una consuetudine per le società che si quotano in Borsa, soprattutto quelle sostenute da private equity o venture capital: è un modo per rassicurare gli investitori e per sostenere il titolo tramite una riduzione dell'offerta. Bisogna dunque vedere se il titolo di Facebook pagherà la maggiore disponibilità di azioni sul mercato. Secondo alcuni analisti, in qualche misura il forte ribasso registrato dall'Ipo ad oggi ha "bilanciato in anticipo" la scadenza del lock-up, ma resta comunque l'incertezza su quanto saranno aggressive le vendite.
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