Il ricordo del cardinale Martini di don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. Con la sua morte scompare una delle più eminenti personalità del nostro tempo.
Quasi in coincidenza con la celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Vaticano II, è venuto a mancare un pastore che è stato un vero interprete del Concilio. Soprattutto nel dialogo con il mondo e nel sapere leggere i “segni" dei tempi. Carlo Maria Martini, strappato agli studi biblici, per guidare la diocesi di Milano, la più grande del mondo, ha fatto della Parola di Dio il perno di tutta la sua attività pastorale. Un vescovo che ha saputo parlare a credenti e non credenti, agli uomini di cultura come alle persone semplici.
La “cattedra dei non credenti” era seguita da migliaia di persone, soprattutto giovani che affollavano ogni angolo del Duomo, per ascoltare il cardinale confrontarsi con chi non aveva il dono della fede ma era aperto, comunque, al dialogo e alla trascendenza. Affrontava i problemi, anche quelli più gravi, con quella “saggezza biblica” che emanava da ogni suo gesto e parola. Non dava l’impressione di calare dall’alto il suo magistero. Ma affascinava chiunque l’avvicinasse con tratti gentili e cortesi. E con la sua capacità di trarre insegnamenti dai testi sacri, mostrando la perenne attualità e vitalità della Bibbia.
Con la morte del cardinale Martini scompare una delle più eminenti personalità dei nostri tempi, un biblista di fama internazionale, che ci ha insegnato a vivere e ad affrontare i problemi attuali con il Vangelo in mano. Ha saputo coniugare sapere e credere, con aperture sapienti e intelligenti. Lascia in eredità l’amore per i testi sacri e uno stile pastorale che lo rendeva vicino e partecipe dei problemi degli uomini d’oggi, qualunque fosse la condizione sociale e il credo religioso degli interlocutori.
(Don Antonio Sciortino - Famiglia Cristiana)
Non chiedetemi perchè a me, ateo confesso, piacesse il Cardinal Martini. Non saprei mettere insieme due righe di razionalizzazioni dottrinali. So solo che quest'uomo, che parlava come mangiava, mi ispirava fiducia. Visceralmente, mi aveva colpito la sua decisione di andare a passare l'inverso della sua vita a Gerusalemme, città dove si respira spiritualità, ma dove confort, sicurezza, onori terreni, non sono di casa.
Alla fine dei suoi giorni, ho avuto la conferma che mi fidavo della persona giusta, quando - in contrasto con tanti codini post DC, ha chiesto che gli fosse evitato, per piacere, qualsiasi accanimento terapeutico. La stessa richiesta che ha fatto per anni, per conto di Eluana, papà Englaro. Richiesta mai accolta, per la feroce "bontà" dei sedicenti cattolici alla Sacconi ed alla Maurizio Lupi. Che Dio, se esiste, ora fulmini tutto quel mondo più DC che cattolico, che ora non oserà condannare la scelta che hanno osteggiato per altri, meno noti e meno potenti. Requiescat in pace. Tafanus.
Martini e il rifiuto dell'accanimento terapeutico diventano un caso
La sua posizione sull'accanimento terapeutico era nota da tempo, ne era convinto ed è questa la strada che ha seguito, come ha annunciato ieri il suo medico curante, il professor Gianni Pezzoli.
L'aveva espressa già nel 2007 nell'articolo «Io, Welby e la morte», scritto poche settimane dopo la morte di Piergiorgio Welby, il malato terminale di distrofia muscolare che chiese la sospensione delle terapie. L'aveva ribadita nel suo ultimo libro, pubblicato a marzo, Credere e conoscer e.
«Le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano - ha scritto Martini - richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona». E che il neurologo del cardinale abbia voluto annunciare pubblicamente che è stata fatta la sua volontà suona come un ultimo messaggio dell'arcivescovo emerito di Milano, la sua ultima lezione teologica», come ha decretato il web. Niente accanimento, dunque niente sondino, niente peg o alimentazione forzata, visto che da quindici giorni non poteva più deglutire per l'evoluzione terminale del morbo di Parkinson, la stessa malattia di Giovanni Paolo II. Quel sondino, quell'alimentazione forzata che era stata il punto più controverso del disegno di legge sul testamento biologico (che non è mai diventato legge).
E così, dopo l'annuncio della morte, su Twitter l' hashtag #martini ha scalato le posizioni fino a entrare nella topten degli argomenti più discussi. Ma oltre alle numerosissime testimonianze di cordoglio, a tenere banco è stata proprio la notizia che il cardinale ha «rifiutato l'accanimento terapeutico». Il popolo di Twitter gli ha reso omaggio anche per questo, con qualche punta polemica, dai twitterologi famosi alla gente comune. Così Piero Sansonetti scrive che «il no all'accanimento terapeutico di Martini sia un esempio per questa classe politica e per la Chiesa». E altri commentano: «Almeno Martini sapeva che il medioevo è passato». Sarcastico un blogger: «E adesso i finti moralisti cattolici, politici e non, cosa diranno, che il cardinal Martini si è suicidato?» O un altro ancora: «Maestro per credenti e non fino all'ultimo».
Anche se c'è chi vuole chiarire. «È di grandissima importanza in questo contesto distinguere tra eutanasia e astensione dall'accanimento terapeutico», puntualizza un'utente. Un altro si interroga ironico: «Ma ora a Martini glielo fanno il funerale? Per me è del tutto irrilevante, però la famiglia Welby lo voleva, per esempio». Il tema viene battuto da molti: «Ora la Chiesa negherà i funerali cattolici al Cardinal Martini perché ha scelto di lasciarsi morire, giusto?». E Mikisugarfree: «Che la morte scelta dal cardinal Martini sia un esempio per i bigotti della prima e dell'ultim'ora».
La scelta di Martini è stata riportata dai giornali di tutto il mondo. Il premio Nobel Dario Fo definisce la sua scelta «stupenda, mostra che tipo di persona fosse». Martini «è il Piergiorgio Welby della Chiesa. Come Papa Wojtyla ha riaffermato il diritto all'autodeterminazione sui trattamenti sanitari, la Chiesa e i cattolici riflettano», è stato il giudizio di Mario Riccio, medico rianimatore che nel dicembre 2006 ha interrotto il trattamento che teneva in vita Welby. Il leader di Sel Nichi Vendola, ha commentato: «Ha scelto la dignità». «Quella del cardinale è stata la libera scelta. Una persona come lui l'ha potuta compiere, in libertà e responsabilmente, senza alcuna intromissione», il commento del deputato radicale Maria Antonietta Farina Coscioni: «Non a tutti è permessa, per esempio non è stata concessa a Piergiorgio Welby». E il padre di Eluana Englaro: «L'eutanasia non c'entra, la sua è stata autodeterminazione. È il diritto di ognuno di poter dire: "non mi impedite di morire"».
(M.Antonietta Calabrò - Corriere.it)
P.S.: "LA BUFALA" - Avrei voluto inserire il video del Corsera che mostrava le immagini della moltitudine di milanesi, extra milanesi ed extra-comunitari che attendeva in Piazza Duomo l'arrivo delle spoglie del Cardinal Martini. Una folla commovente per dimensioni, partecipazione, e multirazzialità. Ho iniziato a guardare il video, prima di postarlo, e questo iniziava con un messaggio pubblicitario, allegrissimo, della Mozzarella Santa Lucia.
Ho lasciato perdere, ma mi ha lasciato di sale il fatto che in questa occasione, ALMENO in questa occasione, il milanesissimo Corrierone e il suo Direttore Ferruccio De Bortoli non abbiano saputo rinunciare ai pochi o molti spiccioli guadagnati con la mozzarella.
Tafanus.
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I MIRACOLI DEL WEB: non sono così presuntuoso da pensare che il Tafanus abbia tanto potere, ma per pura coincidenza, dopo il nostro post-scriptum sullo spot della Mozzarella Santa Lucia che apriva il video del Corsera sull'arrivo del feretro del Cardinal Martini in Piazza Duomo, la mozzarella è sparita. Tafanus
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