Quello che sapevamo da tempo, cioè dal giorno in cui Mario Monti ha sostituito l’indecente Silvio Berlusconi che una indecente Italia ha mandato al governo, ora è chiaro. Era necessario che l’Italia risalisse dalla sentina dove l’ignobile corrotto l’aveva scaraventata, ma questa necessità fu anche la scusa per abbattere di colpo e «senza colpo ferire» la Costituzione e tutte le conquiste degli ultimi 60 anni.
A ciò si aggiunga la «filosofia della crisi», messa in atto e tenuta in caldo permanente in tutto il mondo dalle forze oscure che non vogliono spartire con alcuno i profitti e i beni che producono benessere. Più la giustizia sociale è esigente, e più l’oligarchia che detiene i cordoni della borsa, su scala mondiale, scalpita e sferra colpi micidiali. Il capitalismo selvaggio si basa su una regola semplice: senza poveri non c’è ricchezza per pochi eletti. Per mantenere i privilegi di pochi è necessario estendere la povertà, che è il fondamento e la garanzia della ricchezza «riservata» al club degli eletti, cioè speculatori e «mercatisti».
Costoro invocano il «mercato» come la soluzione dell’economia, ma di fatto corrompono il mercato perché comprano condizioni di privilegio, pagano tangenti, corrodono per primi le regole del libero mercato: essi sono sempre «più uguali degli altri». Se sono speculatori sono protetti dai politici, se sono banche ricattano i politici, se sono politici si vendono per mantenere il potere, se sono parlamentari si vendono come prostituti senza dignità. Solo i poveri devono rispettare le regole del mercato, perché essi sono indispensabili al mantenimento del «bene comune». Infatti, Monti non ha messo alcuna tassa ai ricchi, ma ha picchiato duro sul reddito fisso, sul lavoro e sulle pensioni.
E’ l’equità del cattolico Monti! Chissà chi lo confessa! La sora Fornero, alla quale non si sa chi ha dato la patente di docente, dice con finta ingenuità che «il lavoro non è un diritto, ma bisogna meritarselo»: alla malora l’art. 1 della Costituzione che dichiara «il lavoro, fondamento della Repubblica». Fondamento, sora ministra, non merito per bontà sua! Codesta figura degradante è il punto più basso in cui è caduta la nazione. Monti l’ha scelta consapevolmente e quindi è colpevole di lesa Costituzione.
Ora c’è la novità «vecchia»: dopo le elezioni, Monti succede a Monti. L’interessato nega, e mi pare logico che neghi, perché se anche lui fosse del coro, s’impiccherebbe da sé. Se tutto è già deciso, qualcuno mi spiega perché si deve andare a votare, con una spesa di circa un miliardo e un altro per finanziare i partiti, colpevoli di questo degrado? In quale società decente, gli autori del fallimento societario sono ricompensati con un premio? Lo vediamo: solo nello Stato Italiano. C’è qualcuno che si dimette? Mai, per l’amor di Dio: il parlamento rende, specialmente in tempi di crisi!
Inoltre, se non disturbo, vorrei sapere con quale legge si va a votare, perché mi pare che i partiti stanno facendo i furbetti: la stanno portando alle lunghe per arrivare all’ultimo giorno utile e fare una legge elettorale non per gli interessi della nazione, ma per la loro utilità «immediata», escluso il Movimento 5 Stelle, che è il nemico giurato di tutti. Una legge elettorale deve essere formulata da una commissione costituente, eletta direttamente e indipendente dai partiti perché essa è il fondamento della governabilità e la traduzione in atto del potere popolare. E’ la legge della democrazia (illusione!).
Prendo nota che il berlusconismo, come ormai predico da un decennio, ha corrotto tutti e tutti vanno dietro a colui che non ha interesse alcuno alla modifica che non sia funzionale al suo interesse. Oggi Casini che, fino a ieri gli fu complice, è il paladino del nuovo e l’ago della bilancia di ogni alleanza presente e futura. Dalle parti del Pd, ormai hanno perso la «sindèresi», cioè la capacità di giudizio: governano con Berlusconi, facendo finta di essere diversi e fornicano con Alfano. Inseguono Casini e abbandonano Di Pietro che è contro Berlusconi.
Ora c’è Renzi che pare faccia impazzire mezzo Pd e le donne del Pdl, segno che Renzi è il cavallo di Troia della indecenza berlusconiana per scompisciare Bersani. La prova? L’estensore del programma di Renzi è Giorgio Gori, nato, cresciuto e vissuto a tutto campo in Mediaset e nel giornalismo sotto il patrocinio di Vittorio Feltri. Una garanzia!
Dopo le primarie il Pd si spezzerà in due tronconi certi, forse in tre: Letta, Fioroni & C. andanno con Pisanu, Casini e Fini; Renzi farà il suo partito forse alleato con Montezemolo e quello che resterà del Pdl; Bersani con i rimasugli si consolerà chiedendo l’elemosina alle porte delle chiese.
Non credevo di dovere morire fascista (Fini) e mafioso (Casini); non credevo di dovere vedere un rigurgito della natura come Renzi applaudito dalla base operaia (?) del Pd, non credevo di dovere assistere, dopo una vita di lotta intemerata in sua difesa, all’abrogazione materiale e formale della Costituzione Italiana; non credevo di potere vedere il presidente della Repubblica difendendere i «trattativisti» con la mafia, schierandosi contro la magistratura, esattamente come Berlusconi. Non credevo, eppure devo credere. Credo, ma non mi avranno e non avranno nemmeno il mio cadavere perché non sarò complice di questo macello istituzionale e morale.
Paolo Farinella, prete.
Del mitico programma "Mediaset - Giorgio Gori - Matteo Renzi", di cui parla Paolo Farinella, abbiamo pubblicato il testo completo, in formato word, così se a qualcuno pungesse vaghezza di cercare una parola chiave, potrebbe aprire il documento, e divertirsi. Provare ad esempio a cercare "scuola privata", "omosessuali", "staminali", "embrioni", "fine-vita"... E' una esperienza tragica ed esilarante al contempo. Nel "programma Gori-Renzi queste cose non compaiono una sola volta...
Abbiamo anche prodotto una serie di analisi di questo coso chiamato "programma", che poi è un assemblaggio, curato da Giorgio Gori sul PC di Giorgio Gori, analizzando punto dopo punto. E' un viaggio nel vuoto spinto. Al peggio, davvero, non c'è mai limite. Tafanus
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