Sei milioni di euro. Su questa cifra incassata da Florence Multimedia mentre Matteo Renzi era presidente della Provincia di Firenze, la Corte dei conti e il ministero del Tesoro vogliono vederci più chiaro. A Florence Multimedia – accusa il dicastero dell’Economia e delle Finanze in una contestazione inviata a maggio – la Provincia di Firenze, presieduta da Matteo Renzi dal 2004 al 2009, ha concesso un “irregolare affidamento di servizi per un importo superiore a quello previsto dai relativi contratti di servizio”, con una spesa complessiva di oltre nove milioni di euro; dei quali sei adesso sono sotto l’attenzione dei giudici contabili, che invieranno un ispettore a Firenze e, per evitare eventuali prescrizioni, hanno messo in mora tutti i dirigenti di quel periodo.
Senza, quindi, la procedura prevista dalla legge e senza mai farne parola in Consiglio provinciale, sostiene il Ministero, Florence Multimedia, tra il 2006 e il 2009, incassò 9.213.644 euro. Attraverso “contratti, convenzioni, disciplinari di servizio, affidamenti al lordo (…) il cui importo triplica quello dei contratti di servizio di base”. Già un anno fa il Tesoro aveva, in seguito a un’ispezione, prefigurato un danno erariale alla Provincia proprio nel periodo di presidenza Renzi. E dalla difesa della Provincia a quelle contestazioni è nata la nuova indagine, con tanto di documento, di cui riportiamo le accuse nei virgolettati, inviato lo scorso maggio all’ente locale, sul cui trono nel frattempo non siede più Renzi, diventato sindaco e lanciato proprio in questi giorni nella corsa a Palazzo Chigi.
LA SOCIETA’ E LE ACCUSE DI LUSI
Florence Multimedia Srl (“società in house della Provincia di Firenze”, come si legge nel sito internet) è nata nel 2005 per volere di Renzi che lì trasferì l’ufficio stampa, liquidandolo ed esternalizzandolo; con una situazione pessima alla fine dell’avventura dello stesso Renzi in Provincia: buco “superiore al terzo del capitale sociale. (…) Emerge una perdita stimata di 358.865 euro originatasi nel secondo semestre 2009”, c’è scritto nella relazione di quel dicembre degli amministratori della stessa società. Florence Multimedia veicolò, nello stesso anno, campagne promozionali per la Dotmedia, retta da quel Davide Bancarella, in precedenza in forze alla Web & Press edizioni (dal 2007 al 2009). Quest’ultima società è quella delle fatture, datate proprio 2009, sequestrate dalla Guardia di finanza (una da 36 mila e l’altra da 45660 euro: soldi con cui Renzi ha sempre negato di aver avuto a che fare) dopo le accuse dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, in carcere da fine giugno. Insomma basterebbe questo quadro per creare qualche grattacapo a chi, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, si propone, ormai da anni, come il nuovo che avanza.
QUELLE SCELTE NON MERITOCRATICHE
Eppure c’è un’altra accusa mossa dal Ministero dell’Economia e che sarà passata al vaglio dell’ispettore della Corte dei conti nei prossimi giorni. Riguarda il direttore unico della Provincia, sostituito da Renzi con un collegio di direzione generale composto da quattro membri “con evidenti e rilevantissimi profili di illegittimità”. Due di quei quattro, segnala Via Venti Settembre, erano dipendenti messi in aspettativa e poi riassunti con un contratto a tempo determinato che portò a un aumento di spesa di ben un milione e 34 mila euro. L’organo monocratico, come ricorda il Ministero nel documento di maggio, “è previsto dall’ordinamento degli enti locali”.
Quindi “non si riesce a reperire nessuna ragione logica, prima ancora che giuridica, in forza alla quale soggetti già investiti della qualifica dirigenziale possano essere collocati in aspettativa per essere investiti di un nuovo incarico dirigenziale, questa volta a tempo determinato, molto più oneroso del precedente”. L’accusa è grave e precisa, si tratterebbe di “illegittima attribuzione di quattro incarichi di direzione generale”. I rilievi del Ministero sul Renzi-che-fu non sono ancora finiti. Rispetto a dipendenti e dirigenti di quella Provincia il boy scout di Rignano sull’Arno avrebbe agito con “mancato rispetto dei principi di selettività meritocratica” con “gravi illegittimità nell’attribuzione di alcuni compensi a carattere indennitario”. Il sindaco se ne lava le mani,“furono scelte degli uffici”, hanno comunicato i suoi alla stampa fiorentina. Ma dopo la condanna in primo grado dell’agosto 2011, per 50mila euro di danno erariale, si profilano altri guai dalle indagini della Corte dei conti, mentre la Provincia è solo un lontano ricordo e, adesso, Renzi sogna Palazzo Chigi.
...ma non finisce qui... il ggiovane Matteo non era solo un forchettone "virtuale"... lo era anche in senso non figurativo. Quanda iniziava a mangiare, non si faceva mancare niente... Ecco cosa riprende oggi [Giornalettismo] dal "Fatto Quotidiano"...
Matteo Renzi e le allegre spese della sua Provincia - La Corte dei Conti passa al setaccio la presunta sprecopoli dell'attuale candidato alle primarie
La sprecopoli (presunta) di Matteo Renzi finisce sotto il setaccio della Corte dei Conti. E Davide Vecchi sul Fatto quotidiano dà una profonda occhiata al dossier e riferisce.
Nei quattro anni d’incarico la Provincia presieduta dall’attuale sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra ha speso 20 milioni di euro; il capo di Gabinetto Giovanni Palumbo, nominato da Renzi, ha firmato decine e decine di delibere per rimborsi di spese di rappresentanza per il presidente che aveva a disposizione una carta di credito con limite mensile di 10mila euro di spesa. Ma, racconta il Fatto:
Nell’ottobre 2007 però, durante un viaggio (ovviamente di rappresentanza) negli Stati Uniti, la carta viene bloccata “a garanzia di un pagamento da parte di un hotel a Boston”, si legge nella delibera del 12 novembre 2007. Renzi, trovandosi senza carta di credito della Provincia è costretto a usare la sua per pagare 4 mila dollari (pari a 2.823 euro) all’hotel Fairmont di San Josè, in California. Come torna in Italia si fa restituire la cifra con una delibera, ma senza fornire giustificativi. Tolta la dicitura “spese regolarmente eseguite in base alle disposizioni contenute nel disciplinare delle attività di rappresentanza istituzionale”. Nei soli Stati Uniti la Provincia, con Renzi, ha speso tra biglietti aerei, alberghi, ristoranti 70mila euro.
Spese di rappresentanza. Ovviamente. In tutto arriva a sfiorare i 600.000 euro
TRA I 20 milioni di euro al vaglio della Corte dei Conti ci sono anche centinaia di migliaia di euro ricostruiti con numerosi scontrini e ricevute. Non molti. In tutto 250 circa. In prevalenza di ristoranti. Gli elenchi depositati agli atti mostrano una intensa attività di rappresentanza da parte di Renzi. Per lo più svolta alla trattoria Garibaldi, al Nannini bar, alla taverna Bronzino e al ristorante da Lino. Locali prediletti dal candidato alle primarie del Pd che, in particolare nel 2007 e nel 2008, riesce a spendere qualcosa come 50mila euro per il cibo. Con conti singoli che spesso superano i mille euro. Il 31 ottobre 2007 la provincia paga 1300 euro alla pasticceria Ciapetti di Firenze. Il 5 luglio alla Taverna Bronzino viene saldato un conto di 1.855 euro.
ll ristorante non è tra i più economici di Firenze, del resto. Ma a Renzi piace
Per tutto il suo mandato alla guida della Provincia frequenta assiduamente i tavoli della taverna. Con conti che oscillano tra i 200 e i 1.800 euro. Renzi ogni tanto cambia ristorante. Alla trattoria "I due G" in via Cennini il 29 aprile 2008 ordina una bottiglia di Brunello di Montalcino da 50 euro per annaffiare una fiorentina da un chilo e otto etti. Alla Buca dell’Orafo in via dei Girolami il 13 giugno 2008 si attovaglia con due commensali e opta per un vino da 60 euro a bottiglia. E ancora: al ristorante Lino, dove è di casa (anche qui), riesce a spendere per un pranzo 1.050 euro. 1.213 li lascia al ristorante Cibreo.
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