Non potevo non dare uno sguardo al sito di cui tutti parlano, il figlio povero dello HuffingtonPost americano, uscito in Italia da poco più di un giorno, in collaborazione fra Espresso e casa-madre americana, sotto la direzione di Lucia Annunziata.
Le premesse, adire il vero, non sono delle migliori. La home-page si apre con una fotona che suggerisce una certa identità speculare fra Berlusconi e Bersani, che forse è solo nella testa della autrice dell'articolessa, avallata dalla direttora annunziata. Travaglio, Sallusti, Belpietro e Feltri non avrebbero potruto fare meglio.
Non manca neanche la perla linguistica nell'articolessa di presentazione dell'annunziata:
"Un nuovo media per un nuovo mondo"
...medium, signoramia, medium..., singolare. Plurale: media. Lo sapeva persino un tale Marshall McLuhan, che ci ha scritto sopra un libro ("Il medium è il messaggio": non un libro qualsiasi, ma una bibbia della comunicazione)...
Insomma, questo nuovo media nasce con uno strafalcione della direttora, e con una foto che potrebbe figurare benissimo sul blog del cazzaro di Genova, con la famosa didascalia "Pdl e Pd meno elle"... Sulla identità semantica, ci siamo...
Il testo dell'articolessa, poi, è in linea, per una volta, con la fotona e col titolone. Tutto vero...
Il governo Monti magari non cadrà in Parlamento - e solo perché è a fine legislatura – ma di certo è sotto assedio. Prima Silvio Berlusconi, che nell'intervista di ieri all'Hp ha usato toni a dir poco caustici con l'esecutivo. Oggi su un tono simile si piazza anche Pierluigi Bersani, 'scatenato' nelle critiche ai 'tecnici' su più fronti. E' un segretario del Pd che ha tolto la stura ai risentimenti verso Palazzo Chigi, quello che raccontano i suoi collaboratori. E il ragionamento è: siccome abbiamo appoggiato Monti fin dall'inizio, siamo i più titolati a chiedergli di "integrare" la sua agenda.
Primo punto: corruzione. Sono giorni che il Pd chiede al governo di porre la questione di fiducia in Senato e votare così com'è il testo arrivato dalla Camera. Oggi, alla vigilia della scadenza per la presentazione degli emendamenti al ddl fermo in commissione, Bersani è tornato alla carica. Prendendosela con il Pdl, che da sempre ostacola il cammino del testo e continua sulla stessa linea anche alla luce del Laziogate e di tutti gli altri scandali in corso. “E' indecoroso e inaccettabile che in una situazione talmente disastrosa nel rapporto tra istituzioni e politica, si impedisca l'approvazione” del provvedimento, dice Bersani. Ma nel mirino del segretario Democratico non c’è solo il partito di Berlusconi. Bersani chiama in causa il governo che “ha gli strumenti in mano per fare approvare questa legge che il mondo si aspetta, altro che art.18…", sottolinea con vena polemica e riferimenti nemmeno troppo velati all’ultima scazzottata verbale con Monti sullo Statuto dei lavoratori.
(leggi queste considerazioni del sito, e immagini che chiedere una legge anticorruzione per la quale siamo impegnati con l'Europa, con la nostra coscienza, e con la nostra decenza, sia una cosa da bolscevichi. Che abbia ragione Cicchitto, quando, facendosi portavoce del padrone, dice che non ci sarà mai una legge anticorruzione se non insieme a quella sulle intercettazioni e sulla responsabilità dei magistrati? Qui siamo in pieno suk istituzionale, ma il - per ora - giornaletto dell'annunziata vede solo il lato oscuro del komunista Bersani che osa chiedere provvedimenti anticorruzioni. Ma come... Proprio adesso, durante gli ultimi giorni di Pompei? (Pompei, nota cittadina campana, laziale, lombarda, calabrese, pugliese, siciliana...)
Secondo fronte: il caso Ilva a Taranto, dove da ieri la tensione è salita tra gli operai che si ritrovano con un posto di lavoro a rischio per la sentenza di chiusura degli impianti emessa dalla magistratura. Anche su questo, Bersani invita l’esecutivo a “prendere in mano la situazione”. E poi la scuola: non si azzardino a toccarla, ha già dato. In sostanza, tira le fila il segretario del Pd dopo aver incontrato i sindaci del partito, su patto di stabilità e fondo sociale “il governo è troppo algido, glielo ridiremo con tutto l'affetto e il sostegno. E' una questione minima di buon senso, non di keynesianesimo".
La casa brucia, quella europea. Atene e Madrid sono in fiamme per le proteste contro le misure di austerity. Lo spread torna a salire e le borse sono in calo. Gli ingredienti ci sono tutti per lasciar montare rabbia, risentimenti e anche pruriti da campagna elettorale. E’ vero che la legislatura è agli sgoccioli, ma ci sono cose che si possono fare, ragionano nello staff del segretario del Pd. Per esempio, si può tentare di risolvere la questione esodati. E sarebbe già una cosa. E invece il premier è a Bruxelles, New York, ovunque ma non a Roma, è lo sfogo che non fa molti sconti all’agenda internazionale del professore [...]
(...insomma, per lo Fuffington Post sembra molto persino chiedere la soluzione del problema degli esodati. Ma come... Monti è all'ONU, e Bersani non gli fa neanche uno sconticino? Che bello sarebbe stato se il Fuffington avesse speso una parola anche in favore di quelle centinaia di migliaia di persone che a metà ottobre - ciòè domani - saranno senza stipendio e senza pensione... NdR)
[...] Il capo dello Stato non interviene sugli strumenti specifici da adottare, non si può dunque dedurre che il suo ragionamento si riferisca ad una patrimoniale, idea cara a Bersani e ai suoi alleati di sinistra [...]
(Patrimoniale: altra idea balzana del Komunista Bersani. Peccato che una patrimoniale ci sia in tutto il mondo civilizzato. Ma l'altro giorno la sciura Fornetto ha detto che non si può fare, perchè loro non sanno dove sono i patrimoni... NdR).
Che il Buon Dio ci salvi da tutte le annunziate a da tutti i Fuffington di questo mondo. Amen
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