Premessa: come tutti sanno, da mesi, per motivi che a molti sfuggono (anzi, sfuggivano), tale Palazzi, capo della commissione disciplinare della FIGC (Federcalcio), sta mostrando un "accanimento terapeutico" contro la Juve e il suo allenatore Antonio Conte, ma senza risparmiare mezza squadra.
Ad Antonio Conte viene contestato il fatto di essere stato a conoscenza di una combine del Siena, quando la squadra era allenata da Conte, e di aver taciuto. Conte è accusato da tale Carrobbio, giocatore in disarmo che aveva il dente avvelenato col "Mister", che lo aveva messo fuori rosa. Prove? Nessuna. La parola di Conte contro la parola di Carrobbio? No: la parola di Carrobbio contro la parola di Conte e di altri venti giocatori - anche di alcuni emarginati da Conte - che lo scagionano totalmente. Ma per Palazzi e per Abete, niente da fare. La parola di Carrobbio vale quanto quella di ventuno persone.
La storia è nota. Conte chiede di patteggiare in tre mesi di squalifica, precisando che non è un'ammissione di colpevolezza, ma un modo per cercare di limitare la sua assenza dalla panchina, e i danni alla squadra. Niente da fare. la disciplinare, appoggiata dalla FIGC, chiede 15 mesi di squalifica. Praticamente tutta la stagione 2012/2013, e parte di quella successiva. Il ricorso della Juve, inevitabile, sarà discusso ai primi di ottobre. Sentenza attesa per fine ottobre.
Ma anche altri mostri sono finiti nella Juve. Pepe, ad esempio, accusato secondo lo stesso copione: sapeva di una combine, e ha taciuto. Richiesta: un anno di squalifica. Sentenza: assolto. Ricorso della FIGC.
Bonucci invece riceve una richiesta di condanna a tre anni e mezzo (era parte della combine), ma con "la richiesta, in subordine, di squalifica per un anno perchè non ha partecipato alla combine, ma sapeva ed ha taciuto". Insomma, una richiesta di condanna con "busta di riserva" incorporata: se proprio non volete condannarlo a tre anni e mezzo, almeno ad un anno, vi prego.....
Ce ne sarebbe abbastanza per cacciare il Palazzi della disciplinare e Giancarlo Abete, presidente della FIGC, fratello dell'ex Presidente di Confibdustria, e politico democristiano di lungo corso, a calci in culo. Anche perchè l'8 agosto la disciplinare sconfessa e sputtana Palazzi (di cui ormai in molti chiedono le dimissioni), assolvendo Bonucci e Pepe.
Parte un duro attacco di Andrea Agnelli ai suddetti gentiluomini, saintetizzato dal seguente scritto:
Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzioni e rispetto ad atteggiamenti che, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati.
Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni, e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale, e non può essere accettato. La decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato e sottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera.
Rilevo nuovamente l’incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia, e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento, per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilità.
La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio [...] (articolo completo qui)
Ma il post-democristiano (absit iniuria verbis) Giancarlo Abete non ci sta, e risponde per le rime...
"...la FIGC e i suoi Organi operano con correttezza nel pieno rispetto delle norme statutarie che garantiscono l’indipendenza e l’autonomia della Giustizia Sportiva, così come disciplinata dall’Ordinamento Sportivo Nazionale: le valutazioni del Presidente della Juventus Andrea Agnelli non sono accettabili e vanno al di là di un legittimo esercizio del diritto di critica. Contrastano peraltro con le dichiarazioni (rilasciate in data 26 luglio attraverso il sito della Società) nelle quali la naturale amarezza per i deferimenti già intervenuti era – nelle parole dello stesso Agnelli – “mitigata dalla consapevolezza che le regole del processo sportivo arriveranno a fare chiarezza nel corso di questa partita che si svolge innanzi a vari gradi di giudizio”. (su fanpage.it)
Insomma, la difesa dell'imputato FIGC affidata all'accusato/accusatore Andrea Agnelli. Manca solo la dimostrazione della linearità dei comportamenti degli organismi giudicanti sportivi. Siamo in pieno vaudeville... "Cielo, mio marito!"
Oggi, infine, il diavolo (sotto forma di una innocente partita di tennis - il doppio di Coppa Davis Italia-Cile, trasmesso da Napoli in diretta TV) ci mette lo zampino. E le solite telecamere che durante i cambi di campo vagano fra gli spettatori, chi ti beccano, uno accanto all'altro, con pargoli e famigghia accanto? Il Deus ex Machina della "Macchina del Fango" contro la Juve (e quindi a favore dei suoi più probabili competitors per lo scudetto), cioè il post-democristianone Giancarlo Abete, e... Aurelio De Laurentiis, proprietario e presidente del Napoli FC... Da non crederci... ma la foto, che posto (scusate per la qualità bassa, ma ho fotografato la TV) mostra chiaramente i due amiconi: Giancarlo Abete, e Aurelio De Laurentiis...
Giancarlo Abete, Aurelio De Laurentiis e famigghia
Ora, come tutti sappiamo, potrebbe non esserci niente di male. Potrebbe. Ma, come è noto, la moglie di Cesare non deve solo essere al di sopra di ogni sospetto: deve anche apparire come tale. E purtroppo il proprietario di un competitor della Juve, fotografato accanto al Supremo Giudice, che deve assolvere o condannare, mettere o non mettere la sabbia nella scatola del cambio della Juve, tale non appare.
E' come se qualcuno, alla vigilia di una importante sentenza della Cassazione sulle frequenze TV, che vedesse schierata Rete4 contro EuropaTV, vedesse il presidente della corte di cassazione a San Siro, in tribuna d'onore, con famigliola al seguito, seduto accanto a Berlusconi.
Lo so, coi problemi che abbiamo... Ma quando un paese decide di fare le pulizie, si fa come fa la colf a casa nostra: prima di lavare in profondità un tavolo, toglie la polvere dalla sua superficie. Quindi De Laurentiis continui pure a fare lobbying. E' nei suoi diritti. Ma Palazzi e Abete facciano la cortesia di levarsi dalle balle. Giusto il tempo di preparare gli scatoloni cogli effetti personali, salutare le segretarie, e poi dedicarsi alla cura del giardino. Tafanus.
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