"Choosy" a chi? La rete contro Fornero (di Francesca Sironi - l'Espresso)
Il ministro dice che i giovani dovrebbero adattarsi per entrare nel mercato del lavoro. E la rete risponde con un blog collettivo. Ecco parole e immagini di chi, spesso con laurea e specializzazione, pur di lavorare ha accettato di tutto. Dimostrando che il problema non è essere schizzinosi, ma non essere sfruttati
"Chooosy" è la parola del momento. "Schizzinosi", come secondo il
ministro del Lavoro Elsa Fornero non dovrebbero essere i giovani
quando si tratta di entrare nel mercato del lavoro. Lei usa parole
forbite, la rete le risponde con l'ironia della realtà. Che a volte
tanto ironica non è. Nasce così il tumblr temporaneo http://choosysaraitu.tumblr.com/
dedicato a raccogliere l'indignazione di quanti tanto "choosy" non
si sentono, anzi, se proprio si devono definire in qualche modo
preferiscono la parola "sfruttati".
«Il mio primo "lavoro" non credo sia stato troppo choosy. Infatti
era uno stage da 200 euro al mese, orario full-time, al secondo
anno di università. Poi non ho potuto pagarmi il terzo ed ultimo,
così ho dovuto rinunciare alla laurea ed ora faccio la commessa in
nero. Quando ero più piccola sognavo di diventare ambasciatrice.
Choosy a chi???» risponde una ragazza. Per fare l'ambasciatrice una
sua coetanea ha scelto di emigrare. In Africa: «Cara Fornero, sono
diplomata in arte, ho 20 anni, per permettermi gli studi lavoro in
nero. Sono talmente choosy che emigro in Africa per studiare
diplomazia perché in Africa ci sono molte più possibilità di lavoro
e studio che in Italia». E non importa quali siano i titoli che si
hanno alle spalle.
Avere una laurea, oggi, rende molto meno choosy che non averla:
«Cara Fornero, sono laureato in chimica (tesi discussa in lingua
inglese) e lavoro, a tempo determinato, in un'azienda meccanica.
Sposto secchi pieni di viti e bulloni dalla macchina che li produce
ai contenitori in cui vengono stoccati. Nei fine settimana faccio
il dog-sitter» racconta un ragazzo.
Storie di studenti che si barcamenano come possono nelle esigenze
quotidiane, studenti diversi evidentemente da quelli di cui parlava
il ministro all'Assolombarda: «Caro (?) Ministro, studio biologia,
faccio il servizio civile, lavoro al ristorante nel week-end,
faccio il baby-sitter quando posso, mi avete anche aumentato le
tasse perché sono un fannullone. Il mondo del lavoro lo guardo
dall'interno, però in basso» le scrive un ragazzo, postando il suo
biglietto "dal basso" sul sito che sta raccogliendo i messaggi dei
neo lavoratori precari d'Italia. La conclusione, forse, è quella
che scrive Claudia, nero su bianco, con la sua faccia dietro un
pezzo di carta: «Cara Fornero, sono laureata in relazioni
internazionali, ho studiato anche all'estero, parlo 3 lingue ho già
fatto 4 stage/tirocini/collaborazioni .... Non sono choosy perché
non c'è lavoro!».
UNA FAMIGLIA VERY CHOOSY - Professore ordinario di Economia politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Torino; Coordinatore Scientifico del CeRP (Centre for Research on Pensions and Welfare Policies, Collegio Carlo Alberto); Honorary Fellow del Collegio Carlo Alberto, Membro del Collegio Docenti del Dottorato in Scienze Economiche dell’Università di Torino e del dottorato in Social Protection Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università di Maastricht), di cui è anche docente; membro del Nucleo di Valutazione della Spesa Previdenziale, costituito presso il Ministero del Welfare; membro del Comitato Scientifico dell'Observatoire de l'Epargne Européenne (Parigi); membro del comitato editoriale della Rivista Italiana degli Economisti; editorialista del quotidiano economico e finanziario il Sole 24 ore; dal 1993 al 1998 è stata consigliere comunale al Comune di Torino; è stata Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Vice Presidente della Compagnia di San Paolo, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana degli Economisti, membro del Comitato Scientifico di Confindustria, membro della commissione di esperti valutatori presso la World Bank, membro della commissione di esperti della Task Force su "Portability of Pension Rights and Taxation of Pension Schemes in the EU", membro della Commissione Ministeriale di esperti indipendenti per la verifica previdenziale (2001), componente del Comitato Scientifico del Mefop (2000-2003).
È moglie di Mario Deaglio, Professore Ordinario in Economia dell'Università di Torino, con cui ha un figlio di nome Andrea, regista, e una figlia di nome Silvia, Professore Associato in genetica medica presso l'Università di Torino e Responsabile della ricerca alla HuGeF (Istituto di ricerca scientifica fondato dalla Compagnia di San Paolo, di cui era vicepresidente Elsa Fornero). Quando si dice la combinazione.
Il 16 novembre 2011 è nominata ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità del governo Monti. In questa veste, è passata alla storia del cabaret come il primo ministro che fotte 400.000 esodati piangendo.
In una intervista al Wall Street Journal si è espressa in difformità all'art. 1 della Costituzione Italiana, affermando che il lavoro non è un diritto.
E se noi "choosessimo" di mandare questa donnetta - il peggior ministro della storia della Repubblica dopo la Gelmini - a curare la pulizia dei cessi nel mezzanino del metrò di Piazza San Babila? Anche quella sarebbe una choice di vita.Tafanus
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