La situazione politico-sociale che perdura da circa un ventennio fino a
questi ultimi giorni, mi ha riportato alla mente la trama di un noto
romanzo di Albert Camus: La Peste. Nel romanzo, l’autore descrive
l’ipotetico avvento del flagello nella cittá algerina di Orano. Il
parallelo con la situazione italiana si rintraccia nel percorso della
malattia. Dall’incipiente manifestarsi di questa, dove provoca
pochissimo interesse e l’ottimistica sensazione che si tratti di cosa
passeggera. Successivamente il contagio scoppia con sempre maggiore
intensità. I morti non si contano piú. Poi, quando sembra che la
situazione stia stabilizzandosi e gradualmente migliorando, ecco che
invece, inaspettatamente subisce una recrudescenza, in una forma
polmonare, che miete ancora una numero notevole di vittime.
L’Italia, nella falsariga della vicenda sopra descritta, sembrerebbe
essere infetta da un morbo che rileva lo stesso percorso di
un’epidemia pestilenziale. Il responsabile di questo morbo sarebbe il
bacillo chiamato “botulus silvestris”, un microbo dall’aspetto innocuo,
ma che porta alla lunga, conseguenze disastrose nell’organismo sociale.
Ogni volta che sembra di essersene liberati, ecco che questo riappare con ferale
virulenza, a mietere nuove vittime.
Nel romanzo, poi, il contagio si placa, e l’epidemia si estingue, ma a
conti fatti, il maggior numero di superstiti si rintraccia nelle fasce
sociali piú agiate, mentre nelle zone povere e densamente abitate, il
flagello ha operato la sua falcidia con impietosa crudeltà. (Charly Brown)
E' bello avere degli amici che ti infondono un po' di ottimismo... Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus