Forse qualcuno si sarà sorpreso del fatto che in questi giorni, con tutto quello che sta succedendo, io abbia scritto poco di politica. E' vero, ma da dove cominciare? da "Italia Futura" di Montezemolo? o da "Fermare il declino" di Oscar Giannino? O dalla quasi-fusione fra le due entità che dopo 12 minuti hanno già rotto? La convivenza fra primedonne è sempre problematica...
Oppure delle dimissioni di praticamente tutto il conssiglio regionale lombardo? o di Berlusconi che per una condannina che non sconterà mai ha già ricominciato col mantra della "giustizia ad orologeria"? e con lo sfogliamento della margherita "mi ritiro, anzi no, anzi si ma faccio il papi nobile"? O del vecchio bambino Montezemolo che in un momento delicatissimo per l'eventuale salvataggio dei due marò carcerati in India, non trova niente di meglio da fare che irritare gli indiani con la provocazione/stronzata del simbolo della marina italiana sulle Ferrari - oltretutto perdenti?
Ho la nausea, e mi toccherà scrivere lo stesso. Lancio il tema in questo post "in progress", che aggiornerò man mano che ne avrò voglia, tempo e stomaco. E mi scuso se il tutto sarà caotico e disordinato, come in ogni pot-pourri che si rispetti. Ma sono i fatti ad essere disordinati, e io non riesco a mettere ordine neanche su cuò che penso dei fatti.
Allora, tanto per aprire il tema, pubblico una email ricevuta l'8 ottobre da un amico, imprenditore, commentatore un tempo assiduo del Tafanus, omettendone la firma:
Ciao Antonio,
ti leggo (sempre più raramente, ahimè) sempre quando posso, e mi faccio un a scorpacciata di post tutti in una volta. Ma non è di questo che ti voglio parlare, ma di dove sono adesso: sono uno dei coordinatori regionali di "Fermare il Declino", il movimento che è stato fondato da sette "liberisti". Cosa accomuna me e Oscar Giannino, ad esempio? Io sono stato tesserato del PDS, lui di Forza Italia, lui è stato un sodale di Berlusconi, io lo odio con tutte le mie forze. Eppure stiamo insieme, nello stesso movimento, anzi io, insieme ad altri 4, in Campania lo rappresento. Ci accomuna il desiderio, la voglia di mandare affanculo una classe politica indegna, oltre a 10 punti programmatici, che ti invito a leggere ed analizzare con la tua intelligenza.
Leggo i tuoi veementi post contro Matteo Renzi, eppure sembra sfuggirti che Renzi è l'unico della classe politica attuale a porre un problema: può chi è stato artefice del disastro in cui ci troviamo esser capace di tirarci fuori? O è il momento di cambiare, a prescindere dai meriti/demeriti individuali? Quali sono le ricette che ha in mente la vecchia politica per tirarci fuori e farci tornare non dico prosperi, ma almeno non miserabili? Io non leggo alcuna ricetta, se non quella di sempre ulteriori tasse "contro i ricchi", contro gli speculatori, contro le banche, etc., etc., sembra sfuggire ai tassatori che il limone è spremuto fino al midollo, che lo Stato in Italia controlla il 66% per cento dell'economia, fra spese statali dirette e aziende statali, in URSS era l'84% (visto che la proprietà dei mezzi di produzione era statale, ma piccoli contadini, piccoli artigiani e commercianti erano liberi). Ecco, io non ti chiedo di aprire il tuo blog a discussioni economiche, che son lunghe e stancanti, ma ad analizzare con più serenità dove siamo e come uscirne, e a non demonizzare chi la pensa in maniera diversa da te. Renzi non sarà il meglio, ma io son stanco di vedere D'Alema & Co. sempre lì, con i vari Fioroni, Bindi e compagnia, che non hanno alcun merito, se non quello di esser scesi dal carro DC per salire su quello più comodo PD.
Poi forse mi sbaglio, ma senza rimettere al centro il merito individuale, e non la cooptazione e/o raccomandazione non ne usciremo mai, e partire dal merito è la cosa più di sinistra che mi sia capitata di leggere negli ultimi venti anni.
Chiudo con la frase con cui spiego la mia discesa in politica nelle riunioni da quattro gatti che facciamo: Ho due figlie, e non voglio che quando saranno grandi mi domandino "papà, ma mentre l'Italia affondava tu che facevi?" e io risponda "Niente, guardavo e tacevo".
Un saluto.
M.E.
Ho risposto, ma non conservo in genere le mie risposte (non le ritengo cose da serbare per i posteri). Quindi vado a memoria. Ho risposto che capisco il suo disagio, che è comune a tutti noi, ma non la sua ricetta. Giannino? Potrei anche discutere delle sue uscite più recenti, ma mi frena il fatto che Giannino per 18 anni ha taciuto, pur vedendo lo sfascio, e se ha criticato qualcuno, prevalentemente non si trattava di Tremonti & Berlusconi. Ho chiesto se DAVVERO pensa che la soluzione ai nostri problemi possa venire da gente come Renzi. Anch'io ho due figlie, ma non affiderei certamente il loro futuro a Renzi. Qual'è stata, finora, la ricetta di Renzi, se non quella della populistica proposta di rottamazione? Qualcuno ha letto qualcosa di non banale in ciò che Renzi ci ammannisce quotidianamente? Il mio amico è schifato dai Fioroni, e poi sposa il candidato dei Fioroni, dei Gentiloni e da tutti gli ONI del centrosinistra?
Ora, per colmare il vaso, arriva la repentina unione fra due (Giannino e Montezemolo) che certamente non vedono l'ora di fare gli interessi delle mie figlie e di quelle del mio amico, e - a qualificare la serietà d'intenti e la fermezza dei propositi - in 10 minuti si associano, e in 5 minuti hanno già litigato (leggete la storia)
In aggiunta, leggo i nomi dei "riferimenti politici" di "Italia Futura", e ti ritrovo il Bonanni della CISL, dell'affossamento della trattativa AirFrance-Alitalia, quello che faceva il "Patto per l'Italia" con Berlusconi, insieme ad Angeletti, andando a cena da Berlusconi in via dell'Anima passando dal retro, come la donna delle pulizie... No, grazie
Ora andrò a "sedarmi" guardando la semifinale di doppio (Errani/Vinci vs Petrova/Kirilenco), al master di Istanbul. Poi raccoglierò le forze, le idee e l'antivomito per continuare. Tafanus
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Italia Futura rompe con Giannino e guarda a Casini (Fonte: SkyTg)
Un grande affollamento di sigle e punti di vista che faticherà a parlare con una voce sola, pur nella condivisa volontà di rendere "irreversibile" il percorso di Monti. L'intento comune è quello di sbarrare la strada ai vecchi partiti per realizzare il nuovo, come sintetizza il titolo della lettera-appello firmata da 72 laici, cattolici e liberali e da nessun politico: 'Verso la Terza Repubblica: la società civile ed il rinnovamento della politica'. (...quando leggo il nome di Bonanni e di Montezemolo fra gli aspiranti a realizzare il nuovo, sono preso da impulsi omicidi... NdR)
Ma c’è anche chi come Casini, sempre dal centro, non sta a guardare e rivendica di aver portato Monti al governo e di aver parlato per primo di un suo governo politico dopo il voto (...insomma, voi pensavate che a portare Monti al governo fosse stato Napolitano, col consenso necessitato del PdL, del centrino e del PD? Sbagliavate. E' stato Casini, da solo! NdR).
Ma il nuovo centro per ora marca le distanze, disponibile semmai ad accogliere nel suo progetto gli uomini migliori di Casini (e Fini) se saranno disponibili ad un rinnovamento vero. "Il nostro è un invito a guardare lontano, non siamo un partito - prova a tenere insieme le cose il ministro Riccardi - Qui ci vuole una legislatura che voli, che respiri. Una legislatura costituente, che ripensi la struttura del Paese". "Siamo e vogliamo rimanere un'iniziativa di società civile, se poi saremo una forza politica si vedrà" dice Andrea Olivero, presidente delle Acli. Montezemolo tira le somme: "Intanto tante altre proposte non le vediamo. Per rigenerare una politica così lontana dai cittadini serve un'area fresca che proviene dalla società civile. Tra cinque mesi ci sono le elezioni, se continuiamo a dire che la politica non ci interessa, il rischio è che chi ci ha portato a questa situazione torni ad essere protagonista della terza Repubblica e che tutto cambi perché niente cambi. Non possiamo fare come quei tifosi che dalla tribuna criticano e basta".
Giannino invece spiega così a Il Messaggero il perché del suo no: "Avevamo chiesto delle modifiche, ma non le abbiamo ottenute. Volevano farci firmare un testo a scatola chiusa. Si vede che eravamo di troppo. Eppure, con Italia Futura abbiamo affrontato un lungo percorso. Volevamo almeno discuterlo, un manifesto comune". "Sapevano bene che per noi c'erano sei punti irrinunciabili - continua Giannino -: taglio alla spesa, riduzione del debito via privatizzazioni, liberalizzazioni, selezione democratica dei leader, meritocrazia nella pubblica amministrazione e giustizia, concorrenza in sanità e istruzione. Non abbiamo mai visto la versione finale e ce la siamo ritrovata sui giornali, naturalmente senza nessuno dei nostri punti". Montezemolo è stato "abile", prosegue, "ha preso in mano lui l'operazione e la porterà dove vuole lui. Al massimo, posso giudicarlo poco 'fair' nei rapporti personali".
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