Prosegue la serie di "misure per l'equità e la crescita" del governo tecnico. Mentre non si parla neanche di striscio di patrimoniale, annullamento degli ordini per gli F-35, fermata del Buco della TAV (sulla quale persino i francesi continuano ad avere forti dubbi), arriva l'ultimo regalo per le famiglie con redditi medio-bassi. Questo l'articolo di Repubblica/Economia:
Per moltissimi sottoscrittori di prestiti per la
prima casa, il limite alle detrazioni sarà superato. Secondo i dati
della Cgia si perdono 190 euro a testa e si deve rinunciare a scaricare
le spese. Colpito un milione di italiani: sfonderà il limite di 3mila
euro
(di Valentina Conte e Rosa Serrano)
Se avete un mutuo, scordatevi altri sconti - L'effetto
micidiale di franchigia e tetto, introdotti dall'ultima Manovra del
governo, mette fuori gioco tutte le altre detrazioni. Così, nella
dichiarazione 2013 sui redditi di quest'anno, i soli interessi passivi
sui prestiti ottenuti per comprare casa divoreranno con molta
probabilità i rimanenti "bonus". Almeno un milione di famiglie, abituate
nel passato a sottrarre dall'imposta il 19% di quella voce, non solo
dovranno rinunciare a recuperare analoga percentuale delle spese per
scuola, sport, veterinario, funerale, affitto del figlio universitario
fuori sede, cane per i ciechi, assistente dei sordomuti, premi
assicurativi, badanti, erogazioni liberali varie. Ma dovranno fare pure i
conti con un vantaggio inferiore per la stessa voce relativa ai mutui,
risucchiata dalla franchigia e penalizzata dal tetto. Una famiglia
monoreddito con un figlio può perdere anche 400 euro, per recuperarne
solo poco più di metà dalla riduzione delle aliquote Irpef. Un bel
guaio.
Asso piglia tutto - Com'è possibile? Il
ddl Stabilità fissa due nuovi criteri per (quasi tutte) le detrazioni:
una franchigia di 250 euro e un tetto di 3 mila euro. Questo significa
che i contribuenti con un reddito superiore ai 15 mila euro lordi (i
soli interessati a questi nuovi sacrifici) possono detrarre spese
superiori solo ai 250 euro, nel limite massimo totale di 3 mila. Ma in
pratica, come gli italiani ben sanno, la quota effettiva che fa scendere
l'imposta si ferma al 19% di quel nuovo tetto, ovvero 570 euro. Con
tutta evidenza, lo sbarramento ai 3 mila euro è davvero esiguo. Bastano
gli interessi sui mutui per la prima casa per consumarlo tutto. Sui 3,2
milioni di italiani (over 15 mila euro) che nel 2011 hanno detratto 5,5
miliardi di interessi passivi, almeno un milione supera quella soglia su
cui calcolare il 19% solo con la voce mutui. Addio a tutte le altre
ricevute e scontrini, dunque.
Danno per le famiglie - Qual
è la differenza con il passato? Fino ad oggi, gli interessi passivi sui
mutui potevano essere detratti al 19% con un tetto di 4 mila euro.
Dunque 760 euro al massimo. Ora il tetto si abbassa di mille euro, entra
la franchigia di 250 e dunque la detrazione scende a 570 euro. Perdita
secca: 190 euro. Il punto però è un altro. Il nuovo tetto di 3 mila euro
non riguarda i soli mutui, ma è il limite totale invalicabile per tutte
le spese che la legge consente di detrarre al 19%. Ecco allora che il
danno effettivo per le famiglie è molto più ampio, come documentano gli
esempi elaborati per Repubblica dalla Cgia di Mestre (vedi tabelle in
pagina). Le spese sanitarie sono (per ora) esentate dal tetto. Ma la
franchigia sale da 129 a 250 euro. Altra perdita. Per le altre spese non
c'è chance, se la famiglia paga il mutuo. E gli sconti Irpef in un caso
dimezzano l'ammanco, in un altro lo azzerano. Nessun guadagno, però.
Mutuo onnivoro - Poniamo
il caso di un mutuo di 135 mila euro, per 23 anni, al 3,37% e rata
mensile di 700 euro. Non sono cifre a caso, ma i valori medi calcolati
dall'Agenzia del Territorio sui mutui erogati nel 2011. Nei primi dieci
anni, grazie alla nuova Manovra, la perdita secca è di 1.345 euro.
Perché con il ddl Stabilità la detrazione è fissa ai 570 euro annui (il
19% di 3 mila euro, ma così cancella tutti gli altri sconti fiscali).
Mentre ora è più alta. Che cosa succede all'undicesimo anno? La quota
interessi si è abbassata (perché calcolata su un capitale residuo
inferiore) ed è finalmente scesa sotto i 3 mila euro, così da poter
essere portata tutta in detrazione. In conclusione: solo 13 anni su 23
di mutuo concorrono per intero al bonus del 19%. Oggi sono 19 su 23.
Insomma, non un vantaggio per le famiglie e per il settore delle
costruzioni, già così provato dalla crisi. Tra Imu, credit crunch,
redditi instabili, ammazza-bonus, la casa sembra un incubo.
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