Non avevamo fatto in tempo a riprenderci dalla notizia che Giampiero Samorì, candidato alle primarie del PdL, autocerttificato delfino del pregiudicato Berlusconi - ma di fatto creatura di Verdini (inquisito) e di Marcello dell'Utri (condannato per mafia), fosse anche lui inquisito, che apprendiamo che anche l'altro ggiovane Carneade Alessandro Proto è inquisito. Queste le scarne notizie sui "due due":
Samorì, corsa alle primarie Pdl da indagato: “Sono certo di uscirne” - Il leader dei "Moderati in Rivoluzione", considerato il favorito da Berlusconi, parla dell'inchiesta che lo vede indagato per accesso abusivo nei dati informatici (di Davide Morceddu - Il Fatto)
“Sono stato sentito dalla Procura di Bologna e ho spiegato esattamente tutti i fatti producendo una quantità enorme di documenti che provano l’assenza di qualunque tipo di coinvolgimento da parte mia”. Dopo diverse chiamate a vuoto, con l’Avvocato sempre impegnato in riunioni e trasmissioni tv, alla fine l’intervista arriva. “Mi faccia tutte le domande che vuole”. Gianpiero Samorì, il legale diventato banchiere, il Berlusconi di Modena, il presunto favorito del Cavaliere nella corsa alle primarie Pdl fissata per il 16 dicembre, l’amico di Marcello Dell’Utri e Carlo Giovanardi, si concede per una lunga intervista. Obiettivo primario è chiarire la sua posizione nell’inchiesta dei magistrati bolognesi in cui il leader del Mir, i Moderati in rivoluzione, è indagato per accesso abusivo al sistema informatico. Nei suoi diversi tentativi di raggiungere il cda della Banca popolare dell’Emilia Romagna, Samorì avrebbe, secondo l’ipotesi d’accusa, carpito illegalmente contatti dei soci per poi fare campagna elettorale.
Ci racconta la sua versione dei fatti?
“Sono stato oggetto di cinque denunce penali da parte dell’attuale gruppo di comando della banca. Quattro sono state ritenute neppure meritevoli della apertura di un procedimento. Una è stata ritenuta meritevole di approfondimenti istruttori e si è aperta. Il reato che mi viene contestato è di avere acceduto al sistema informatico della banca non direttamente, ma in concorso con un dirigente della banca rimasto ignoto. Il tutto al fine di estrarre dal sistema informatico della banca gli indirizzi dei soci. Nel frattempo – prosegue Samorì – è uscita una sentenza del tribunale di Modena, che ha condannato Bper a consegnarmi il tabulato dei soci comprensivo dei loro indirizzi. Se c’era qualcuno che si stava comportando ‘male’ era il gruppo di comando della banca e non io che avevo il diritto di avere quei dati”.
Ci furono anche delle telefonate ai soci Bper da parte della sua associazione Bper Futura, nonostante quei numeri non dovessero essere nei tabulati a cui la sua associazione aveva diritto.
“La vicenda delle telefonate non mi è stata neppure contestata nel documento della Procura. Le telefonate sono state un elemento non riferibile a me, assolutamente non comprensibile da me e mai a me contestato. Le indagini sono al punto finale e magari fra pochi giorni vedremo cosa ha deciso la Procura. Non avendo mai concorso con nessuno ad alcun accesso abusivo, e men che meno con degli ignoti, sono assolutamente confidente che su questo fatto “bagatellare” la mia posizione verrà stralciata, con richiesta di archiviazione”.
Su quanto le è stato evidenziato dal Corriere della sera e cioè che la quota più importante del suo gruppo (finanza, assicurazioni, editoria, immobiliare) sia emigrata nell’isola olandese di Curaçao, che cosa ha da dire?
“La mia dichiarazione dei redditi è a prova di bomba. La mia posizione è talmente trasparente che tutto il mio patrimonio detenuto in Italia e all’estero da oltre dieci anni risulta completamente dichiarato nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. E’ stato sottoposto anche a verifiche dalla Banca d’Italia, dall’Isvap e dalla Consob in occasione degli investimenti che ho fatto. Non ho mai in vita mia evaso 1 euro, né eluso una disposizione fiscale per averne vantaggio.
E i vecchietti portati a loro insaputa al suo convegno lo scorso week end?
“A Chianciano c’erano circa 8 mila persone. Un signore di Roma credendo di fare una cosa fatta bene, ma facendo una grossa sciocchezza, ha organizzato un pullman di 150 anziani lasciando loro intendere che domenica mattina avrebbero fatto una scampagnata. Abbiamo subito preso provvedimenti. Lo stupido c’è sempre in ogni compagnia”.
Il senatore Giovanardi la appoggerà?
Ha dichiarato il proprio appoggio ad Alfano, ma restiamo in ottimi rapporti.
La deputata Pdl Isabella Bertolini in occasione del congresso provinciale a Modena denunciò un boom di tessere, da ricondurre a possibili infiltrazioni camorristiche. Qualche riscontro nelle indagini c’è stato. E fu proprio il candidato appoggiato da Samorì e Giovanardi a presentare una quantità di tessere passate da poche centinaia a 5.600.
“Non ne so niente, avete già scritto e io sono totalmente estraneo alle cose che andate a dire, non so neanche di cosa parliate. Io penso che le mafie vadano combattute, non è un problema politico, ma un problema criminale. Chiunque difenda le infiltrazioni criminali va combattuto. Qui al nord Italia penso che ci siano una serie di teste di ponte che vanno stroncate”
Eppure lei stesso paventò il rischio di infiltrazioni anche nel gruppo Bper.
“Sì. Nell’azionariato di Bper avevo assistito alla immissione massiva di circa 5-7 mila soci nella aree della Calabria e della Campania. Paventavo il rischio che se si fosse aperta una gara di iscrizioni in Bper in quelle zone forse qualche gruppo malavitoso avrebbe potuto approfittarne per prendere delle posizioni di potere.
Torniamo alle primarie Pdl: lei gode davvero dell’appoggio privilegiato di Berlusconi?
Penso di averlo uguale a quello di tutti gli altri candidati.
Pensa seriamente di poter arrivare a Palazzo Chigi?
Penso che se dovessi vincere le primarie vincerei poi anche le politiche.
Vuole andare in parlamento al di là di come andranno le primarie?
Non sono interessato a entrare in parlamento, ma a un progetto politico forte, se ci saranno le condizioni sono interessato, diversamente torno a casa mia.
Lei sembra uno tenace. Per esempio, perché questa tenacia nel voler scalare la banca Bper fin dal 2008?
Perché sono proprietario di una grossa quota azionaria che mi si sta sciogliendo in mano come i valori delle azioni di tutti gli altri soci. Nel frattempo vedo che cda e collegio sindacale nel 2011 si sono auto-liquidati 23 milioni di euro. Di questi tempi è una vergogna. Su questi temi voi del Fatto quotidiano dovreste essere i miei alfieri i miei paladini. Voglio vedere se lo scrivete: “E’ una vergogna”.
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Alessandro Proto, candidato alle primarie del PdL, indagato dalla procura di Milano - Truffa e aggiotaggio sono le ipotesi di reato. Il legale: «Nessun avviso di garanzia, false le accuse» (Fonte: Corriere.it)
Il finanziere Alessandro Proto, candidato alle primarie del Pdl, sarebbe indagato per truffa e aggiotaggio dalla procura di Milano. L'inchiesta del pm Isidoro Palma riguarda le comunicazioni al mercato della Proto Consulting, alcune operazioni immobiliari e «Caronte», un fondo riferibile allo stesso Proto. Secondo l'agenzia Radiocor, inoltre, la procura starebbe valutando anche l'ipotesi di bancarotta.
«NESSUN AVVISO» - Il legale di Proto, Francesco Rubino, ha però spiegato con una nota che il suo assistito non ha ricevuto alcun avviso di garanzia e «non è indagato per alcun procedimento in tema di aggiotaggio. Tutte le attività finanziare della Proto Organization sono sempre state condotte nella massima trasparenza e rispetto delle regole del mercato e delle disposizioni della normativa italiana». Secondo Rubino Proto, «In qualità di imprenditore, ovviamente, è scevro da false accuse che terzi muovono nei suoi confronti».
«MACCHINA DEL FANGO» - Lo stesso Proto, in seguito, ha scritto: «Certo è stano che io venga indagato proprio 24 ore dopo che ho annunciato di aver raggiunto le 10mila firme per partecipare alle primarie del Pdl. Io non mi faccio intimidire e continuerò per la mia strada». Secondo l'imprenditore «questa è la macchina del fango che si mette in moto contro chi vuole dare un contributo attivo al Paese».
LE «MEZZE VERITÀ» - Proto, 38 anni, milanese è anche azionista di Rcs insieme a un quartetto di stranieri per un totale del 2,8%. Secondo gli inquirenti analizzando i suoi comunicati riguardo a società quotate si riscontrerebbero solo delle «mezze verità». Come esempio viene citato il caso delle note in cui si parla di offerte per l'acquisto di quote di Mps: per la procura, per quanto le sue proposte fossero effettivamente state fatte, al mercato non veniva comunicato che erano immediatamente state respinte al mittente. Il finanziere a riguardo è già stato ascoltato e si è giustificato spiegando che lui opera sempre per conto di investitori che si rivolgono alle sue società, non acquisisce direttamente le quote delle società oggetto delle comunicazioni. Al centro dell'inchiesta ci sono anche le comunicazioni al mercato sulle offerte degli scorsi mesi per l'acquisto di partecipazioni in Unicredit, Rcs, Mediobanca e Fiat.
LA TRUFFA - Questo per quanto riguarda l'aggiotaggio, mentre il reato di truffa sarebbe riconducibile ad alcune operazioni immobiliari e al fondo «Caronte», conosciuto anche come «fondo salva-imprese»: il fondo, creato negli anni scorsi, aveva secondo Proto una dotazione di 100 milioni di euro e avrebbe aiutato le piccole e medie imprese con un fatturato tra 500mila e 20 milioni di euro con operazioni di private equity.
L'OPERAZIONE RCS - Tornando ai problemi relativi ai mercati finanziari, anche la sua operazione con Rcs non è stata trasparente, al punto che a fine ottobre Consob aveva chiesto ulteriori chiarimenti. I soci sarebbero Jorge Froemming di Porto Alegre (Brasile), titolare dello 0,57% del capitale ordinario, Mushra Alrazmi di Mumbai (India, 0,70%) e le restanti percentuali apparterrebbero a Paulius Broad di New York (0,68%) e a Kushal Pal Singh di «New Dely» (nel documento pubblicato dalla Consob è scritto così, ma potrebbe trattarsi della città indiana di New Dehli, con lo 0,82%).
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