Confesso: il titolo è un po’ forte ma quando ho visto il fac-simile della scheda elettorale delle primarie elaborata dai comitati per Renzi ho subito pensato alla celebre galleria di foto ritoccate dagli apparati propagandistici di alcuni leader del passato.
Era uso nei regimi totalitari dominati dal partito – stato, rimuovere da tutte le foto di propaganda con le pose eroiche dei leader (sempre tutti maschi) i concorrenti che avessero subito la damnatio memoriae. Stalin era un fanatico dei fotoritocchi e non appena liquidava l’oppositore di turno, incaricava un apposita commissione affinché modificasse le foto che lo ritraevano in compagnia dell’ultimo epurato.
La più celebre cancellazione che si ricordi è per Trotsky e Kamenev, posti sotto il palco di Lenin che arringa il popolo: negli anni dello stalinismo, alla sparizione politica si accompagnò anche quella fotografica.
Si, lo so bene. Matteo non è neanche per sbaglio stalinista. Anzi penso che il suo sincero afflato democratico non avrebbe mai partorito questo scherzo. Ho riso anche io, tanto era grossolana la rimozione.
Rimozione. Mi scuserà Renzi ma, per quanto forte, non riesco a trovare altro termine.
Ovviamente il bolscevismo non c’entra nulla. Il punto è autenticamente psicoanalitico e il suo è un classico caso di lapsus memoriae. Non credo ad un semplice caso di lapsus calami del grafico che ha realizzato il fac-simile della scheda elettorale.
In ogni caso quello che ho scritto altro non è se non un promemoria: al quarto posto nella scheda per le primarie non c’è uno spazio vuoto ma c’è un nome: Nichi Vendola.
Questo memo è utile per un’altra ragione: come insegna il padre della psicoanalisi, le rimozioni, alla lunga causano turbe psichiche. E non vorrei mai che si corresse un tal rischio. Si può far finta che gli avversari siano tre. Oppure Vendola
(da cristiano.blogautore.repubblica) (segnalazione di Chelu Furau)
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