Caro Ambrosoli,
a noi lombardi di nascita o d'adozione sono state inflitte, negli ultimi decenni, punizioni che non meritiamo. Dopo Aniasi, il nulla. Ci è stato inflitto il craxismo con la sua "Milano da Bere", il cognatismo con Pillitteri, i risotti in piazza con Tognoli, il formigonismo, la culla della Lega, Formentini sindaco che si commuove e piange quando unisce in matrimonio il Senatur e la siciliana, i ministeri a Monza "tre locali, cesso e ripostiglio", Berlusconi e don Verzé, Albertini che sfila in mutande di cachemir, Berlusconi e Lele Mora, la Minetti e il minettismo...
Ora basta, davvero. Se lei non compirà verso la Lombardia, che ha regalato alla sua famiglia un affetto enorme, s'avanzeranno candidature da brivido. E rischiamo di perdere un'occasione unica per riprendere in mano il governo della più importante regione italiana... Ma li ha visti, i nomi che corrono? Prendiamo (qui in calce), le credenziali di uno dei pià accredidati candidati alle primarie per la presidenza della regione: Fabio Pizzul. Chi era costui?
Ma davvero a qualcuno frega qualcosa di dove abbia abitato Pizzul dal '69 al '93? o se adesso abita a Carugate? Io sono pittosto terrorizzato dal suo curriculum da Azione Cattolica. Non ne abbiamo già abbastanza in circolazione, fra Renzi e Fioroni, Gentiloni ed altri oni? Davvero possiamo consegnare un pezzo di mitteleuropa al Presidente Diocesano?
I nomi che s'avanzano sono da brivido. Perchè privare la Mangiagalli di un bravo primario di ginecologia, Alessandra Kustermann, per avere magari una mediocre presidente di regione? O addirittura di precipitare nelle mani del co-rottamatore della Leopolda Pippo Civati da Monza? O, addirittura, in quelle del grande giuslavorista Pietro Ichino, che appena insediato precarizzerebbe anche i conduttori degli autobus dell'ATM? Ci toccherà, in questo quadro, tifare ancora una volta per un "corpo estraneo" alla sinistra come Bruno Tabacci, che è senz'altro più a sinistra di Pietro Ichino?
Caro Ambrosoli, purtroppo lei non ha libertà di scelta. Suo padre ha sacrificato la vita al servizio civile, lei ha il dovere di fare la sua parte, anche in ricordo di quel sacrificio. Ci liberi dal rischio delle ennesime primarie fra personaggi che con la sinistra non hanno niente a che fare. E ci liberi dall'Azione Cattolica. Tafanus.
Ma ecco a che punto è la partita per le primarie in Lombardia:
Primarie e il 'fattore Ambrosoli': si riapre la partita dei candidati - Pizzul: "Mi ritiro se c'è qualcuno che mette tutti d'accordo". Civati: "Le consultazioni si devono tenere in ogni caso, anche se l'avvocato dovesse decidere di presentarsi" (di Oriana Liso - Repubblica)
Man mano che l’ora delle decisioni si avvicina, le
posizioni si fanno sempre più nette. E le frecciate, finora contenute,
iniziano a farsi sentire, più o meno — soprattutto meno — ironiche.
L’impressione generale è quella di una maturazione finora lenta, delle
cose, ma che potrebbe subire una accelerata vera in questa settimana,
motivo per cui quelli che fino a ieri restavano ancora sul vago, ora
mettono giù le carte.
Sono ore decisive, in casa centrosinistra,
per definire davvero cosa saranno — ma anche se ci saranno — le primarie
del 15 dicembre. Se gara apertissima o — come sperano in tanti,
soprattutto nel Pd — una conferma popolare di un nome forte. Una
possibilità, la seconda, per cui sono sempre più stretti i tempi. I nomi
dei possibili candidati sono ancora una grossa nebulosa, con
l’eccezione della ginecologa Alessandra Kustermann, che lancia la sua
corsa.
L’attesa — nonostante non ci siano segnali espliciti in
tal senso, ma molto ottimismo in chi ci spera — resta quella di un
eventuale ripensamento di Umberto Ambrosoli, l’avvocato che piace alla
società civile, alla Milano illuminata, al sindaco Giuliano Pisapia, e a
diversi pezzi dei partiti, Udc compresa. Su Affaritaliani,
anche Savino Pezzotta tifava per lui, «candidato ideale». È indubbio che
tanti, nel centrosinistra, vedano nel suo nome la possibilità concreta
di vittoria e, più nell’immediato, la soluzione alla temuta guerra di candidature.
Se, insomma, il consigliere regionale si mantiene attendista, Pippo Civati, suo collega di partito, non le manda più a dire. Spiegava: «Sono pronto da sei mesi a raccogliere le firme, ma c’è un problema politico grande come il Pirellone», ovvero la rinnovata speranza del sindaco Pisapia, dalle colonne del Corriere, di un sì di Ambrosoli che renderebbe inutili le primarie. «Non capisco quello che dice Pisapia, le primarie restano uno strumento fondamentale, su Ambrosoli anche alcuni esponenti del Pd hanno un atteggiamento messianico».
I democratici regionali e provinciali si riuniscono oggi e domani, ed è sempre più diffusa la sensazione che siano incontri decisivi per uscire dal pantano. Un consiglio, a loro, arriva proprio da uno dei nomi che girano in questi giorni, quello del giurista e senatore Pd Pietro Ichino (che ha la tara, però, di non essere molto amato dalla sinistra radicale). Sul suo sito scrive, pensando anche alle politiche di aprile: «In Lombardia il Pd, se non si emancipa urgentemente dalla linea romana, è a forte rischio di perdere».
Caro Ambrosoli, ci liberi dai giuslavoristi e dall'azione cattolica! Tafanus
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