Come tutte le idiozie, ha fatto molto rumore l'ultima "proposta intelligente" del Prof. Paolo Flores d'Arcais. Tanto intelligente, che nei commenti al suo articolo un genuino democratico progressista, come il nostro amico don Aldo Antonelli, con un giro di parole lo ha mandato affanculo, pregandolo di non chiedergli mai più collaborazioni per MicroMega. Il tono generale dei commenti si situa fra lo sberleffo e l'insulto. Persino un signore come Pancho Pardi, che alterna momenti di serietà a periodi di cazzarismo (vedi supporto occulto al Popolo Viola), prende nettamente le distanze da Flores, col quale ha peraltro condiviso numerose iniziative movimentiste (dai girotondi, al vaffanculismo, al dipietrismo, al violismo).
Ma Flores, come tutti quelli che non hanno mai pronunciato la frase "ho sbagliato" (neppure quando il suo giornale ha sbarcato in silenzio Di Pietro, e neppure quando - sempre in silenzio - ha sbarcato il Poipolo Viola), non ci sta, e replica a Pancho Pardi a strettissimo giro di posta.
Pubblichiamo l'articolo di Flores d'Arcais (di cui raccomandiamo la lettura dei commenti. la link in calce); la replica meditata di Pancho Pardi; la controreplica, alquanto isterica, di Paolo Flores d'Arcais. Tafanus
Baciare il rospo Renzi per distruggere il Pd
(di Paolo Flores d'Arcais)
Il programma di Matteo Renzi è pessimo, il suo stile insopportabile. Il 25 novembre alle primarie voterò Matteo Renzi, firmando anche il “giuramento” per il centrosinistra alle elezioni di primavera. Nelle quali invece, sic stantibus rebus, voterò Grillo.
Non mi sentirò in contraddizione e meno che mai disonesto. Infatti. Il programma di Renzi è pessimo: i diritti dei lavoratori, per i quali si batte ormai solo la Fiom, non esistono. Eppure se si vogliono le primarie, si dovrebbe volere pure il voto dei lavoratori per eleggere i delegati e approvare o respingere gli accordi sindacali. Ma Renzi è un fan di Marchionne stile curva-sud. Anzi era: ora che ha insultato Firenze fa l’offeso, finché calpesta gli operai va benissimo.
Renzi ciancia di tolleranza zero contro la corruzione, e anzi propone perfino il reato di traffico di influenze (lo fa anche la Severino) e il ripristino del falso in bilancio, ma lascia le pene nel vago, e resta il bonus di tre anni della famigerata legge bipartisan. Non una parola sull’abrogazione di tutte le leggi ad personam, sulla prescrizione dopo il rinvio a giudizio, su pene effettivamente deterrenti (cioè anni di galera effettivamente scontati) per l’autoriciclaggio, l’evasione fiscale e soprattutto l’intralcio alla giustizia, e sull’eccetera tante volte analiticamente esposto su questo giornale: la lotta alla corruzione resta grida manzoniana. Eppure le cifre di un solo anno di corruzione, evasione e mafie corrispondono alle manovre “lacrime e sangue” di un’intera legislatura. Ci sarebbero soldi sia per ridurre il debito pubblico, sia per aumentare il welfare (anziché ucciderlo), sia per ridurre le tasse.
Quanto allo stile, la democrazia avrebbe bisogno di vedere al suo centro il primato dell’argomentazione razionale, una sorta di illuminismo di massa, che faccia da antidoto ai veleni della politica spettacolo con cui la democrazia è stata inquinata fino allo sfinimento e alla degenerazione. Mentre lo stile di Renzi è media-set puro, un “format” di spettacolo replicato in ogni teatro con scenografie, spezzoni di filmati e un caravanserraglio di effetti speciali e battute ad effetto. Esattamente come lo spot con cui vendere un’auto o un profumo. Ma il voto non è una merce, la democrazia non è “consumo” ma cittadinanza attiva (...menomale che adesso c'è lo "stile Flores", così impregnato di "argomentazione razionale... NdR)
Perché allora votare questo Berlusconi formato pupo, che per soprammercato vuole turlupinarci parlando (di tanto in tanto) di “sinistra”? Perché la sua vittoria distruggerebbe il Pd, lo manderebbe letteralmente in pezzi, lo disperderebbe come un sacchetto di coriandoli. E in questo modo i milioni di elettori animati da volontà di “giustizia e libertà” e dall’intenzione di realizzare la Costituzione (tranne l’articolo 7, da abrogare), elettori che credo siano una decisa maggioranza nel paese, non sarebbero più imbrigliati, congelati, manipolati, usati dalla nomenklatura partitocratica (il Pd, ma anche Idv, Sel e residui rifondazionisti) (...caspita... un'ideona... NdR)
Una situazione del genere sarebbe rischiosa, ovviamente. Ne potrebbe scaturire un peggio. Ma a forza di “male minore” abbiamo un governo Napolitano-Monti che realizza una legge pro-concussori chiamandola “anticorruzione” e una legge-bavaglio che non era riuscita a Berlusconi. Al ricatto del “rischio peggio” bisogna sottrarsi, perciò. Solo sulla tabula rasa del fu centro-sinistra potrebbe infatti nascere una forza “giustizia e libertà”, un “partito d’azione” di massa anziché d’élite, propiziato dalla Fiom, dalle testate non allineate, dai movimenti di opinione della società civile in lotta (e da tanti quadri locali del Pd, anch’essi “liberati”).
Quanto alla “immoralità” di sottoscrivere il documento del centrosinistra già programmando lo “spergiuro” di un voto per altra lista (M5S), credo sia venuto il momento di praticare in forma sistematica il cinismo costituzionale. L’articolo 49 stabilisce che i partiti sono un nostro strumento, quello tramite cui (strumento) i cittadini (soggetto) “concorrono con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. I partiti hanno rovesciato di fatto questo dettame costituzionale, sono diventati i padroni della politica, e noi i loro strumenti. Vanno di nuovo strumentalizzati. Usandoli come taxi (lo teorizzava Enrico Mattei, ma da posizioni di potere, non di cittadinanza) e salendo secondo le nostre esigenze, visto che per la Costituzione i sovrani siamo noi.
(...ci siamo... dopo un imbecille che straparla da anni di PdL = PDmenoElle, adesso èil turno di un genio bollito della politologia, che parla di PD = M5S. Ma che capacità di metamorfosi, che ha questo PD... Oudini era un dilettante, al confronto... NdR)
A Flores d'Arcais risponde Pancho Pardi sul Fatto Quotidiano del 2 Novembre:
Con la vittoria di Renzi il trionfo dei vizi peggiori. Dalle macerie del Pd può nascere la liberazione
(di Pancho Pardi, da Il Fatto Quotidiano, 2 novembre 2012)
Caro Paolo,
nel tuo articolo sul Fatto di domenica sostieni che il programma di Renzi è pessimo e il suo stile insopportabile. E subito affermi che andrai a votarlo alle primarie: una sua vittoria manderebbe in pezzi il Pd e ciò permetterebbe ai suoi elettori di partecipare in modo più creativo a un centrosinistra del tutto rinnovato.
Non sono d’accordo. Prima di tutto perché penso che accettare l’idea stessa della candidatura di Renzi sia un cedimento al predominio della televisione. Renzi ha sostenuto che fare il sindaco di Firenze è il mestiere più bello del mondo. Dopo appena due anni di incarico decide di abbandonarlo. Non ha concluso il mandato, non ha realizzato ancora nulla di duraturo. Ha promesso lo sviluppo edilizio zero, ma nei presupposti del piano strutturale ci sono eccezionali incrementi di volumi. Aveva usato il ruolo di presidente della Provincia per preparare la candidatura a sindaco, ora usa il ruolo attuale come trampolino da cui saltare verso un altro mestiere (ancora più bello?). Molti fiorentini che l’hanno votato pensano che dovrebbe concludere il mandato. Troppo comodo andarsene senza aver dimostrato di saper governare.
In secondo luogo non ci sono prove che la sua eventuale vittoria scardinerebbe il Pd. Certo parecchi non sarebbero contenti. Ma c’è differenza tra il successo nelle primarie e la conquista di una maggioranza congressuale nel Pd. Renzi vincitore alle primarie potrebbe scoprire come sia arduo governare senza avere un partito alle spalle. Ha dovuto sperimentarlo Prodi che, ammetterai, aveva ben altra statura. Non c’è dubbio che una vittoria di Renzi farebbe scoppiare il contrasto tra le forze sul cui equilibrio si basa il Pd. Ma siamo sicuri che ciò produca una deflagrazione definitiva? Mi pare altrettanto plausibile immaginare una transizione laboriosa in cui i soggetti in lotta si logorano a vicenda. Invece di uno schianto, una lagna.
In terzo luogo ammettiamo che si verifichi almeno in parte la tua previsione: il Pd va in pezzi. Ma davvero si disperderebbe come un sacchetto di coriandoli? Mi sembra più realistico immaginare una divisione tra le sue parti. Non Ds da una parte e Margherita dall’altra ma quattro, cinque soggetti temporanei che non è affatto detto perdano il loro elettorato.
Tu fai della demolizione del Pd la leva per la liberazione dell’elettorato: milioni di cittadini prigionieri che liberi diventerebbero protagonisti di una palingenesi. Ma erano davvero prigionieri? Avrebbero voluto qualcosa di meglio del Pd e del centrosinistra? Certo, per esprimere la loro opposizione a Berlusconi non potevano contare sul partito della Bicamerale di D’Alema e si sono appoggiati ai movimenti. Ma in 10 anni la loro volontà non si è concretizzata in un’alternativa e ha preso la via dell’astensione. La Sicilia conferma.
Anche a me piacerebbe un partito d’azione di massa, ma quando noi dei movimenti abbiamo avuto la possibilità di costruirlo non ci abbiamo neanche provato. E oggi chi lo farebbe? La Fiom può solo dare una mano e l’unico soggetto col vento in poppa è Grillo, ma si muove in tutt’altra direzione.
Caro Paolo, non potrai convincere la Fiom a votare il sindaco più antisindacale perciò lascia che lui e Grillo se la cavino da soli. Perché potrebbe andare anche peggio. Auspichi la tabula rasa. Ma una scena in cui domina Renzi sostenuto dalla destra Pd e da robusti poteri finanziari, con un’opposizione monopolizzata da Grillo, non è una bella tabula rasa. Cerchiamo di proporre una prospettiva migliore.
Pancho Pardi
Ma, non pago della risposta di Pardi, e dei devastanti commenti che hanno accompagnato la sua uscita, l'esimio Professor Paolo Flores d'Arcais non ci sta a dire "scusate, ho sbagliato", e insiste, sempre sul Fatto Quotidiano del 2 Novembre
Dalle macerie del PD può nascere la liberazione ( di Paolo Flores d'Arcais)
Caro Pancho,
l’articolo “incriminato” ha ottenuto un record di critiche, sul web almeno il 90 %, per lo più feroci. Rispondendo a te provo a tener conto anche di altre accuse, morali oltre che politiche, visto che vengono da persone di cui ho profonda stima (Gian Carlo Caselli, Barbara Spinelli, Roberta De Monticelli…).
La mia argomentazione era una sorta di sillogismo:
1) nel paese esiste una vasta area di cittadini, politicamente orientati sui valori “giustizia e libertà” (nel senso che l’establishment ha cercato di denigrare come giustizialismo, girotondismo e fiom-ismo)
2) una parte cruciale di tale area viene ibernata, o utilizzata ad altri fini, attraverso il voto al Pd, un’altra spinta all’astensionismo per disgusto verso la nomenklatura del Pd (vale anche per le burocrazie di Idv e Sel)
3) le energie e i voti di questi cittadini troveranno rappresentanza solo se “liberate” dall’ipoteca Pd (Idv, Sel), cioè da un collasso “tabula rasa” del centrosinistra partitocratico
4) la logica della “tabula rasa” è sempre pericolosa, perché può dare luogo a un peggio, ma
5) al peggio ci siamo già, una legge pro-concussori spacciata come anti-corruzione è l’incubo di Orwell realizzato, al ricatto del male minore è necessario ormai sottrarsi
6) la vittoria di Renzi manderebbe Pd e centrosinistra in frantumi. Dunque, è razionale votare Renzi anche se molesta il sistema viscerale. Corollario: “Sic stantibus rebus” e chiunque vinca le primarie
7) il voto al M 5 S è l’unico che possa scardinare la morta gora del dominio partitocratico e riaprire possibilità di cittadinanza attiva (l’ideogramma cinese per “crisi”, Wej-ji, è composta da “pericolo” e “opportunità”).
Che la vittoria di Renzi non scardinerebbe il Pd mi sembra obiezione davvero debole. Sia chiaro, nulla in politica è certo, quando un giornalista mi chiede previsioni la mia risposta standard è di girare la domanda a Nostradamus, ma basta aver letto una dichiarazione di D’Alema, basta immaginare come reagirebbe il “popolo” delle feste dell’Unità (standing ovation a ogni attacco alla “Casta”) all’alleanza ovvia tra Renzi e il “centro”, per ipotizzare come probabilissimo l’effetto a catena. A catena, proprio nel senso della fissione nucleare: non credo proprio che rimarrebbero tre o quattro tronconi con una qualche consistenza, l’effetto sarebbe piuttosto da 8 settembre.
Più consistente l’altra obiezione: ma su questa tabula rasa non nascerebbe nulla, la Fiom che io invoco come catalizzatore di una lista “giustizia e libertà” non è disponibile, e del resto potevamo dar vita a una nuova organizzazione con i girotondi e non lo abbiamo fatto. È vero, e abbiamo sbagliato, e ho riconosciuto pubblicamente, per iscritto e a voce in tanti incontri, questo errore (mio, di Nanni Moretti e solo da ultimo tuo, in ordine di responsabilità). Ma dagli errori penso si debba imparare, “perseverare diabolicum”.
La Fiom attualmente rifiuta il ruolo che fu delle Trade Unions in Gran Bretagna oltre un secolo fa, fondare con la Fabian Society il Partito Laburista. Ma un anno fa neppure poneva il tema della rappresentanza politica, mentre dopo l’incontro del giugno scorso con i partiti di sinistra a Roma (Parco dei Principi) non fa che sottolineare come il modo del lavoro non trovi ormai in nessuno di essi una rappresentanza fosse anche pallida.
L’emergenza cambia in ciascuno di noi la lucidità, il senso della responsabilità e delle cose possibili. La “catastrofe” del Pd e del centrosinistra propiziato dalla vittoria di Renzi potrebbe essere il big-bang capace di far precipitare (in senso chimico) girotondi, popolo viola, se non ora quando, resistenza al marchionnismo, rivolta studentesca, web refrattario al pensiero unico, testate non allineate, attorno a una leadership promossa o “garantita” dalla Fiom, cioè dalla serietà della più grande (e anti-corporativa) forza operaia organizzata.
Quanto alle obiezioni di ordine morale (mossa machiavellica e politicista, poco trasparente, piena di tranelli, l’opposto del “sì sì, no no” che di continuo predico…): noi dobbiamo serietà e coerenza a noi stessi e agli altri cittadini, non ai partiti. Che vanno usati, perché devono essere solo nostri strumenti. E rispettati solo se si conquistano una rispettabilità che oggi non hanno. Altrimenti, come diceva Pertini, a brigante brigante e mezzo (io non sono cristiano). Questa strumentalizzazione l’ho avanzata con il massimo di trasparenza (l’opposto del machiavellismo), e spiegandone la razionalità rispetto al fine (illuminismo di massa). Negli Stati Uniti per votare bisogna registrarsi (come repubblicano, democratico, indipendente), ma si può cambiare “registrazione” all’ultimo momento e dunque da leader repubblicano (fino alla vigilia) partecipare alle primarie democratiche e viceversa. È successo per cariche importantissime, e non fa scandalo.
È possibile che dalle macerie del centrosinistra non scaturisca, entro aprile, il big-bang che io auspico: si riproporrà comunque come necessità dopo aver votato Grillo. A meno che la vittoria del M 5 S sia considerata una iattura peggiore di un nuovo governo Monti, o di un governo Bersani-Casini con D’Alema agli Esteri, la Melandri alla Cultura e Buttiglione alle Pari opportunità. In tale caso, “prosit!”, io preferisco rischiare i Cancelleri e i Pizzarotti.
Flores d'Arcais
Caro Flores,
speravo tanto che nella sua risposta a Pancho ci fosse un milligrammo di resipiscienza. Viceversa, non fa che confermare, rafforzandole, le sciocchezze che ha detto nell'articolo che ha aperto la discussione. Sono disarmato. Quello che dovevo scrivere l'ho già scritto. Lei e il suo giornale siete schierati a favore di qualsiasi forma di cazzarismo, purchè inutile o dannoso. Quelli che hanno commentato il suo primo articolo li conosco quasi tutti (a cominciare da don Aldo Antonelli). E sono commenti che in una persona nel pieno possesso delle sue facoltà mentali avrebbero fatto scattare un campanello d'allarme. Non in lei, tutto proteso a parlarsi addosso, tanto per sentire l'eco della propria voce. Anzi, una sola cosa: si, considererei la vittora del M5S (peraltro altamente improbabile, come tutte le avventure a perdere nelle quali si è lanciato lei con inutile generosità - dal girotondismo al grillismo, al popolo viola, e ad altre minchiate analoghe) "una iattura peggiore di un nuovo governo Monti, o di un governo Bersani-Casini con D’Alema agli Esteri, la Melandri alla Cultura e Buttiglione alle Pari opportunità".
Quindi la lascio a sognare un'Italia guidata dal geometra Cancelleri e dal perito tecnico Pizzarotti, le cui grandi idee economiche - ora che non parla più di "decrescita feilice", possono essere rilevate da questo articolo del Sole24Ore. Si faccia pure guidare dalla sapienza e dagli "scec" di Pizzarotti, ma per piacere non coinvolga noi. Preferiamo guidarci da soli. Grazie.
Tafanus
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