Come avevamo promesso, usiamo all'Agenda Monti lo stesso trattamento che abbiamo riservato al non-programma di Grillo, e a quello di Renzi. Non vediamo perchè avremmo dovuto avere un approccio diverso. Anzi... abbiamo adottato un metro di giudizio più severo, perchè da un professore/rettore della Bocconi ci aspettiamo una maggior professionalità, rispetto a quella dei cazzari citati prima. In nero passi scelti dell'Agenda, in seppia i nostri commenti. Tafanus
[...] L'Italia a testa alta nel mondo Occorre maggiore attenzione alle relazioni con i Paesi in via di sviluppo improntandole alla difesa della pace e alla solidarietà, allo sradicamento della povertà e della insicurezza alimentare. Per ovviare a risorse forzatamente limitate, va rafforzato il coordinamento delle politiche di cooperazione, mettendo a coerenza l'intero sistema di cooperazione italiano (pubblico, privati, territori e società civile) [...]
...forse è per quello che abbiamo continuato ad essere inadempienti, anche sotto il governo Monti, coniferimento ai nostri impegni di aiuti ai paesi del terzo mondo...
La crescita non nasce dal debito pubblico. Finanze pubbliche sane, a tutti i livelli. Si possono anche criticare obblighi europei, ed anche il governo le ha criticate, per certi aspetti, ma bisogna ricordare che esse sono oggi il test della credibilità della politica fiscale seguita dagli Stati che devono rientrare da un debito eccessivo. Bisogna rovesciare la prospettiva e prendere il quadro europeo come lo stimolo a cercare la crescita dove essa è veramente, nelle innovazioni, nella maggiore produttività, nella eliminazione di sprechi. La crescita si può costruire solo su finanze pubbliche sane. Per questo il Paese dovrà continuare l'impegno per il risanamento dei conti pubblici in coerenza con gli obblighi europei in materia di disciplina delle finanze pubbliche, ed in particolare:
-a) attuare in modo rigoroso a partire dal 2013 il principio (di cui al nuovo articolo 81 della nostra Costituzione) del pareggio di bilancio strutturale, cioè al netto degli effetti del ciclo economico sul bilancio stesso;
-b) ridurre lo stock del debito pubblico a un ritmo sostenuto e sufficiente in relazione agli obiettivi concordati (tenuto conto del fatto che, realizzato il pareggio di bilancio e in presenza di un tasso anche modesto di crescita, l'obiettivo di riduzione dello stock del debito sarebbe già automaticamente rispettato);
-c) ridurre a partire dal 2015, lo stock del debito pubblico in misura pari a un ventesimo ogni anno, fino al raggiungimento dell'obiettivo del 60% del prodotto interno lordo;
-d) proseguire le operazioni di valorizzazione/dismissione del patrimonio pubblico, in funzione della riduzione dello stock del debito pubblico (ogni provento deve essere integralmente destinato a questo scopo).
Peccato che:
-a) sul pareggio di bilancio nel 2013 non ci crede più nessuno;
-b) lo stock del debito pubblico è cresciuto megli ultimi dodici mesi sforando i 2.000 miliardi di euro, e toccando il 126% del PIL;
-c) la riduzione del debito pubblico secondo i parametri del fiscal-compact riporterebbe l'Italia allo stato della pastorizia e dell'agricoltura;
-d) sulla dismissione/valorizzazione del patrimonio pubblico, non si può "proseguire" qualcosa che non è mai iniziata. O no?
Riduzione e riequilibrio dei carichi fiscali - L'aggiustamento fiscale compiuto quest'anno a prezzo di tanti sacrifici degli italiani ha impresso una svolta. Con l'avanzo primario raggiunto, il debito è posto su un sentiero di riduzione costante a partire dal prossimo anno. Per questo, se si tiene la rotta, ridurre le tasse diventa possibile. (...ci siamo... meno tasse per tutti...)
Per la prossima legislatura occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante su lavoro e impresa. Questa va comunque perseguita anche trasferendo il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio. Servono meccanismi di misurazione della ricchezza oggettivi e tali da non causare fughe di capitali. In questo modo il fisco diventa strumento per perseguire anche obiettivi di maggiore equità nella distribuzione del peso dell'aggiustamento. Bisogna inoltre realizzare un nuovo Patto tra fisco e contribuenti per un fisco più semplice, più equo e più orientato alla crescita. Seguendo l'impostazione tracciata dalla legge delega in materia fiscale, il cui esame non è stato completato dal Parlamento, occorre riformare il sistema tributario.
TRADUZIONE: quest'anno i sacrifici dei meno abbienti hanno "impresso una svolta"; il debito è sul sentiero di una riduzione costante? Sbagliato. Lo sarà se e quando l'avanzo primario supererà il costo del servizio del debito pubblico. Per ora ne siamo ben lontani. La riduzione delle tasse? nella prossima legislatura ci si impegnerà a ridurle. Dal prossimo anno? No, se e quando le condizioni lo consentiranno. Cioè aria fritta impacchettata. La patrimoniale? si farò. forse, ma solo se ci sarenno "meccanismi di misurazione della ricchezza" (quali?) e sempre che i provvedimenti non dispiacciano ai ceti più abbienti, per non causare la fuga di capitali. Una ragione passpartout sempreverde.
Eliminare gli sprechi, valorizzare gli investimenti produttivi. La spending review lanciata quest'anno ha permesso risparmiare 12 miliardi e ulteriori risparmi saranno conseguiti nel 2013, quando le misure entreranno pienamente a regime. Sono state ridotte le retribuzioni dei manager pubblici e benefit costosi, come le auto blu. L'azione di riduzione dei costi è però solo all'inizio. Cambiamenti strutturali nella spesa, come la riduzione e il taglio di enti e organismi pubblici, richiedono tempo e un approccio sistematico e continuativo. Deve proseguire l'azione di riduzione e riqualificazione della spesa corrente, salvaguardando tuttavia la spesa per investimenti produttivi per le infrastrutture, la ricerca e l'istruzione, motori della crescita. Riqualificare la spesa pubblica significa domandarsi sistematicamente se le voci di bilancio, indipendentemente dalla loro anzianità di iscrizione nei bilanci, hanno ancora senso e sono congrue ai risultati da raggiungere, valutando la loro efficienza ed efficacia. La spending review deve diventare un metodo ordinario per la gestione corretta ed efficiente delle amministrazioni pubbliche, prima fra tutte quella statale.
TRADUZIONE: Abbiamo ridotto le prebende ai managers pubblici. A quanti? di quanto? Non è dato sapere. Abbiamo tagliato le auto blu (questo è un "evergreen): a quanti? quanto abbiamo risparmiato? Deve proseguire la riduzione e la riqualificazione della spesa pubblica (quando è cominciata? in cosa è consistita?) Entro i primi 100 giorni di attività del nuovo governo dovrà essere lanciata una consultazione per identificare le 100 procedure da eliminare o ridurre con priorità assoluta [...] Caspita... qui sembra addirittura si essere con Berlusconi e Renzi messi assieme: due volte il numero magico: CENTO! Qui siamo al record mondiale! Centro procedure eliminate o cambiate in cento giorni. Feriali o sette giorni su sette? Qui si rischia di eguagliare il record di Calderoli, il "Ministro per la Semplificiottificazione", che è riuscito a bruciare 370.000 leggi delle 60.000 esistenti! Vada avanti così, Monti, che va bene...
(Fine 1° puntata - Continua)
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