Sono stato, come tanti, favorevole all'ingresso di Monti nella politica dell'emergenza, e non rinnego la mia opinione di novembre 2011. L'Italia era sotto un forte attacco, e non solo speculativo. La speculazione c'era, eccome... E' solo il caso di ricordare, qui, che poco prima della fine del governo Berlusconi, spesso lo spread italiano superava quello spagnolo, che pure aveva dei fondamentali molto peggiori rispetto a quelli italiani.
Ma la speculazione non nasce mai contro un paese dai fondamentali sani. Quando le leonesse attaccano un branco di animali, non scelgono la preda a caso, ma cercano di isolare dal branco le prede più deboli. E' successo così in Europa, con l'attacco alle piccole prede. Ai "Pigs Countries": Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna. Ma è chiaro che la grande speculazione puntava al bersaglio grosso. All'euro. E per uccidere l'euro non bastava isolare ed uccidere gli animali più piccoli e malati. Si doveva puntare agli animali di taglia grossa, a cominciare da quelli più malaticci. In questo quadro, l'Italia era ovviamente il candidato naturale all'attacco. Fondamentali fra i peggiori al mondo, il governo più ridicolo d'Europa, un ceto politico screditato, ed incapace persino di prendere atto della enormità dei problemi, non potevano che lasciar prevedere quale sarebbe stato il prossimo bersaglio.
L'arrivo di Monti alla guida di un governo tecnico è stato salutato da molti (e anche da noi) con grande gioia; con un senso di liberazione, perchè almeno finiva l'ignominia di un puttaniere alla guida del paese. Nessuno, credo, ha dimenticato le scene di giubilo multi-partisan che abbiamo visto quando Berlusconi è arrivato al Quirinale per rassegnare le dimissioni.
L'arrivo di Monti - prima ancora che fossero noti i membri del governo e il programma, ha funzionato come un defibrillatore. Al buio, perchè non si sapeva cosa avrebbe fatto, né chi avrebbe imbarcato al governo. Ma aveva preso atto - era ora - che la casa bruciava, e aveva messo mano agli idranti. Per spegnere l'incendio, inizialmente al governo è bastato poco. E' bastato che alla guida del governo fosse arrivato un uomo con un ottimo profilo professionale, e un ottimo ricordo di se lasciato in Europa. Ed è bastata la sparizione dell'uomo che aveva imbottito di veline, puttane e telecafone governo, parlamento, europarlamento e consigli regionali.
Poi è iniziato il lavoro di governo. E qui il bilancio complessivo presenta poche macchie di luce, e moltissime zone d'ombra. Sui fatti positivi, ce la caviamo in poche righe: doveva tagliare costi e trovare risorse per allontanare l'Italia dall'orlo del precipizio, e lo ha fatto presto, e pesantemente. Doveva allontanare dall'Italia la vergogna del berlusconismo, e lo ha fatto senza particolare difficoltà o fatica. Per far questo, non serviva una grande inventiva. Togliere la guida del governo a una macchietta alla Ciccio Formaggio, e mettere anche solo una persona di normale cultura e intelligenza, sarebbe stato sufficiente. Monti era ben più di questo. Era il Rettore della Bocconi, l'ex bravissimo commissario UE, e in più era ben visto dai c.d. "poteri forti".
Insomma, in una Europa dominata dalla destra, arrivava al potere un uomo che si è dimostrato più di destra-centro che di centro-destra. Al quale comunque l'Europa ha riservato più lodi di facciata, sorrisi e applausi, che non concessioni reali. Nessuna concessione sulle devastanti clausole imposte a Berlusconi (pareggio di bilancio nel 2013, e il devastante fiscal-compact); nessuna concessione vera sui fondi salva-euro; nessuna concessione su tempi e modi della messa in ordine dei conti.
Fine dei meriti del Governo Monti. Dopo la fase dell'emergenza, dovevano arrivare le fasi dell'equità e della crescita. Non se n'è avvertito neanche l'odore. Il governo partorito da Monti si è rivelato, in pochi mesi, per quello che era: un governo fatto da personaggi in grande maggioranza molto graditi alla destra, con forti rappresentanze dell'establishment economico, con forti presenze "bancarie" (dallo stesso Monti, alla Fornero, a Passera e ad altre figure minori), con alcuni incomprensibili innesti di personaggi che ci hanno messo 5 minuti a dimostrare la loro pochezza. Vedi Clini, che 5 minuti dopo la nomina era già in TV a spiegare che sul nucleare si doveva tornare. Vedi le lacrime di coccodrillo della Fornero (prima delle altre innumerevoli figure di merda - dai ragazzi troppo "choosy" in avanti), quando ancora il suo lato tecnico peggiore - il problema "esodati" - non era emerso in tutta la sua devastante pienezza. Vedi il caso del giovane imbecille Michel Martone, "figlio di" che si permette di dare degli "sfigati" a tutti quelli che non sono laureati a 28 anni (e magari docenti ordinari a 32) per meriti "ereditari" e per comunanza di interessi padre-figlio con tale ministro Brunetta. (leggi qui). E vedi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Malinconico (omen nomen) che Monti è stato costretto a cacciare a meno di due mesi dalla nomina perchè è emerso che aveva preso soldi, sotto forma di vacanze da nababbi, da esimi membri della "cricca" delle grandi opere.
Le norme anti-evasione si sono concentrate in operazioni-spettacolo nelle località alla moda, ma hanno inciso ben poco sulla polpa. L'incrocio dei database fra catasto, agenzia delle entrate, società di servizi (elettricità, gas, telefoni, internet) per scovare i 2.000.000 di case sconosciute al catasto (e quindi al fisco) non è stato neanche avviato. Nessun accordo con i paradisi fiscali per tassazione dei capitali italiani illecitamente esportati all'estero. Equitalia si è esercitata con grandissima severità sui piccoli "insolventi di necessità", meno sui grandi debitori. Coi quali si tratta e si concorda.
Come tutti abbiamo potuto constatare, la fase emergenziale è stata affrontata picchiando sempre e solo sui ceti più deboli: pensionati, reddito fisso, precariato, walfare, cassa integrazione, sanità, incrementi lineari di tasse. Di patrimoniale, neanche a parlarne. La legge anticorruzione varata dalla Severino è tutta da ridere, perchè nel momento in cui non ri-penalizzi il reato del falso in bilancio, non tocchi la corruzione. Il falso in bilancio è la sorgente delle risorse in nero che alimentano la corruzione. E il falso in bilancio è rimasto esattamente ciò a cui lo aveva ridotto il governo Berlusconi attraverso i suoi scherani: una biricchinata.
Il Governo "super-partes" Monti, presentatosi come il governo di un novello Cincinnato, pronto a tornare alla cura del campicello una volta salvata la Patria, man mano che ci si avviava alla fine della legislatura, è gradualmente passato dal "non intendo fare politica dopo la fine del mio madatato a termine", al "se proprio il paese avesse bisogno di me non mi sottrarrei", alla quasi esplicita candidatura alla guida di un'ammucchiata destro-centrista di qualità così scadente che invano abbiamo cercato qualcosa di altrettanto deprimente nel peggio della prima repubblica. Vogliamo riassumere?
Personaggi e interpreti: Pierferdi Casini (leader dei leaderini, portaborse di Forlani, grande eletto e grande elettore di Totò Vasa Vasa Cuffaro, primo partito in Sicilia: teorico-pratico della politica dei due forni); Gianfranco Fini (post-fascista pentito, quello che "Mussolini è stato il più grande statista del XX secolo); Bonanni, capo del sindacato giallo CISL; maggior complice di Berlusconi nel fallimento della trattativa Alitalia - AirFrance, che ora FORSE ingoierà l'Alitalia "a gratis" o quasi. Lo stesso Bonanni che firmava insieme ad Angeletti, con Berlusconi, improbabili "patti per l'Italia" mai applicati. Colui che, sempre con Angeletti, andava a cena in via dell'Anima di nascosto, passando dalla porta sul retro, come un qualsiasi fornitore di mozzarelle); Olivero, ex presidente ACLI, frettolosamente dimessosi per non perdere l'autobus della lista Monti abortita prima di nascere; il difensore dei ceti deboli Montezemolo, il cui partitino è dato intorno al 2/3%; il partitino di Oscar Giannino, dall'ambiziosissimo nome "Fermare il Declino". Traguardo da raggiungere con un consenso dello 0,6%. Una "Lista Monti" mai nata, che comunque sarebbe valsa dal 4 al 6% lordo (cioè preso non "altrove", ma cannibalizzando altri partitini del mucchio. Infine, la Grande Formazione di Cicoria Rutelli, API, che non ho ben capito se sia ancora schierata col Grande Centro, o con la Piccola Sinistra. Ma tanto, a chi frega qualcosa, dato che a furia di fare zig e zag il Partitino Salvelox si è ridotto allo 0,1%? Cioiè a Rutelli e - forse - a Barbara Palombelli?
La conferenza-stampa: L'uomo del Monti ha detto NI
So che non troverò molti d'accordo. La maggior parte dei commentatori è venuta fuori ammirata dalla conferenza-stampa di Monti. Io alquanto meno. Io sono un discendente da un sano ceppo contadino, nel quale si era si, no era no. E quando i miei avi non capivano, diventavano sospettosi. Al netto dalla verve tranquilla di Monti, mago del british-humour, trovo che Monti abbia affermato con estrema chiarezza solo ciò che già sapevamo:
- -a) la irrimediabile rottura e incompatibilità col berlusconismo;
- -b) Monti non si candiderà per un seggio in Parlamento, avendone già uno a vita.
Fine delle asserzioni scontate. Ma ogni sistema informativo ha le conferenze-stampa che si merita. A domande cretine, risposte facili e nulladicenti. Oggi abbiamo la prima mondiale di un candidato-agenda. A NESSUNO, ma proprio a NESSUNO, che sia venuto in mente di fare l'unica domanda che stava a cuore a tutti noi: "si candida"? "con chi si candida"? si-si, no-no. Domande a risposte chiuse. Non ne è arrivata una.
E così abbiamo la prima mondiale che insieme alla candidatura della destra populista di Berlusconi, Maroni e Storace, e a quella del centro-sinistra, c'è la candidatura di un'agenda. Cosa ci sia nell'agenda Monti non ha spiegato. Cosa ci sia nell'agenda, a nessuno è venuto in mente di chiedere. Siamo al doroteismo travestito da tecnicismo. Monti appoggerà (come, non è dato sapere) chi sposerà un'agenda, di cui nessuno conosce il contenuto. E chi è che si è dichiarato fin qui disposto ad "appoggiare l'agenda Monti" senza neanche sapere cosa ci sia scritto? Ma è evidente! l'unico imbecille politico che si sia sempre dichiarato a favore del montismo, a prescindere. Il Devoto della Madonna dal Velo Azzurro. E del "Montismno A Prescindere". Ho come un'impressione che questo imbecille abbia sbagliato cavallo. Anzi, Agenda.
E allora, in attesa di avere sul tavolo L'Agenda, e di valutarla, non possiamo che fare delle ipotesi. L'Agenda contiene tutte le cose che erano già nell'Agenda dell'anno scorso, e che in gran parte sono rimaste inattuate: l'abolizione delle province, l'accorpamento dei comuni, la riduzione del numero dei parlamentari, dei consiglieri d'amministrazione delle aziende pubbliche e miste, le liberalizzazioni delle professioni e delle attività economiche, l'equità, le politiche per lo sviluppo, la difesa del territorio, l'edilizia carceraria, la messa in sicurezza del territorio, le politiche per lo sviluppo dell'occupazione principalmente giovanile e femminile, la lotta all'evasione, la lotta alla corruzione, lo sviluppo della ricerca, e via agendando...
Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: perchè in 13 mesi, con la forza che gli derivava dall'essere a capo di un governo emergenziale di grande coalizione - e quindi con un potere enorme in mano, il governo Monti non ha condotto in porto praticamente NULLA di quanto era in agenda? Per dire... la legge anticorruzione non si tratta, si impone. Si chiede la fiducia. Chi è contro la reintroduzione del falso in bilancio doveva essere denudato in un pubblico dibattito sulla fiducia. Doveva essere costretto a dichiararlo il Parlamento, apertis verbis. Invece si è preferita la strada del galleggiamento. Della sopravvivenza senza costrutto. Quindi in tredici mesi il governo Monti ha fatto solo ciò che ha fatto nei primi tre mesi. Poi, è entrato in coma legislativo.
Ci risulta quindi difficile capire come pensi di portare avanti la sua "agenda" (che crediamo di conoscere benissimo, anche se non ce l'ha mostrata) con un centrino composto da squalificati rappresentanti della prima repubblica, da sindacalisti gialli, da industriali che hanno "campato la vita" passando da un incentivo statale all'altro, e col supporto esplicito (e la simpatia ricambiata) di un padrone delle ferriere come Marpionne, e di cardinaloni alla Bertone e alla Bagnasco.
L'uomo del Monti ha detto si, ma noi diciamo un netto NO a questo Uomo del Monti, e ai suoi casini di contorno. Ora si voti alla svelta, e si voti con la testa, e non con la pancia. E governi chi vince, e non chi esibisce nell'inverno 2012, l'agenda dell'autunno 2011.
Tafanus
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