Aspettavamo con ansia la verifica dei sondaggi su quella che veniva spacciata come l'inarrestabile marcia della "Lista Rotary" (copyright: Nichi Vendola). Ora finalmente esce qualcosa. Primi sintomi. Merito a Giornalettismo per aver messo insieme qualche dato. No, Monti non è l'uragano Mitch. E' una pioggerellina. E anche noi "vediamo una lucina" oltre le nuvole. Speriamo che questa lucina la veda anche Bersani, e che inizi a comportarsi di conseguenza.
Sondaggi, la bufala di Monti al 20% - Secondo alcune voci 1 italiano su 5 sarebbe disposto a votare le liste a sostegno del Professore. I numeri dicono altro (di Donato De Sena)
Da qualche settimana girano voci che attribuiscono alla coalizione di centro a sostegno di Mario Monti, o anche solo alla lista unica del Senato ispirata al premier, un consenso del 20%. E’ una bufala. Nessuno degli istituti di sondaggi che stanno regolarmente monitorando le intenzioni di voto degli italiani, infatti, ha finora messo nero su bianco una cifra così elevata per i reduci del terzo polo e il simbolo del Professore.
PIEPOLI: PROF AL 12% – Le rilevazioni che stimano la quota di consenso dei partiti e dei movimenti che si presenteranno alle elezioni politiche del 24 febbraio attribuiscono, per la precisione, alla coalizione Monti un consenso che si aggira mediamente tra il 10 e il 15%. L’ultimo sondaggio che conferma questo dato è quello realizzato dall’Istituto Piepoli, pubblicato oggi su Affaritaliani, che assegna al ragguppamento composto da Udc, finiani di Futuro e Libertà, lista Montezemolo e montiani uniti sotto un solo simbolo il 12% dei voti.
MONTEZEMOLO NON DECOLLA – Sono leggermente più incoraggianti per Monti le cifre diffuse il 27 dicembre da Ipr Marketing (sondaggio effettuato per il Tg3). Il partito di Casini viene stimato al 3,5%, Fli al 2,5, la lista del Professore al 10%. Il totale fa 16 e rappresenta il valore più alto stimato nelle intenzioni di voto alle liste montiane. Il sondaggio realizzato tra il 14 e il 17 dicembre da SpinCon per il quotidiano L’Opinione ferma su un livello basso, e quantifica il consenso dell’Udc al 4,2%. Fli viene indicato allo 0,9%, la Lista Montezemolo all’1,6%.
LISTA UNITARIA MAI OLTRE IL 15,6% – Come Piepoli anche Swg ha chiesto agli elettori quanti di loro sarebbero disposti oggi a votare una lista Monti unitaria. Dai dati dell’istituto triestino raccolti per la trasmissione di Raitre Agorà (sondaggio del 18-19 dicembre) emerge che, se si andasse al voto oggi, sceglierebbero una lista Monti alternativa agli altri partiti di destra e di sinistra il 15,6% dei votanti. Secondo Ispo ricerche di Renato Mannheimer (sondaggio del 12-13 dicembre per Porta a Porta) il simbolo del Professore oscilla invece tra l’11 e il 15% di consenso, e raccoglierebbe dunque più voti dei partiti in corsa separata (scenario previsto anche da Swg). Per Swg Udc, Fli e lista promossa da Montezemolo valgono, divisi, il 9,4%. Per Ispo solo l’8%.
FLI AL 2% – Per il Cise, Centro Italiano Studi Elettorali, Udc, Fli e movimento Montezemolo-Riccardi otterrebbero alle urne rispettivamente (sondaggio del 22-28 dicembre per il Sole24Ore) il 6,4, l’1,8 e il 3%. Complessivamente alla Camera, quindi, la coalizione di Monti arriverebbe all’11,2%. Euromedia research di Alessandra Ghisleri (sondaggio realizzato tra il 14 e il 17 dicembre) stima Udc, Fli e la lista Italia civica per Monti al 4, al 2 e al 3,7% (totale: 9,7%). Lorien consulting con la rilevazione del 15-17 dicembre valuta il partito di Casini al 4,5%, quello di Fini all’1,9, Italia Futura al 2% e una ipotetica Lista per l’Italia all’1,8. Totale: 10,2%. Per Emg (sondaggio per il Tg di La7) l’Udc vale il 4,4%, i finiani il 2,5, la lista Montezemolo il 3. Arrivando complessivamente al 9,9%. Ipsos (rilevazioni per Ballarò) ha segnalato per i partiti di centro un consenso che non supera il 10,6%. Demopolis (interviste per Milano Finanza), infine, è arrivata al 12%, indicando l’Udc al 6,1% e la lista Montezemolo al 4. Anche in questo caso numeri troppo bassi per parlare di 20%.
Per Monti sarà débacle anche al Senato (Fonte: Giornalettismo)
La rottura tra Lega Nord e Pdl rende più agevole la strada di Pier Luigi Bersani e del suo centrosinistra verso il successo alle prossime elezioni politiche. Lo dicono gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani. Ma lo dicono anche le quote dei bookmaker inglesi che accettano scommesse sul nostro prossimo presidente del Consiglio.
SENATO DECISIVO – La partita decisiva, si sa, si gioca al Senato. In particolare nelle marcoregioni del Nord: Lombardia e Veneto. Una sconfitta di Partito Democratico e Sel in quella fetta di Paese può consegnare al centrosinistra una maggioranza risicata a Palazzo Madama. Una vittoria, invece, frutterebbe una margine sufficientemente ampio per governare senza il supporto del nuovo polo centristra che vuole trattenere Mario Monti a Palazzo Chigi. La frattura del vecchio centrodestra berlusconiano aumenta a dismisura le chance del Pd di ottenere più voti di ogni altra coalizione, condizione necessaria e sufficiente per conquistare il premio di maggioranza regionale del 55% dei seggi. Il Porcellum prevede che al Senato allo schieramento più grande vengano attribuiti 27 seggi in Lombardia e 14 in Veneto contro, rispettivamente, i 22 e i 10 destinati ai partiti di opposizione.

PD AVANTI NEL NORD EST – Secondo un sondaggio pubblicato la scorsa settimana da Lorien Consulting relativo alle intenzioni di voto alle prossime Politiche, in Veneto il Pdl in caduta libera vanta oggi un consenso che si aggira intorno al 12%, la Lega si ferma al 16%, e il Pd vanta il 28-30%. Il Movimento 5 Stelle, secondo la stessa rilevazione, se si andasse al voto oggi incasserebbe invece il 18-19% dei voti, circa 6 punti più in alto di un’ipotetica Lista per l’Italia dei moderati a sostegno di Monti. I dati provenienti dal nord Est confermano, dunque, che il crollo di consensi del centrodestra è più forte nelle aree dove Berlusconi e il Pdl negli anni scorsi hanno ottenuto i risultati migliori. Nel 2008 al Senato in Veneto il partito di Berlusconi aveva conquistato il 28,3% dei voti, il Carroccio il 26,1%. Pd e Idv, insieme, non erano andati oltre il 31,6%.
SOLO SICILIA INCERTA - Anche una stima pubblicata nei giorni scorsi sul Corriere della Sera evidenzia come, nel caso di corsa separata di Pdl e Lega Nord, il centrodestra rischia seriamente il cappotto nelle regioni storicamente più sicure. Senza alleanza tra Berlusconi e Carroccio, nell’analisi di via Solferino, l’unica regione incerta diventa la Sicilia governata da Rosario Crocetta, sostenuto alle recenti elezioni da Pd e Udc.
BOOKMAKER, BERSANI A 1,33 – Danno ampie chances di vittoria a Bersani anche le società di scommesse straniere. StanJames quota la salita a Palazzo Chigi del leader Pd a 1,50 (scommettendo un euro si vince un euro e 50 centesimi). Il successo di Monti è quotato invece a 3,75. La vittoria di Berlusconi può valere 5,5 volte la posta. Grillo è segnalato a 15,00. Ladrokes quota Bersani a 1,33, Monti a 4,00, Berlusconi a 7,00, Grillo a 21,00.
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