Undicimila euro di vestiti mai pagati: ingiunzione di pagamento per la Senatrice berlusclona Paola Pelino
La senatrice Pdl si era fatta consegnare gli abiti in albergo, ma non ha mai saldato il conto. Ora è arrivata una prima sentenza (su cui pende un ricorso) che dice che dovrà pagare. Lei si difende: "Ma non mi hanno mai fatto lo scontrino" (Repubblica.it)
PESCARA - La senatrice del Pdl Paola
Pelino ha comprato 11 mila euro di abiti firmati in una boutique, ma non
li ha mai pagati. Ed ora è stata condannata a saldare il dovuto, con
tanto di spese legali. "Se li fece consegnare in albergo, assicurando
che poi sarebbe passata per il saldo", raccontano i titolari del negozio
by Gabrielli di Pescara che da tre anni rincorrono la Pelino per farsi pagare.
Prima
i solleciti telefonici, poi le lettere dell'avvocato. Infine la causa
in tribunale. Ora c'è una sentenza di primo grado che condanna la
senatrice eletta in Abruzzo nelle fila del partito di Berlusconi a
saldare il conto. Una sentenza provvisoriamente esecutiva, con tanto
d'ingiunzione in Parlamento che le ha creato non pochi imbarazzi nel suo
primo giorno a palazzo Madama.
Non solo, la vicenda imbarazza
anche il gruppo imprenditoriale di famiglia dell'onorevole, l'azienda di
confetti Pelino di Sulmona (nota in tutto il mondo).
Senatrice, come mai non ha saldato quel conto?
Guardi, è tutta una montatura dei giornali di sinistra e dei miei avversari politici in Abruzzo (...e te pareva...)
Ma c'è una sentenza...
Mi risulta che il mio avvocato abbia presentato ricorso in appello in quanto quel negozio non mi ha mai rilasciato lo scontrino.
Il
negozio replica sostenendo che "le vendite alla senatrice sono avvenute
in ossequio alla disciplina tributaria" e che lei solo oggi parla di
mancata emissione degli scontrini fiscali, mentre nulla aveva mai
eccepito a riguardo, nonostante i diversi solleciti che le erano stati
avanzati "tutti ampiamente documentabili" sostengono.
Saprò replicare nella sede dovuta.
Quei vestiti però lei li ha presi. Perché non li ha pagati?
Ma questo cos'è, un interrogatorio? Che domande sono...
L'Espresso racconta che nella vicenda è rimasto coinvolto anche il senatore Gaetano Quagliariello.
Lasciate
fuori da questa storia Quagliariello, non c'entra proprio nulla. E'
stato tirato in ballo solo perché il giorno dell'inaugurazione del suo
comitato elettorale a Pescara, la titolare del negozio mi è venuta
incontro inveendo. Non l'aveva nemmeno riconosciuta.
Eppure
i legali della boutique hanno dichiarato in un comunicato che il
senatore Quagliariello si è recato nel negozio nel periodo
pre-elettorale auspicando una composizione bonaria della vicenda.
Io sono una persona trasparente... Adesso però basta, dovete parlare con il mio avvocato.
Due domande piccole piccole alla caramellaia di Pescara:
- Se la boutique di Pescara si è rifiutata di rilasciarle lo scontrino fiscale, lei non aveva non solo il diritto, ma addirittura l'obbligo legale e morale di pretenderlo?
- Senatrice, che c'entra il mancato pagamento del debito col cavillo - tutto da dimostrare - dello scontrino? Intanto lei doveva pagare, perchè i vestitini li ha presi, vero? Poi, caso mai, avrebbe potuto emettere autofattura, e correre al più vicino ufficio della Guardia di Finanza. O no?
Senatrice: lei non è una "persona trasparente". Lei è una persona "impermeabile": alle figure di merda. Tafanus
(Credits: articolo segnalato da Annarosa)
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