Parafrasando Fiorella Mannoia: "...come si cambia, per non morire...". La filofascista capogruppo grillina alla Camera (quella che il fascismo ha fatto tante cose buone), di cui ci siamo largamente occupati, nel 2009 non adorava Saibaba. Ora è diverso. Sono arrivati i 14.000 euri al mese, e forse arriverà anche la "bicicletta blu" (sei cilindri, 2500 cc)
Roberta Lombardi, la pentastellata tifosa di Casapound
«Grillo è supponente» e «il suo metodo mi fa schifo». Parola della Capogruppo a 5 Stelle Roberta Lombardi
La ricostruzione della vicenda, corredata da diverso materiale documentale, è pubblicata sul sito della rivista "Vanity Fair" - Questo l'articolo di "Vanity Fair" (di Francesco Oggiono - Vanity Fair)
«Grillo è supponente», «il
suo metodo mi fa schifo», «il Movimento nasce monco». A scriverlo
quattro anni fa era l'attuale portavoce alla Camera del Movimento 5
Stelle, Roberta Lombardi. La prima ad ammetterlo del
resto è lei, quando onestamente dice che sì, anni fa si lamentava per la
scarsa democrazia interna al Movimento. Ma poi ha visto soddisfatte le
sue lamentele e ha deciso di proseguire nell'impegno con tutta se
stessa. Era in prima fila, allora, promotrice e portavoce di un
documento congiunto con cui gli attivisti dei Meetup chiedevano a «Beppe» di dar vita a un «vero» movimento democratico.
LA NASCITA DEL MOVIMENTO - La
proposta nasce alla fine del settembre 2009. I «grillini» che si
battono all'interno delle realtà locali italiane hanno già organizzato i
V-Day e partecipato con le liste civiche certificate
da Beppe Grillo alle comunali del 2008 e del 2009 in pochissimi comuni,
tra cui Roma. Nella capitale, sede degli attivisti tra i più combattivi,
molti sono già rimasti di sasso a marzo, quando si sono visti calare
dall'alto la Carta di Firenze (una sorta di programma
cui bisogna ispirarsi).
Adesso rimangono ancora più allibiti quando
sentono Grillo che annuncia di aver affittato il Teatro Smeraldo per il 4
ottobre 2009, giorno in cui presenterà un nuovo movimento: il Movimento
5 Stelle. Non ne sapevano nulla, non ne hanno neanche discusso. Roberta
Lombardi, che da anni si batte nella capitale, è una
delle più deluse e in una discussione su un Meetup chiede
provocatoriamente: «Ma noi grillini siamo invitati?».
LA PROTESTA - La
discussione si infuoca. In molti chiedono più chiarezza e trasparenza a
Beppe e allo staff Casaleggio Associati. E gli attivisti romani
scoprono presto che anche gli altri Meetup si stanno facendo le stesse
domande. Così iniziano a scambiarsi opinioni. Una
delle coordinatrici della protesta è la stessa Lombardi, che propone
agli altri di scrivere un documento e di leggerlo sul palco del Teatro
Smeraldo, prima della presentazione ufficiale del Movimento.
IL DOCUMENTO - «Sapete,
visto che sono quasi 3 anni che lavoro gratis per sta gente, vorrei
sapere come pensano di costruire questo progetto, per decidere con
cognizione di causa se fare da manovalanza o meno», scrive. Intervento dopo intervento, il documento prende forma e viene approvato (QUI).
In esso i ragazzi chiedono la costruzione di «un movimento realmente
democratico fondato sull’etica e non sulla sola opportunità di prender
parte a gare elettorali tramite l’aiutino del personaggio testimonial di
turno», dove «non ci siano “guru”», ma dove possano emergere «leadership naturali».
I FIRMATARI - Alla
fine i ragazzi chiedono a Grillo di rispondere su tre punti: «la
creazione di uno statuto», la definizione di «ruoli e competenze per la
gestione delle risorse» e «la modalità di selezione dei candidati che
si deve ispirare al modello delle primarie vere». Tra i firmatari anche
gli attuali parlamentari del Movimento Alfonso Bonafede e Maurizio Buccarella e il sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
I due ragazzi «portavoce» che dovranno leggere il documento al Teatro
Smeraldo sono Peppe Carpentieri, attivista di Pescara, e Roberta
Lombardi.
LA LOMBARDI NON SALE SUL PALCO - Stando a quanto dicono loro, Grillo ha assicurato la massima visibilità. Ma il 4 ottobre qualcosa
va storto e alla fine i due non vengono fatti salire sul palco. Finita
la presentazione, i ragazzi vanno a chiedere spiegazioni a Grillo
dietro le quinte. Il comico all'inizio sembra sinceramente confuso, non
ha letto il documento. Poi contrattacca: «Questo non era il congresso di un partito
[...] Ognuno non poteva portare la propria idea». «Non posso leggere
tutto quello che mi inviate». Accusa gli attivisti romani di voler
creare una struttura partitica («Volete fare delegati provinciali,
referenti... »), un'eresia per un Movimento che vuole fare dell'Ognuno
vale uno il suo slogan. Le stesse accuse che in futuro verranno
formulate nei confronti dell'attivista Valentino Tavolazzi per espellerlo.
«VOLEVO ANDARMENE... » - I
ragazzi ci rimangono male. Una delle più furiose è proprio Roberta
Lombardi, che corre a sfogarsi sul Meetup: «Vi assicuro che ieri, dopo
che Grillo mi ha apostrofato prima dell'inizio dello spettacolo con "Dov'è quella ragazza che vuole leggere quella cosa?",
mi sono sentita come una bambina che smania per leggere la poesia di
Natale per compiacere i parenti riuniti», scrive. «Fosse stato per me,
che sono una donna adulta, che difendo dalla supponenza del primo
comico arrivato, avrei alzato i tacchi e me ne sarei andata» (...già... chissà cosa le ha impedito di "alzare i tacchi" ed andarsene... NdR)
«IL METODO DI GRILLO MI FA SCHIFO» - Adora
il Movimento, adora il progetto politico di Grillo, ma crede che il
progetto nasca «monco», anziche essere «il nostro progetto di vita per i
prossimi anni». E' sconfortata, si dice sicura che «Grillo non si spenderà per noi», ed è quasi sul punto di lasciare: «Preferisco andare a portare le mie idee in un contesto più umile di questo». Fino alla sberla finale del 4 novembre: «Ho capito che a me di Grillo piace il programma, ma il metodo con cui si sta muovendo mi fa decisamente schifo».
Lo definisce «un capo che a parole dice che non è un capo e che nei
fatti prende e decide per me. Il che mi potrebbe anche stare bene, ma
io ho un certo problemino con me stessa che si chiama coerenza» (...come i fatti successivi si sono occupati di dimostrare... NdR)
«FAVIA? UN CAZZONCELLO» - Passata
la rabbia però, la Lombardi continuerà con l'impegno politico e
ammetterà sul blog di aver scritto quella lettera, per poi precisare che
Grillo ha risposto con i fatti a quei tre punti. Ci ritornerà nel
2012, quando sul blog si scaglierà contro Giovanni Favia, definito «un cazzoncello con la verità in tasca».
Il consigliere emiliano poi espulso era finito sui giornali per un fuorionda in cui criticava la democrazia interna al Movimento 5 Stelle. Proprio come aveva fatto, ma esplicitamente, la Lombardi quattro anni prima.
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