Il confronto vis-à-vis dei ministri di Letta è fatto non già con l'inutile governo Monti, ma col precedente Berlusconi IV. Questo post sarà aggiornato periodicamente.
FILIPPO PATRONI GRIFFI (sottosegretario alla presidenza del Consiglio)
- Nato a Napoli nel 1955, ex presidente di Sezione del Consiglio di
Stato, è il ministro uscente alla Pubblica Amministrazione. E’ stato
magistrato ordinario e referendario di Tribunale amministrativo
regionale. Tra gli incarichi istituzionali ricoperti: segretario
generale del Garante per la Privacy; capo di gabinetto della Funzione
pubblica con il Ministro Brunetta; Capo del Dipartimento affari
giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio nel Governo
Prodi; capo dell’ufficio legislativo della Funzione pubblica con i
Ministri Cassese, Frattini, Motzo, Bassanini; capo di gabinetto del
Ministro per le riforme istituzionali Amato; Capo del Nucleo per la
semplificazione delle norme e delle procedure. Autore di studi in
materia di diritto e processo amministrativo, di organizzazione e di
lavoro pubblico, è componente del comitato scientifico di riviste
giuridiche ed è stato relatore per il Consiglio di Stato italiano in
numerosi incontri internazionali tra Consigli di Stato e Corti
amministrative supreme.
PRIMA C'ERA Gianni Letta, detto "lo zio". Nasce come redattore del "Tempo", giornale di destra. In politica "inventato" da Silvio Berlusconi, di cui è sempre stato "consigliori". Dal 18 giugno 2007 Letta è membro dell'advisory board di Goldman Sachs con compiti di consulenza strategica per le opportunità di sviluppo degli affari, con focus particolare sull'Italia.
Procedimenti e indagini giudiziarie - Nel 1993, come vicepresidente della Fininvest Comunicazioni, venne interrogato dal magistrato Antonio Di Pietro e ammise che nel 1988 l'allora segretario del PSDI, Antonio Cariglia, lo contattò alla vigilia delle elezioni europee per avere più spazio sulle reti della Fininvest e per avere dei contributi per il partito; Letta confermò di avere versato al PSDI una somma, forse di una settantina di milioni.
FABRIZIO SACCOMANNI (Economia e Finanze) -
Nato a Roma nel 1942. Economista di fama internazionale, Saccomanni è
il direttore generale della Banca d’Italia dal 2 ottobre 2006.. Ha
lavorato per 5 anni al Fondo Monetario Internazionale. Laureato alla
Bocconi, è supplente del governatore nel consiglio direttivo della Banca
Centrale Europea. Per tre anni (2003-2006) è stato vice presidente
della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo a
Londra. Saccomanni, sul piano più strettamente umano, è noto anche per
essere un personaggio molto pacato e che possiede il pregio di saper
spiegare con parole estremamente semplici le dinamiche oltremodo
complesse della finanza internazionale e dei mercati monetari.
PRIMA C'ERA il divino Giulio Tremonti - A partire dagli anni ottanta si avvicina alla politica. Comincia a collaborare per il Corriere della Sera chiamato dal piduista Piero Ostellino. Candidato nelle liste del PSI alle politiche del 1987 in quanto vicino a Gianni De Michelis. Per un breve periodo, negli anni novanta, ha fatto parte di Alleanza Democratica, e poi del movimento politico fondato da Mario Segni, il Patto Segni, con il quale venne eletto deputato nel 1994. Appena eletto, Tremonti passò, attraverso la Federazione Liberaldemocratica, a Forza Italia e votò la fiducia al primo governo Berlusconi, nel quale divenne Ministro delle Finanze . (Diventa così il primo ribaltonista della seconda repubblica). Rieletto alla Camera dei deputati nel 1996 e nel 2001 nelle listedi Forza Italia, fu chiamato nel secondo governo Berlusconi alla guida del neonato Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Dopo più di tre anni nell'incarico fu costretto alle dimissioni il 3 luglio 2004: in quel periodo la maggioranza dell'epoca andò incontro ad un periodo di crisi, dovuta alle forti divergenze in materia di economia con Gianfranco Fini, allora vice Presidente del Consiglio. La disputa raggiunse toni elevati, al punto che Fini denunciò dei "conti truccati" nella legge finanziaria del 2003, relativi alla differenza di due miliardi di euro fra manovra annunciata e riduzioni effettivamente ottenute, che Tremonti addusse a ragioni contabili. Alla fine, rassegnò le dimissioni.
Tremonti si è distinto anche per aver proclamato per anni che la crisi in Italia non c'era, rivendicando di aver messo i conti (truccati) in sicurezza, e arrivando a dire che l'Italia era il paese coi conti pubblici più solidi d'Europa. Sappiamo come è andata a finire. Si è anche distinto per aver concesso in uso gratuito alla sorella, pittrice, immobili della GdF affinchè potesse organizzare mostre personali di pittura.
E' tornato dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011, esattamente due anni dopo, al vertice del ministero economico per la quarta volta con il Governo Berlusconi IV. Il 6 ottobre 2012, a Riccione fonda il movimento "3L" (Lista Lavoro e Libertà per la Patria), in netta opposizione con il Governo Monti. Il movimento raggiunge in dicembre un accordo elettorale con la Lega Nord per le Politiche 2013 e per le regionali in Lombardia.
ANGELINO ALFANO (Interni)
– Il segretario del Pdl è nato ad Agrigento nel 1970. Laureato alla
Cattolica di Milano, è avvocato e giornalista pubblicista dal 1989
avendo collaborato con numerose testate regionali e nazionali. Nel 1994
viene eletto consigliere provinciale nel collegio di Agrigento, svolge
la funzione di Presidente della commissione affari generali ed è il
coordinatore del “Polo delle Libertà” in consiglio. Nel 1996 è eletto
deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, è il più giovane componente.
Presiede il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars dal 1998 al
2001. Nel 2001 è eletto deputato al Parlamento nella Sicilia
occidentale, nella lista di Forza Italia. Nel febbraio del 2005 viene
nominato coordinatore regionale di Forza Italia per la Sicilia, incarico
dal quale si dimette il 7 maggio 2008. Viene, nello stesso anno,
rieletto deputato con il Pdl. Il 7 maggio 2008 è nominato ministro della
Giustizia. E’ il più giovane ministro della Giustizia nella storia
della Repubblica. Eletto segretario politico del Pdl nel 2011 lascia
l’incarico di Guardasigilli.
PRIMA C'ERA ROBERTO MARONI - Tastierista e suonatore di tamburello coi "Distretto 51"
Nel 1971, Roberto Maroni milita in un gruppo marxista-leninista di Varese; fino al 1979 frequenta il movimento d'estrema sinistra Democrazia Proletaria. L'inizio dell'attività politica. Nel 1979 Roberto Maroni conosce Umberto Bossi, e tra i due inizia una collaborazione politica. Laureatosi in giurisprudenza, Maroni si reca a L'Aquila in Abruzzo per sostenere l'esame di stato da procuratore. Lavora quindi per diverse società, e in nparticolare nell'ufficio legale del Banco Ambrosiano del piduista Roberto Calvi. Dal 2007 al 2011 è il secondo Presidente del Parlamento del Nord. In precedenza ricopre anche l'incarico di "primo ministro della Padania" succedendo a Francesco Speroni.
È deputato dal 1992. È stato Ministro dell'Interno e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, per otto mesi, nel 1994, sotto il primo governo Berlusconi. In quei mesi, si è distinto per la polemica instaurata in merito al "decreto Biondi" sull'abolizione della custodia cautelare, che ha suscitato numerose polemiche perché è servita a far uscire di prigione i corrotti di Tangentopoli e a proteggere certe categorie economiche privilegiate. Firmato da Maroni stesso, oltre che dal ministro della Giustizia Alfredo Biondi, il Ministro dell'Interno Maroni, il giorno successivo accusa di essere stato imbrogliato e di non aver compreso realmente l'entità del provvedimento: "Faccio autocritica perché il governo ha dato l'impressione di voler proteggere alcuni amici (primo caso della lunga serie di "a mia insaputa. NdR)
Il 12 agosto 1996 il Procuratore della Repubblica di Verona Guido Papalia avviò delle indagini sulla Guardia Nazionale Padana, sospettata di essere un'organizzazione paramilitare, tesa ad attentare all'unità dello Stato (reato previsto dagli articoli 241 e 283 del Codice penale.
Resistenza a pubblico ufficiale - Il 16 settembre 1998 Roberto Maroni fu condannato in primo grado. La Corte di appello di Milano il 19 dicembre 2001 ha confermato la decisione di primo grado riducendo la pena a 4 mesi e 20 giorni perché nel frattempo il reato di oltraggio era stato abrogato. La Cassazione nel 2004 ha poi confermato la condanna commutandola però in una pena pecuniaria di 5.320 euro[. Per la Suprema Corte «la resistenza» di Maroni e degli altri leghisti «non risultava motivata da valori etici, mentre la provocazione era esclusa dal fatto che non si era in presenza di un comportamento oggettivamente ingiusto ad opera dei pubblici ufficiali». In modo particolare gli atti compiuti da Maroni sono stati ritenuti «inspiegabili episodi di resistenza attiva (...) e proprio per questo del tutto ingiustificabili»[.
Il 7 maggio 2008 Silvio Berlusconi gli ha affidato l'incarico di Ministro dell'Interno. La sua proposta di prendere le impronte digitali a chi non fosse in grado di documentare la propria identità, con particolare attenzione ai bambini rom, viene da lui definita "Un provvedimento atto a tutelare i minori stessi, obbligati dai genitori ad andare a rubare o mendicare", mentre gli oppositori la definiscono "Un atto xenofobo e razzista, che costringe i bambini a pagare per colpe non loro".
Per mobbing avvenuto al Ministero dell'Interno quando lui era ministro, il Ministero è stato condannato in primo grado a pagare € 91.000 di danni per aver danneggiato un lavoratore. (sentenza 16654 del 16/10/2012).
Condanna della Corte europea dei diritti umani sui respingimenti in mare - La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia, quando era sotto il controllo dell'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni, per aver respinto verso la Libia, fuggiaschi libici, somali ed eritrei. È stato violato due volte l'articolo 3, della Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo, che proibisce trattamenti inumani e degradanti, perché i ricorrenti sono stati esposti al rischio di maltrattamenti in Libia e di rimpatrio in Somalia ed Eritrea. È stata riscontrata anche una 'violazione dell'articolo 4, che si riferisce al divieto delle espulsioni collettive. A 35 miglia a Sud di Lampedusa, il 6 maggio 2009, circa 200 persone (comprese donne e bambini) di origine somala ed Eritrea, viaggiavano in acque internazionali, per sfuggire le persecuzioni nel proprio paese. Le autorità italiane intercettarono il gommone e dopo avere trasferito i profughi a bordo di un'imbarcazione italiana le condussero in Libia. Di questi esuli, 24 furono ritrovati e hanno portato la loro denuncia al tribunale europeo dei diritti umani.
La procura di Monza, nel febbraio 2013, ha avviato un’inchiesta sulle firme a sostegno della lista di Roberto Maroni. Al riguardo è stato iscritto nel registro degli indagati un consigliere provinciale della Lega Nord, il quale è accusato di avere falsamente autenticato circa 900 firme
EMMA BONINO (Esteri)
– Nata a Bra nel 1948, laureata alla Bocconi. Entra in politica
giovanissima e nel 1976, a 28 anni, viene eletta alla Camera con il
Partito Radicale. Tre anni viene eletta al Parlamento europeo. Nel 1989
diviene presidente del Partito Radicale Transnazionale, carica che
ricopre fino al 1993. Da sottolineare come nel 1991 la Camera dei
Deputati italiana approva una mozione a sua prima firma che impegna il
governo a impedire la proliferazione delle armi convenzionali e in
particolare delle mine antiuomo. Nel 1993, anno in cui incontra per la
prima volta il Dalai Lama, Bonino assume la carica di segretario del
Partito Radicale, mentre nel 1994 è eletta in Parlamento con il Polo
delle Libertà E’ invece del gennaio 1995 la nomina a Commissario europeo
per gli aiuti umanitari, la politica dei consumatori e la pesca, su
indicazione del governo guidato da Silvio Berlusconi. A distanza di due
giorni dall’insediamento, vola nella ex Jugoslavia, denunciando
l’impotenza dell’Europa e il disinteresse dell’Onu rispetto alla
cronicizzazione della guerra nei Balcani e alla pulizia etnica in corso.
Bonino lascerà l’incarico nel 1999. Nello stesso anno ha partecipato
alle elezioni europee con una lista che portava il suo nome ottenendo
l’8,5% dei voti e diventando la quarta forza politica nazionale.
Risultato non replicato alle politiche del 2001. Tornerà in Parlamento
nel 2006 quando si candiderà con la lista della Rosa nel Pugno, un
partito nato dall’unione di Radicali Italiani e Socialisti Democratici
Italiani. Lo stesso anno viene nominata ministro delle Politiche Europee
e del Commercio internazionale del governo Prodi II. Capolista del Pd
in Piemonte alle politiche del 2008, viene eletta al Senato di cui sarà
vicepresidente. E’ invece del 2010 il tentativo di conquistare la
Regione Lazio, ma è stata sconfitta dalla Polverini.
PRIMA C'ERA FRANCO FRATTINI, ex craxiano. Si distinse per essere rimasto in vacanza alle Maldive mentre infuriava una grave crisi internazionale, e per aver taciuto per ore della uccisione di italiani in Iraq (di cui era al corrente) per poter continuare la sua comparsata da Bruno Vespa.
ANNA MARIA CANCELLIERI (Giustizia)
– E’ nata a Roma nel 1943, già ministro dell’Interno nel governo
Monti, è prefetto dal 1993. Nata in una famiglia di emigrati italiani in
Libia, appena diplomata è entrata alla Presidenza del Consiglio grazie a
un concorso. Nel 1972 è entrata nell’amministrazione del ministero
dell’Interno. Viene nominata prefetto il 1 settembre 1993. Nel 1994 è
commissario straordinario a Parma. E’ stata prefetto di Vicenza,
Bergamo, Brescia, Catania, Genova, Parma e Bologna. A Bologna, in soli
20 giorni ottiene ciò che tre giunte non erano riuscite ad ottenere: lo
sblocco dell’iter per la costruzione della metropolitana bolognese. A
Catania si segnala per la gestione del delicato periodo che seguì
l’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti nel 2007. Dal 2010
al 2011 è stata nominata commissario prefettizio a Bologna dopo lo
scandalo che travolse il sindaco Flavio Delbono, fino alle nuove
elezioni. Dal 20 ottobre 2011 è stata nuovamente commissario prefettizio
a Parma in seguito alle dimissioni del sindaco Pietro Vignali, ma è
rimasta meno di un mese, fino alla nomina a Ministro dell’Interno il 16
novembre 2011. Nella storia della Repubblica Italiana è la seconda donna
in assoluto, dopo Rosa Russo Iervolino, a ricevere la nomina di
Guardasigilli.
PRIMA C'ERA NITTO PALMA, nel 1994 vice capo di gabinetto del ministro della Giustizia Alfredo Bionsi, quello del "decreto salvaladri" bfirmato anche da Maroni "a sua insaputa".
FLAVIO ZANONATO (Sviluppo economico)
– Cresciuto in una famiglia di “forti ispirazioni cattoliche”, Flavio
Zanonato, sindaco di Padova, è nato nel 1950. Ha il diploma di perito
industriale. Durante il periodo studentesco si avvicina al partito
comunista. In breve tempo diventa consigliere comunale e segretario
provinciale; la sua carriera proseguirà nella Capitale, dove a Botteghe
Oscure diventerà direttore del settore immigrazione ed emigrazione.
Vent’anni fa diventa per la prima volta sindaco di Padova, grazie a un
accordo tra diverse forze politiche. Il secondo mandato arriva due anni
dopo, nel 1995, quando invece viene eletto direttamente dai cittadini;
quando nel 1999 si presenta di nuovo viene sconfitto al ballottaggio,
Nello stesso periodo diventa vice presidente dell’Anci, con delega in
materia di lavori pubblici, infrastrutture, urbanistica e catasto. Nel
2004 quando lo scontro si ripete: vince e torna alla guida di Padova.
Incarico che ottiene di nuovo nel 2009, quando torna ad essere anche
vice presidente dell’Anci.
PRIMA C'ERA PAOLO ROMANI - Prima di occuparsi di politica Romani è stato editore di televisioni locali. Nel 1974 installa TVL Radiotelevisione Libera (già Telelivorno con Marco Taradash). Dal 1976 al 1985 è direttore generale dell'emittente televisiva “Rete A” (già MilanoTv e Canale51) con l’editore Alberto Peruzzo; dopo l'esperienza di Millecanali, è amministratore delegato di Telelombardia, chiamato da Salvatore Ligresti. Dal 1990 al 1995 Romani dirige Lombardia7, tv privata con cui si mette in proprio (TV specializzata in porno-soft). A seguito del fallimento di Lombardia7 nel 1999, Romani viene indagato dalla procura di Monza per bancarotta preferenziale. Interrogato, nega ogni coinvolgimento, avendo ceduto l'azienda prima del fallimento. Il reato è derubricato in falso fallimentare, le cui pene sono ridotte dalla nuova legge sul falso in bilancio
Deputato di Forza Italia (1994-2008) - Romani ha partecipato alla stesura della legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo.
Da giugno 2007 è assessore presso il comune di Monza, dapprima all'urbanistica, quindi dal novembre 2007 all'Expo 2015. Come assessore all'urbanistica, Romani viene criticato per favoritismi immobiliari alla famiglia Berlusconi, interessata alla costruzione di Milano 4 nell'area della Cascinazza. Nell'Aprile 2012 è indagato dalla Procura di Monza per peculato, con riferimento a oltre 5000 euro spesi in due mesi con il telefonino del comune. Poco dopo emergono anche fatture per pranzi e cene pari a 22.000 euro spesi in un anno e mezzo di mandato, sempre a carico del comune.
La sua attività da sottosegretario e viceministro è stata costellata da polemiche per la presunta collateralità rispetto a Mediaset. Tra le azioni contestate:
il lobbying (concertato con quella del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri) per impedire a Sky di ottenere dalla Commissione Europea e dal suo commissario Joaquín Almunia una deroga per partecipare all'asta sulle frequenze per il digitale terrestre. Il "Financial Times" scrisse «il governo italiano usa trucchi per condizionare la Ue». Il canale Cielo di Sky ha dovuto rimandare l'avvio delle trasmissioni, previsto per il 1º dicembre 2009, a causa della mancanza di autorizzazione a trasmettere sul digitale terrestre da parte di Romani. Il progetto di una nuova rete telefonica superveloce, lanciata assieme a Vodafone e Wind e rimasto al palo. Secondo La Repubblica, l'obiettivo sarebbe dotare Mediaset di una rete propria, scorporando ed acquisendo la proprietà della rete Telecom. Romani avrebbe manovrato, senza successo, per sostituire Franco Bernabè con l'amico Stefano Parisi di Fastweb; quindi, avrebbe richiesto una consulenza a Francesco Caio, che concludeva con la raccomandazione di scorporare la rete e suddividerla tra tutti gli operatori. Romani avrebbe quindi pianificato l'azione assieme a Caio e Confalonieri, all'oscuro di Telecom, ma l'operazione venne bloccata.
L'autorizzazione a Mediaset ad occupare il canale 58 per il digitale ad alta definizione(agosto 2010), considerata un regalo ad un privato per permettergli di sperimentare l'alta definizione prima del beauty contest, modalità alternativa e meno concorrenziale rispetto alla gara d'asta. La mancata definizione di una gara d'asta per passare alla banda larga le frequenze televisive liberate col passaggio al digitale terrestre. Nonostante la raccomandazione dell'AgCom (piano frequenze di luglio 2010) e la prospettiva di un introito di 2-4 miliardi di euro, il Ministero non ha ancora indetto la gara d'asta. Secondo l'Espresso, la prospettiva è che le frequenze restino alle televisioni.
Decreto Romani - Le proposte inserite nel decreto Romani di inizio 2010 su cinema, web e televisioni, avente l'obiettivo iniziale di recepire una direttiva europea sugli audiovisivi, sono state giudicate da più parti controverse. Tra queste:
- # il taglio della pubblicità dal 18% al 12% per le emittenti pay tv, provvedimento che danneggia Sky, unico concorrente di Mediaset (che raccoglie pubblicità soprattutto dalle reti in chiaro
- # l cosiddetto bavaglio al web (equiparazione dei siti internet alla disciplina delle tv), visto in relazione alle vie legali adite da Mediaset contro Google per la condivisione illecita di video tutelati da copyright su YouTube; il provvedimento non è presente nel testo finale.
- # le misure di "tutela dei minori": il divieto di trasmissione di film v.m.14 al di fuori della fascia notturna, anche su richiesta, misura considerata punitiva verso il mercato del porno on demand di Sky. L'SMS che avrebbe avvisato i genitori che il figlio stava navigando in un sito hard (misura di parental control infine espunta dal testo finale); Romani è stato criticato in questo caso anche per il suo passato di direttore della televisione privata Lombardia 7, che trasmetteva contenuti erotici.
- # La delibera dell'AgCom di attuazione del decreto Romani impone alle web tv di pagare 3.000 euro e presentare una notevole quantità di documenti prima di iniziare le attività, ostacolando così un settore in crescita e potenziale concorrente dei canali televisivi tradizionali. La misura colpisce particolarmente le web tv a trasmissione continua (anziché on demand), che dovranno attendere per 60 giorni l'autorizzazione dell'Autorità.
L'ambasciatore americano a Roma David H. Thorne ha criticato severamente il decreto Romani, in un cablogramma confidenziale spedito a Washington il 3 febbraio 2010. Secondo Thorne, la legge "sembra essere stata scritta per garantire al governo abbastanza libertà da bloccare e censurare ogni contenuto web". Thorne lamenta la mancanza di cooperazione del governo italiano nella lotta alla pirateria informatica, e il passaggio ad un approccio regolamentativo che consenta di attaccare la concorrenza, commerciale (Sky) o politica del governo Berlusconi. Sempre secondo Thorne, ciò rispecchia l'utilizzo privato del potere, da parte di Berlusconi, sin dai tempi di Craxi, e potrebbe avere l'effetto di dare ad altri governi, come la Cina, una giustificazione per limitare la libertà di espressione al loro interno.
Ministro dello Sviluppo (2010) - Romani firmerà come Ministro dello Sviluppo il nuovo contratto di servizio della Rai, scaduto a fine 2009. Secondo l'Espresso, ciò potrebbe significare l'oscuramento dei programmi Rai su Sky. Il contratto dovrà inoltre stabilire le regole di linea politica del servizio pubblico, inclusa l'imparzialità di telegiornali e talk show.
Decreto "Ammazza rinnovabili" - In attuazione di una direttiva europea sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, il 3 marzo 2011 è stato firmato dal ministro Romani il Dlgs n. 28 (cosiddetto "Ammazza rinnovabili"). Il decreto, in particolare, ha stabilito con soli tre mesi di preavviso l'interruzione anticipata al 31 maggio 2011 del meccanismo incentivante del Terzo Conto Energia varato ad agosto 2010 che avrebbe dovuto regolamentare gli incentivi per gli impianti fotovoltaici connessi alla rete dal 2011 al 2013. Il decreto è stato duramente criticato dalle associazioni di settore, in particolare dalle aziende operanti nel settore fotovoltaico.
ENRICO GIOVANNINI (Lavoro)
- Presidente dell’Istat, è un economista e statistico di solida
formazione. Romano, 55 anni, dopo la laurea in economia alla Sapienza
inizia proprio all’Istat la sua formazione professionale, come
ricercatore. Dal 1997 al 2000 è direttore del dipartimento delle
Statistiche economiche. Nel 2001 assume la posizione di Chief
Statistician e direttore della Direzione statistica dell’Ocse, a Parigi.
Sotto la sua guida l’Ocse avvia una riforma complessiva del proprio
sistema statistico, sviluppando un sistema informativo statistico i cui
componenti sono utilizzati da altre istituzioni internazionali tra cui
Onu, Fondo Monetario Internazionale, Unesco. Giovannini resta a Parigi
fino alla nomina alla presidenza dell’Istat, nel luglio del 2009. Nel
marzo 2013 viene nominato dal presidente Napolitano tra i 10 saggi
chiamati a formulare proposte programmatiche in tema economico-sociale.
Ha ricoperto innumerevoli incarichi in comitati nazionali e
internazionali ricoperti da Giovannini al World Economic Forum, nella
commissione Stiglitz, all’Onu.
PRIMA C'ERA MAURIZIO SACCONI - È eletto per la prima volta deputato nelle file del Partito Socialista Italiano. Nel PSI fa parte della corrente di Gianni De Michelis. Nel 2001 aderisce a Forza Italia e torna al governo da sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, carica che ricoprirà fino al 2006.
L'8 maggio 2008 è stato nominato Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Con Maurizio Sacconi ministro del Welfare, il Governo Governo Berlusconi IV ha abrogato la legge emanata dall’allora governo Prodi contro le “dimissioni in bianco” (pratica, illegale, tesa ad obbligare i neoassunti a firmare una lettera di dimissioni priva di data, contestualmente alla sottoscrizione del contratto di lavoro).
Sulla vicenda Eluana Englaro - Il 16 dicembre 2008, Maurizio Sacconi emana un atto d'indirizzo che vieta, alle strutture sanitarie pubbliche e quelle private convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale, l'interruzione dell'idratazione e alimentazione forzate con la minaccia di escludere queste strutture dallo stesso accreditamento; nel medesimo giorno, la casa di cura "Città di Udine" (che non fa parte del Servizio Sanitario Nazionale in quanto il Friuli-Venezia Giulia ne è uscito dal 1996) annuncia che, una volta chiarite le questioni legali, è pronta ad accogliere Eluana Englaro nel suo ultimo viaggio. Il 19 dicembre 2008 Marco Cappato (segretario dell'Associazione Luca Coscioni), Antonella Casu (segretaria di Radicali Italiani), e Sergio D'Elia (segretario di Nessuno Tocchi Caino), presentano denuncia verso il ministro Sacconi, presso la Procura di Roma, per violenza privata ed intimidazioni, in seguito al suo atto d'indirizzo di pochi giorni prima.
Il 17 gennaio 2009, in seguito alla denuncia dei dirigenti di Partito Radicale, la Procura di Roma iscrive il ministro Maurizio Sacconi nel registro degli indagati.
Lettera ai cattolici italiani su Berlusconi - Nel gennaio 2011 ha firmato, insieme a Roberto Formigoni ed altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile.
Vita privata - È sposato con Enrica Giorgetti, tra le altre cose ex direttore dei rapporti istituzionali e della comunicazione di Autostrade S.p.A., ex direttore dell'Area strategica impresa e territorio di Confindustria e dal 2005 direttore generale di Farmindustria. La nomina di Sacconi a ministro della salute è stata criticata all'estero dalla rivista Nature come un possibile conflitto di interessi, dato che questa è avvenuta mentre la moglie del neoministro ricopriva la carica di direttore di Farmindustria, l'associazione che promuove gli interessi delle industrie farmaceutiche.
BEATRICE LORENZIN (Salute)
– Nata a Roma nel 1971, Lorenzin inizia la sua carriera nelle fila del
movimento giovanile di Forza Italia, in cui entra nel 1996. Nel 2001
è eletta consigliere comunale di Roma. Tra la fine del 2004 e la metà
del 2006 è capo della segreteria tecnica di Paolo Bonaiuti,
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri per
l’informazione e l’editoria nel governo Berlusconi III, mentre nel
maggio del 2005 è coordinatore regionale di Forza Italia per il Lazio.
Eletta alla Camera nel 2008 con il Pdl e riconfermata nel 2013. Torna
una donna al timone del ministero della Salute, dopo Tina Anselmi, Maria
Pia Garavaglia, Rosy Bindi (quand’era ministero della Sanità) e Livia
Turco. E’ iscritta a Vedrò, il “think tank” promosso da Letta.
(...insomma, una che di Sanità non capisce un cazzo. NdR)
PRIMA C'ERA FERRUCCIO FAZIO - Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Pisa nel 1968, nel 1970 ha ottenuto la specializzazione con lode in Medicina Nucleare e nel 1975 in Malattie dell’Apparato Respiratorio e Tisiologia. Dal 1990 è Professore Ordinario di Diagnostica per Immagini e Radioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano-Bicocca. Nel 1977, ha installato la prima PET in Europa all’Hammersmith Hospital di Londra; nel 1988 la prima PET clinica in Italia all’Ospedale San Raffaele di Milano, mentre nel 2004 ha installato la prima Tomoterapia in Europa presso la stessa clinica. Nel 1992 è stato insignito della Laurea Honoris Causa in Medicina e Chirurgia dall’Università svedese di Lund. Dal 1994 al 1996 è stato Presidente dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare (A.I.M.N.). Dal 1979 al 2008 è stato Direttore del Servizio di Medicina Nucleare e di Radioterapia dell’Istituto Scientifico H S. Raffaele di Milano. Dal 2002 al 2008 è stato Direttore dell'Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del C.N.R. di Milano. Dal 2005 al 2008 ha ricoperto l’incarico di Presidente del Centro di Bioimmagini Molecolari dell’Università di Milano-Bicocca mentre dal 2002 al 2008 è stato Direttore del Centro di Eccellenza "Laboratorio di Neuroimmagini Cliniche e Cognitive" sempre presso l'Università di Milano-Bicocca. A Londra, tra il 1977 e il 1980 ha ricoperto il ruolo di Primario e Senior Lecturer in Medicina e Radiologia presso la Royal Postgraduate Medical School, Hammersmith Hospital, Università di Londra. Dal 1983 al 1987 ha diretto il Centro Studi per la Neurofisiologia Cerebrale di Genova. Tra il 1987 e il 1992 è stato il Presidente del Consiglio Scientifico del Centro Studi per la Neurofisiologia Cerebrale di Genova. E’ stato Rappresentante del Ministero dell'Università e della Ricerca nel Consiglio Sanitario Nazionale tra il 1991 e il 1993 e Rappresentante Italiano dell’European Neuroscience Program - European Science Foundation dal 1992 al 1994. Dopo essere stato dal 1981 al 1994 Segretario del Comitato Nazionale per le Scienze Biologiche e Mediche del C.N.R., dal 1994 al 2002 ha diretto l’Istituto di Neuroscienze e Bioimmagini del C.N.R. di Milano e ha presieduto, tra il 1991 e il 1994, il Progetto Finalizzato del CNR "FATMA" (Fattori di rischio delle malattie). Nel corso della sua carriera è stato membro di diverse commissioni nazionali in Italia e all’estero: Ministero dell’Università e della Ricerca, Ministero della Salute, Regione Lombardia, CNR, Università di Milano, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Comitato olimpico nazionale italiano ecc.
(...e ora abbiamo la Lorenzini... Uno dei pochi casi di peggioramento nettissimo fra vecchio governo e nuovo. Enrico Letta ha niente da dire, sullo scambio fra Ferruccio Fazio e la Lorenzini? NdR)
MARIO MAURO (Difesa)
- Pugliese di San Giovanni Rotondo, 52 anni, Mauro si forma in ambito
cattolico. Cresce nelle fila di Comunione e liberazione, di cui resta
uno dei rappresentanti più noti nell’attuale panorama politico italiano,
condividendo tale origine con Maurizio Lupi e Roberto Formigoni. A 39
anni nel 1999 viene eletto per la prima volta al Parlamento europeo con
Forza Italia. Rieletto, è tra i 14 vicepresidenti del Parlamento
europeo. Dal 2009 al 2011 è rappresentante personale della presidenza
dell’Osce contro razzismo, xenofobia e discriminazione, con particolare
riferimento all’intolleranza e alla discriminazione dei cristiani e dei
membri di altre religioni. E’ nel gennaio del 2013 che lascia le fila
del Pdl per aderire alla nuova formazione politica messa in campo da
Mario Monti. Nel suo discorso per annunciare le sue dimissioni da capo
delegazione Pdl al Parlamento europeo e dal partito, Mauro critica
duramente la ridiscesa in campo di Berlusconi con la sua ricandidatura a
premier e il rinsaldarsi dell’alleanza con la Lega Nord, guadagnandosi
gli applausi degli esponenti del Ppe. E’ capogruppo al Senato di Scelta
Civica e il 30 marzo viene nominato dal Quirinale nel gruppo di lavoro
dei dieci saggi, voluti da Napolitano per stilare un programma di
proposte in materia istituzionale.
PRIMA C'ERA IGNAZZZIO LA RUSSA - Segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Paternò negli anni quaranta, era senatore del Movimento Sociale Italiano). Ha tre figli, Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache (...azz... quelle finesse... NdR). Nel 1971 è responsabile del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano.
Il 12 aprile 1973, quando era uno dei leader del Fronte della Gioventù di Milano, nella manifestazione organizzata dal Movimento Sociale Italiano contro quella che veniva definita "violenza rossa" furono lanciate due bombe a mano SRCM Mod. 35, una delle quali uccise il poliziotto di 22 anni Antonio Marino. La Russa fu indicato come uno dei responsabili morali dei lanci di bombe. L'8 maggio 2008 viene nominato ministro della difesa nel governo Berlusconi IV.
Nel novembre 2009 ha contestato la sentenza Lautsi v. Italia della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sull'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, dichiarando: «possono morire, possono morire, loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla». Il 10 marzo 2010, durante una conferenza stampa del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dapprima invitò un giornalista, Rocco Carlomagno, a smetterla di interrompere il premier e le domande degli altri giornalisti e ad attendere il suo turno. Successivamente cercò di allontanarlo prendendolo per il bavero e poi strattonandolo. Rocco Carlomagno annunciò una querela nei confronti del ministro, definendolo «picchiatore fascista».
Il 12 febbraio 2011, presso la manifestazione In mutande ma vivi, La Russa scalcia volontariamente un giornalista di Annozero, Corrado Formigli, che avrebbe voluto rivolgergli alcune domande sui possibili scandali sessuali di Berlusconi. Il Ministro inizialmente si scusa, sostenendo di non essersi accorto del giornalista. Poi accusa il giornalista stesso di avergli lui rifilato dei calci alle spalle. Formigli viene allontanato dalla vigilanza.
Il 30 marzo 2011, durante il dibattito in Parlamento sul processo breve, redarguito dal Presidente della Camera Gianfranco Fini per aver applaudito ironicamente Franceschini che lo accusava di aver fomentato una manifestazione contro il governo spintasi fin quasi all'entrata di Montecitorio, lo ha apostrofato con un «vaffanculo». Dopo essersi scusato con Fini ha negato di averlo insultato, affermando che il gesto sarebbe stato rivolto a Franceschini.
Il 30 gennaio 2013 ha affermato, riguardo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Benito Mussolini, che ci sono state «molte luci nel regime».
MAURIZIO LUPI (Infrastrutture e trasporti)
- Classe 1959, militante di Comunione e Liberazione dal 1990, inizia la
carriera politica nella sua città, Milano. Nel 1993 viene eletto
consigliere comunale del capoluogo lombardo con la Democrazia cristiana.
A partire dal 1997 ricopre l’incarico di assessore
all’Urbanistica nella giunta Albertini. Il 13 maggio 2001 viene eletto
per la prima volta alla Camera, poi rieletto nelle tornate successive
(sarà anche vicepresidente di Montecitorio). Tifoso del Milan e
appassionato podista, nel 2009 fonda l’associazione di beneficenza
‘Montecitorio Running Club’, che riunisce oltre 80 deputati di diverso
orientamento politico che insieme promuovono la raccolta fondi. Nel 2011
ha pubblicato il libro “La prima politica è vivere”.
PRIMA C'ERA ALTERO MATTEOLI - Nel 2004 viene accusato di favoreggiamento, per aver avvisato il prefetto di Livorno, Vincenzo Gallitto, di un'inchiesta a suo carico per abusi edilizi nell'Isola d'Elba. Nel 2009, la giunta della Camera nega l'autorizzazione a procedere per Matteoli, scatenando le critiche dell'opposizione.
Nel febbraio 2005, quando era ministro dell'Ambiente, è stato indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio in relazione all'inchiesta sul "mostro di Procchio", un complesso in costruzione a Marciana nell'isola d'Elba, in merito alla quale Matteoli, in una telefonata col prefetto di Livorno, aveva chiesto informazioni sulla notizia di una possibile indagine a suo carico per abusi edilizi, indagine al tempo ancora ignota al prefetto che dunque si allertò. L'indagine si inseriva in una più vasta inchiesta che coinvolgeva, tra gli altri, un giudice e due prefetti, accusati di corruzione.
Rinviato a giudizio il 4 maggio 2006, dopo la prima udienza in ottobre, il 17 maggio 2007, la Camera bloccò il processo, sollevando un conflitto di attribuzione tra poteri dello stato alla Consulta.
Nel luglio 2009 la Corte Costituzionale ha annullato la richiesta di rinvio a giudizio espressa dal Tribunale di Livorno per favoreggiamento in relazione alla vicenda del complesso dell'isola d'Elba e dava ragione alla Camera dei deputati che aveva sollevato il conflitto di attribuzione, sostenendo che avrebbe dovuto essere il Tribunale dei Ministri a giudicare il ministro, previa autorizzazione a procedere da parte della Camera.
MARIA CHIARA CARROZZA (Istruzione, università e ricerca)
- Nata a Pisa nel 1965 e proviene dal mondo della ricerca, che ha
sempre seguito da vicino prima come ingegnere esperto in robotica,
quindi come professore ordinario di Ingegneria nella Scuola Superiore
Sant’Anna di Pisa. E’ stata rettore dello stesso ateneo per due mandati,
a partire dal 2007 fino al febbraio scorso, 24 ore dopo la sua elezione
alla Camera. Dal novembre 2006 è ordinario di Bioingegneria e Robotica
al Sant’Anna. Dal novembre 2004 all’ottobre 2007 ha diretto la Divisione
Ricerche della stessa Scuola Superiore. E’ stata visiting professor a
Vienna, Tokyo e Zheijang (Cina). Nelle scorse settimane ha lanciato il
progetto triennale “Iuvo”, del quale è coordinatrice scientifica, da
sviluppare con l’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, per
realizzare un sistema robotico per favorire la funzionalità motoria
degli arti inferiori.
PRIMA C'ERA MARY STAR GELMINI 'DE NEUTRINI - Dopo aver frequentato il biennio al liceo Manin di Cremona e per un breve periodo il liceo Bagatta di Desenzano del Garda, Maria Stella Gelmini si è diplomata presso il liceo privato confessionale "Arici". Ha frequentato l'Università degli Studi di Brescia, dove si è laureata fuori corso in Giurisprudenza. Ha superato l'esame di Stato per la professione di avvocato presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria nel 2002, dopo aver svolto il primo anno di praticantato a Brescia e il secondo nella stessa città di Reggio Calabria. Tale spostamento, come spiega la stessa Gelmini, fu motivato dal fatto che a Reggio Calabria c'era una percentuale di esami superati di circa il 90% contro una percentuale di circa il 30% delle città del nord Italia. È figlia dell'ex-sindaco democristiano del comune di Milzano.
Presidente del consiglio comunale di Desenzano del Garda - Entrata in Forza Italia sin dalla cosiddetta "discesa in campo" di Silvio Berlusconi, nel 1998 si è posizionata prima tra gli eletti alle amministrative, ricoprendo la carica di presidente del consiglio del comune di Desenzano del Garda fino al 2000, anno in cui fu sfiduciata. Le supposte motivazioni di tale voto di sfiducia, da alcuni riportate come «manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa» non sono confermabili, dal momento che la relativa delibera del consiglio comunale non sarebbe consultabili, fatto che ha suscitato polemiche per l'impossibilità di accedere ad un atto pubblico e un'interrogazione parlamentare in merito.
La gaffe del "tunnel" - Con un comunicato stampa del 23 settembre 2011 il ministro, facendo i complimenti agli scienziati del CERN e dell'INFN che avevano rilevato dei neutrini che viaggerebbero ad una velocità superiore a quella della luce (cosa poi smentita da un più accurato controllo dei percorsi dei segnali GPS), ha affermato: "Alla costruzione del tunnel tra il CERN ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro". L'affermazione ha dato inizio ad una serie di polemiche, visto che tra i due laboratori, distanti in linea retta 730km non esiste nessun tunnel. Il Ministero ha successivamente emesso un comunicato stampa in cui si affermava che il tunnel di cui si parlava "non è per nessuna ragione intendibile come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso". Entrambi i comunicati oggi non sono più disponibili in Rete.
Il 29 settembre, tuttavia, Massimo Zennaro, portavoce della Gelmini, presentava le proprie dimissioni. Pur non essendo l'autore materiale del comunicato, come portavoce era infatti responsabile dell'omesso controllo e della gestione della comunicazione successiva alla gaffe.
(...peccato... Per la storia del tunnel Ginevra - Gran Sasso (uscita facoltativa a Sucate) la Gelimini e Massimo Zennaro avrebbero meritato un Croce al Merito. Le risate che ci siamo fatti in rete hanno elevato il tasso di endorfine di mezzo mondo... NdR)
ANDREA ORLANDO (Ambiente)
- Nato a La Spezia nel 1969, è uno dei cosiddetti “giovani turchi” del
Pd. Segretario provinciale della Fgci a 30 anni, è eletto consigliere
comunale nel Pci, poi nel Pds. Nel 2003 è nella segreteria di Fassino
nei Ds e riconfermato nel 2006. Allo scioglimento dei Ds, nel congresso
dell’aprile del 2007, segue la linea della maggioranza del partito e del
segretario Fassino, e confluisce quindi nel Pd, diventandone il
responsabile dell’organizzazione. Alle politiche del 2008 viene rieletto
per il Partito Democratico alla Camera. Nel novembre del 2009 Pier
Luigi Bersani lo nomina presidente del Forum giustizia del Partito.
PRIMA C'ERA STEFANIA "BIRIGNAO" PRESTIGIACOMO", figlia di... - Siracusana, nasce in una famiglia di imprenditori. E' nipote dell'ex presidente della Regione Santi Nicita. Sposata con Angelo Bellucci, notaio,già coordinatore provinciale di Forza Italia, ha un figlio, Gian Maria. Nel 1990, a 23 anni, è stata eletta presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Siracusa. Prima di entrare in politica, votava per la Democrazia Cristiana, ma, allo stesso tempo, era pure vicina a battaglie del Partito Radicale.
NUNZIA DE GIROLAMO (Agricoltura)
- E’ nata a Benevento nel 1975. E’ alla seconda legislatura, dopo
l’arrivo in Parlamento nel 2008 come deputata del Pdl, oltreché
coordinatore provinciale per la sua città d’origine. Laureata in
Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, è avvocato. Nella sua biografia le
prime righe sono già un programma: “La politica è passione, servizio
per la collettività, perseguimento del bene comune è l’arte di governare
le società”. Fra le più battagliere esponenti Pdl nei talk show
televisivi, il suo matrimonio con il deputato Pd Francesco Boccia è
stato uno degli eventi politico-sentimentali della scorsa legislatura.
PRIMA C'ERA FRANCESCO SAVERIO ROMANO - Laurea in giurisprudenza. Democristiano fin dai suoi primi passi in politica, diviene segretario regionale del movimento giovanile della Democrazia Cristiana. Nel 1990 viene eletto al Consiglio della Provincia Regionale di Palermo. Nel maggio del 1994 si candida e viene eletto nelle file PPI nel collegio elettorale di Bagheria, per il rinnovo del consiglio Provinciale di Palermo.
Nel 2001 viene eletto per la prima volta alla Camera dei deputati, in virtù di una candidatura nel collegio uninominale di Bagheria e si iscrive al gruppo CCD-CDU. Aderisce poi all'UDC, come tutta la componente di Cuffaro.
L'uscita dall'UDC - A settembre 2010, a seguito della nascita del quarto governo siciliano della Presidenza Lombardo, che vede una spaccatura interna sul rientro dell'Udc in giunta, Romano si dimette da segretario regionale siciliano dell'Udc. Di conseguenza, nel Parlamento nazionale, il 28 settembre 2010, insieme ai deputati meridionali Calogero Mannino, Michele Pisacane, Giuseppe Drago e Giuseppe Ruvolo aderisce al Gruppo misto, fondando con loro la componente I Popolari di Italia Domani (Pid). I 5 deputati rinnegano così il ruolo di opposizione, per il quale erano stati eletti nell'UDC, e si schierano a sostegno della maggioranza parlamentare di centrodestra di Silvio Berlusconi; come primo atto votano favorevolmente il voto di fiducia al Governo.
Viene premiato con un Ministero, quello delle Politiche agricole, alimentari e forestali, nonostante Romano avesse precedentemente escluso categoricamente qualsiasi coinvolgimento personale nell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso delle riserve sulla nomina, per via delle indagini penali pendenti su Romano, nominandolo tuttavia, ministro dell'agricoltura. In seguito alle gravi accuse che vedono Romano indagato per concorso esterno in associazione mafiosa Pd,Idv e Fli presentano una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti. In data 29 settembre la Camera vota la sfiducia che viene respinta con 315 no (PdL, LN, Pt, FdS)
Procedimenti giudiziari penali - Saverio Romano, nel 2003, è stato indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Il 1º aprile 2005 il gip ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura con la seguente motivazione: «Gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l'accusa in giudizio». Successivamente la Procura della Repubblica ha riaperto l'indagine per il sorgere di nuovi elementi, in seguito alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella. Nel luglio 2011 il Giudice per le indagini preliminari chiede l'imputazione coatta di Romano e conseguentemente la Procura di Palermo ne chiede il rinvio a giudizio, in quanto secondo i PM: "Nella sua veste di esponente politico di spicco avrebbe consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno ed al rafforzamento dell'associazione mafiosa".
Nel 2009, il testimone di giustizia, dichiarante di mafia, Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino) lo accusa di avergli pagato tangenti per 100.000 euro, e per questo è iscritto nel registro degli indagati della DDA di Palermo per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra assieme ai politici dell'Udc Totò Cuffaro e Salvatore Cintola e del Pdl Carlo Vizzini. L'accusa della direzione distrettuale antimafia è fondata su delle intercettazioni tra Romano e l'avvocato Gianni Lapis, prestanome della famiglia Ciancimino. Nelle motivazioni della sentenza con cui, nel febbraio 2011, i Giudici della Corte Suprema di Cassazione hanno condannato Totò Cuffaro per favoreggiamento aggravato nei confronti di Cosa Nostra, Saverio Romano viene coinvolto in merito a un incontro tra lo stesso Romano e Cuffaro con il boss Angelo Siino, soprannominato il ministro dei Lavori pubblici di Cosa Nostra, per chiederne il sostegno elettorale in occasione delle elezioni regionali siciliane del 1991. Nel settembre 2011 anche il pentito Stefano Lo Verso accusa Romano di essere legato alla cosca mafiosa di Villabate.
Nell'ottobre 2011 il giudice per le indagini preliminari di Palermo chiede alla Camera dei deputati di poter utilizzare delle intercettazioni telefoniche, nelle quali si evincerebbe che Romano fosse stato componente di un «comitato d'affari» impegnato a tutelare gli interessi del gruppo Gas, facente riferimento a Massimo Ciancimino e al tributarista Gianni Lapis, prestanome dei Ciancimino.
Il 14 dicembre 2011 La Giunta per le Autorizzazioni a procedere respinge la relazione Cassinelli (PdL) per negare l'uso delle intercettazioni nel processo a Palermo che vede indagato Romano per corruzione. Il 21 dicembre 2011 anche la Camera dopo la Giunta concede con voto segreto chiesto dal gruppo Popolo e Territorio l'uso delle intercettazioni nel processo a Palermo che vede indagato Romano per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nel luglio 2012 la Procura di Palermo, dopo otto anni d'indagine e due richieste di archiviazione, modificando le precedenti conclusioni[senza fonte], chiede la condanna di Romano a otto anni di reclusione per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Per la Procura la sua candidatura alla Camera dei deputati avrebbe rappresentato l'espressione degli interessi mafiosi, in particolare delle famiglie mafiose di Villabate e Belmonte Mezzagno. Il 17 luglio 2012 il Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Palermo, al termine del processo svoltosi con rito abbreviato, assolve l'ex Ministro Romano dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa "perché il fatto non sussiste" applicando il secondo comma art. 530 c.p.p.(assoluzione poiché la prova manca, è incerta o contraddittoria).
(...che dire? La Nunzia di Girolamo ha acquisito notorietà per le sue gaffes, e per il matrimonio con un komunista mangiabambini, Boccia. ... Di agricoltura non capisce una mazza, ma almeno non ha un currilum giudiziario alto come un armadio. Dopo essersi diplomata presso il liceo classico Pietro Giannone di Benevento, si è iscritta alla facoltà di giurisprudenza dell'Università La Sapienza di Roma. Conseguita la laurea, ha intrapreso la carriera forense, occupandosi di diritto civile, diritto del lavoro, diritto commerciale e bancario. Contemporaneamente alla pratica forense, ha collaborato con l'Università degli Studi del Sannio e con l'Università del Molise.
Si impegna in politica, diventando coordinatrice cittadina di Forza Italia a Benevento nell'ottobre 2007. Viene eletta deputato alla Camera dei Deputati nel 2008, nella lista del Popolo della libertà. Membro del Consiglio Direttivo del PdL alla Camera. Munzia è salita per la prima volta agli onori della cronaca per aver intrattenuto insieme con la collega Gabriella Giammanco, durante una delle prime sedute parlamentari della legislatura, uno scambio di bigliettini "galanti" col premier Silvio Berlusconi. Altre celebri perle di conoscenza del mondo agricolo e non solo, le abbiamo tratte da "Giornalettismo:
- VENETO DEI CONTADINI - Chissà cosa diranno gli agricoltori veneti, quando si troveranno di fronte il nuovo ministro loro interlocutore. Nunzia De Girolamo, durante una puntata di inizio febbraio di Agorà, aveva affermato sbuffando che il Veneto era una “terra di contadini”. La gaffe aveva subito sollevato lo scherno di Twitter, con tanto di hashtag #siamotutticontadini. La De Girolamo non aveva nè precisato nè chiesto scusa, ed era stata “salvata” da una campagna elettorale che aveva cose più importanti delle sue “gaffe”. L’esponente campana del Pdl, che aveva esordito in Parlamento con bigliettini affettuosi mandati dal Cavaliere, ne aveva collezionato altre piuttosto note.
- NUNZIA DE GIROLAMO IN TV CON FANTASIA - Da Santoro la De Girolamo si era esibita in uno show anti Marco Travaglio, sfidando il vice direttore del “Fatto Quotidiano” sulle sue posizioni sulla Tav. Una figura diventata ancora una volta celebre sulla rete, che spesso punzecchia la moglie di Francesco Boccia quando scivola nelle sue gaffe abituali. Un’altra battuta memorabile della De Girolamo ha palesato la sua scarsa conoscenza del mondo animale. Durante “Cominciamo Bene”, su Rai 3, l’allora semplice deputata del Pdl disse così: ” ricordo ancora le riunioni del governo Prodi che si fecero a Napoli, li fu detto no per difendere un uccello la lontra”. La lontra ovviamente non è un uccello, come sicuramente sapranno dire alla neo ministro i funzionari, e non solo, del ministero delle Politiche agricole.
MASSIMO BRAY (Cultura)
– E’ nato a Lecce, ha studiato a Firenze, vive a Roma. Nel 1991 entra
all’Istituto della Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani,
come redattore responsabile della sezione di Storia moderna
dell’Enciclopedia La Piccola Treccani. Nel 1994 ne diviene il direttore
editoriale. Dalemiano, è direttore responsabile della rivista
“Italianieuropei”. Presiede il consiglio d’amministrazione della
Fondazione La Notte della Taranta, che organizza il più grande festival
europeo di musica popolare, dedicato al recupero della pizzica salentina
e alla sua fusione con altri linguaggi musicali, dalla world music al
rock, dal jazz alla sinfonica.
PRIMA C'ERANO GIANFRANCO GALAN E SANDRO BONDI - Detto il Banal Grande, ha lasciato il Ministero a Sandro Bondi. Galan si era costruito una solida qultura come venditore di spazi in Pubblitalia. Sostituito dal poeta Sandro Bondi, dopo una feroce disputa sul datto se Cultura di dovesse scrivere con la C o con la Q.
GAETANO QUAGLIARIELLO (Riforme istituzionali)
- Nato a Napoli nel 1960, politico e docente, è ordinario di Storia dei
partiti politici alla Luiss di Roma. Quagliariello inizia la sua
carriera politica nel Partito Radicale, e negli Anni ottanta diventa
segretario cittadino a Bari e poi vice-segretario nazionale. Nel 1994
approda a Forza Italia. Sul suo passaggio di partito dichiara:
“Gladstone nasce conservatore e diventa laburista, Churchill, il tory,
ha un passato laburista. Il mio è un percorso tutto interno al
liberalismo”. Tra il 2001 e il 2006 è stato consigliere per gli Affari
Culturali del presidente del Senato, Marcello Pera. Sull’esperienza ha
dichiarato: “Andare a lavorare con Pera è stata la svolta della mia
vita. Prima ero un tranquillo professore”. Nel 2006 eletto senatore in
Toscana, diventa membro della commissione Affari Costituzionali, l’anno
seguente vota contro la modifica della Costituzione tesa a eliminare
definitivamente la possibilità di far ricorso alla pena di morte “nei
casi previsti dalle leggi militari di guerra”. Confermato al Senato nel
2008 e confermato nel febbraio scorso, è stato indicato tra i ”saggi”
per le riforme istituzionali. Diventò noto al pubblico per l’intervento
in Parlamento sulla vicenda di Eluana Englaro.
PRIMA NON C'ERA NESSUNO, CIOE' UMBERTO BOSSI - Che fra un rutto e l'altro confondeba le riforme istityuzionali col solo federalismo. Quagliariello difficilmente potrà far peggio, anche se si dovesse impegnare a fondo
ENZO MOAVERO MILANESI (Affari europei)
– E’ l’unico ministro che resta. Una conferma che si è guadagnato su un
campo difficile: quello in cui ha giocato Moavero negli ultimi 17 mesi,
in una partita che lo ha visto in prima fila nel riportare l’Italia e
la sua reputazione a pieno titolo sui tavoli Ue, mostrando grandi doti
da tecnico. Ma soprattutto da abile diplomatico e mediatore, in grado di
dribblare in lunghe ed estenuanti trattative – spesso durate giorni e
notti – per ridare a Roma non solo un ruolo ma anche un peso in quelle
scelte e quei Consigli Europei, chiamati a portare il vecchio continente
fuori dalla crisi, all’insegna di un difficile equilibrio tra conti,
rigore e necessità di crescita. Moavero, per anni braccio destro di
Monti di cui è stato capo di gabinetto ai tempi della Commissione Ue,
era stato voluto nel governo uscente dallo stesso Monti che, nel
novembre del 2011, aveva pensato per lui anche ad un incarico di
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, poi assegnato a Antonio
Catricalà.
Considerato da molti come una sorta di alter ego
giuridico di Monti, il riconfermato ministro degli Affari Ue – 58 anni,
sposato e padre di tre figli – all’inizio della sua carriera è stato a
Yale. Poi è arrivata la specializzazione al College de France di Bruges
in diritto comunitario e quella in diritto internazionale, alla
University of Texas, a Dallas. Nel 1993 è entrato, a meno di 30 anni,
come funzionario della Direzione generale della Concorrenza della
Commissione dell’allora Ce. In veste di consigliere dei governi Amato e
Ciampi dal 1992 al 1994, è tornato spesso a Roma. L’incontro con Monti
risale al 1995 quando il commissario per il mercato interno, appena
nominato, lo chiamò a capo del suo gabinetto. Per poi portarselo dietro
anche dopo quando il professore assume la guida della Commissione alla
concorrenza. Nel 2002, Moavero viene nominato segretario generale
aggiunto della Commissione Europea. Dal 2005 al 2006 diventa direttore
generale dell’Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della
Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di
primo grado della Corte di Giustizia della Ue. ‘Moàverò (si legge così:
con l’accento sulla “a”, hanno tenuto a precisare più volte i suoi
conterranei) è diretto discendente dei Bocconi. Di quella famiglia cioè
che, partendo da Cavenago, finì per fondare a Milano la Rinascente prima
e la Bocconi poi.
PRIMA C'ERA ANNA MARIA BERNINI - Deputata ereditaria, in quanto figlia di Giorgio Bernini, parlamentare berlusconiano, e prima DC. Ha attraversato il suo ruolo di Ministro senza lasciare tracce visibili.
GIANPIERO D’ALIA (Pubblica amministrazione)
– Uomo forte dell’Udc in Sicilia, avvocato di Messina, nato nel 1966.
Per la politica è un vero e proprio figlio d’arte: suo padre, Salvatore
D’Alia, morto appena il 20 marzo scorso, è stato deputato della Dc, e
poi del Ccd. Gianpiero è eletto per la prima volta alla Camera nel 2001,
e diventa sottosegretario alla Difesa del terzo governo Berlusconi.
Nella legislatura successiva, è componente della commissione Affari
costituzionali del Senato e del Copasir. Nella scorsa legislatura è
stato vice presidente dei senatori Udc. In base alle statistiche,
risulta il senatore con il tasso di produttività più alto.
PRIMA C'ERA RENATO BRUNETTA - Anche di D'Alia non si conoscono pregi particolari, tranne quello di essere "in quota UDC". Anche per lui sarà difficile peggiorare le performances di Renato Brunetta. Però non si sa mai...
DARIO FRANCESCHINI (Rapporti con il Parlamento)
– Dice sì “ad un amico vero che gli chiede una mano in un’avventura
difficile” dice Franceschini. Avvocato, scrittore, politico, a favore
del dialogo con Silvio Berlusconi, è nato a Ferrara nel 58. Segretario
del Pd nel 2009 e capogruppo fino al 2013. Il padre Giorgio fu
partigiano bianco e deputato per la Dc dal 1953 al 1958. Nel 1994 dà
vita a Ferrara a una delle prime giunte di centrosinistra d’Italia,
divenendo Assessore alla Cultura e al Turismo. Alle elezioni politiche
del 2001 viene eletto deputato nel collegio maggioritario di Ferrara.
Tra i fondatori della Margherita, nel luglio 2001 entra a far parte del
comitato costituente del partito, del quale diventa coordinatore
dell’esecutivo nazionale. Con la nascita del Partito Democratico il 14
ottobre 2007 e l’ascesa alla segreteria di Walter Veltroni, è divenuto
vicesegretario nazionale del nuovo partito. Il 25 ottobre 2009 alle
primarie del Pd ottiene oltre un milione di voti, pari al 34% dei
consensi, venendo superato da Bersani che diventa quindi il nuovo
segretario.
PRIMA C'ERA ELIO VITO - Elio Vito chi? quello affetto da "strabismo politico", e non solo? Con l'occhio sinistro guardava ai radicali (pensava che fossero di sinistra); con l0occhio destro guardava a Berlusconi: sapeva che era un grande elemosiniere. L'effetto estetico era devastante.
JOSEFA IDEM (Pari opportunità, turismo e sport)
- Nata nel 1964 a Goch, in Germania, nel 1964, naturalizzata italiana a
partire dal 1990, nella specialità del kayak individuale vanta 35
medaglie tra Olimpiadi, mondiali ed europei. E’ la prima ed unica donna
nella storia della canoa italiana che ha vinto un Campionato Mondiale e
una Olimpiade. Smessa l’attività sportiva, ha rivolto il proprio
interesse a livello civile e politico, soprattutto nella regione nella
quale risiede ormai da anni, l’Emilia Romagna, oltre che nella città di
Ravenna. Il 2001 è l’anno della sua entrata in politica. Josefa Idem si
candida per le liste dell’Ulivo e viene eletta al Comune di Ravenna,
città nella quale risiede da anni, divenendo assessore allo Sport.
Mantiene la carica fino al 2007. Nel dicembre 2012 Josefa Idem si
presenta alle primarie del Partito democratico, indette per scegliere i
candidati al Parlamento italiano. Idem ottiene 9.382 preferenze,
risultando la più votata in provincia di Ravenna con il 62% delle
preferenze. Nelle elezioni dello scorso febbraio è stata eletta
senatrice del Pd.
PRIMA CE N'ERANO DUE: LA CARFAGNA E LA MELONI - Accomunate dagli occhi a palla, e dal motto "Dio, Patria, Famiglia". Una come Josefa di ggente così ne potrebbe sostituire una vagonata.
GRAZIANO DELRIO (Affari regionali)
– Nato nel 1960 a Reggio Emilia, è laureato in medicina, specializzato
in endocrinologia. Ricercatore universitario con studi in Gran Bretagna e
Israele, padre di nove figli, è cresciuto nel quartiere della Rosta
Vecchia, dove – dice di sé – ha “respirato” i valori della sinistra
riformista, del cattolicesimo democratico e dell’impegno sociale. Con
l’Associazione Giorgio La Pira, di cui è stato fondatore e presidente,
ha promosso iniziative culturali e di solidarietà. E’ stato eletto in
consiglio comunale a Reggio Emilia nel 1999 e consigliere regionale nel
2000, diventando presidente della Commissione sanità e politiche sociali
della Regione Emilia Romagna. Nel 2004 l’elezione a sindaco di Reggio
Emilia con il 63% con l’Unione, e, durante il mandato, l’incarico di
vicepresidente Anci con delega al welfare. Nel 2009 la riconferma con il
52,4%, l’incarico di vicepresidente Anci con delega al personale, poi
alla finanza, quindi l’elezione a presidente al congresso Anci
nell’ottobre 2011 a Brindisi.
CARLO TRIGILIA (Coesione territoriale)
– Sociologo, 62 anni, originario di Siracusa, è professore ordinario di
sociologia economica all’università di Firenze. Ha insegnato negli
atenei di Palermo, Trento e Harvard University. Presidente della
Fondazione Res, Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia. E’
anche nel comitato di direzione della rivista Il Mulino. Il professor
Trigilia ha studiato lo sviluppo territoriale in Italia con ricerche
sulle regioni di piccola impresa della Terza Italia e del Mezzogiorno.
Più di recente si è occupato del tema dello sviluppo locale e dei
distretti high-tech in Europa e delle reti sociali nei processi di
innovazione. Numerose le pubblicazioni. Tra queste il saggio uscito nel
2012 “Non c’è Nord senza Sud” (ed. Il Mulino) in cui sostiene che la
crescita dell’Italia si decide nel Mezzogiorno e che il Paese non avrà
uno sviluppo solido se nel Mezzogiorno non si avvierà una crescita
capace di autosostenersi.
PRIMA C'ERA IL GGIOVANE FENOMENO RAFFAELE FITTO - Nel 2006 Fitto è stato indagato dalla procura di Bari a seguito del finanziamento di 500.000 euro da parte di Tosinvest, società di Antonio Angelucci, alla lista "La Puglia prima di tutto" creata dallo stesso Fitto in occasione delle elezioni regionali del 2005. Secondo la procura, tale somma sarebbe stata una tangente pagata per ottenere dalla Regione Puglia la gestione di undici residenze sanitarie assistite nell'ambito di un appalto da 198 milioni di euro[5]. Il 20 giugno 2006 la Procura di Bari ha chiesto alla Camera dei deputati l'autorizzazione a procedere con gli arresti domiciliari di Fitto, nel frattempo diventato deputato. La Camera ha respinto l'autorizzazione all'arresto con 457 voti favorevoli su 462 presenti.
Il 12 ottobre 2009 la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per Fitto, insieme a numerosi altri imputati, ritenuto colpevole di associazione per delinquere, peculato, concussione, corruzione, falso, abuso d'ufficio e illecito finanziamento ai partiti. L'11 dicembre 2009 il giudice dell'udienza preliminare ha rinviato a giudizio Fitto per abuso d'ufficio, due episodi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti, peculato e un altro abuso e lo ha prosciolto per gli altri reati. Il 12 febbraio 2013 Fitto è stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici per i reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d'ufficio, venendo assolto per gli altri capi d'imputazione.
Inchiesta sul fallimento Cedis - Il 3 febbraio 2009, Raffaele Fitto è stato rinviato a giudizio con l'accusa di concorso in turbativa d'asta e di interesse privato del curatore fallimentare per aver venduto a prezzo di favore (per sette milioni di euro, a fronte di un valore stimato di 15,5 milioni di euro) la società commerciale Cedis, all'epoca dei fatti in amministrazione straordinaria, a un contraente predeterminato (la società Sviluppo Alimentare, riconducibile all'imprenditore Brizio Montinari) durante la sua presidenza della Regione Puglia. Prima dell'avvio del processo Fitto accusò i magistrati inquirenti di essere "un manipolo di legionari" e ne denunciò l'operato presso il Consiglio Superiore della Magistratura che, il 4 aprile 2009 archiviò la denuncia. Il 6 luglio 2012 il pubblico ministero ha chiesto il proscioglimento di Fitto per intervenuta prescrizione dei reati. Dopo la rinuncia dello stesso Fitto alla prescrizione, questi è stato assolto il 22 ottobre successivo "per non aver commesso il fatto".
CECILE KYENGE (Integrazione)
- E’ nata a Kambove in Congo 49 anni fa ed è un medico oculista.
Modenese, vive a Castelfranco dell’Emilia, ed è da tempo impegnata in
politica, prima nei Ds, poi nel Pd. Già responsabile regionale per
l’immigrazione nel Pd, è consigliere provinciale a Modena, è stata
eletta deputata lo scorso febbraio, sola parlamentare di colore della
diciassettesima Legislatura alla Camera. Prima donna di origine africana
a sedere in Parlamento Kyenge è sposata e madre di due figlie, è
laureata in medicina e chirurgia, specializzata in oculistica. Lo scorso
8 marzo, proprio nel giorno della Festa della Donna, la deputata del Pd
e neo ministro era stata raggiunta da insulti razzisti rivolti su
Facebook da un esponente della Lega Nord anche a Khalid Chaouki,
responsabile Nuovi Italiani del Pd. Sempre a marzo Kyenge è stata una
dei quattro firmatari – oltre a Pierluigi Bersani, Khalid Chaouki e
Roberto Speranza – della proposta di legge depositata alla Camera sul
riconoscimento della cittadinanza agli immigrati, uno degli otto punti
che lo stesso Bersani aveva proposto per il governo. La proposta di
legge contempla il riconoscimento della cittadinanza per chi nasce in
Italia da stranieri residenti da almeno 5 anni e della possibilità di
richiederla anche per chi non è nato in Italia ma vi è cresciuto.
QUESTA FUNZIONE NON C'ERA - Col governo fascio-leghista, il problema "integrazione", in un paese che ormai conta circa 5 milioni di immigrati, era un "non problema", risolvibile buttando gli immigrati a mare. Il fatto che i leghisti abbiano già protesta per la nomina di una "negra" al governo, è la prova che Letta ha fatto la scelta giusta
Le informazioni di sintesi sui nuovi ministri sono tratte da Il Fatto Quotidiano. Le informazioni sui vecchi ministri sono tratte dai siti di Camera e Senato, da Wikipedia, e dai maggiori quotidiani nazionali. In quasi tutte le funzioni c'è un evidente salto di qualità rispetto al passato, con la rimarchevole eccezione di Ferruccio Fazio (preparato anche se di destra, e sostituito dalla superflua Lorenzin).
Mi scuso per la lunghezza del post, ma questo post vuole essere una sorta di "archivio comparativo" del vecchio e del nuovo (che a volte così nuovo non è, anche se la somma algebrica deu plusses e dei minuses mi sembra positiva. Terremo un aggiornamento del post "in progress.
Tafanus
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