Se a un piccolo chierichetto che può contare sull'8% dei parlamentari PD si può consentire di sfasciare ciò che resta della sinistra...
Forse Renzi si aspettava la ola. Pensava di essere ancora alla Leopolda, e invece rischia di finire al macero. Si, perchè la sua sortita da Grande Coglione contro Marini e la Finocchiaro rischia di oscurare l'autogol di Comunardo Niccolai.
Quello che segue è un resumé delle reazioni interne al PD. Date per scontate quelle dei PD morganici alla maggioranza, colpiscono le prese di distanza, a volte feroci, di parlamentari - noti e meno noti - fino a ieri considerati fedelissimi del Bischero. Qualcuno comincia a capire che Renzi non li porterà al potere, ma allo sfascio del partito, e comincia a riflettere. S'io fossi Renzi, comincerei ad avvertire un certo odore di bruciato. Ma a Renzi non succederà. I micro-presuntuosi sono in genere talmente gonfi e tronfi, che tendono a leggere qualsiasi segnale come un altro inequivocabile segno premonitore delle loro "magnifiche sorti e preogressive"
Ecco alcuni giudizi:
Beppe Fioroni al Tg4: "Bisognerebbe collegare la lingua al cervello senza perdere il rispetto dell'altro prima di sferrare un colpo, questo è un episodio brutto, accaduto per smania di discesa in campo, che auguro a Renzi di non ripetere. Aggredire Marini e Finocchiaro con la voglia di umiliarli non è dignitoso ed è lesivo del rispetto degli altri". "Renzi - ricorda Fioroni - ha difeso Berlusconi dall'attacco della sinistra estrema, non vedo perché non debba applicare la stessa regola su di sè parlando della Finocchiaro e di Marini".
La deputata Simona Bonafè, renziana della prima ora: "Penso che con la politica dell'insulto non si vada molto lontano. Se dire le cose in faccia, chiaramente, produce questi risultati, forse il Partito democratico deve farsi un po' un'esame di coscienza. Noi andiamo avanti con la nostra linea, dicendo le cose sul viso".
Barbara Pollastrini, ex ministro delle Pari opportunità, accusa Renzi di essere "irriconoscente verso il suo partito e davvero con un tocco di villania sgraziata. La politica seria richiede ascolto, rispetto e responsabilità. Siamo a un passaggio difficilissimo che deve consegnarci un o una Presidente autorevole in Italia e nel mondo e immediatamente dopo un governo utile per rispondere innanzitutto alle emergenze drammatiche che riguardano la vita di milioni di persone. Qui Bersani è la guida decisiva perché ciò avvenga nel migliore dei modi e nel rilancio dei valori e dei principi della nostra Costituzione".
Il deputato renziano Francesco Bonifazi stila l'elenco delle "offese" rivolte a Renzi dalla dirigenza del Pd. "Arrogante, indecente, qualunquista, irresponsabile. E ora pure miserabile. Segnalo ai dirigenti del mio partito che il dizionario degli insulti è ampio, ma non infinito: se vanno avanti così c'è il rischio che il glossario delle offese si esaurisca molto prima che si formi il nuovo Governo".
Solidarietà ad Anna Finocchiaro dalla parlamentare Roberta Agostini: "Le parole di Renzi hanno davvero passato il segno (...). La discussione e il diritto di critica sono pane quotidiano nel partito democratico, ma c'è un segno e una misura che non possono essere oltrepassati perché è la politica democratica tutta che rischia un'ulteriore perdita di credibilità, che davvero non possiamo permetterci".
La senatrice Francesca Puglisi accusa Renzi di "cecchinaggio" ai danni di Marini e Finocchiaro. "Sono persone dal grande e lungo curriculum politico e istituzionale - dichiara a Radio Tau - e credo che il prossimo presidente della Repubblica debba avere un profilo politico e istituzionale. Ben venga anche la candidatura di Romano Prodi, ma è importante togliere il tema dalle contese congressuali del Pd. Sarebbe irresponsabile e profondamente sbagliato".
Il renziano Davide Faraone: "Mi sorprende che Anna Finocchiaro dia del miserabile a Matteo, solo perché ha espresso la sua contrarietà all'ipotesi di una sua candidatura al Quirinale. Renzi non l'ha offesa, anzi, molto spesso ha usato parole di stima nei suoi confronti. Una reazione così scomposta la Finocchiaro non la ebbe nemmeno quando nemici e "compagni" di partito, tentarono di metterla impropriamente in cattiva luce sulla vicenda del Pta di Giarre e dell'appalto revocato al marito, o con quella relativa alla sua criticabile scelta di fuggire dalla Sicilia in occasione della sconfitta elettorale rimediata contro Raffaele Lombardo" (...forse il renziano in questione dimentica che qualcuno era riuscito a perdere con contro Lombardo, ma contro - addirittura - il mafioso "passato in giudicato" Totò Vasa Vasa Cuffaro 'de Cannolis... NdR)
Nel dibattito irrompe la Velina Rossa, sottolineando come, di questo passo, immaginare la scissione nel Pd non sia uno scenario fantascientifico. "Oggi Renzi viene considerato da molti come il salvatore della patria, senza capire, specie dentro il Pd, che l'ingerenza di questo fenomeno produce solo danni così gravi da non avere altro sfogo che una scissione del partito. Non scherziamo più su questo elemento: non ci rassicura la dichiarazione dell'amico D'Alema che esclude ogni ipotesi del genere, confortato dopo il caffè con il signor Renzi".
Ma Renzi attira su di sè anche gli strali del centrodestra, per il modo in cui ha ulteriormente motivato il suo siluramento di Marini nella sua lettera a Repubblica. Il primo a "mordere" è Maurizio Gasparri del Pdl: "La questione cattolica viene affrontata da Renzi in un articolo in modo ridicolo. Confermando che lui si propone come sintesi mirabile del trasformismo prossimo venturo, in base al quale conta galleggiare senza credere in nulla tranne in ciò che serve per avere la simpatia dell'interlocutore del momento. Questi difetti, ben evidenti, gli assicurano successo in contesti e tempi in cui il nulla ha più attenzione dei valori. La De Filippi al suo confronto sembra un gigante del pensiero".
Scomoda addirittura Il giorno della civetta di Sciascia il senatore trentino Sergio Divina, vicepresidente dei senatori della Lega Nord, che definisce Renzi "ominicchio" per i giudizi espressi su Marini e Finocchiaro. "Le diatribe interne al Pd sono cosa loro - premette -, ma il modo in cui ha disprezzato e offeso due insigni figure del suo partito, peraltro apprezzate anche dagli stessi avversari politici, lo relega a piccolo uomo in cerca solo di visibilità a qualsiasi costo". (Fonte: Repubblica.it)
Chi ha paura dell'Ominicchio Nero
...leggere l'elenco dei 32 Carneade che il Bischero di Frignano è riuscito a portare in parlamento mette i brividi. Che ne fosse UNO che si è distinto per qualcosa! 32 su 400. E non ce n'è uno che abbia mai lasciato una traccia del suo passaggio in politica degno di essere ricordato... Che facciano una "scissione"... Poi sarà divertente contarsi. Oppure il Bischero è così Bischero che pensa davvero di portare dalla sua la maggioranza dell'assemblea del partito??? CACCIATELO, prima che riempia le stanze del PD di flatulenze tossiche...
Marco Donati, Luigi Famiglietti, Giusi Servodio, Roger De Menech, Alfredo Bazoli, Marina Berlinghieri, Ernesto Magorno, Mino Taricco, Dario Parrini, David Ermini, Dario Nardella, Rosa Maria Di Giorgi, Lorenzo Guerini, Andrea Marcucci, Gabriele Messina, Matteo Richetti, Giancarlo Piva, Davide Faraone, Federico Gelli, Edoardo Fanucci, Franca Quas, Giorgio Zanin, Matteo Biffoni, Lorenza Bonaccorsi, Roberto Giachetti, Gavino Manca, Luigi Dallai, Mauro Del Barba, Silvia Fregolent, Stefano Lepri, Elisa Filippi, Paolo Coppola
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