UOMINI DI PAROLA - Titolo originale: "Stand Up Guys" (Recensione di Angela Laugier)
Regia: Fischer Stevens
Principali interpreti: Al Pacino, Christopher Walken, Alan Arkin, Julianna Margulies, Vanessa Ferlito, Lucy Punch- 95′- USA 2013.
Un tempo, gli amici inseparabili Val (Al Pacino), Doc (Christopher Walken) e Hirsch (Alan Arkin) costituivano un formidabile terzetto di balordi (Tipi svegli, ci dice il titolo originale inglese), un po’ gangster, un po’ mafiosi, che avevano messo a segno qualche colpo fortunato e che in ultimo erano incappati in un “incidente” molto grave, con tanto di morti, per il quale aveva voluto pagare soltanto uno di loro, Val che, tacendo i nomi dei complici e accollandosi tutte le responsabilità dell’accaduto, era finito in galera per ben ventotto anni. Gli altri due avevano avuto un diverso destino: ora Doc si era messo a fare il pittore, specializzandosi nel dipingere l’alba, e frequentava assiduamente un bar-ristorante, allietato dal sorriso di una giovane e graziosa cameriera, Hirsch, invece, rimasto vedovo e in precarie condizioni di salute, da qualche tempo era ospite di una casa di riposo. All’uscita dal carcere, Val viene accolto da Doc, che gli promette ospitalità nel proprio alloggio, ma che in realtà dovrebbe ucciderlo, perché così gli impone, pena la vita, la durissima legge malavitosa del suo vecchio capo banda, che durante l’”incidente” aveva perso il suo unico figlio e intendeva in questo modo vendicarlo.
Tutto il film, che si svolge in uno strettissimo lasso di tempo, poco più di una notte, è articolato fondamentalmente su due temi: il primo è il senso del ritrovarsi fra vecchi compagni, sia pure di scelleratezze, per i quali il lungo distacco non ha cancellato i legami d’ amicizia vera e di reciproca lealtà; il secondo è come i tre possano, in una sola notte di follie e di stravaganti esperienze, illudersi di ricuperare la giovinezza perduta cercando di vivere fino in fondo quelle ore che potrebbero essere le ultime della loro vita.
Il regista segue i tre diversi attori, grandissimi, che interpretano le parti maschili, scavando nella psicologia di ciascuno di loro: Val, per ventotto anni privato della vita, intende famelicamente riappropriarsi di tutto ciò che gli è stato negato, dal cibo, al sesso, alla droga, finendo all’ospedale per i suoi eccessi, ma quasi subito uscendone, ripulito e lucido; Doc combatte con se stesso per non ucciderlo, pur sapendo che ciò potrebbe costargli la vita; Hirsch, invece, vorrebbe, prima di morire, realizzare ciò che non gli era stato mai possibile, legato com’era stato, sempre, alla fedeltà coniugale: una notte d’amore con due donne.
Degli sviluppi avventurosi di quella notte straordinaria, fra bordelli, locali notturni, ristoranti, inaspettati incontri, ospedali, un cimitero, farmacie, negozi e mercatini svaligiati, naturalmente, non intendo parlare, per non togliere il piacere della visione di un film abbastanza straordinario e sorprendente, sia per l’eccellenza degli interpreti, sia per la “verità” convincente dei loro personaggi, sia per il tono complessivamente fiabesco di ciò che viene descritto e che perciò non può essere valutato secondo i canoni della verosimiglianza, ma appunto secondo quelli delle avventure favolose, in cui tutte le cose, alla fine, dopo i dovuti chiarimenti e le dovute agnizioni, vanno al loro posto, per quanto strano, incredibile e contraddittorio possa sembrare.
Angela Laugier
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