Recensione del film "Casablanca" (di Angela Laugier)
Regia: Michael Curtiz
Principali interpreti: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Dooley Wilson, Claude Rains – 102min. – USA 1942
Questo bellissimo film, uno dei più famosi della storia del cinema, è anche, credo, il più bello tra i film propagandistici che orientarono l’opinione pubblica americana a favore dell’intervento contro i nazisti del 1943, decisivo, insieme alla tenace resistenza russa, nel capovolgere le sorti del secondo conflitto mondiale, e nel determinare perciò la sconfitta della Germania hitleriana.
Casablanca è inoltre anche lo straordinario racconto di un amore impossibile fra i due protagonisti, Rick e Ilsa, memorabilmente interpretati da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. I due innamorati si erano conosciuti e profondamente amati a Parigi, quando Ilsa era (o almeno credeva di essere) la giovane vedova di Victor Lazlo, antinazista cecoslovacco, dato per morto dopo essere stato rinchiuso in un campo di concentramento, dal quale, invece, era riuscito a fuggire. Rick, americano con passato da combattente per la libertà, a fianco dei repubblicani spagnoli, viveva a Parigi, occupata dai nazisti dal 1940, soggetta perciò al regime collaborazionista di Vichy.
Come tutti coloro che cercavano di sottrarsi all’oppressione tedesca, anche Rick avrebbe voluto raggiungere gli Stati Uniti, ma l’operazione non era tra le più semplici, poiché richiedeva un lungo percorso per aggirare gli stati europei occupati: era necessario raggiungere Lisbona (luogo dell’imbarco verso il continente americano) dal Marocco francese, formalmente libero dall’occupazione dei tedeschi, anche se non completamente fuori dal loro controllo. Il sogno di raggiungere il Marocco insieme a Ilsa non si realizzerà, però: la donna infatti non aveva potuto raggiungerlo alla partenza da Parigi, nonostante questo fosse l’accordo fra loro, mentre le sue parole, affidate a un biglietto di spiegazioni, erano state cancellate dalla triste pioggia battente che aveva accompagnato il tristissimo viaggio solitario di lui.
Profondamente deluso, Rick si era messo a gestire a Casablanca un locale notturno, crocevia di traffici di vario genere, luogo di incontri e di scambi, dove, clandestinamente, i perseguitati politici riuscivano a ottenere, da equivoci intermediari, le lettere di transito indispensabili al volo per Lisbona. La sua amarezza sembrava averlo trasformato in un uomo sfiduciato e indifferente all’amore, ma anche agli ideali politici nei quali aveva creduto: pareva preoccuparsi, ormai, soprattutto di dimenticare il passato, e di mantenere un’aura di neutrale e tranquilla rispettabilità nel proprio locale, sempre più insidiata, però, dalla presenza di spie naziste e di collaborazionisti occhiuti e diffidenti, come il capitano Renault. A Casablanca, ora, erano arrivati Ilsa e il marito Victor, braccato dalla Gestapo. La speranza di entrambi era di arrivare a Lisbona: a Casablanca avrebbero ottenuto le lettere di transito necessarie per riuscire a mettersi in salvo, che erano finite, dopo l’uccisione dell’intermediario, nelle mani di Rick. L’ incontro al Rick’s Café Americain fra i due ex amanti era dunque inevitabile, anche se inatteso da entrambi. Fu preceduto, in uno dei momenti più emozionanti del film, dalle note evocative della canzone, quella che li aveva accompagnati nei momenti felici dell’ amore parigino e che Sam, il pianista, non avrebbe più dovuto suonare, su ordine di Rick.
La bellezza del film è anche nel continuo e struggente affiorare dei ricordi di un passato che non può morire, ma che ora si confronta con una realtà dura e difficile di cui a poco a poco anche Rick, come tutti, prenderanno coscienza. Il dolore individuale, anche il più grande e straziante, era davvero poca cosa davanti all’immane tragedia che stava sconvolgendo l’Europa: ora più che mai occorreva che tutti, in un sussulto di dignità, comprendessero che era arrivato il momento di reagire con coraggio, e, all’occorrenza col sacrificio e la rinuncia. Quegli ufficiali tedeschi che nel Café Americain avevano, con la loro arroganza, provocato la reazione orgogliosa dei francesi inducendoli a intonare la Marsigliese, erano riusciti nel miracolo di aprire gli occhi a molti, anche a Rick, che ormai vedeva con chiarezza il proprio futuro necessariamente senza Ilsa, che sarebbe partita col marito alla volta di Lisbona, anche se nulla avrebbe cancellato dal suo cuore Parigi e l’amore indimenticabile che lo aveva legato a lei.
Film capolavoro, la cui visione, per quanto reiterata, riesce ogni volta a interessare e a emozionare, sia perché il regista sa dosare con perfetto equilibrio le situazioni diverse dei temi principali del film, quello amoroso dei ricordi incancellabili e quello politico, sia anche per la grandezza della recitazione compostamente dolorosa di Humphrey Bogart, lucido e tenero Rick, indimenticabile col suo trench dal bavero rialzato, col suo cappello scuro, o nello smoking d’ordinanza nel suo locale, degnamente affiancato dalla bellissima e giovanissima Ingrid Bergman, perfettamente a suo agio nel ruolo non facile della soave e tormentata Ilsa.
Angela Laugier
Un grande grazie ad Angela sia per aver trovato il coraggio di "ricominciare", senza convedersi convalescenze; sia per la scelta. Casablanca è uno di quei film che ho molto amato, e che non si dimenticano mai. Un giorno dirò ad Angela quali sono i film che mi porterei in DVD nell'aldilà, senza che questo venga inteso come un "consiglio per gli acquisti", ma solo come un ulteriore elemento di conoscenza reciproca.
Grazie, Angela. Non sei sola.
Antonio, anche a nome degli amici del Tafanus
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