Le nipoti di un operaio morto in acciaieria nel 1954 hanno ricevuto un assegno di 444,76 euro.
Anche la morte di un proprio caro è svalutabile a prezzi d’inflazione. E - quel che è più grave - è liquidabile dall’INAIL con quasi 60 anni di ritardo. Ne è prova quanto accaduto alla signora Annalisa Lonati di Nave, che nei giorni scorsi ha ricevuto l’avviso di rimborso Inail di 444,76 euro per la morte in una acciaieria del paese di suo zio, Severino Busacchini, avvenuta però il 30 marzo del 1954.
«L’EFFICENZA DELLA NOSTRA BUROCRAZIA?». «Quasi certamente quella pratica sarà rimasta sepolta in qualche cassetto – commenta al telefono la signora Annalisa -. Ma mi chiedo come mai decidere di portarla a termine dopo 60 anni. Sarebbe stato forse più dignitoso per tutti cestinarla». Già. Perché Annalisa non potrà incassare direttamente l’assegno. Deve produrre una serie di scartoffie per dimostrare il grado di parentela ed altro.
Sessant’anni fa quei 444 euro equivalevano ad oltre un anno e mezzo di stipendio. Soldi che sarebbero serviti eccome alla vedova di Severino «rimasta sola dopo soli tre mesi di matrimonio - spiega Annalisa - visto che si era sposata prima del Natale 1953 ed il 30 marzo suo marito è morto in fabbrica, a trent’anni». La zia Eleonora non si è più risposata, non ha avuto figli. È morta 4 anni fa. Il prezzo del suo dolore non è stato rivalutato secondo gli indici d’inflazione. Ed è arrivato direttamente dal passato remoto della burocrazia italiana nella cassetta della posta delle sue due nipoti.
INAIL: NON E’ LIQUIDAZIONE DELL’INFORTUNIO - Fonti interne all’Inail di Brescia parlano di spiacevole equivoco. Quella somma non equivale alla «liquidazione» della morte dello zio ma sarebb estato l’importo che spettava ai parenti della vedova Busacchini, morta cinque anni fa. «Importo che sarebbe stato liquidato nel 2009 alla sorella, Agnese - spiega la nipote, dopo che nel pomeriggio, a seguito del can can mediatico - ha ricevuto la telefonata dell’Inail -. Un’impiegata mi ha detto che questa lettera è partita per errore... Ma cosa si deve pensare quando trovo scritto “gentili signori, si è preso atto che l’assicurato indicato in oggetto è deceduto” ?».
(Fonte: Corriere.it)
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