Brunetta a "Che tempo che fa"
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Giornate nere per il povero Renato Brunetta. Soprattutto quella di ieri, in cui è stato assegnato il Nobel per l’economia, ancora una volta trascurando l’ex ministro del Pdl, benché lui non perda occasione per ricordare, agli italiani e al mondo intero, di avere tutti i requisiti per ambire al prestigioso riconoscimento. Ma pazienza, noi italiani ce ne faremo una ragione (anche due). Tanto più che, come ha sottolineato, mentendo spudoratamente, Luciana Littizzetto, Brunetta resta comunque uomo di enorme simpatia.
Lo ha appunto dimostrato partecipando domenica a Che tempo che fa, dove ha dato prova ancora una volta del suo stile e del suo metodo. Così, anziché ammettere che la cosiddetta italianità di Alitalia è costata ai contribuenti un bel po’ di miliardi, per grazia ricevuta da Silvio Berlusconi, il professore, professore, professore (lo ripetiamo tre volte per deferenza e per emulazione) ha provato a sostenere che non era vero niente, non era vero niente, non era vero niente. Poi, per uscire dall’imbarazzo, ha deciso di prendersela con Fabio Fazio, accusandolo nientemeno che di guadagnare 5 milioni all’anno. Ma Fazio, che non è poi così cedevole come sembra, ha reagito. Non con male parole ma con alcuni dati di realtà, che, per i berlusconiani, non mitridatizzati di fronte alla verità, costituiscono una dose quasi letale.
Insomma, il conduttore ha avuto buon gioco nel ricordare che, se guadagna tanto è perché fa guadagnare tantissimo alla Rai, precisando poi, comunque, di non aver subito mai processi per evasione fiscale. Qui il pubblico ha applaudito appassionatamente e Brunetta, poveretto, ci è restato malissimo, non per sé, certo, ma pensando al suo anziano leader, perseguitato e ormai praticamente decaduto non per evasione, ma per frode fiscale. Sono cose che fanno male, soprattutto a un economista come il nostro professore, già privato della consolazione del Nobel da parte dell’Accademia di Svezia «all’-una-ni-mi-tà!».
Lo ha appunto dimostrato partecipando domenica a Che tempo che fa, dove ha dato prova ancora una volta del suo stile e del suo metodo. Così, anziché ammettere che la cosiddetta italianità di Alitalia è costata ai contribuenti un bel po’ di miliardi, per grazia ricevuta da Silvio Berlusconi, il professore, professore, professore (lo ripetiamo tre volte per deferenza e per emulazione) ha provato a sostenere che non era vero niente, non era vero niente, non era vero niente. Poi, per uscire dall’imbarazzo, ha deciso di prendersela con Fabio Fazio, accusandolo nientemeno che di guadagnare 5 milioni all’anno. Ma Fazio, che non è poi così cedevole come sembra, ha reagito. Non con male parole ma con alcuni dati di realtà, che, per i berlusconiani, non mitridatizzati di fronte alla verità, costituiscono una dose quasi letale.
Insomma, il conduttore ha avuto buon gioco nel ricordare che, se guadagna tanto è perché fa guadagnare tantissimo alla Rai, precisando poi, comunque, di non aver subito mai processi per evasione fiscale. Qui il pubblico ha applaudito appassionatamente e Brunetta, poveretto, ci è restato malissimo, non per sé, certo, ma pensando al suo anziano leader, perseguitato e ormai praticamente decaduto non per evasione, ma per frode fiscale. Sono cose che fanno male, soprattutto a un economista come il nostro professore, già privato della consolazione del Nobel da parte dell’Accademia di Svezia «all’-una-ni-mi-tà!».
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