Il segretario del Pd «non lo eleggono i tesserati, ma i cittadini che
l'8 dicembre, senza alcun obbligo, andranno a votare alle primarie».
Così Matteo Renzi, ieri nel videoforum a Il Messaggero a
proposito delle polemiche sul tesseramento. I primi congressi sembrano
promuovere, a sorpresa, il suo sfidante, Gianni Cuperlo.
Dallo staff del deputato triestino fanno sapere infatti che la prima
tornata congressuale si è conclusa con l’elezione di 49 segretari
pro-Cuperlo contro 25 pro-Renzi. E l’insistere sulla prevalenza del voto
dell’8 dicembre rispetto a quello degli iscritti, da parte del sindaco,
finisce con l’aprire una nuova polemica. Sostiene Patrizio Mecacci,
coordinatore della mozione Cuperlo: "...Siamo sconcertati: è una grave
mancanza di rispetto verso tutte quelle donne e uomini che hanno portato
avanti la carretta anche senza riflettori accesi mettere in
contrapposizione i nostri iscritti e un popolo più largo di quello delle
primarie...."
Quanto ai tesseramenti, improvvisamente gonfiati, diciamo no e chiediamo noi alla commissione del congresso di fare tutte le verifiche in ogni direzione». Ribatte il coordinatore renziano, Stefano Bonaccini: «Renzi, candidandosi alla guida del Pd ha detto una cosa molto semplice: lui vuole un partito che recuperi iscritti, troppi ne sono stati persi in questi anni, e anche elettori, decisivi poi per vincere le elezioni. Mecacci sa bene che come avvenuto per Veltroni prima e Bersani poi sono gli elettori del Pd attraverso le primarie aperte a eleggere il segretario, a cui concorrono ovviamente anche gli iscritti».
La questione si intreccia con le polemiche sul tesseramento e sulle candidature. Cuperlo ha preso le distanze nettamente da Mirello Crisafulli (vincente a Enna con oltre il 90% dei consensi) e con altri candidati ai vertici locali del Pd che pure fanno riferimento a lui. «Non non ne ho indicato neppure uno. I nomi li ho scoperti leggendo i giornali o dai colleghi parlamentari». Anche perché in molti casi i suoi sostenitori a livello provinciale e comunale avevano trovato intese con i renziani. I conti finali si dovranno fare la prossima settimana. Fra venerdì e domenica si chiuderanno tutti i congressi di circolo. Sempre che gli scontri su eventuali tesseramenti gonfiati non spingano a ulteriori verifiche.
La commissione per il congresso ha stabilito che quando le tessere crescono in maniera troppo consistente (10-25%) vengano mandati degli ispettori. A Catania e Trapani ad esempio il congresso è stato sospeso e verifiche sono in corso in Puglia e Campania, mentre polemiche e denunce si sono registrate anche a Torino, Milano e Avellino.
Comunque, al netto di sospensioni e commissariamenti, si può azzardare che in oltre un terzo delle federazioni vincono candidati cuperliani sostenuti anche dai renziani o candidati legati al sindaco di Firenze e appoggiati anche da elettori del deputato triestino. Proprio a Firenze (e non è un caso) l’intesa fra cuperliani e renziani ad esempio ha fatto si che il cuperliano Fabio Incatasciato (sindaco di Fiesole) sostenuto anche da Renzi ha vinto a livello provinciale col 70% dei voti contro l’altro candidato dei cuperliani (quelli più anti-renziani per intenderci) Dormentoni. Mentre a livello cittadino s’è imposto (65%) il renziano Federico Gianassi.
Accordi unitari simili anche a Como con Savina Meregli cuperliana che vice e come sue vice sceglie un renziano e a Cremona col cuperliano Matteo Piloni.
A Brescia invece vanno al ballottaggio tre renziani, mentre a Bergamo si impone il cuperliano Riva col 60% sul renziano Alborghetti. A Milano invece servirà il ballottaggio: il renziano Bussolati è primo col 35% e per battere la cuperliana Arianna Cavicchioli arrivata seconda potrebbe avere il soccorso di Areadem i. A Bologna si conferma il segretario uscente Raffaele Donini sostenuto da cuperliani e renziani. E anche a Barletta la soluzione unitaria con Cafagna, renziano, prevale.
Vanno a Renzi Vercelli con Maura Forte e Pavia con Alberto Lavagna. A Palermo si impone l’avvocato renziano Miceli che però era sostenuto anche da AreaDem del segretario regionale Giuseppe Lupo, dai lettiani e dal presidente della Regione Crocetta. Così come a Siena dove viene confermato l’uscente Guicciardini (oltre il 70%) sostenuto da dalemiani (l’ex sindaco Ceccuzzi) e renziani (l’attuale sindaco Valentini). A Salerno si impone nettamente l’uscente Landolfi (70%), sostenuto dal sindaco De Luca. A Torino in attesa del deciso week-end il candidato di Fassino e Renzi, Fabrizio Morri, viaggia attorno al 48% e stacca i tre candidati che si richiamavano a Cuperlo. Mentre Roma si conferma faticosa per Renzi che già alle primarie ebbe dalla capitale uno dei risultati più magri d’Italia. Qui per la guida della federazione è in vantaggio su tutti (oltre 40%) Lionello Cosentino sponsorizzato da Groffredo Bettini.
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