Aperto il concorso per il "Comico dell'Anno
La gara è ormai aperta. Da Genova si levano 90 decibel di megafono che berciano di 1000 euro al mese per tre anni e mezzo a chiunque abbia il merito di compiere 18 anni? Da Frignano lo Statista Boy Scout rilancia: "Serve un gigantesco piano per il lavoro". Quale? non è dato sapere? Quanto costa? ci sono le risorse? come funziona? Da Frignano sull'Arno nessuna rispoista. De minimis non curat praetor. Il maggior produttore mondiale (insieme a Bruno Vespa) di brufoli luminescenti e di bigliettini Perugina non si abbassa a parlare di dettagli. A lui basta dire "più uno" rispetto a Grillo, e sente di aver assolto al compito di segretario del maggior partito di sinistra. Forse non ha tempo, per scendere nel dettaglio. E' così impegnato a non fare il sindaco di Firenze...
Dunque, all'assemblea del PD, la prima assoluta con Renzi Commander in Chief, ha illustrato le sue priorità. E noi avremmo alcune domandine, se non disturbiamo troppo Renzi (che non ci legge), e i renzini (che ci leggono, ma non hanno preso la bella abitudine di risponderci sul merito): preferiscono le pisciatine fuori dal vaso. Si fatica di meno, e si impegnano organi meno preziosi del cervello: vescica, panza...
LE PRIORITA' SECONDO IL RENZINO
-1) PIANO PER IL LAVORO - «La priorità è un gigantesco piano per il lavoro» perché «se rinunciamo ad essere il partito del lavoro perdiamo la nostra identità» e attualmente il Pd «è solo il terzo partito tra gli operai, tra i precari e tra i disoccupati». Nella sua piattaforma per le primarie Renzi proponeva di cambiare i centri per il lavoro e il sistema della formazione professionale. E di «diminuire i contributi a pioggia che ricevono solo alcune aziende per abbassare le tasse a tutte le aziende»
Perchè sia importante un "gigantesco piano per il lavoro", in un paese che si avvia verso il 13% di disoccupati e il 25% di precari, lo avevamo sospettato persino noi "Komunisti Statalisti". Ma "QUANTO" gigantesco? Un numeretto, no? Quante persone deve riguardare, il "piano gigantesco"? a che costo pro-capite? Quanto fa la somma? Davvero renzino pensa che basti dimunuire i contributi ad alcune grandi aziende, polverizzarle fra 8/9 milioni di posti di lavoro, e il gioco è fatto? Ancora: renzino non pensa che togliere i contributi ad alcune aziende grandi e decotte sarebbe educativo per le grandi aziende decotte, ma potrebbe essere distruttivo per coloro che in queste grandi aziende decotte lavorano, loro malgrado?
-2) IL SUSSIDIO UNIVERSALE - «Noi dobbiamo dire che tutti coloro che perdono il posto di lavoro, hanno diritto a un sussidio universale». E’ la versione renziana del reddito di cittadinanza: un'entrata economica garantita dallo Stato a coloro che non hanno un reddito.
Questa mi piace moltissimo! a chi non piacerebbe "un'entrata economica garantita dallo Stato a coloro che non hanno un reddito"??? Quanti sono, Renzino? quanto vogliamo dare, come reddito di sopravvivenza? 1000 euro al mese come nella proposta Grillo prima versione? 600 euro al mese come nella proposta Grillo seconda versione? E in ogni caso vogliamo integrare al reddito minimo garantito le "pensioni sociali" di coloro che non arrivano ai 600/1000 euri? Facciamo una media, Renzino? 800 euri al mese? per quanti milioni? per quanti mesi? per quanti anni? Diciamo 800 euro al mese a 7 milioni di persone? Bene... con 70 miliardi di euro all'anno ce la caviamo. Insomma, una ventina di volte il mancato introito per l'IMU... Renzino, nel calcoletto adesso vada avanti lei, che a me scappa da ridere...
-3) SUPERAMENTO DEL SENATO - Alla prossima legislatura noi non eleggiamo più 315 senatori», perché «il Senato non deve più avere una funzione elettiva». Renzi vuole cancellare il Senato così come è stato conosciuto fino ad ora e sostituirlo con una camera delle autonomie, composta di rappresentanti designati da Regioni e enti locali e senza indennità di carica aggiuntive.
Renzino non spiega che una legge così va fatta col ricorso all'art. 138 della costituzione; che probabilmente servono anni per mettersi d'accordo, per poi arrivare ad un testo di modifica costituzione che non avrà la maggioranza qualificata; che la legge dovrà essere sottoposta alla doppia lettiura camera+senato a distanza di tre mesi; che se cambia una virgola in una delle due camere si ritorna alla casella di partenza, come nel gioco dell'oca; che dopo il tutto dev'essere approvato da un referendum confermativo. Renzino non ci dice cosa cazzo significhi "camera delle autonomie", e perchè mai le autonomie dovrebbero essere rappresentate/gestite da un Senato "romacentrico"; i nuovi "senatori" non avrebbero "indennità aggiuntive", ma se fanno i senatori delle autonomie a Roma devono lasciare gli incarichi che hanno attualmente... Dove? Nelle Regioni? devono esserte sostituiti, o si tratta di figure ritenute inutili e quindi da non sostituire? ma allora perchè non iniziamo a ripulire le regioni dalle cariche inutili? (giochetto che non richiederebbe cambiamenti della Costituzione?) Vede com'è complessa la vita, Renzino? E' più complessa della inaugurazione di un fontanello a Scandicci...
-4) LEGGE ELETTORALE - «Sulla legge elettorale non ci tiriamo indietro, si deve fare entro la fine di gennaio, al netto delle vacanze di Natale». Renzi non ha mai fatto mistero di guardare con favore ad una legge sul modello di quella per l’elezione del sindaco nei comuni al di sopra dei 15 mila abitanti: un sistema maggioritario con doppio turno nel caso nessuno dei candidati superi in prima battuta la soglia del 50%. In ogni caso, va superato il "porcellum" mediante una legge con cui «chi vince vince e le larghe intese sono l'eccezione non la regola»
ALSO SPRACHT ZARATUSTRA: ciò che il ceto politico non è stato capace di fare in 8 anni, adesso il SuperRenzino lo fa in ... vediamo: esattamente 44 giorni, meno 14 sabati e domeniche, meno natale, santo stefano, san silvestro, capodanno e l'epifania. Il Renzino non ci dice se in trenta giorni troverà anche l'accordo con le parti, rifarà i collegi per adattarli al doppio turno, abolirà il Senato. Nei giorni festivi, potrebbe completare la Salerno-Reggio Calabria, fare il doppio binario sulle linee Jonica e Tirrenica, rimodernare i porti, e completare il traforo della Val di Susa.
-5) IMMIGRAZIONE E IUS SOLI - «Piangere e fare grandi proclami dopo le stragi e poi dimenticarli è inaccettabile. Nel patto di coalizione serve l'impegno a modificare la Bossi-Fini e inserire lo jus soli». Renzi apre alla possibilità che i figli degli immigrati possano ottenere la cittadinanza italiana.
Bene. The sooner, the better. Ma su questo il Renzino non si da tempi stretti. Si lascia dei margini operativi. Magari fino alla prossima strage, largamente annunciata. Come ad ogni inondazione, si straparla della "manutenzione dei fiumi" e del "riassetto de territorio". Fino alla inondazione successiva
-6) CIVIL PARTNERSHIP - «I civil partnership" devono essere nel patto di coalizione che lo voglia o meno Giovanardi. Siamo il Pd e non possiamo far finta di niente su questo».
Già, Renzino. Pienamente d'accordo. Non fosse per il fatto che non si capisce perchè non si sia fiondato su questo argomento PRIMA, quando i suoi referenti politici erano De Mita, Forlani e il Card. Betori. Ma ne approfitto anche per citare un aspettom secondario: perchè questo provincialismo alla "Ministero del Walfare"? Perchè "I (sic!) Civil Partenership" e non le "Unioni Civili"? Lo so... lo so... lei è un "international man", ma allora impari meglio l'italglese... LE partenerships, Renzino, non I partnership. Solo per la precisione.
-7) IL FINANZIAMENTO PUBBLICO - «Rinuncio anche ai 40 milioni di rimborsi elettorali 2014 se Grillo dice sì ad abolizione Senato, nuova legge elettorale che favorisca il bipolarismo e rinuncia ai rimborsi anche dei consiglieri regionali». Renzi si dice pronto a fare a meno del finanziamento pubblico ai partiti già dal prossimo anno. ll governo ha previsto la sua abolizione a partire dal 2017. Grillo però incalza: restituite subito i contributi già incassati]
Che bella notizia! Renzi "rinuncia" (al singolare) ai 40 milioni di rimborsi elettorali 2014, se Grillo eccetera... Renzino, mi scusi, ma l'era del baratto non è ancora iniziata. Ci spiegherebbe, con parole sue, che cazzo c'entrerebbe questo baratto? Chi le ha conferito il diritto di parlare come se la sua ideuzza fosse stata già discussa ed approvata dall'Assemblea del partito? Vede, Renzino, lei è stato eletto solo segretario del PD, non Amministratore Delegato con Pieni Poteri. Infine, vorrei informarla che non è nei poteri del pregiudicato-non parlamentare Grillo impegnarsi in alcunchè. Cerchiamo, vuole? di limitare reciproche prese per il culo. Facciamo un "gentlemen's agreement" (che suona piuù figo che "patto fra gentiluomini"): lei smetta di dire sciocchezze, e noi smetteremo di accusarla di dire sciocchezze. Mi sembra un patto ragionevole...
Tafanus
L'opinione di Antonio Polito (Corsera)
Il ribelle è più cauto
Per quanto la canzone dei Negrita che ha scelto come inno lo inviti a restare «ribelle », Matteo Renzi sembra già cambiato. Per la prima volta dopo anni, ieri il giovane fenomeno della politica italiana sembrava uno del Pd.
Sarà la «grazia di stato» della carica, sarà stata la liturgia dell’assemblea che l’ha messo al fianco del premier Enrico Letta e a portata di stretta di mano con Massimo D’Alema, sarà stato l’inno nazionale, il fatto è che ora Renzi parla sotto l’emblema del Pd, che alla Leopolda non c’era, e si vede. L’energia è la stessa, e sta galvanizzando i sondaggi; ma il senso di responsabilità è cresciuto, ora il giovane leader sa che si gioca tutto nel partito, non fuori o contro. E questo è un bene: l’Italia è già piena di sfasciatori, più che altro servono costruttori.
Ciò che soprattutto sembra chiaro è che Renzi e Letta sono destinati ad agire di conserva, forse per «dodici- quindici mesi» come dicono, certamente fino alle Europee. C’è chi dice che i due nuovi «cavalli di razza» del Pd ricordino un po’, se il paragone non appare blasfemo, il Fanfani e il Moro del primo centrosinistra: l’uno iperattivo e movimentista, l’altro iperpolitico e geometrico. Finché andarono d’accordo, segnarono una grande stagione di cambiamento.
D’altra parte la sentenza della Consulta ha reso obbligata la strada di Renzi, che non può più giocare d’astuzia per votare subito, ora che il Porcellum non c’è più. Se poi sarà rieletto sindaco di Firenze, gli sarà difficile «tradire» troppo presto i suoi elettori per il Parlamento. Di conseguenza al momento sembra più interessato a far rinascere il governo che a farlo cadere. E Letta potrebbe giovarsene, perché per l’inquilino di Palazzo Chigi è sempre meglio avere un fiorentino alla porta che un Berlusconi in casa.
Nell’agenda che Renzi ha proposto ci sono un po’ troppe cose da fare «entro un mese»: un «patto di governo alla tedesca», la «legge elettorale alla Camera», «un piano gigantesco» per l’occupazione. Ma le prime idee che spuntano sul lavoro sono finalmente innovative (quindici anni dopo Blair, dieci dopo Schröder, cinque dopo Ichino). E la riforma elettorale resta un obiettivo maledettamente difficile ma non più impossibile, visto che gli ostacoli a un accordo nella maggioranza non sembrano insuperabili. Circa il modello, Renzi si tiene per ora sul generico, e così fa anche Alfano (quando si dice «sindaco d’Italia» lo si fa per non dire niente di preciso). Ma è proprio questa vaghezza tattica a far pensare che nessuno voglia bruciare la soluzione che ha in testa, che insomma la partita sia davvero cominciata, e che a meno di clamorose provocazioni potrebbe giocarsi nel campo del governo, preservandone così la stabilità. Lo stesso vale per l’abolizione, o il declassamento, del Senato.
Più tesa sarà invece la trattativa con Alfano su «ius soli» e «unioni civili», che Renzi considera due tasselli necessari a dare un’anima al Pd. D’altra parte qui siamo all’essenza del bipolarismo. È perché sono divisi su materie come queste che esistono destra e sinistra, ed è presumibile che solo quando si tornerà al bipolarismo e a un programma votato dagli elettori si potranno davvero fare scelte nette.
Nel frattempo, Renzi cercherà voti nel campo dei grillini: ormai il suo vero obiettivo per evitare di esordire alle Europee, cioè in trasferta per chi sta al governo, con una sconfitta elettorale. Per questo ha ingaggiato una sfida a colpi di hashtag, di slogan da Twitter, con il capo dei Cinque Stelle. Il contenuto, a dire il vero, non è edificante, perché propone un baratto improprio tra la sua rinuncia a 40 milioni di finanziamento pubblico e l’impegno di Grillo per la riforma elettorale: ma se quei soldi sono «immorali», come ritiene il M5S, non si possono nemmeno usare per scambi politici. Nell’intento di Renzi ciò che conta è però lo stile della sfida: un tentativo di ridare grinta al Pd e di farlo parlare con lo stesso linguaggio aggressivo dei suoi aggressori grillini, nella speranza di svuotarli un po’ alla volta. Se ci riuscisse, sarebbe comunque un contributo, seppure indiretto, alla governabilità del Paese.
Antonio Polito
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