Recensione del film "AMERICAN HUSTLE" (L’APPARENZA INGANNA) - Recensione di Angela Laugier
Titolo originale: American Hustle
Regia: David O. Russell
Principali interpreti: Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence, Jack Huston, Louis C.K., Michael Peña, Alessandro Nivola, Elisabeth Rohm, Dawn Olivieri, Colleen Camp, Anthony Zerbe, David Boston, Erica McDermott, Adrian Martinez, Thomas Matthews. – 138 min. – USA 2013.
E’ ispirato allo scandalo Abscam, episodio vero della storia degli Stati Uniti, questo nuovo film del regista David O. Russell, lo stesso di Il lato positivo, premiatissimo grande successo americano dello scorso anno.
Il fatto storico a cui Russell fa riferimento è il colossale imbroglio ordito dall’FBI alla fine degli anni ’70, contro la corruzione dilagante degli uomini politici. Il tentativo era quello di far cadere in una trappola ben congegnata il sindaco italo-americano della città di Camden, nel New Jersey, le cui amicizie politico-affaristiche erano assai discutibili, ma che era molto popolare per l’uso altruistico e disinteressato che egli faceva del denaro che riusciva a ottenere, grazie alle conoscenze malavitose e mafiose che gli venivano dalle sue origini italiane: egli infatti lo reinvestiva in servizi sociali di cui la popolazione diventava beneficiaria, in cambio, naturalmente, di cortesie all’organizzazione criminale. La pellicola ricostruisce con una certa fedeltà lo svolgersi di quei lontani eventi accentuandone l’aspetto grottesco. Per il successo dell’imbroglio, l’FBI, infatti, aveva dovuto a sua volta ricorrere a persone “esperte” in truffe e raggiri, in modo che l’intrigo fosse organizzato bene e non destasse sospetti. Nel film, dunque, vediamo che un agente, Richie Di Maso (Bradley Coopoer), diventa l’apprendista stregone dell’arte di ingannare il prossimo, mettendosi al servizio dei progetti di un delinquente abituale, Irving Rosenfeld (Christian Bale), truffatore emerito di uno sterminato numero di persone e non incarcerato proprio allo scopo di farlo collaborare con lui, indiscutibilmente meno esperto nell’arte del raggiro. La cooperazione fra i due, però diventa sempre più difficile, sia per la riluttanza di Richie ad adeguarsi alla volontà di Irving, sia perchè la rivalità fra i due non è circoscritta alla sola gestione “corretta” (si fa per dire) dell’affaire, ma si estende all’amore per la stessa donna, Sidney, già amante del gangster in licenza premio, che ora diventa oggetto di una contesa senza esclusione di colpi. In questo gioco di rivalità sono coinvolti altri personaggi: la moglie di Irving, Rosalyn (la bravissima Jennifer Lawrence), il sindaco (Jeremy Renner) che qui viene chiamato Carmine Polito, un sedicente sceicco del petrolio che dovrebbe assumere un ruolo centrale nella corruzione “indotta” e infine il vecchio capo mafioso amico di Carmine, la cui breve apparizione non riesce a celare un sorprendente cammeo di Robert De Niro. Un guazzabuglio di personaggi e di situazioni in cui l’inganno passa anche attraverso il travestimento: nessuno è se stesso: tutti si dotano di baffi e barbe posticce, di parrucche e toupet incredibilmente ridicoli o camuffano la loro capigliatura rendendola più o meno riccioluta grazie all’utilizzo di una quantità inverosimile di bigodini di diverse dimensioni, tanto che il bigodino sembra diventare l’emblema stesso del film.
Si tratta di una pellicola ricchissima di invenzioni e di colpi di scena, grazie ai quali la sua durata considerevole non è pesante da reggere. La regia è impeccabile nel trasmettere ritmo e velocità, che rischiano, però talvolta di rendere un po’ difficile seguire bene lo svolgimento della vicenda, anche se l’attenzione si mantiene sempre viva. Degli attori non si può che dire tutto il bene possibile: cast affiatato e regia molto attenta per uno spettacolo gradevole che finalmente ci riporta al nostro cinema, senza i soliti panettoni natalizi.
Angela Laugier
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