...sfortunato Renzi... 18 ore per varare la sua "segreteria", e arriva il giorno dopo l'insulsa figuraccia di Marianna Madia, che sbaglia ministero. Surprise" Come dicono a Frignano in italglese... Nella segreteria non c'è il suo guru . Gutgeld... Ora, ad un mese dalla presa del Palazzo d'Inverno, ha anche la medaglietta al merito di aver scelto tale Davide Faraone, anche lui rapido come il fulmine: così ggiovane, così nuovo, e già così indagato!... Tafanus
Sicilia, fondi ai gruppi: indagato Davide Faraone, dirigente del Pd renziano.
Tra gli indagati nell'inchiesta sull'uso illecito dei fondi destinati ai Gruppi dell'Ars c'è anche Davide Faraone, deputato del Pd responsabile del Welfare nella segreteria formata da Matteo Renzi. Tra gli altri parlamentari finiti sotto inchiesta per peculato anche l'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e l'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio (fonte: Il Messaggero)
Sono 83 i deputati regionali - alcuni in carica, altri delle scorse legislature - indagati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Palermo sull'uso illecito dei fondi destinati ai gruppi parlamentari. L'accusa è peculato. Oltre ai parlamentari sono inquisiti 14 consulenti e dipendenti dei Gruppi. L'indagine ha scandagliato la penultima e la terzultima legislatura. La maggior parte degli illeciti contestati sarebbero riferiti alla scorsa consiliatura.
Tra gli indagati - oltre al deputato del Pd responsabile del Welfare, Davide Faraone, all'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e all'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio - anche i deputati Nino Dina, Salvatore Cordaro, Gaspare Vitrano, Massimo Ferrara, Franco Mineo, Giuseppe Lupo, Bernardo Mattarella, Cateno De Luca, Riccardo Savona, Lino Leanza, Paolo Ruggirello, Salvino Pantuso, Carmelo Curenti e Alessandro Aricò. L'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza e ha preso il via nel 2012. Le Fiamme Gialle nelle scorse settimane hanno depositato in procura un'informativa con i risultati degli accertamenti.
La replica di Faraone «Benissimo la Procura: indaghi. E se c'è qualche ladro deve pagare. Sono certo che emergerà chiaramente se c'è qualcuno che ha rubato e ha utilizzato le risorse per lucro personale. Per quel che mi riguarda, non ho ricevuto al momento alcuna comunicazione e sono comunque serenissimo. Anzi, quanto accaduto sarà l'occasione per far conoscere a tutti i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza». Lo afferma il deputato del Pd Davide Faraone, responsabile Welfare nella segreteria nazionale del partito.
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Chi è Davide Faraone, il renziano accusato da M5S di avere rapporti con la mafia (Fonte: Il Fatto)
Secondo il Movimento 5 Stelle il nuovo responsabile Scuola e Welfare della segreteria di Matteo Renzi "ha incontrato persone poi condannate per mafia mentre raccattava voti per la città per la campagna elettorale per le regionali del 2008"
“Davide Faraone l’ho allevato io, difendendolo nella lunga serie di minchiate che ha combinato”, aveva detto, allargandosi un poco, Mirello Crisafulli. E una di queste l’hanno tirata fuori ieri i grillini per dargli il benvenuto nella segreteria renziana. [...] 38 anni, una figlia di nove, neo-responsabile del welfare (pronunciare "guelfea". NdR) del Pd e fan di Renzi della prima ora. “Ecco il nuovo che avanza: ha incontrato persone poi condannate per mafia mentre raccattava voti per la città per la campagna elettorale per le regionali del 2008”.
Il riferimento è a una storia di cinque anni fa, quando “il 10 marzo 2008 si accomoda nel salotto di Agostino Pizzuto, custode dell’arsenale della famiglia del quartiere San Lorenzo-Resuttana. E si parla di voti”. Tutti gli ospiti sono incensurati, ma in quel momento sotto indagine dei carabinieri che, appostati fuori, registrano l’arrivo del futuro deputato che Pizzuto chiama per nome, “Davide”.
E quattro giorni dopo una microspia piazzata nell’auto di Pizzuto, ufficialmente giardiniere del Comune a Villa Malfitano, dove custodiva le armi della cosca, capta un colloquio con un altro degli indagati, Antonino Caruso: “Allora hanno chiesto qualche cortesia… qualche cosa si matura… noi altri abbiamo fatto la campagna elettorale per Faraone…”, dice Caruso. Che aggiunge: “Faraone ci dice… non ce l’abbiamo fatta, mi è dispiaciuto, mi devo ricandidare al Comune…”.
La storia finisce in un’informativa dei carabinieri depositata al processo contro il deputato regionale Antonello Antinoro, imputato per voto di scambio, e in quell’occasione Faraone reagisce denunciando nei suoi confronti “una campagna di fango costruita ad arte da poteri forti che in questi 10 anni hanno gestito la città attraverso un sistema politico-affaristico-mafioso” (...e te pareva che non ci fossero di mezzo "i poteri forti"... NdR). Concetti analoghi, ma parole attenuate, quattro anni dopo, durante le primarie del Pd per il Comune di Palermo. Stefania Petix, l’inviata di Striscia la notizia, e il suo fedele bassotto sorprendono Faraone mentre rassicura il membro di una cooperativa di disoccupati, Palermo Migliore, che poco prima avevano indetto una riunione per invitare i soci a votare per lui. “Sono caduto in un trappolone ordito dai personaggi coinvolti in queste primarie – replica – sto cercando di scoprire, con delle indagini personali, chi siano e perché hanno agito ai miei danni”. Incidenti in un percorso cominciato nelle file del Pds a Palermo, tra borgate e periferie urbane [...]
Su di lui Matteo Renzi scommise senza esitazione. Eppure lo stesso Faraone, che giurava di finanziarsi con le cene elettorali, lo aveva messo in guardia: “Stai alla larga che forse perdo”. Mantenne, invece, la posizione accanto al suo leader, smarcandosi da Crisafulli con il blocco dei seggi a Enna (Mirello lo definì “il capo degli infami”) e mostrando l’estate scorsa una grinta e un linguaggio nuovi, quando demolì le norme sul lavoro giovanile varate da Letta, definendole “una presa per i fondelli” partorita “da persone fuori dal mondo”.
...insomma, anche Faraone della Segreteria Renzi usa i metodi di Renzi: chiagne 'e fotte. Usa il PD come un taxi, ma esattamente come Renzi lavora ai fianchi Letta e il suo governo. Obiettivo abbastanza palese? Far cadere il governo, preferibilmente senza mettere la faccia nell'operazione. Adesso la nuova tecnica prevede che a far cadere il governo sia una bella lite fra Letta e Alfano, alimentata quotidianamente da uscite renziane tendenti a far litigare i due. Scommettiamo? La priorità di Renzi è la legge elettorale (senza la quale Napolitano non scioglierà le camere). Appena una nuova legge ci sarà - una qualsiasi, Renzi non va per il sottile, e ne ha presentate tre (quale busta sceglie, signora?) le divisioni nel governo cresceranno con progressione geometrica, e il governo cadrà. Tafanus
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