Cambiano i premier, dalla ben remunerata poltrona di tagliatore del walfare (altrui) scende Bondi e sale Cottarelli, ma la solfa non cambia. Se la politica si affida ai ragiunatt (sia pure di lusso, almeno quanto a retribuzione) non possono che venir fuori minchiate simili. No, non è colpa sua, Cottarelli. Non se la prenda. Quando in azienda affidavamo una ben remunerata consulenza ad un esterno, e la ciambella non riusciva "col buco", la colpa era del ragiunatt, esattamente nella stessa misura di era di chi "aveva fatto il briefing".
Io non so (non posso sapere) se Renzie le abbia dato un briefing, e quale. Se così non fosse, avreste sbagliato in due. Renzi a dare un incarico senza chiarire quale fosse l'obiettivo, e quali fossero i limiti entro i quali muoversi, e lei ad accettare un incarico indefinito in tutto (tranne, forse, che nella sua remunerazione).
Non penso che fra due c.d. "persone di vertice" possa essere accaduta una minchiata simile (altrimenti sareste da licenziare in tronco entrambi). Quindi restano in piedi due ipotesi:
-A) Renzi le ha dato l'incarico di tagliare, tagliare, tagliare, senza preoccuparsi di quali elementi avrebbe colpito. E così (se n'è accorta persino Repubblica!) ha trovato "facile e poco pericoloso colpire i soliti noti, già colpiti da anni. I pensionati (per i quali si vuole fermare quella farsa di "indicizzazione" che esisteva, e che Letta aveva deciso di ripristinare, seppur con mille limiti); poi una sforbiciata alle pensioni di quei crapuloni che prendono più di 2000 euri lordi al mese (più di 1400 netti!); e per i "super-crapuloni" come il sottoscritto blocco totale delle indicizzazioni (che peraltro è già in vigore da anni) e magari una "sforbiciatina" supplementare, chiamata "contributo di solidarietà" - che non si vede perchè dovrebbe essere pagato da una sola categoria di percettori di reddito. Poi un'altra bella sforbiciata a quelle riccastre di vedove (pensioni di reversibilità) che già adesso, alla morte del coniuge, si vedono decurtare la pensione del 40%.
Vede, ragiunatt, se lei avesse una minima idea di come siano ripartiti i costi fissi e quelli diretti in un ménage a due, capirebbe che la stragrande maggioranza delle spese sono fisse: affito o mutuo, spese condominiali, aiutini ai figli e ai nipoti... Insomma, quel viveur del defunto non consumava il 40% della pensioncina in pastine glutinate e cravette di Gucci... Ma tanto, cosa gliene frega, a lei a al Fonzie? I pensionati non possono scioperare, e non hanno la forza di sdraiarsi su un'autostrada o sui binari e inchiodare l'Italia. Sono un peso morto, e prima crepano, meglio è per i conti pubblici. Peggio per loro, e peggio per quel 44% di giovani disoccupati, che spesso sopravvivono solo grazie alle "frattaglie" delle pensioni dei genitori e dei nonni.
-B) Oppure Renzi le ha dato l'incarico di tagliare, tagliare, tagliare, ma a patto di non toccare i ceti di riferimento. Vogliamo dirla più chiaramente? Dove sono i limiti agli stipendi d'oro dei boiardi di stato? Per capirci: c'è qualche Rag. Cottarelli che ha proposto che i Ragionieri Cottarelli non possano guadagnare più di Barak Obama? No? Piccola dimenticanza???? E quella vergogna di qualche miliardata prevista per il "rientro dei capitali" cos'è, l'ennesima lurida marchetta agli evasori fiscali, agli esportatori di capitali, ai falsificatori di bilancio? Ci spiega di cosa si tratta? del solito "scudo fiscale" al quale lei e il renzino cambierete nome?
E veniamo al problema vero, e più vergognoso. Cani, porci, premier e ragiunatt sanno - o dovrebbero sapere - che il problema italiano è UNO SOLO: basso, reddito, e quindi bassi consumi, aziende in difficoltà, occupazione che cala da anni, nonostante tutti vedano le lucine.
E allora cosa immagina, il nostro ggeniale e ggiovane premier, supportato dal ggeniale ragiunatt? Ma certo! l'ennesimo mucchio di provvedimenti "ad cazzum", accomunati da due matrici comuni:
-a) La disumanità - Vietato toccare la casta. Al massimo, i ceti medi. Pensionati, vedove, via l'indennità di accompagnamento ai crapuloni da 25000 euro annuali all'anno con un malato non autofussiciente, 85.000 licenziamenti fra gli impiegati, i dirigenti non si toccano, i pletorici CdA neppure, e avanti tutta, verso il medioevo. Ma vi rendete conto delle cazzate che sparate? Ragioniere, le hanno spiegato cosa significhi 25.000 euro lordi all'anno? Gliedo dico io, ragioniere, perchè lei non l'ha detto: significa 1500 euro netti al mese per 12 mensilità. Insomma, un lauto introito che permette tranquillamente, ai disgraziati con un disabile in casa, di pagarsi una badante occupata h24, o una casa di degenza da 4000 euro al mese. E che ce vò???
-b) La scemenza - Perchè in un paese che ha bisogno di risollevare i consumi più di ogni altra cosa, si propone di tagliare, tagliare, tagliare, proprio in quei ceti medio-bassi che se hanno due lire in più non possono far altro che spenderle. E si propone - senza vergogna - di licenziare 85.000 persone.
Ragioniere, cosa pensate di farne, lei e Renzi, di questi nuovi 250.000 poveracci (i licenziati e i loro familiari)? di mandarli a vivere ai cartoni sotto un cavalcavia? Oppure di trovare il modo - a botte di eufemismi come pensionamenti anticipati, casse integrazioni, scivoli e quant'altro - di consentire loro di sopravvivere? E in tal caso, dove sarebbe il risparmio? Se 2000 euro si chiamano "stipendio sono un costo, e se si chiamano "scivolo" non lo sono? E per "eventuali 300/400 euro di differenza fra stipendio e pensione riununciamo alle prestazioni d'opera? Non sono utili nelle mansioni attuali? E spostarli a mansioni più utili, no? Sarebbe una cosa col peccato mortale dell'intelligenza? Ci faccia capire.
Infine: piantatela, per piacere, con scemenze demagogiche alla "venghino siori venghino" di renziana creazione (senza vergogna) per dare il grande annuncio della vendita all'asta di 100 (CENTO) auto blu usate, in un parco da oltre 60.000 auto. Queste cose hanno fatto ridere persino la mia colf albanese, che non ha completato le scuole dell'obbligo, ma che potrebbe dare lezioni di buonsenso sia ai premier che ai ragiunatt.
Caro ragiunatt, quando un giornale come l'Unità che è stato (non so se lo sia ancora) lo storico giornale della sinistra, arriva a mettere in pagina l'articolo che le posto in calce, credo che sia i ragiunatt che i "premier per caso", non eletti da nessuno, dovrebbero avere il buonsenso di fermarsi a riflettere. Trovo in questi proclami senza capo né copa tutta l'idiozia di twitter. Non si risolvono i problemi della gente con un tweet. E' ora che qualcuno ci dica dove prende i soli, a chi, per farne cosa. E non basta il rito del tweet delle 07:00 del mattino, che ha la stessa, identica valenza semantica della "luce accesa tutta la notte a Palazzo Venezia".
Siamo cresciuti, caro ragiunatt. Vediamo di crescere anche dalle parti di Palazzo Chigi. Tafanus
L'imbroglio della Spending review (Fomte: Claudio Visani - l'Unità)
La chiamano in inglese, spending review. In italiano, revisione della spesa, farebbe già un altro effetto, più preciso e vicino alla realtà. Gli ultimi governi – da Berlusconi a Monti, da Letta a Renzi – se ne riempiono la bocca. Il nuovo premier la chiama spending e basta. Forse perchè così dà l’idea della spesa e non della revisione.
Per i disastrati bilanci dello Stato e i disperati tentativi di acquisire risorse per tentare il rilancio della nostra asfittica economia, è diventata la panacea di tutti i mali, il jolly da giocarsi su tutti i tavoli della ripresa. Ma nella realtà è un grande inganno. Giacchè, in generale, non di sola razionalizzazione della spesa pubblica si tratta, che sarebbe cosa buona e giusta, bensì di tagli spesso selvaggi al welfare e di un ulteriore inaccettabile attacco ai redditi medio bassi, alle famiglie più disgraziate e alle pensioni. Perché i tagli dei costi della politica, la vendita delle auto blu, la lotta agli sprechi ministeriali sono sì sacrosanti e da perseguire, ma incidono pochissimo nel mare magnum del nostro deficit: sono “sbagiuzze”, come dicono a Bologna. Perché il gettito vero, la cassa, si fa pescando proprio lì, nei milioni di famiglie a medio e basso reddito, tra i pensionati, tra gli sfortunati che consumano più sanità e servizi sociali.
A leggere le anticipazioni e le proposte del piano Cottarelli che il governo Renzi si appresta a fare suo – e da quanto si può capire nella versione extra-large per trovare i soldi necessari a onorare la promessa dei mille euro l’anno in più in busta paga a chi ne guadagna meno di 25mila – c’è da trasecolare. Si va da un nuovo blocco del turn over e delle retribuzioni nel pubblico impiego (misure in vigore giá da 5 anni) con l’obiettivo di rottamare 85mila dipendenti, a un nuovo assalto alle pensioni (con il blocco delle indicizzazioni per quelle che superano i 1.400 euro al mese e un prelievo forzoso a quelle che superano i 2.000-2.500 euro al mese), fino ai vergognosi tentativi di colpire le reversibilità pensionistiche alle vedove e agli orfani e di togliere gli assegni di accompagnamento a chi ha la disgrazia di avere un disabile in famiglia.
Nel primo caso, si pensa, addirittura, di togliere la pensione alle vecchiette che hanno avuto un marito caduto o disperso nell’ultima guerra, oltre che di ridurre o annullare l’assegno che oggi spetta (dal 20 al 60% della pensione) a chi ha perso il coniuge, il padre o la madre, semmai morti dopo vite di lavoro e contributi versati senza potersi godere l’agognata pensione. Nel secondo si prospetta di cancellare l’indennità a chi deve assistere un genitore malato di alzheimer o un figlio in carrozzina ma ha un reddito personale superiore a 30mila euro o famigliare superiore a 45mila euro.
E questa sarebbe razionalizzazione della spesa? No. La chiamano spending rewiev, ma è l’ennesimo imbroglio ai danni dei poveretti. E sarebbe particolarmente odioso se a sostenere il piano, o a non correggerne almeno i tratti di palese ingiustizia sociale, fosse il governo presieduto dal segretario del Pd, ovvero di un partito che dovrebbe difendere in primis le categorie che la spending review vuole colpire, oltre che i valori della sinistra.
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