Attenzione!!!
Quanto segue è una cronaca fedele di un fatto realmente accaduto, cruento e pieno di suspence. La lettura è per uomini/donne, forti nei sentimenti, coraggiosi e pieni di ardimento. Alla fine del racconto un quesito per enigmisti più che abili nel dipanare il sogno dalla realtà. Auguri. Ricchi premi!
La Pecora Ginevra e il Signor Pasquale
(Qualsiasi riferimento a fatti, persone, luoghi realmente esistenti è assolutamente NON casuale)
Un giorno il signor Pasquale, abruzzese di origine ma poi metalmeccanico in Padania, dopo tanti anni di sacrifici e di privazioni, raggiunse il traguardo della pensione.
Qualche soldo era riuscito a metterlo da parte e con la sospirata liquidazione decise di comperare un vecchio, piccolo rudere circondato da un po’ di alberi, in Liguria.
Era felice il signor Pasquale. Aveva ristrutturato il rudere, aveva coltivato un qualche tratto di terreno, produceva come nella natia terra, qualche patata, qualche fagiolino, un po’ di pomodori. Sì, il signor Pasquale era felice ed a volte quando si riposava dalla grande fatica che incombeva, si soffermava a guardare il panorama. Laggiù il mare si intravvedeva così come a casa sua, dalle pendici della Majella.
Effettivamente aveva un po’ di nostalgia: del paese natio, delle donne rigorosamente vestite di nero, ornate di bellissimi monili d’oro solo la domenica, sul sagrato della Chiesa. Ricordava con affetto la transumanza delle pecore d’Abruzzo, quando vicino al suo paese calavano dalla montagna per incamminarsi verso il piano, verso il sud.
Gli veniva il magone al signor Pasquale. Tanto che un giorno decise di ricreare nel suo terreno, nel suo orto, un angolo del suo paese. Pensa che ti pensa e, in un momento decise di acquistare una pecora. Ma non una pecora qualunque: una pecora bianca, tutta bianca e piccola.
Ogni tanto vedeva passare delle pecore, poche pecore, accompagnate da un viandante. Ma non sembrava un pastore. A Pasquale sembrava che a questi personaggi delle pecore non interessasse molto. Le pecore e le persone... ognuno andava per i fatti propri: non sembravano legati da un rapporto di amicizia, come avrebbe voluto il Signor Pasquale.
Fu così che il signor Pasquale un giorno prese una decisione: andò incontro ad uno di questi accompagnatori di pecore ed a brutto muso gli chiese se ne vendeva una: la più piccola, la più graziosa, con un musetto ammiccante.
Il contratto di vendita fu presto fatto: nessuno dei due tirò sul prezzo, ma il viandante informò il signor Pasquale che la pecora non aveva il certificato d’igiene. Ma al Signor Pasquale, così felice della pecora acquistata, che chiamò subito d’istinto “Ginevra”, questo fatto non sembrò importante.
Ebbero inizio giorni felici per il signor Pasquale. Curava con affetto Ginevra, andavano sempre insieme e la bestiola la seguiva mansueta e dolce. Ogni tanto si fermava, guardava il signor Pasquale ed implorava un cristallo di sale di cui era ghiotta.
Ma nella felicità del signor Pasquale nere ombre aleggiavano attorno, spettri neri che incutono terrore solo a ricordarli.
A questo punto il vostro cronista è alquanto perplesso poiché essendo il signor Pasquale scomparso, ha dovuto ricorrere a testimonianze di amici, conoscenti i quali in modo indiretto, hanno seguito la vicenda del signor Pasquale.
La burocrazia italiana in azione
Ad un certo punto il signor Pasquale decise di regolarizzare la posizione di Ginevra e si recò all’Ufficio Igiene/ASL del paese di residenza, denunciando la presenza di questa bella creatura. Ed allora tutta la burocrazia si scatenò.
L’Ufficio di Igiene inviò un veterinario per controllare lo stato di salute di Ginevra. Prelevò del sangue e dopo qualche giorno confermò l’ottimo stato di salute di Ginevra e per dare maggior enfasi a questo fatto incaricò una società di apporre alle orecchie della bestiolina due placchette di identificazione, assegnando al signor Pasquale un bel libricino dove annotare lo stato di salute e le medicine che avrebbe somministrato alla bestiolina.
Giorni felici trascorsero tranquilli. Il signor Pasquale era così lieto e così ben disposto che iniziò a pensare di corteggiare una sua vicina che ogni tanto incontrava. Lui, il signor Pasquale, seguito immancabilmente da Ginevra, lei che andava a Messa.
Ed un giorno il signor Pasquale prese l’ardire e chiese alla fanciulla se poteva accompagnarla in paese, dove avrebbero preso un bel caffè insieme nel bar della piazza. La fanciulla con pudicizia accettò ed insieme si incamminarono nel sentiero. Il signor Pasquale era molto felice, così felice che dimenticò, prima di uscire, di chiudere la sua adorata bestia in un piccolo recinto all’interno del campicello. Lo faceva sempre quando si allontanava per evitare che Ginevra potesse calpestare i fiori.
Fu felice il signor Pasquale di arrivare in paese insieme alla fanciulla. Era una giornata piena di sole, ma fresca. Tutto era nitido e sereno. Neanche a farla apposta la banda del paese quel giorno si esibiva in piazza, suonando allegre marcette. Bancarelle di dolci e prodotti locali davano colori ed odori tutt’intorno.
Fu così che i due amici, sì erano diventati amici, si trattennero un po’. Ma la fanciulla doveva tornare a casa cosicchè i due se ne tornarono in collina. Nemmeno un candido bacio ma la promessa di rivedersi ancora.
La Tragedia
Con il cuore pieno di gioia il signor Pasquale corse verso casa, ansioso di rivedere la sua Ginevra e di confidarle questa sua gioia. Ma giunto sul posto uno spettacolo terribile lo aspettava: la povera Ginevra giaceva immobile sull’erba del prato.
Il signor Pasquale si prodigò per farla rinvenire ma ogni tentativo fu inutile. La bella pecora Ginevra era morta. Indubitabilmente.
Fu in quel momento che il signor Pasquale dispiegò tutte le sue energie.
Per prima cosa telefonò all’Ufficio d’Igiene che lo avvisò di non toccare niente, di non spostare assolutamente l’animale perché era necessario un controllo per identificare la causa del decesso.
Così il signor Pasquale attese l’arrivo del veterinario il quale sollecitamente dichiarò che Ginevra era morta per meteorismo, ossia la povera bestia, aveva sgranocchiato un gran numero di castagne, lì sul prato, ed era deceduta. Non erano presenti sintomi di malattie infettive e contagiose.
Poi il veterinario annunciò che per legge sarebbe stato necessario tagliare la testa di Ginevra ed inviarla ad un centro di ricerca specializzato in analisi del cervello, ubicato a Padova.
Dopo qualche tempo arrivò il responsabile veterinario specializzato in questi lavori il quale recise la testa alla povera Ginevra. Il signor Pasquale non resse a tanto dolore e venne ricoverato nel locale Ospedale dove gli venne diagnosticata una grave malattia di carattere nervoso.
Adesso però un altro problema sorgeva: si doveva smaltire il corpo in putrefazione della povera bestia. Per legge le carcasse degli animali non possono essere sepolte anche se il terreno è agricolo e grande diversi ettari . Per fare la sepoltura c’è bisogno di una delibera del comune firmata dal sindaco. Occorreva per forza rivolgersi a ditte specializzate che avrebbero trasportano le carcasse all’inceneritore . Cosi il povero Pasquale dovette contattare quelle poche ditte operanti nella provincia e pagare 400 E .
Questa è la fine della povera Ginevra. Il signor Pasquale affranto da questa disgrazia ha abbandonato l’abitazione, ed è partito senza neanche salutare la giovane fanciulla.
Alcuni dicono che si sia arruolato nella Legione Straniera, dove ha avuto l’incarico di accudire alla capretta che precede la Legione. Di più non si sa.
Quesito a Premi
Il lettore valuti attentamente quanto sopra marrato e risponda alla seguente domanda:
Complessivamente quanto costa alla ASL gestire la morte della pecora del signor Pasquale? cioè a quanto ammonta il costo di una uscita esterna di un veterinario per accertamento morte della pecora, redazione certificato di morte naturale, uscita capo veterinario e taglio testa, spedizione testa a centro ricerche Padova, analisi e studi sulla testa della pecora, redazione relazione finale
- Meno di 100 Euri
- Tra 100 e 500 Euri
- Tra 500 e 1000 Euri
- Più di 1000 Euri
P.S.: La storia della pecora Ginevra è assolutamente autentica. Ma per ragioni di privacy non sono autorizzato a dirvi che il Signor Pasquale è in effetti un cugino pazzo di mia moglie che, dopo una vita passata a far botti in ogni angolo del globo per conto di una importante società petrolifera, alla ricerca di eventuali sinclinali e anticlinali, potenziali ricettacoli di greggio, ha trovato il suo "buen retiro" in una isolata casa di campagna, dove vive con due capre, cinque galline e due moldavi.
Ma questi sono piccoli particolari di contorno. La storia allucinante dei "passaggi burocratici" che comporta la morte di una pecora è assolutamente vera. Incomprensibile a chiunque non sia stato almeno una volta nella vita alle prese con burocrazia italiana. I due moldavi ancora oggi non si danno pace... Perchè spendere tanti soldi per disfarsi della Pecora Ginevra, quando loro l'avrebbero mangiata volentieri, facendo risparmiare al "padrone" tanti soldi?
Tafanus
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