Renzi salta la cena con i big: «Ho da fare in Italia» - «Torno ai dossier. Smentirò gli uccellacci del malaugurio» (Fonte: Marco Galluzzo - Corriere.it
I Grandi della Terra
L’AJA - La visita in Olanda vale anche una conferma, «ci guardano con grande attenzione». Anche fuori dall’Europa: il giapponese Abe glielo dice in modo esplicito, gli fa grandi complimenti, «l’economia italiana dipende dalla sua leadership», aggiunge un parallelo, «Italia e Giappone hanno un’agenda comune». Attestati di interesse, fiducia, curiosità. Obama lo incontra brevemente, scherza sul colore dei suoi capelli, «sono ancora neri, come quando io ho iniziato...», gli dà appuntamento a Roma.
Eppure Matteo Renzi, al vertice sulla sicurezza nucleare, evento abbinato ad un G7 convocato dagli americani dopo la crisi ucraina, fa un passaggio molto veloce. Arriva a metà mattina e a metà pomeriggio decide di accorciare la visita: ha già parlato in plenaria, nel corso del summit, a sorpresa chiede di incontrare i giornalisti e annuncia lui stesso che va via, lascia prima il vertice, «ho molti dossier a Palazzo Chigi su cui lavorare, qui resta la Mogherini».
Alla cena di gala ci va la Mogherini - In molti restano spiazzati, sembra anche nel suo staff. La fretta di Renzi cambia il protocollo, comporta un’agenda continuamente flessibile, impone alla diplomazia italiana un cambio in corsa di una certa delicatezza: fra le otto e le nove di sera il re e la regina d’Olanda accolgono a cena decine di leader presenti al vertice, fra gli altri arrivano Obama, Cameron, Hollande, la Cancelliera Merkel,il presidente cinese Xi, il giapponese Abe, il canadese Harper, ma quando la macchina italiana si ferma di fronte agli scalini della residenza reale è la chioma bionda del nostro ministro degli Esteri la prima immagine. Renzi ha saltato anche la cena di gala (...gentlemen si nasce, ed egli lo nacque... NdR)
La voglia di fare in fretta, di tornare subito in Italia, si era colta anche la settimana scorsa, a Bruxelles, alla fine del Consiglio europeo. L’aveva rimarcata lui stesso, insieme ad una punta di fastidio per i riti e le abitudini del Consiglio. Anche all’Aia, esaurito lo stretto necessario, il presidente del Consiglio avverte l’urgenza di rientrare a Roma. Lo attendono del resto decine di dossier ancora aperti, al momento ritenuti più importanti delle relazioni internazionali. E del resto Obama sarà dopodomani nella Capitale, («non vedo l’ora di mangiare italiano», scherza con il premier), ci sarà modo e tempo di discutere con più calma, a villa Madama, giovedì mattina. La stessa cosa vale per Cameron, che lo attende a Londra i primi giorni di aprile.
I reali olandesi? «Capiranno» - E poi, dice Renzi, le poche ore trascorse al vertice valgono una fiducia e una rinnovata convinzione: «È stato un ulteriore momento di incontro internazionale - racconta ai cronisti - la dimostrazione che al di là del nome del primo ministro l’Italia è stimata, rispettata e apprezzata del resto nel mondo, e dobbiamo toglierci quel po’ di provincialismo. L’Italia sta lavorando, c’è molta curiosità e grande interesse rispetto alle riforme che stiamo portando avanti. Questi incontri internazionali confermano che gli italiani devono avere grande consapevolezza del loro ruolo. C’è grande fiducia da parte del mondo verso l’Italia». Ci sono anche, fra i motivi di tanta fretta, in Italia, una serie di «gufi» da smentire e contrastare. E’ ancora lui a dirlo, in una lettera ai fiorentini, di prima mattina, una sorta di saluto ai suoi concittadini da parte dell’ex sindaco. Anche questo, forse, vale un rientro di corsa a Roma: «Noi in Italia dobbiamo fare le nostre cose e mettere a posto il Paese come abbiamo promesso. Lo faremo perché ne siamo convinti e siamo forti e in condizione di farlo». I reali olandesi capiranno.
Marco Galluzzo
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