Recensione del film "SILS MARIA" (di Angela Laugier)
Titolo originale: Clouds of Sils Maria
Regia: Olivier Assayas
Principali interpreti:
Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloë Grace Moretz, Lars Eidinger, Johnny Flynn – 124 min. – Francia 2014.
Sils Maria, che è una località svizzera vicino all’Engadina, in questo film è il luogo della dimora di un famoso scrittore e regista cinematografico, Wilhem Melchior, morto all’improvviso, in tarda età, proprio mentre tutta la comunità dei cineasti e dei critici si accingeva a incontrarlo a Zurigo per consegnargli un riconoscimento alla carriera. Maria Enders (Juliette Binoche), attrice molto nota, a quel regista doveva davvero tutto: egli l’aveva lanciata, chiamandola per il suo film, Maloja Snake, che evocava, fin dal titolo, il luogo della sua casa, poiché il passo di Maloja*, nonché i misteri un po’ sinistri che accompagnano la risalita delle nuvole che lo attraversano, inghiottendo cose e persone, è nei pressi di Sils Maria.
In quel film Maria Enders, appena diciottenne, aveva sostenuto, come rispecchiandovisi, la parte di una giovanissima attrice al suo esordio, Sigrid, che era riuscita a emergere, grazie all’amore che aveva suscitato in Helène, matura e celebre sua coprotagonista, presto abbandonata, dopo aver ottenuto la visibilità alla quale aspirava. Maria Enders, ora a distanza di trent’anni da quell’esordio, avrebbe voluto ringraziare di persona l’amico Wilhem che aveva creduto nelle sue qualità interpretative, ma l’incontro di Zurigo, come è ovvio, si era trasformato in una generale e commossa orazione funebre per lui. A Zurigo era arrivato anche il momento, che Maria aveva a lungo evitato, dell’incontro con un giovane regista, che intendeva riprendere in mano la sceneggiatura di Maloja Snake, farne un testo teatrale e affidare a lei la parte di Helène, non avendo più l’età per quella di Sigrid, personaggio per il quale egli puntava su una star hollywoodiana, al momento non presente, idolo degli adolescenti frequentatori di social-network.
Maria, molto legata al personaggio di Sigrid per la sua storia personale, fa subito sapere di non essere disposta ad accettare, ma infine, convinta anche dalle pressioni della propria segretaria, la giovane e affezionata Valentina (Kristen Stewart), comincia a leggere il copione teatrale, e a recitare con lei la parte di Helène, mentre si affollano alla sua mente ricordi e raffronti. Eppure, nonostante ciò che ci aspettiamo da questa lunga premessa, gli sviluppi del film prenderanno inattese direzioni: al centro del film, non è, infatti, se non in minima parte, il tema della memoria e dell’invecchiare irrimediabile, e neppure soltanto quello del gioco dei rispecchiamenti determinato dall’alternarsi delle parti in commedia; è, piuttosto, mi pare, quello del sapersi rinnovare col trascorrere del tempo, non abbandonandosi ai ricordi del passato, che come una invisibile rete, ben celata sotto un’apparenza di rassicurante punto di riferimento, tendono a fossilizzare comportamenti e ruoli, anche se ormai inaccettabili, finendo per rinchiudere tutti quanti, attori e non, in una gabbia soffocante. Questo significa, per Maria, accogliere la diversità di Jo-Ann (Chloë Grace Moretz), giovanissima Sigrid, anni luce lontana dal suo personaggio, ormai cristallizzato e irrigidito nell’improponibile ruolo di allora.
Maloja Snake, il serpente di nuvole insidioso e sfuggente, pronto a evaporare ai primi raggi del sole, ma anche a tornare continuamente, suscitando inquiete paure, è perciò una complessa immagine metaforica, che ci parla del tempo e della suo eterno e ciclico ritorno; della memoria; del passato e del presente; delle sfide che continuamente affrontiamo nel corso della vita, ma anche della realtà e della sua rappresentazione: dell’arte teatrale e cinematografica e della finzione che ne costituisce l’essenza, né è certamente casuale che a Sils Maria avesse a lungo soggiornato Friedrich Nietzsche, il filosofo che a molti di questi temi aveva dedicato tanta parte della sua riflessione!
Va da sé che Juliette Binoche, vera mattatrice del film, sappia rendere lo sfaccettato personaggio di Maria con grande finezza; molto brava e del tutto degna di lei Kristen Stewart; breve ma notevole anche la prestazione di Chloë Grace Moretz. Un grande Assayas dirige con equilibrio un film oggettivamente assai arduo.
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*Maloja è un un passo alpino che per la sua posizione naturale diventa un luogo di aggregazione delle nuvole che provengono dalle vallate circostani, creando un fenomeno un po’ misterioso, chiamato Serpente di Maloja (Maloja Snake), oggetto di un documentario del 1924 di Arnold Frank, certamente noto al regista cinefilo di questo film, Olivier Assayas. Potete vederlo, se volete, direttamente da questo blog, QUI
Angela Laugier
2410/1300/1245
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