Recensione del film "Magic in the Moonlight" (di Angela Laugier)
Regia: Woody Allen
Principali interpreti: Eileen Atkins, Colin Firth, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Simon McBurney, Emma Stone- 98 min. – Francia, USA 2014.
Stanley (Colin Firth) è un eccellente illusionista inglese che si esibisce a Berlino alla fine degli anni ’20, destando meraviglia e ammirazione. E’ anche molto onesto e ammette volentieri che i risultati stupefacenti, tanto apprezzati, sono frutto della sua estrema abilità a nascondere i trucchi numerosi cui ricorre immancabilmente. Egli è anche convinto che siano impostori quei suoi colleghi che dichiarano, ricorrendo a fumisterie pseudoscientifiche, di agire spinti da forze occulte di cui essi sarebbero la vivente manifestazione; si diverte, anzi, a smascherarne le menzogne, rovinandone la reputazione. Quando l’amico Howard (Simon McBurney) lo avvisa che esiste una signorina dotata di qualità paranormali davvero eccezionali, egli è assolutamente certo che si tratti di un’abile imbroglioncella, e chiede di conoscerla, purché sia mantenuto il segreto sulla propria identità. La fanciulla in questione è Sophie (Ellen Atkins), un’affascinante giovinetta americana, ospite, sulla Costa Azzurra, nella villa di una ricchissima famiglia di inglesi, presso la quale ha già dato prova delle proprie doti misteriose, attirandosi la particolare ammirazione del giovane erede. Lo stesso Stanley è colpito e turbato dalle qualità di Sophie, ma è ben deciso a venirne a capo, non intendendo ammettere l’esistenza di forze soprannaturali capaci di manifestarsi a qualcuno attraverso esoterici percorsi, anche se, innamorandosi di lei quasi senza accorgersene, dovrà infine riconoscere che almeno l’amore sa sottrarsi misteriosamente (?) al controllo della nostra ragione.
Il finale del film è scontato e prevedibile, la Costa Azzurra è da cartolina un po’ ingiallita, i personaggi, soprattutto quelli femminili (che si tratti della giovane furbacchiona dall’aspetto soave, o delle vecchie zie che la sanno lunga), non riservano grandi sorprese poiché rientrano nei cliché più tradizionali. Non manca tuttavia qualche bella e fulminea battuta, non banale, né qualche sequenza narrativa degna di nota: Magic in the Moonlight è pur sempre il lavoro di uno fra i registi americani più intelligenti e colti, capace di rendere gradevole anche la visione dei suoi film meno riusciti. Il vecchio Woody ha 79 anni e, forse, non ha ancora voglia di andare in pensione, anche se potrebbe farlo, evitando di deludere il pubblico più affezionato, che continua a sperare (davvero irrazionalmente!) nel miracolo.
Angela Laugier
0401/0630/0915
SOCIAL
Follow @Tafanus