...dopo il "Ministero del Welfare", il "Jobs Act", la "Spending Review", l'Italia provinciale tocca il fondo del cattivo gusto con VeryBello. Come direbbe il Rag. Fantozzi... "Una cagata pazzesca"...
Il sito della vergogna
Dio ci salvi dai provinciali al governo... tutti ggiovani ggiovani, e tutti assolutamente incapaci di schivare il ridicolo. Di cose cretine, pacchiane, risibili ne avevamo viste tante. Ma questa - che un Franceschini tronfio come un pavone, con sprezzo del ridicolo, ha presentato in una affollatissima conferenza stampa - batte con distacco tutte le altre.
Una homepage che ricorda la "reclame" di un profuno dell'Upim, un francobollino mezzo in inglese e mezzo in italiano, una grafica - sotto la foto - invitante come quella dell'orario ferroviario Monaci, un invisibile riquadrino da 5 mm. di lato che annuncia che la versione in inglese è "Coming soon".
Viaggiate nella bellezza di 1000+ cultural events... Sarebbe stato uno sforzo sovrumano scrivere tutta la frasetta o in italiano o in inglese? E poi... d'accordo, il pretesto del sito è l'Expò, ma un paese che vanta oltre il 60% del patrimonio culturale di tutto il mondo, elenca solo gli "eventi" evanescenti (concerti, feste con ricchi premi e cotillons), e non dice una parola su ciò che in Italia c'era PRIMA dell'Expò, e ci sarà anche DOPO?
Leggiamo i commenti più devastanti che hanno impegnato - in una spietata caccia all'errore ed al ridicolo - decine di giornali, siti, esperti di web, con impietosi giudizi sulla forma e la sostanza del sito. Un sito da buttare. O meglio, teniamocelo. Teniamocelo ad imperituro monito sulla presunzione e l'ignoranza di un "nuovo che avanza" venuto dal nulla culturale, e destinato a tornarci. Su Twitter si è consumata la "vendetta di Montezuma". Sui "social", ai quali il Principe di Frignano vive incollato come una liceale non molto intelligente, il sito è stato maciullato, con grande accanimento, proprio da quelli che dovrebbero essere sedotti dal Premier degli hastag e dei selfie. Con un patetico Franceschini che nonostante i mille articoli tecnici devastanti - anche da parte dello staff del governo - ascolta inebetito, senza capire. Esibendo le cifre delle visite dei primi giorni, e senza afferrare che un sito di cui di ride dappertutto, non poteva non avere un sacco di visite. Il gusto dell'orrido ha sempre attratto molta gente. Dov'è la sorpresa?
Tafanus
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Expo, la Rete stronca "VeryBello" e il sito divide anche il governo
Nel giro di poche ore è stato travolto da una pioggia di tweet critici, ironici e sarcastici. Lo hanno accusato per il nome, perché funziona male, perché è brutto. In un weekend è diventato lo zimbello della Rete. E ieri il portale che vuole dare conto dei 1.300 eventi culturali che si svolgeranno in Italia nel corso dell'Expo, è stato preso di mira anche da Riccardo Luna, il "digital champion" del governo, cioè la persona incaricata dal premier Renzi di promuovere l'innovazione e l'uso di Internet in Italia, a partire dalle pubbliche amministrazioni. «Questa, per ora, è una Caporetto digitale», sintetizza alla fine di un suo post Luna.
Il ministro ai Beni culturali e al Turismo Dario Franceschini aveva presentato con grande enfasi verybello.it sabato mattina. E alle critiche, arrivate già dopo poche ore, in serata aveva risposto dicendo che i contatti fino a quel momento erano stati ben mezzo milione. Cioè tantissimi. Ieri dal ministero hanno aggiornato il numero, spiegando che dopo altre 24 ore è triplicato.
Sulla Rete in molti si sono concentrati sul nome scelto per il portale, giudicandolo inadeguato, antico, ridicolo, inutilmente esterofilo. Luna ha avanzato critiche circostanziate sui contenuti con l'intento come dice il titolo del post, di «trasformare una disfatta in una opportunità». Di fronte alla soddisfazione di Franceschini per i moltissimi contatti avuti malgrado gli attacchi, Luna parla di «reazione inutilmente astiosa, vagamente arrogante e pericolosamente incompetente. Verybello! non ha avuto qualche critica: è stato letteralmente demolito da 15mila tweet in 24 ore. E non c'è da gioire per questo, ministro».
I primi errori elencati sono quelli di programmazione (tra l'altro manca l'accessibilità per chi ha una disabilità visiva), segue la critica per l'assenza di una app. Nell'era del "mobile first" non si è pensato ad un programma per gli smartphone. Tra l'altro il sito è ottimizzato per i browser di ultima generazione. «Vuol dire che la metà degli utenti italiani non lo navigherà bene», spiega Luna. Poi c'è il tema della trasparenza. «Perché è stata scelta quella agenzia? Ha vinto un bando? Sul sito del ministero non lo trovo. E quanto sono stati pagati?». Il digital champion sottolinea come ci siano molte start up turistiche di valore in Italia che se avessero saputo del bando avrebbero potuto dare il loro contributo.
Inoltre si chiede come mai non si sia partiti subito con la versione in inglese, che sarà attiva più avanti. «Quello che però mi lascia stupefatto è la strategia complessiva, se così si può chiamare una decisione che da fuori appare pura "improvvisazione digitale". Quando lei si è insediato si è rivolto ad alcuni dei più bravi esperti di turismo digitale e li ha riuniti in un TDLAb. Ottima scelta. Ma poi le considerazioni e le proposte del suo laboratorio non sono state minimamente tenute in considerazione. Perché?». Luna conclude proponendo di coinvolgere chi in Italia conosce bene il mondo digitale per chiedere una mano a raddrizzare il sito VeryBello!. «Ci vorrebbe una "hackathon", una maratona di sviluppatori per dimostrare che la storia non finisce per forza con una Caporetto».
Dal ministero commentano la lettera di Luna e più in generale gli attacchi di questi giorni, dicendo che Nel giro di poche ore è stato travolto da una pioggia di tweet critici, ironici e sarcastici. Lo hanno accusato per il nome, perché funziona male, perché è brutto. In un weekend è diventato lo zimbello della Rete. E ieri il portale che vuole dare conto dei 1.300 eventi culturali che si svolgeranno in Italia nel corso dell'Expo, è stato preso di mira anche da Riccardo Luna, il "digital champion" del governo, cioè la persona incaricata dal premier Renzi di promuovere l'innovazione e l'uso di Internet in Italia, a partire dalle pubbliche amministrazioni. «Questa, per ora, è una Caporetto digitale», sintetizza alla fine di un suo post Luna.
Il ministro ai Beni culturali e al Turismo Dario Franceschini aveva presentato con grande enfasi verybello.it sabato mattina. E alle critiche, arrivate già dopo poche ore, in serata aveva risposto dicendo che i contatti fino a quel momento erano stati ben mezzo milione. Cioè tantissimi. Ieri dal ministero hanno aggiornato il numero, spiegando che dopo altre 24 ore è triplicato.
Sulla Rete in molti si sono concentrati sul nome scelto per il portale, giudicandolo inadeguato, antico, ridicolo, inutilmente esterofilo. Luna ha avanzato critiche circostanziate sui contenuti con l'intento come dice il titolo del post, di «trasformare una disfatta in una opportunità». Di fronte alla soddisfazione di Franceschini per i moltissimi contatti avuti malgrado gli attacchi, Luna parla di «reazione inutilmente astiosa, vagamente arrogante e pericolosamente incompetente. Verybello! non ha avuto qualche critica: è stato letteralmente demolito da 15mila tweet in 24 ore. E non c'è da gioire per questo, ministro».
I primi errori elencati sono quelli di programmazione (tra l'altro manca l'accessibilità per chi ha una disabilità visiva), segue la critica per l'assenza di una app. Nell'era del "mobile first" non si è pensato ad un programma per gli smartphone. Tra l'altro il sito è ottimizzato per i browser di ultima generazione. «Vuol dire che la metà degli utenti italiani non lo navigherà bene», spiega Luna. Poi c'è il tema della trasparenza. «Perché è stata scelta quella agenzia? Ha vinto un bando? Sul sito del ministero non lo trovo. E quanto sono stati pagati?». Il digital champion sottolinea come ci siano molte start up turistiche di valore in Italia che se avessero saputo del bando avrebbero potuto dare il loro contributo.
Inoltre si chiede come mai non si sia partiti subito con la versione in inglese, che sarà attiva più avanti. «Quello che però mi lascia stupefatto è la strategia complessiva, se così si può chiamare una decisione che da fuori appare pura "improvvisazione digitale". Quando lei si è insediato si è rivolto ad alcuni dei più bravi esperti di turismo digitale e li ha riuniti in un TDLAb. Ottima scelta. Ma poi le considerazioni e le proposte del suo laboratorio non sono state minimamente tenute in considerazione. Perché?». Luna conclude proponendo di coinvolgere chi in Italia conosce bene il mondo digitale per chiedere una mano a raddrizzare il sito VeryBello!. «Ci vorrebbe una "hackathon", una maratona di sviluppatori per dimostrare che la storia non finisce per forza con una Caporetto».
Dal ministero commentano la lettera di Luna e più in generale gli attacchi di questi giorni, dicendo che saranno prese in considerazione tutte le critiche costruttive. Intanto il boom di contatti ci è stato utilissimo per testare il sito, soprattutto alla vigilia del lancio della versione multilingue. Riguardo alle spese, si spiega che VeryBello! è costato 35.000 euro e che l'agenzia che lo ha realizzato (si chiama "Lola et labora") è stata scelta attraverso una gara rivolta al mercato elettronico dei fornitori della Pa.
...Quale gara? Perchè non se ne trova traccia nei siti governativi? Dove si può leggere il bando? Domande senza risposta. E nessuno è interessato a sapere chi/cosa sia "Lola et Labora"? Noi lo abbiamo fatto. Il risultato è la scoperta di un sito dove non c'è il solito link "Chi Siamo". Sappiamo solo che il "founder" (attenzione, "founder", mica "fondatore"... è tale Andrea Steinfl, di cui quasi nessuno riesce a scrivere il nome correttamente. Capello alla Casaleggio, Andrea Steifl non risponde a domande orali. Il sito in questione è piazzato da Alexa.com, nel ranking mondiale, alla posizione 2.867.005°. Solo per confronto con qualcosa che vi è familiare... Il Tafanus è piazzato da Alexa alla posizione 942.114...
Se volete maggiori informazioni su "Lola et Labora", aprite l'articolo cliccando sull'immagine sottostante:saranno «prese in considerazione tutte le critiche costruttive. Intanto il boom di contatti ci è stato utilissimo per testare il sito, soprattutto alla vigilia del lancio della versione multilingue ». Riguardo alle spese, si spiega che VeryBello! è costato 35.000 euro e che l'agenzia che lo ha realizzato (si chiama "Lola et labora") è stata scelta attraverso una gara rivolta al mercato elettronico dei fornitori della Pa.
Se volete maggiori informazioni su "Lola et Labora", aprite l'articolo cliccando sull'immagine sottostante:
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Quello spot che sembra un cosmetico (Fonte: Tomaso Montanari - Repubblica)
Nella scorsa notte il sito verybello.it - il portale degli eventi culturali visitabili nel periodo dell'Expo, presentato dal ministro Dario Franceschini - ha subìto due seri attacchi di pirati informatici: sarebbe bello (ma temo improbabile) pensare che a sferrarli siano stati i seri professori dell'Accademia della Crusca, infaticabili custodi fiorentini della lingua italiana.
Già, perché è il titolo (da film di Natale, da pizzeria a domicilio di Melbourne o da serial americano sulla mafia) ad aver colpito l'immaginario collettivo. Nessuno parla dei contenuti del sito, mentre da due giorni dilaga sulla rete una colossale ondata di prese in giro, domande retoriche, reazioni indignate su quell'imbarazzante verybello.
Certo, se l'Expo deve presentare l'Italia al mondo, questa sfiducia nella lingua nazionale appare un pessimo inizio: si fa davvero fatica ad immaginare la Francia alle prese con un verybeau. I più depressi sono apparsi gli insegnanti: che cercano di liberare i loro giovani allievi dai tic indotti dagli sms, dalle chat e dal diluvio di jobsact e similia, e che ora si sentono sparare alla schiena anche da un ministero "della Cultura" tanto arreso e sbracato. Questa botta di provincialissima esterofilia è, poi, apparsa ancora più ridicola perché nel sito manca proprio la versione inglese, annunciata come coming soon: il 7 febbraio, pare. E sarà moltobeautiful, c'è da giurarlo.
Quanto al sito stesso, Riccardo Luna ha scritto che «ha una quantità imbarazzante di errori di progettazione». Ma sono i contenuti a lasciare allibiti: nessuno ha notato che l'Italia del bello viene presentata solo attraverso i mille eventi che cadono nell'arco temporale di Expo. Un grande luna park a pagamento, insomma: e forse era destino, perché in fondo anche luna park è un'espressione italo-inglese. Un baraccone (per dirla con la Crusca) che mette in ombra e nasconde tutto il patrimonio diffuso gratuito e permanente, sul quale non si spende una parola. Insomma, la più commerciale e diseducativa delle scelte.
Si è notato che il titolo del sito riprende (plagia? cita?) quello di una linea di cosmetici per bambine, e del suo sito: verybella.it. E quando un governo mette il patrimonio storico e artistico della nazione sullo stesso piano degli educativissimi trucchi per bambine: beh, allora gli anglismi e gli ammiccamenti pseudogiovanilistici sono il minore dei nostri problemi.
Per chiudere, vi proponiamo in calce l'immagine della homepage del sito "verybella.it", dedicato ad una linea di cosmetici per bambine (sic)! Fra "veribello.it" e verybella.it" corre una vocale di differenza. Troppo poco, perchè il "registrant" di "veribella.it" non imponga al Ministero di eliminare quel nome, o di pagare un salatissimo risarcimento. E io, che sono un "ragazzo di campagna", mi chiedo: possibile che a nessuno (né al Ministro Franceschini, né ai suoi legulei (ma credo che lo stesso Franceschini sia avvocato!), né alla geniala Agenzia che ha prodotto il sito, sia venuto in mente di affidare la verifica della disponibilità del marchio ad uno studio specializzato? lo Studio Modiano, per citare il primo che mi viene in mente?
Purtroppo pe questi raffazzonati "esperti del nulla", questo marchio non è registrato da un qualsiasi sig. Carugati di Pessano con Bornago, ma dalla Società Giochi Preziosi, che certamente vorrà far valere i propri diritti.
Complimenti, Franceschini. Sbagliare TUTTO era difficilissimo, ma lei c'è riuscito. Ad Maiora!
Tafanus
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