Com'è noto, è dal giorno della "Annunciazione" dell'Expò assegnata a Milano (sono trascorsi ben 7 anni), che scrivo spesso sulla'argomento, per svariati motivi:
- -a) ho ironizzato sull'oggetto dell'Expò (poco "fotogenico" ed attraente). In corso
- -b) ho contestato le previsioni iniziali di 36 milioni di visitatori, che avrebbero comportato un aumento di un terzo degli abitanti di Milano, che già non si regge in piedi con quelli che ha. Nessun problema, non ci saranno, come previsto, i 36 milioni di visitatori. Milano non è mai stata cos' tranquilla come in questi giorni. Persino posti a sedere in metrò.
- -c) Ho contestato il fatto che alcuni caimani dell'immobiliare abbiano moltiplicato i loro miliardi comprando a prezzo agricolo i terreni destinati all'Expò, e ottenendo subito dopo le varianti al piano regolatore. FATTO
- -d) Ho ironizzato sul fatto che l'Italia dei Ladroni fosse capace, per una volta nella vita, di condurre in porto una "Grande Opera" fino all'ultima pietra, e senza ruberie in grande stile. FATTO. Mezza dirigenza passata e recente dell'Expò è nelle patrie galere.
- -e) Ho ironizzato sul fatto che non ci fosse un progetto per il "dopo Expò". Alcuni giornaletti di quelli che tutto ciò che succede sotto i governi di centro-destra (incluso quello di Renzi) si sono affrettati a scrivere che si, è vero, non c'è un piano per il dopo, ma mancano 5 mesi... Un'eternità, per immaginare, verificare l'utilità e la fattibilità di un piano ancor più gigantesco della stessa Expò... che fretta c'è? Mancano ben cinque mesi...
Di fronte al trionfalismo dei 200.000 visitatori del primo giorno (proiezione: 36.000.000 in 180 giorni), ho lasciato trascorrere un paio di settimane, cercando (senza trovarlo) un link ufficiale al sito dell'Expò, dove leggere, giorno per giorno, il progressivo dei visitatori. Non l'ho trovato. Allora ho scritto all'ufficio stampa dell'Expò, qualificandomi col mio nome e cognome, e documentando la mia attività di gestore di un blog di informazione. Ho chiesto DOVE sarebbe stato possibile seguire giorno per giorno l'andamento dei visitatori. Ho chiesto che almeno ci dessero il dato non approssimativo (hanno i tornelli coi contatori, no?) ma non ho avuto nessuna risposta. La cosa comincia quindi ad emanare un certo fetore non tranquillizzante.
Oggi scopro che la "sindrome dello scetticismo" arriva anche sul sito "l'inchiesta", ben più importante ed attrezzato del mio. Questo sito pubblica una inchiesta che potete leggere integralmente (articolo principale, articoli collegati) cliccando sull'immagine che apre questo post. Un quadro allucinante non solo perchè prelude alla catastrofe economica ed ambientale lungamente paventata, ma perchè certifica, ancora una volta, che l'Italia è un paese inaffidabile persino per la costruzione di un chiosco di giornali o di un parcheggino all'aperto. Un popolo di cialtroni, guidato da un blocco di cialtroni privilegiati. Ognuno ha i governanti che si merita.
Ora faccio un appello a tutti: rompiamo i coglioni a mezzo mondo: giornali, talk-shows, politici di riferimento, affinchè l'Expò si senta finalmente costretta ad adottare un minimo pediatrico di trasfarenza. Non chiediamo molto: vogliamo sapere ogni santo giorno il progressivo degli ingressi e degli incassi (visto che ci sono mille categorie di biglietti a tariffa speciale); una proiezione dei ricavi a fine manifestazione, e delle spese; un saldo. Non credo che sia "chiedere troppo"...
Biglietti, visitatori e cibo sprecato: i misteri di Expo 2015. Prima conferenza stampa dopo l'inaugurazione. Sala spiega nel dettaglio quanti tagliandi sono stati venduti, ma i numeri sono sempre diversi (Fonte: Alessandro Da Rold - Linchiesta)
C’è un grande mistero che continua a circolare tra i padiglioni di Expo 2015: quanti visitatori e quanti biglietti sono stati venduti fino ad ora? E soprattutto: quali saranno le ricadute economiche, dal momento che per arrivare al pareggio di bilancio dovranno essere staccati almeno 24 milioni di tagliandi, come ha spiegato l’amministratore delegato Giuseppe Sala? Sono domande alle quali gli organizzatori continuano a non voler dare risposta e su cui si avrà (forse) chiarezza alla fine di ottobre, quando calerà il sipario sull’evento. A due settimane dall'inaugurazione, Sala ha voluto ribadirlo durante una conferenza stampa, la prima, per fare il primo punto sulla manifestazione universale. Il leit motiv è sempre lo stesso: «Non vogliamo creare polemiche sul nulla». Accanto a lui, a sostenerlo, c’è pure il governo, con il ministro Maurizio Martina e, insieme, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia («Abbiamo vinto la prima tappa. Gli scettici sono molto diminuiti, gli entusiasti sono aumentati») e la regione Lombardia con il presidente Roberto Maroni.
Non solo. Altro mistero è legato alla questione del cibo sprecato dai padiglioni. Il tema è centrale perché riguarda da vicino proprio il principio sotto cui è la manifestazione universale, «nutrire il pianeta». E, come si può vedere al Padiglione Zero, «evitare sprechi». Sala anche qui si è riservato di dare dati precisi più avanti, limitandosi a rispondere che del cibo scartato si occupano Caritas e Banco Alimentare. Il caso è stato sollevato da Fanpage.
Dopo gli annunci degli scorsi mesi («Venduti già dieci milioni di biglietti»), Sala ha parlato nel dettaglio di quanti ne siano stati staccati effettivamente finora: «Abbiamo già incassato 5 milioni di biglietti, ma ce ne sono altri 6 coperti da fideiussioni, già prenotati e certi. In totale 11,3 milioni di biglietti venduti, su cui garantisco». Per andare più nello specifico i distributori minori hanno venduto 1 milione e 800 mila biglietti, 700 mila con la distribuzione diretta, 350 mila con le scuole. «Poi ci sono i Paesi partecipanti», ha detto Sala. Quindi ci sono i tre tour operator italiani: Best Tour con 2 milioni di biglietti, Duomo Viaggi con 1 milione e 800 mila biglietti, e Uvet con 800 mila. «Il restante dei biglietti è stato venduto dai nostri partner - ha spiegato Sala -. Coop ha venduto quasi 650 mila biglietti, Banca Intesa 475 mila, Telecom 250 mila e i partner di Padiglione Italia 500 mila». «Stiamo crescendo a ritmo costante, la situazione continua a essere positiva e non posso che confermare la previsione di 20 milioni di visitatori e 24 milioni di biglietti venduti» ha concluso.
Il balletto, però, continua ormai da mesi. Le dichiarazioni di Sala sono cambiate a seconda dei periodi: si è passati da 5 fino a 3 poi a 7 fino agli 11 milioni del 2 maggio. Linkiesta ne ha già scritto in passato, spiegando la differenza tra quelli effettivamente venduti e quelli coperti da fideiussione. Il punto vero, a quanto pare, è come calcolare anche i tipi di biglietti. Molti sono scontati, altri ancora sono stati offerti alle scolaresche a prezzi più bassi: gli studenti delle scuole pubbliche pagano 10 euro ad alunno. Decifrare quindi quale sarà l’incasso totale al momento non deve essere facile. Forse il numero di visitatori attuale potrebbe aiutare. Anche perché, come hanno sottolineato diversi quotidiani, tra cui il Fatto Quotidiano, i tornelli all’entrata sono di alta tecnologia, costruiti apposta per fornire e monitorare in tempo reale quanta gente entra e esce. Ma, anche qui, Expo 2015 non si scompone.
A creare ancora più confusione è l’afflusso serale, al prezzo scontato di 5 euro. Fino ad ora, ha spiegato Sala, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, «si sono contati 100.000 visitatori dopo le 19». Ora l’obiettivo è prolungare l’apertura. Ma qui ne è nata una piccola polemica tra le istituzioni per il sovraccarico del lavoro del trasporto pubblico. In realtà, sotto si cela un’altra diatriba, legata al fatto che l’indotto su Milano è - a quanto pare - sotto le attese. A conferma, secondo gli stessi organizzatori, che Expo 2015 non è come il Salone del Mobile. Bisognerà aspettare novembre per capire se Expo è stato un successo? Probabilmente sì, nella speranza che tra sei mesi i dati e i bilanci siano finalmente certi.
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