A volte, a leggere certi titoli di giornali ormai diventati organi ufficiali della narrazione renziana, c'è da rimanere allibiti (specie quando poi si passa dagli "strilli" in prima pagina, al titolone dell'articolo, e ai contenuti dell'articolo stesso). Un esempio di scuola vergognoso? L'articolo di Riccardo Luna su Repubblica cartaceo di ieri, domenica 20 Dicembre. Leggi lo strillo in prima pagina, leggi il titolone, leggi poi l'articolo, e scopri che... Ma andiamo con ordine. Guardo oggi (ieri non ho avuto tempo), e un "richiamo" in prima pagina mi colpisce agli occhi (e al naso...). Potete vederlo (e valutarlo) nella riproduzione fotografica a sinistra in alto.
Leggete lo strillo (che invita a proseguire l'articolo a pag.23) e scoprite - non senza un certo senso di stupore - che l'Italia in un anno è diventata il paese N° UNO in Europa. Azz... se non è un miracolo questo! L'anno scorso per diffusione di Internet l'Italia era al terzultimo posto nella UE a 27. Peggio dell'Italia facevano solo Romania e Bulgaria. E oggi siamo al PRIMO posto! Non è un vero miracolo renziano, come quello dell'Italia locomotiva d'Europa???
Inorgogliti, stupiti, quasi increduli, ci precipitiamo a Pag. 23. e dal titolone dell'articolessa di Riccardo Luna (vedi fotona centrale in basso) scopriamo che...
"C'è un milione di italiani che nel corso del 2015 ha fatto una cosa non prevista: ha usato Internet per la prima volta. Un milione di persone sono tante e sono il motivo per cui nella classifica dei Paesi europei, appena rilasciata da Eurostat, su questo specifico indicatore (...ahi ahi ahi...), per la prima volta siamo primi. Siamo quelli che hanno registrato l'aumento maggiore: 4 punti percentuali, dal 64 al 68 per cento (e i non utenti sono passati dal 32 al 28 per cento). La Germania, la Francia e il Regno Unito sono aumentate di un punto appena, la mitica Estonia (Paese simbolo del digitale ), cresce di tre.
Ma va detto che questi Paesi partono da molto più in alto di noi, hanno percentuali di utenti attorno al 90 per cento. Insomma, siamo in due campionati diversi, purtroppo. Eppure il dato italiano, comunque lo si guardi, è uno scatto in avanti, simile a quello che facemmo nel 2010.
E ora andiamo nel corpo dell'articolo, di cui riprendiamo ampi stralci... Intanto leggiamo con un certo stupore che siamo passati dal 25° poso al 1° posto in un anno, "anche se la svolta ancora non c'è"... Non è magnifico????
Di quanti italiani stiamo parlando? I nostri 4 punti equivalgono ad un milione e ottocentomila nuovi utenti nella fascia di età che va dai 16 ai 74 anni [...] Ma restiamo ai dati Eurostat: un milione e ottocentomila nuovi utenti sono un milione tondo in più della media statistica con cui siamo cresciuti negli ultimi anni. Cosa cambia? Cambia tutto, cambia la prospettiva con cui il Paese guarda al suo futuro. Con ottocentomila nuovi utenti della rete ogni anno, per colmare il digital divide, ci sarebbero voluti quasi trenta anni; così, ne bastano poco più di dieci (...caspita! un successone! da qui al 2026 alcuni di voi - io no... non ci sarò più - potranno provare l'ebbrezza di aver colmato il digital divide. Sempre che gli altri restino fermi ad aspettarci. Digital divide rispetto a cosa? Ai paesi migliori? alla media Europea, abbassata dai paesi-zavorra? Luna non dice, e noi non sappiamo. NdR)
Ed in realtà ci sono motivi per sperare che nel 2016 questa crescita si consolidi e si faccia più sostenuta. Il primo è il Piano Nazionale Scuola Digitale, che ha già stanziato un miliardo di euro per innovare didattica e strumenti. E a gennaio parte finalmente il sistema di identità digitale SPID che consentirà di accedere a tutti i servizi della pubblica amministrazione con un'unica password. Se funzionerà, può essere la svolta di cui abbiamo bisogno (...se funzionerà come il mitico 730 precompilato, stiamo freschi...)
Perché nonostante lo scatto del 2015, la svolta ancora non c'è. Infatti se si guarda la classifica complessiva degli utenti della rete, l'Italia è sempre negli ultimi posti, davanti soltanto a Bulgaria e Romania, allo stesso livello di Grecia e Portogallo. Insomma non siamo più in zona retrocessione (...caro Luna, nel campionato di Calcio a 20, col quartultimo posto si retrocede, e noi in un campionato a 27 non siamo "in zona retrocessione??? Per usare un francesismo: ma che cazzo voleva dire??? NdR)
[...] Insomma, c'è da festeggiare, ma con moderazione. Per arrivare al 90 per cento di utenti di Internet degli altri paesi c'è una sola strada: usare la Rai che ogni giorno entra nelle case degli italiani per quattro ore. Come negli anni '60, quando fu la Rai lo strumento per insegnare a leggere e a scrivere a milioni di italiani con uno storico programma tv, "Non è mai troppo tardi", adesso serve una analoga campagna di alfabetizzazione di massa. Serve un altro maestro Manzi, o qualcosa di analogo, in tv tutti i giorni. Perché non è mai troppo tardi, ma se non si sbrighiamo, rischia di diventarlo (...oddio no...)
Riccardo Luna
Meglio tardi che mai. Nell'ultimo paragrafo dell'articolessa Riccardo Luna si sveglia, e ci comunica qualcosa di cui siamo ben consapevoli: nella media degli altri paesi europei l'uso di Internet riguarda il 90% della popolazione; in Italia il 68%, dopo il travolgente aumento del 2015. Certo, Luna, ma si rilassi... Essere diventati per un anno i Number One in Europa per tasso di crescita non significa assolutamente nulla. Certo che un paese che è già al 90% di utenti, difficilmente potrà guadagnare ancora, essendo già vicino alla saturazione... O no? Se qualcuno legge un libro ogni tre anni, e passa ad un libro ogni due anni, aumenta il proprio "tasso di frequentazione" dei libri del 50%, ma non per questo diventa la persona più colta d'Europa. Afferra? Se un altro legge 12 libri all'anno, e continua a leggere 12 libri all'anno, non cresce di un accidenti, ma legge 24 volte più libri di quell'altro... Quello che lei chiamerebbe il "N° Uno d'Europa".
Caro Luna, certe sciocchezze tipo "Italia locomotiva d'Europa" le lasci alla narrazione renziana... Un'ultima cosa: salga ogni tanto su una vettura del metrò a Milano. Le capiterà spesso di vedere che su otto persone sedute di fronte a lei, sette strisciano il dito su qualcosa che usa internet. Stanno "progettando, leggendo Proust, studiando Eurostat"? No. Stanno, 9 volte su dieci, cazzeggiando su watsapp, su feisbuc, stanno chattando, stanno facendo di tutto. Tranne che leggere Proust. Vuole una conferma nel nostro stato "promordiale" nell'uso di Internet, nonostante "siamo i primi in Europa" (per tasso di crescita di un anno????). Eccola: quando si usa internet per cose utili e serie (tipo i rapporti con la PA, noi "vantiamo" valori - rispetto alla media dei paesi europei, di cui dovremmo solo vergognarci:
Non me ne voglia, Caro Luna... ma a noi il fatto che da sempre l'Italia detenga strabilianti records nell'uso dell'Internet inutile... beh, non ce ne potrebbe fregare di meno...
Tafanus
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