Dopo l'annuncio della positività la russa è stata scaricata dai due marchi. Il ministro dello sport avverte: "Non sarà un caso isolato". L'attacco dell'ex n.1 del mondo, Capriati: "Toglietele tutti i titoli". La Navratilova la difende: "Fino al 2015 il meldonium era legale". Serena Williams: "Sotto shock"
MOSCA - Come un castello di carte. Sta crollando tutto attorno a Maria Sharapova. L'ex numero uno del mondo del tennis ieri ha annunciato al mondo intero di essere stata trovata positiva a un controllo antidoping effettuato ai recenti Australian Open. Sotto accusa il meldonium, una sostanza contro il diabete che per stessa ammissione dalla bella siberiana, assume dal 2006, ma che dal 1° gennaio di quest'anno è stata messa al bando dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping. Un errore che porterà alla squalifica dal 12 marzo della tennista vincitrice di 5 prove del Grande Slam, ma che sta già iniziando a dare i primi contraccolpi alla sua carriera.
Australian Open, Sharapova: "Ho fallito il test antidoping"
IL DIETROFRONT DEGLI SPONSOR - La Nike è stato il primo sponsor ad abbandonare MaSha. "Siamo rattristati e sorpresi dalla notizia", si legge in una nota del celebre marchio di abbigliamento sportivo. "Abbiamo deciso di sospendere il nostro rapporto con Maria durante l'inchiesta. Continueremo a monitorare la situazione", conclude il comunicato di Nike. Poi è stato il turno della compagnia svizzera Tag Heuer. L'ha annunciato oggi un portavoce della marca di orologi. "Tag Heuer era sotto contratto con Maria Sharapova fino al 31 dicembre 2015. Noi eravamo attualmente in discussione per prolungare la nostra collaborazione. Tenuto conto delle circostanze, il marchio sospende questi negoziati e ha deciso di non rinnovare il contratto con la signora Sharapova", si legge in un comunicato.
ATTACCO E DIFESA - Ad attaccare la Sharapova anche Jennifer Capriati, ex numero uno del tennis femminile. "A mio parere chi fa queste cose dovrebbe essere privato di tutti i titoli". La statunitense non la nomina mai, ma è chiaro il suo riferimento su twitter alla vicenda che vede coinvolta la russa. "Che senso ha prendere un farmaco che aiuta il tuo cuore a recuperare più velocemente se non si hanno problemi di cuore?", domanda la Capriati in un altro 'tweet'. Più prudente nei giudizi sulla russa è invece Martina Navratilova: "Aspettate tutti un momento. Io non ho tutte le informazioni e spero che si tratti di un errore fatto in buona fede. Per quanto ne so questa cosa era legale fino al 2015", sottolinea la regina di 18 tornei dello Slam.
SERENA WILLIAMS: "SCIOCCATA DA NOTIZIA" - "Sono sospresa e scioccata dal caso del test antidoping fallito da Maria Sharapova". Così Serena Williams, nunero 1 del tennis mondiale, commenta la clamorosa notizia della positività della russa. "Maria ha mostrato grande coraggio e cuore per essersi presa tutte le responsabilità", ha aggiunto la tennista americana parlando nel corso di una conferenza stampa in vista di una partita che giocherà domani a New York. Williams ha declinato ogni commento, invece, sulla decisione della Nike di interrompere la sponsorizzazione con la sua amica Sharapova.
RUSSIA TRAVOLTA DAGLI SCANDALI - La positività della Sharapova segue la sospensione dei campioni olimpici di Sochi 2014 nella gara a squadre di pattinaggio di figura, Ekaterina Bobrova e Dmitri Soloviev, fermati entrambi per aver assunto a loro volta il meldonium. Lo sport russo resta, quindi, nell'occhio del ciclone dopo gli scandali degli ultimi mesi legati al mondo dell'atletica che hanno portato alla chiusura dell'Agenzia Antidoping Rusada e alle morti misteriose, alla vigilia della visita degli ispettori Iaaf, di Nikita Kamayev e Vyacheslav Sinev, ultimo e penultimo capo della Rusada negli ultimi 8 anni.
Più in generale, Mutko ha sottolineato che il suo paese, sospeso da tutte le competizioni internazionali dallo scorso novembre per 'doping organizzato', avrebbe bisogno di "tre o quattro anni per ristabilire l'ordine". Il commento segue di due giorni un documentario trasmesso dalla tv tedesca Ard, in cui si sostiene che la Russia continua ad eludere le sanzioni della federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) e della Agenzia Mondiale Antidoping (Wada).
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